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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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gente:

Baronissi. Elezioni comunali Anna Petta. ‘Venerdi chiuderemo la campagna elettorale in piazza, fra la gente’

Anna Petta: “Sarà una vera e propria festa del popolo.

Dopo un lungo percorso, ufficializzato sin dai primi giorni dell’anno e proseguito attraversando ogni giorno il territorio del Comune di Baronissi, venerdì si concluderà la campagna elettorale della coalizione a sostegno della mia candidatura a Sindaco di Baronissi.

In Piazza della Repubblica, venerdì 7 giugno dalle ore 21:20 alle 22:40, saranno presenti tutti gli esponenti dei partiti e delle liste civiche che si riconoscono nella coalizione, ma soprattutto sarà presente una comunità: quella che, intorno a me, in questi mesi si è riunita e confrontata. Cittadini e cittadine di ogni età, accomunati dalla passione per il proprio territorio e dalla voglia di impegnarsi per migliorarlo. Sarà la conclusione di un percorso corale e appassionante, durato oltre cinque mesi, ma che affonda le sue radici in una lunga esperienza amministrativa, che mi ha visto negli ultimi 15 anni in carica come Vice Sindaco“. esordisce la candidata a Sindaco Anna Petta.

In questi mesi, ho girato in lungo e in largo tutto il territorio, incontrando tantissime persone. Sin dal primo giorno, ho voluto impostare una campagna elettorale fondata sull’ascolto e sulla comprensione di quelli che sono i pensieri e le idee di ognuno. Credo che la concretezza debba essere un valore imprescindibile per un amministratore locale e, per questo, ho sempre preferito non fare dichiarazioni e promesse prima di aver verificato se fosse possibile mantenerle. Ho troppo rispetto per Baronissi, per la città e per chi vive in tutto il suo territorio”. Afferma Anna Petta, Candidata al Sindaco di Baronissi.

Ora mancano poche ore all’appuntamento elettorale e voglio chiudere questa campagna con un appello al voto. Il diritto a far sentire la nostra voce attraverso il voto è stata una conquista frutto di sacrifici e battaglie, non solo ideologiche. Invito tutti ad andare a votare per non rendere oggi vani quei sacrifici. Ad esprimere il proprio diritto al voto, di essere parte attiva del processo democrativo. Ogni singolo voto è fondamentale. L’amministrazione di una Città non permette improvvisazione: Baronissi merita rispetto e competenze per proseguire e migliorare le prospettive future, non personalismi. Io e la mia squadra siamo pronti ad accogliere la sfida del futuro. Per realizzare la Baronissi che sogniamo: inclusiva, accogliente, sostenibile e all’avanguardia. Prima di tutto, però, al centro i cittadini e il benessere di tutta la comunità e di tutte le fasce sociali: giovani, adulti, bambini, anziani, nessuno escluso. Per questo abbiamo bisogno di voi! Votiamo con la sola speranza nel cuore di costruire insieme un futuro luminoso. Grazie per il vostro sostegno e per il coraggio che ogni giorno siete riusciti a trasmetterci. Nessun odio, nessun rancore, niente urla, nessuna fake news: noi abbiamo scelto il rispetto, la lealtà, la democrazia a fondamento della nostra azione: lo dovevamo a voi cittadini. Baronissi merita amore, merita rispetto, merita trasparenza, merita sincerità, merita  serietà. Domani sera la nostra Piazza, per il Finale, brillerà solo dei vostri sorrisi e del vostro entusiasmo. grazie a tutti!”. A dirlo è la Candidata Sindaco al Comune di Baronissi Anna Petta.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Casapulla. Elezioni comunali, Marialaura Buro (Noi ci Siamo): ‘Realizzare una politica inclusiva e vicina alla gente’

Eletta in consiglio comunale in occasione delle ultime due elezioni amministrative a Casapulla, la psicoterapeuta Marialaura Buro (nella foto) scende nuovamente in campo nella lista ‘Noi ci Siamo’, capeggiata dal candidato sindaco Ferdinando Bosco.
«Ho deciso – afferma la Buro – di candidarmi con lo stesso entusiasmo della prima volta, con la consapevolezza, sia dell’esperienza maturata negli anni, che della competenza acquisita necessaria per fare ancora di più per i cittadini casapullesi. Durante le precedenti esperienze amministrative ho ricoperto anche il ruolo di assessore, lavorando sempre con spirito di servizio per il bene della collettività».
Nel 2020, in piena pandemia da Coronavirus, Marialaura Buro è stata in prima linea al fianco dei cittadini che hanno vissuto una tragedia epocale.
«Il Covid – continua – ha sconvolto la nostra esistenza per oltre due anni. Durante quelle terribili settimane siamo stati in prima fila per sostenere i cittadini, soprattutto quelli in maggiore difficoltà; non ci siamo fermati mai». In merito alla decisione di candidarsi nella lista capeggiato da Ferdinando Bosco, la Buro ha riferito: «Per il futuro di Casapulla sarà fondamentale adottare una politica inclusiva e vicina alla gente. Bisogna superare vecchie e inutili logiche di cortile che hanno solo bloccato tanti progetti, anche per far crescere una nuova classe dirigente. Sono sicura che, sotto la sapiente guida del dottore Bosco, riusciremo a raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati per Casapulla e per i suoi cittadini» conclude Marialaura Buro.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Travaglio impietoso: ‘Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere di gente infame’

EDITORIALE di Marco Travaglio, Direttore del
Fatto Quotidiano.

Fategli l’antidoping

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Sudan, due mesi di conflitto. A Khartoum i volontari distribuiscono aiuti, a El Geneina manca tutto e la gente muore

Sono già trascorsi due mesi da quando, il 15 aprile 2023, è iniziato a Khartoum, in Sudan, il conflitto tra l’esercito del generale Abdel Fattah Al-Burhan e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) fedeli al generale Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemeti. Sono state proclamate una decina di tregue mai rispettate. Evacuati gli occidentali, sono fuggiti dalle loro case circa 2,2 milioni di persone, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Di questi, circa 1,67 milioni sono sfollati interni, mentre altre 528.000 persone, tra rifugiati, richiedenti asilo e rimpatriati, hanno attraversato i Paesi vicini (dati Unhcr) come Ciad, Sud Sudan, Egitto, Etiopia. Ancora una volta a farne le spese sono i civili: secondo l’Oim i morti sono almeno 1.800. Il conflitto si è esteso ad altre città e regioni, tra cui il Darfur, e sta assumendo una dimensione etnica. Attacchi aerei sono anche a El-Obeid, nel Nord Kordofan, una città a 350 chilometri a sud da Khartoum. Il vescovo di El Obeid, mons. Yunan Tombe Trille Kuku Andali ha deciso di restare accanto alla popolazione ma alla stampa locale descrive una situazione drammatica. Si muore sotto il fuoco incrociato dei contendenti e gli aiuti umanitari hanno difficoltà ad arrivare: mancano cibo, acqua potabile, farmaci, elettricità, le comunicazioni non funzionano. Se ne è parlato il 14 aprile a Roma durante l’incontro “Emergenza Sudan: al fianco delle vittime del conflitto da Khartoum al Darfur”, moderato dal giornalista Vincenzo Giardina e organizzato dall’agenzia Dire insieme al portale di informazione Report Difesa.

foto: SIR

Duaa Tariq – foto: SIR

Da Khartoum si è collegata in video l’attivista Duaa Tariq, raccontando le sue giornate con costante sottofondo del rumore dell’artiglieria e delle contraeree. Duaa vive nel quartiere di Jeraif, lungo la sponda del Nilo azzurro, sotto il controllo delle Forze di supporto rapido (Rsf) ma vicino ad una base dell’esercito. Lei è impegnata in prima line con altri volontari a distribuire generi alimentari, farmaci e aiuti alle famiglie rimaste nel quartiere. Hanno creato dei

comitati di emergenza chiamati “Emergency response rooms” che aiutano le persone

e di fatto stanno assumendo responsabilità di governo, con un coordinamento centrale che copre tutta la grande capitale del Sudan, composta da tre città. Molti provengono dai “comitati di resistenza” che avevano organizzato le proteste popolari del 2019 che avevano portato alla caduta dell’ex presidente Omar Al-Bashir, condannato dal Tribunale penale internazionale per i crimini in Darfur.  “Questo conflitto – ricorda Duaa Tariq – arriva dopo quattro anni di rivoluzione continua contro il regime militare e in favore della democrazia”.  “Stiamo ancora aspettando che arrivino aiuti umanitari – dice -, finora ne abbiamo ricevuti pochi. Per cui stiamo cercando di organizzare un crowdfunding. In questo momento abbiamo bisogno di tutta la solidarietà possibile ma vogliamo che gli aiuti della comunità internazionale siano decolonizzati. Ci aspettiamo di essere trattati da pari, non da vittime”.

Adam Nor – foto: SIR

Disastrosa è anche la situazione nella città di El Geneina, nel Darfur occidentale, a 1400 km ad ovest di Khartoum. Ora è sotto il controllo dell’esercito e i combattimenti sono stati molto duri. Il conflitto tra le due formazioni militari ha assunto qui una dimensione etnica, con scontri tra Masalit e tribù arabe. Secondo alcune testimonianze i miliziani delle Rsf starebbero compiendo un’operazione di pulizia etnica, prendendo di mira le popolazioni non arabe. Adam Nor, portavoce della comunità sudanese in Italia, è arrivato in Italia via mare dalla Libia, è un ex bambino soldato obbligato a combattere all’inizio degli anni 2000 durante il conflitto in Darfur. Oggi ha 33 anni e studia all’università. In Sudan ha la madre e il fratello ed è preoccupatissimo.  All’epoca imperversavano i “janjaweed”, i cosiddetti “diavoli a cavallo”, appartenenti a milizie di matrice araba. Bruciavano i villaggi, violentavano le donne e uccidevano con estrema brutalità. In seguito sono confluiti nelle Forze di supporto rapido. “Migliaia di civili stanno morendo a El Geneina – racconta Adam Nor -. Scusate l’emozione ma ho saputo da poco che è stata sterminata tutta la famiglia di mio zio.

La gente muore in casa e non si riesce a seppellirli. Non c’è cibo, non ci sono medicine, elettricità, acqua potabile, comunicazioni.

Nessun militare vuole difendere i civili, devono difendersi da soli. Per darci notizie devono andare in Ciad”. Della stessa comunità sudanese è Ibrahim Tigany. Anche lui è arrivato in Italia da minorenne, anche lui ha vissuto una guerra, quella tra Nord e Sud, che causò almeno 2 milioni di morte e ha portato alla divisione tra Sudan e Sud Sudan. “La gente sta soffrendo veramente – dice -. Da quando siamo diventati indipendenti, nel 1956, non abbiamo mai visto la libertà. Abbiamo avuto solo dittatori, cambiano solo i volti”.

Khalid Albaih – foto: SIR

E’ considerato una delle personalità più influenti d’Africa ed è noto per le sue caricature della “primavera araba”. Rifugiato sudanese è anche il cartoonist Khalid Albaih, 42 anni, in video collegamento dalla Norvegia. Ha creato la serie e l’hashtag #Khartoon per sensibilizzare su quanto sta accadendo nel suo Paese. Il padre era un diplomatico finito nel mirino del generale Al-Bashir.  “Gli europei hanno cercato di sostenere i civili sul piano politico ma purtroppo hanno anche legittimato i militari e i paramilitari delle Forze di supporto rapido”, sottolinea il cartoonist. “Hemeti ha ricevuto fondi dall’Unione europea per controllare i flussi migratori: ora i cittadini dell’Ue devono sapere che il numero dei rifugiati sta aumentando e che la crisi investirà i loro Paesi”.

foto: SIR

Su 55 milioni di abitanti sono oggi 19 milioni le persone in insicurezza alimentare, una cifra record per il Sudan. Lo riferisce Emanuela Cutelli, del World food programme. “Già prima del conflitto un terzo del Paese era in situazione di insicurezza alimentare; ora si sono aggiunte altre 2 milioni e mezzo di persone. La situazione è disastrosa”. L’agenzia Onu ha raggiunto finora con aiuti alimentari 830.000 persone ma spera “entro pochi giorni di arrivare ad 1 milione”. Lo scrittore e filosofo Filomeno Lopes esorta invece gli africani a “smettere di commiserarci e martellare di più le nostre istituzioni, in primis l’Unione africana. Continuare a chiedere aiuti che non arrivano vuol dire continuare a farsi del male”. Secondo il giornalista Luca Tatarelli, di Report Difesa, esperto in questioni geopolitiche e militari, “in Sudan si sta facendo un’altra guerra per procura. Russia e Cina stanno aprendo il fronte africano perché la Nato distolga lo sguardo dall’Ucraina. L’Africa è strategica per il controllo delle risorse necessarie alle tecnologie del futuro”.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Ucraina. Don Ladnyuk (Dnipro): “Non stancatevi di questa guerra, ci siamo noi sul fronte a vedere come muore la gente”

don Oleh Ladnyuk, salesiano di Dnipro (foto di O. Ladnyuk)

“Un missile è caduto su due edifici di due piani abitato da famiglie. Si trova in un paesino alla periferia ad est della città di Dnipro. Passavo di lì proprio in quel momento quando il missile si è schiantato sulle case. È morta una bambina e la sua mamma è in condizioni critiche. Non si sa nemmeno se riescono a salvarle la vita. Solo quando è caduto il missile è suonato l’allarme, ma a quel punto era troppo tardi”. È il drammatico racconto da Dnipro di don Oleh Ladnyuk, sacerdote greco-cattolico salesiano. Le agenzie di stampa battono immediatamente la notizia. Il corpo di una bambina di due anni è stato estratto dalle macerie. Nell’attacco ventidue persone sono rimaste ferite, tra cui cinque bambini. Tre di loro sono in condizioni critiche. La guerra non guarda all’età delle sue vittime.

Sono 485 i bambini morti dall’inizio della guerra su vasta scala. A rendere nota la cifra è il presidente ucraino Zelensky nel suo messaggio quotidiano diffuso proprio nel giorno in cui il mondo celebrava la Giornata mondiale in difesa dei bambini innocenti vittime di aggressioni. “Questo è un numero che possiamo confermare ufficialmente, conoscendo i dati di ogni bambino”, ha detto il presidente. “Sfortunatamente, il loro numero reale è più alto. Ogni volta che liberiamo la nostra terra dagli occupanti russi, apprendiamo la terribile verità sull’occupazione”. Oltre alle vittime, c’è anche forte preoccupazione per la totale mancanza di informazioni complete sulle centinaia di migliaia di bambini deportati in Russia. “Ad oggi, grazie a vari sforzi, – ha detto Zelensky – è stato possibile riportare 371 bambini dalla deportazione in Ucraina. Nonostante sappiamo con certezza almeno 19.505 bambini ucraini deportati, e questa è solo una parte di tutti i nostri piccoli uomini e donne ucraini che sono ancora con il nemico”.

“La situazione è molto grave”, racconta il salesiano. “Nelle ultime due settimane non c’è stato giorno in cui non sono suonati allarmi. Abbiamo sentito gli spari. Abbiamo passato notti in cui nessuno è riuscito a dormire. Si sentivano rumori forti e il cielo sopra di noi era praticamente illuminato dagli spari contro missili e droni”. La missione della Chiesa e in questo caso dei salesiani, continua nonostante le difficoltà. “Lavoriamo su tre fronti”, spiega don Oleh. “Aiutiamo la gente civile con distribuzioni di viveri, medicinali e beni di prima necessità. L’altro fronte sono le evacuazioni. Alcuni giorni fa, su segnalazione dei militari, abbiamo aiutato un anziano in difficoltà ad uscire dalla città di Bakhmut. Infine abbiamo avviato sul campo un progetto del Vis”, il Volontariato Internazionale per lo Sviluppo che è un’organizzazione non governativa dei salesiani. Il progetto ha una duplice finalità, in quanto si preoccupa sia del benessere fisico che di quello psicologico della popolazione locale. In pratica, con team mobile di psicologi e assistenti si raggiungono i villaggi nel Donbass, dove si lavora su un doppio binario: il gioco e il training psicologico per migliorare il benessere mentale e i meccanismi di resilienza ai traumi della guerra. “Dopo più di un anno di attacchi, siamo stanchi”, spiega il sacerdote. “La gente non dorme e quando non dormi è tutto più difficile”.

(Foto d. Oleh Ladnyuk)

“Ma quello che ci fa più male – aggiunge don Oleh – è sentire in Europa che la gente è stanca di questa guerra. Questo ci distrugge. Perché ci siamo noi sul fronte a vedere come muore la gente”.“Quello che vorrei chiedere all’Italia e all’Europa è: non stancatevi di questa guerra. La gente si abitua e il livello di sostegno diminuisce. Ma qui i russi stanno compiendo un vero genocidio: hanno rubato i nostri bambini, hanno distrutto intere città, hanno messo in prigione due nostri preti che attualmente si trovano da 6 mesi in qualche carcere, hanno distrutto le nostre chiese, hanno cercato e perseguitato anche chi frequentava la nostra chiesa. Non ci si può stancare di questa tragedia”.

La morte dei bambini. “Come salesiano, conosco tantissimi bambini e grazie a Dio sono riuscito a salvarne molti evacuandoli dai territori del fronte”, prosegue il sacerdote. “La morte di un bambino è un grande dolore però non c’è solo la morte fisica. C’è anche la morte psicologica ed è terribile”. “La mente e il carattere di un uomo si costruiscono nell’età infantile. Noi qui ora ci troviamo con tutti bambini che hanno subito ferite, vissuto traumi e non solo sulla zona del fronte ma in tutto il Paese. Ci sono bambini che sono stati costretti a lasciare la loro casa e le loro città. Ci sono bambini che continuano a vivere nei sotterranei. Bambini che non vanno a scuola e faticano a dormire la notte. Abbiamo problemi che non finiranno con la guerra ma continueranno purtroppo ancora per molti anni. E di tutto questo, un giorno, i responsabili dovranno rendere conto”.

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Denaro sempre più caro e gente sempre più indebitata: interviene l’associazione ‘Codici’

Nuovo, propizio intervento dell’associazione Codici in merito al pericolo sovraindebitamento che minaccia sempre più i  consumatori.

Tra le cause c’è anche l’aumento delle rate del mutuo a tasso variabile.

Codici: con l’aumento dei mutui crescono anche le richieste di aiuto per sovraindebitamento.

La pandemia, il caro energia, la Bce. Per le famiglie italiane sembra non avere fine il momento estremamente difficile sul piano economico. L’aumento dei tassi di interesse voluto dalla Banca Centrale Europea per contrastare l’inflazione ha provocato un aumento considerevole delle rate del mutuo a tasso variabile.

È una questione di primaria importanza – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, perché molte famiglie hanno un mutuo a tasso variabile ed ora devono fare i conti con aumenti importanti e pesanti delle rate.

Si spiega anche così un altro aumento, ancora più preoccupante, quello delle richieste di aiuto. I rincari di questo periodo non hanno risparmiato il carrello della spesa, tant’è che studi recenti evidenziano un aumento degli acquisti presso i discount alimentari. Si cerca di risparmiare dove è possibile, ma non sempre questo è sufficiente ed è così che, ricollegandosi al discorso precedente, l’aumento delle rate del mutuo diventa la classica goccia che fa traboccare il vaso. La situazione è allarmante. Il sovraindebitamento è un pericolo concreto.

E poi non bisogna sottovalutare un altro aspetto, ovvero che quando il peso dei debiti diventa soffocante, la disperazione può portare a compiere scelte sbagliate, come quella di chiedere aiuto a persone che si presentano come amici, si dicono disposte a prestare soldi come un favore da nulla, ma poi rivelano la loro vera natura, quella di usurai che ricorrono alle minacce, non solo verbali, per riavere i soldi con tassi di interesse altissimi.

Una minaccia reale, a cui bisogna fare attenzione. Gli strumenti di aiuto sono altri, come la Legge 3/2012. È fondamentale restare nella legalità ed è quello che ripetiamo con i nostri esperti, a disposizione presso gli Sportelli dell’associazione per fornire tutta l’assistenza necessaria per trovare una soluzione a casi difficili, causati, come detto, anche dall’aumento delle rate del mutuo”.

Gli Sportelli dell’associazione Codici sono a disposizione di chi si trova in una situazione di sovra-indebitamento oppure è vittima di usura. In questi casi è possibile richiedere assistenza telefonando al numero 065571996 oppure inviando un’e-mail all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

 

GIORNATA INTERNAZIONALE DEI BAMBINI SCOMPARSI. CAMPAGNA DI INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA POLIZIA DI STATO RIVOLTA AI BAMBINI E AGLI ADOLESCENTI. LA QUESTURA DI MESSINA, IN PIAZZA E A SCUOLA, VICINI ALLA GENTE. – Questura di Messina

GIORNATA INTERNAZIONALE DEI BAMBINI SCOMPARSI. CAMPAGNA DI INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DELLA POLIZIA DI STATO RIVOLTA AI BAMBINI E AGLI ADOLESCENTI.

In occasione della Giornata Internazionale dei Bambini Scomparsi, la Polizia di Stato sarà impegnata nella campagna nazionale di sensibilizzazione e di informazione ideata e coordinata dalla Direzione Centrale Anticrimine.

Personale specializzato della Questura di Messina sarà presente domani mattina a Piazza Cairoli con un punto informativo per quanti desiderano risposte e informazioni su rischi e prevenzione relativi alla scomparsa dei bambini in età scolare.

Altri poliziotti raggiungeranno gli studenti di alcune scuole cittadine in momenti diversi della mattinata, durante gli orari d’intervallo, d’ingresso e d’uscita degli istituti scolastici. A tutti sarà distribuito il materiale informativo realizzato dalla Direzione Centrale Anticrimine con i numeri da chiamare e ulteriori informazioni da scaricare.

(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

VANNO ALLA CAMERA E AL SENATO SOLO PER FARE I MARIUOLI AI DANNI DELLA POVERA GENTE CHE SUBISCE E NON SI RIBELLA





Nomine, Lega contro Mantovano. I timori per i tempi lunghi alla Rai

IL DECRETO “POLTRONE” – Il Carroccio accusa il braccio destro di Meloni: “Vuole tutti gli apparati” Fuortes in Cda non fiata, ma è già valzer di incarichi

DI GIANLUCA ROSELLI E GIACOMO SALVINI

6 MAGGIO 2023

Nel day after delle mancate nomine sul comandante generale della Guardia di Finanza e sul capo della Polizia, il governo è in panne. Entro il 9 maggio dovrebbe essere nominato il comandante delle Fiamme Gialle che prenderà il posto di Giuseppe Zafarana, ma non è escluso che il governo possa prendere tempo. Un Consiglio dei ministri è previsto per giovedì, ma l’accordo politico non c’è. Lo scontro è tra la Lega e Fratelli d’Italia, nello specifico tra la coppia Matteo Salvini-Giancarlo Giorgetti e Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, diretta emanazione della premier Giorgia Meloni. Giorgetti spinge per la nomina di Umberto Sirico, Mantovano per quella di Andrea De Gennaro.

Ma lo scontro non è tanto sui nomi, quanto sul metodo. Il ministro dell’Economia non accetta il fatto che la nomina del comandante della Guardia di Finanza sia appannaggio di Palazzo Chigi: “Sarebbe la prima volta nella storia che non viene scelto dal Tesoro”, dice un esponente di governo leghista. Ed è proprio questo su cui si è impuntato Giorgetti, che giovedì mattina, prima del Consiglio dei ministri, era salito al Colle per chiedere a Mattarella un parere sulla nomina. Ma il presidente ha preferito non prendere posizione: dovete vedervela voi. I sospetti leghisti comunque si concentrano su Mantovano. “Dopo l’intelligence, con la Finanza vuole il controllo di tutti gli apparati: non possiamo permetterglielo”, aggiunge la fonte leghista. In gioco c’è l’autonomia del ministro dell’Economia, ragionano in via Bellerio. E se alla fine dovesse scegliere Mantovano, teoricamente Giorgetti dovrebbe dimettersi: così non sarà, ma nella Lega si ricorda il precedente del governo Prodi quando il viceministro Vincenzo Visco decise di rimettere la delega alla Guardia di Finanza dopo la rimozione del generale Roberto Speciale, sostituito da Cosimo D’Arrigo. A questo scontro si aggiunge quello che arriverà sui nuovi vertici di Inps e Inail: Salvini non vuole lasciare a Meloni la presidenza dell’istituto di Previdenza.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

• Nella notte, a Napoli, spari tra la gente: un morto e diversi feriti. In totale sono state soccorse, tra malori e feriti, 86 persone, di queste 45 sono state portate in ospedale





VENERDì 5 MAGGIO 2023
Clamoroso
Nella Bibbia Dio dice agli uomini «Non temere, non ti abbandonerò» 365 volte [Ravasi, Domenicale].In prima pagina

• Nella notte, a Napoli, spari tra la gente: un morto e diversi feriti. In totale sono state soccorse, tra malori e feriti, 86 persone, di queste 45 sono state portate in ospedale

• È di nuovo gelo tra Italia e Francia. Il ministro dell’Interno francese ha detto che Giorgia Meloni è «una incapace» e che il governo italiano «è di estrema destra». Per protesta il ministro Tajani non si è presentato a Parigi per il bilaterale con l’omologa Catherine Colonna
• Nomine, il Consiglio dei ministri doveva decidere i nuovi vertici di Gdf, polizia e Rai, ma il governo non ha trovato l’accordo. Unica decisione presa: Nicola Dell’Acqua commissario per la siccità
• Giorgia Meloni e Matteo Salvini continuano a litigare per le nomine di Rfi e Trenitalia
• Fuffano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Como, è indagato per aver aggredito un uomo in discoteca (gli ha strappato a morsi parte dell’orecchio)
• Kosta Kecmanovic, il ragazzino serbo di 13 anni che ha fatto una strage nella sua scuola, ha detto ai dottori: «Sono uno psicopatico che ha bisogno di cure»
• Una pioggia di droni russi s’è abbattuta su diverse città ucraine. Bombardate anche Kiev e Odessa. Nessuna vittima. Mosca accusa gli Usa di aver guidato l’attacco contro il Cremlino, Medvedev rincara la dose aggiungendo che è stato approvato anche dalla Ue. Replica di Washington: «Bugie»
• Gli Stati Uniti stanno pensando di lavorare insieme a Pechino per mediare tra Kiev e Mosca. Lo ha detto Blinken al Washington Post. A Mosca continuano a dire di non sapere nulla del piano di pace del Vaticano
• Ad Ankara, in Turchia, durante un vertice delle Nazioni Unite, rappresentante russo e rappresentante ucraino sono venuti alle mani
• La Bce ha alzato i tassi d’interesse dello 0.25%, e annuncia che potrebbero servire ulteriori srette. Le banche regionali americane continuano a perdere
• Alluvione in Emilia, il governo ha stanziato 10 milioni per le spese più urgenti
• In Calabria, a causa delle forti piogge, è crollato un ponte. La procura apre un fascicolo.
• Elona Kalesha, albanese, 39 anni, è stata condannata a 30 anni di galera per aver ucciso e fatto a pezzi i genitori dell’ex fidanzato
• Quattro membri dei Proud Boys, gruppo americano di estrema destra, sono stati ritenuti colpevoli di cospirazione sediziosa per il loro ruolo nell’assalto al Campidoglio nel gennaio 2021
• Il governo irlandese ha selezionato circa 2 mila artisti. Darà loro 325 euro a settimana, per far sì che non siano costretti a rinunciare al loro estro per lavorare
• Gli attivisti di Ultima generazione hanno tentato di nuovo bloccare le strade di Roma. Stavolta, a petto nudo
• Ed Sheeran è stato assolto dalle accuse di aver rubato componenti chiave del classico brano degli anni ‘70 di Marvin Gaye Let’s Get It On per la sua Thinking Out Loud
• Come ogni anno i tifosi granata hanno reso omaggio al Grande Torino

Titoli
Corriere della Sera: Migranti, scontro Italia – Francia
la Repubblica: Napoli campione, festa grande in città
La Stampa: Migranti, attacco francese / Meloni: «Voglio le scuse»
Il Sole 24 Ore: La Bce rallenta ma non ferma la stretta / Usa, nuovo tonfo delle banche regionali
Avvenire: Gran gelata sulle Alpi
Il Messaggero: Migranti, scontro Francia-Italia
Il Giornale: Picchiano i migranti e ci fanno la morale
Leggo: Gioia Napoli / Lo scudetto dopo Maradona
Il Fatto: «Dell’Utri sei volte vicino ai Graviano»
Libero: Pensioni commissariate
La Verità: Parigi insulta ancora sui migranti
il Quotidiano del Sud: I maestrini della Francia peggiore
il manifesto: Cugini coltelli
Domani: «Meloni è incapace sui migranti» / Scontro totale tra Italia e Francia

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)