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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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Politica, economia, giustizia

Notizie e curiosità prodotte, elaborate, ricevute o comunque relative al comparto politico, finanziario e giudiziario italiano, ovvero inerenti piccoli centri o regioni diverse dalla Campania…

San Giovanni e Paolo, frazione dimenticata da Dio e dagli uomini: ‘tabula rasa’ da Peppone e Don Camillo

Recale si mobilita per i ‘referendum’ di giugno, nasce il comitato per ‘I 5 Si’: domenica prima ‘uscita’

I referendum dell’8 e 9 giugno prossimi danno una scrollata al sonnolento panorama politico recalese: si è infatti costituito negli scorsi giorni il Comitato “Recale 5 Sì”, frutto della volontà di un gruppo di cittadini di impegnarsi nella campagna referendaria.

Il primo appuntamento è programmato già per la mattina di domenica 11 maggio, con un volantinaggio per le strade della città, mentre nelle settimane successive sono previsti punti informativi e momenti di confronto pubblici per raggiungere quanti più elettori possibile.

Il voto ai referendum – commenta Giovanni Perreca, tra i giovani impegnati nell’iniziativa – è diverso e forse più significativo rispetto al voto politico: con il referendum i cittadini hanno direttamente la possibilità di abrogare norme che ritengono ingiuste, penalizzanti o semplicemente sbagliate. Ed è gravissimo che di fronte a questo grande potere affidato agli elettori si alzi il muro della disinformazione, del silenzio, dell’invito a restare a casa. Per questo vogliamo parlare con tutti, specialmente con i giovani, perché non vogliamo farci togliere di mano l’arma del voto”.

Il Comitato – aggiunge Michele Lasco – nasce per sostenere e per diffondere tra i nostri concittadini le ragioni dei quesiti referendari, che se approvati produrranno effetti concreti e immediati nella vita di milioni di italiani: non si può liquidare con un’alzata di spalle la necessità di più sicurezza sul lavoro, di tutele contro il precariato, di giustizia di fronte ai licenziamenti facili, di un accesso più equo alla cittadinanza per chi vive da anni in Italia. Contro l’informazione negata e il tentativo di farci dimenticare la scadenza elettorale, noi vogliamo discutere, informare con chiarezza, convincere. Il Comitato è aperto a tutti i cittadini e le cittadine che vogliono affrontare questa sfida, e che possono contattarci o tenersi informati anche attraverso la pagina Facebook “Recale 5 Sì” che raccoglierà tutti i nostri interventi”.

(Il Comitato “Recale 5 Sì” – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Capodrise. Il gruppo ‘Insieme’ denuncia: ‘Città ostaggio delle poltrone, rimettiamoci a lavorare’

Il vicesindaco di Capodrise Tommaso Fattopace, gli assessori Marcela Gigliano, Pasquale De Filippo e Vincenzo Rossetti, il presidente del Consiglio comunale Vincenzo Perri e le consigliere comunali Vincenza Abussi, Michelangela Topa e Federica Montebuglio del gruppo consiliare “Capodrise insieme”, in perfetta sintonia con le forze politiche che rappresentano, dichiarano: La crisi che sta paralizzando il Comune di Capodrise – affermano – non è imputabile alle forze politiche del gruppo consiliare “Capodrise insieme” (Partito democratico, Alleanza per Capodrise, Capodrise futura).

Ma è imputabile ad un atteggiamento incomprensibile assunto negli ultimi mesi da Siamo Capodrise, gruppo di riferimento del sindaco Nicola Cecere (nella  foto), e da ‘Per Capodrise sempre’.

Sono loro ad essersi staccati dal gruppo consiliare ‘Capodrise insieme’, sono loro ad aver messo in discussione l’accordo politico siglato il 19 marzo 2024, sono loro ad aver indotto Cecere alle dimissioni per ottenere un assessorato in più a discapito delle forze alleate.

Il Partito democratico, Alleanza per Capodrise, Capodrise futura – aggiungono – in tutte le riunioni avute con il sindaco e con le forze politiche hanno sempre ribadito la fiducia in Nicola Cecere e lo hanno sempre esortato a governare.

Pur di far rientrare la crisi e stemperare qualche fisiologica incomprensione personale, ci siamo dichiarati persino disponibili a ragionare sui nomi degli assessori e a valutare qualche cambio, nel rispetto del patto che abbiamo siglato e sul quale abbiamo avuto la fiducia dei cittadini e fermo restando i rapporti di forza tra le varie componenti della maggioranza.

Le critiche che, in tempi non sospetti, abbiamo mosso al sindaco sono sempre state critiche di merito e di metodo: assenza di confronto, scarsa collegialità nelle decisioni, mancata attuazione del programma di governo, troppa ingerenza di funzionari e dipendenti nelle scelte politiche.

Per tutta risposta, Cecere si è dimesso, ha messo in discussione lo stesso accordo nel quale è sancita la sua candidatura, ha assecondato la sete di poltrone del suo gruppo, ha esortato i consiglieri di maggioranza a liberarsi dalle forze politiche che li hanno candidati e sostenuti. E cosa ancora più grave: sta dialogando con l’opposizione per sovvertire, con una manovra di palazzo, la volontà popolare. Basterebbe molto meno per giustificare una mozione di sfiducia!

Eppure – concludono –, “Capodrise insieme” ribadisce, ancora una volta, la propria disponibilità al dialogo, purché Siamo Capodrise e Per Capodrise sempre facciano un bagno di umiltà e il sindaco svesta i panni della vittima e si metta finalmente a lavorare. Per agevolare una riflessione collettiva e risolutiva, fino al 15 maggio, gli assessori del Pd, di Alleanza per Capodrise e Capodrise futura si asterranno dal partecipare ai lavori della giunta”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Campania. De Luca nostalgico dei tempi della pandemia, Piccerillo (Lega) interroga il Governatore

La Regione fermi subito le ingiunzioni per le multe Covid, sono illegittime e vessatorie”.

Nonostante con il Decreto “milleproroghe” approvato lo scorso febbraio il Governo abbia annullato le sanzioni legate all’obbligo vaccinale anti-Covid, la Regione Campania continua a inviare ingiunzioni di pagamento per violazioni risalenti a cinque anni fa, quando si era nel pieno della Pandemia da Coronavirus. A denunciarlo è la Consigliera regionale della Lega, Antonella Piccerillo, che ha presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta, Vincenzo De Luca.

«In un momento in cui il Governo italiano ha scelto, con grande buon senso, di chiudere una delle pagine più controverse dell’emergenza pandemica, la Regione Campania continua inspiegabilmente a perseguitare i propri cittadini con richieste di pagamento che arrivano fino a 600 euro. Si tratta di multe già dichiarate illegittime da numerosi giudici in tutta Italia. Dopo che in Campania, più che altrove, abbiamo vissuto mesi di restrizioni arbitrarie, spesso comunicate con toni grotteschi e ordinanze improvvisate e ai limiti della schizofrenia, ora si pretende che i Campani paghino per aver preso una boccata d’aria senza un cane al guinzaglio o aver fatto la spesa nel comune vicino» – afferma il Consigliere regionale di centrodestra Piccerillo.

La Giunta De Luca si sta comportando in totale difformità rispetto alla volontà del Governo e prova a fare cassa con i proventi di multe risalenti a 5 anni fa e ai limiti della caduta in prescrizione. In tal modo costringe i cittadini a sostenere spese legali per ricorsi che sicuramente vinceranno.

«È una forma di accanimento amministrativo che non ha alcuna giustificazione. Il Presidente De Luca mostra nostalgia del potere assoluto esercitato durante la pandemia. Ma i Campani non vogliono più essere i suoi sudditi e lo dimostreranno con il loro voto alle prossime elezioni regionali. E non si può continuare a vessarli con provvedimenti ai limiti della prescrizione. È ora di chiudere una volta per tutte questa stagione buia della democrazia italiana durante la quale le privazioni delle libertà individuali non avevano, spesso, alcun fondamento scientifico e venivano applicate sull’onda della paura; non esattamente il modello di governo che applicheremo noi del centrodestra».

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Salerno. Fonderie ‘Pisano’: Italia condannata dalla Suprema Corte di Strasburgo

Con una storica sentenza emessa il 6 Maggio, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato lo Stato italiano per non aver tutelato i cittadini esposti per anni all’inquinamento prodotto dalle fonderie Pisano.

I ricorrenti sono circa 150 cittadini, con il sostegno dell’associazione “Salute e Vita”, assistiti dallo Studio Legale Saccucci, nelle persone degli Avvocati Andrea Saccucci e Roberta Greco.

La Corte ha riconosciuto una violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, rilevando che lo Stato italiano non ha adottato misure efficaci per proteggere i residenti dagli effetti nocivi derivanti dalle emissioni dell’impianto industriale.

Questa sentenza finalmente ristabilisce la verità storica e la cristallizza con una ricostruzione puntuale della vicenda Pisano così come abbiamo testimoniato in tutti questi anni.

Per anni l’impianto ha operato in condizioni che hanno comportato emissioni oltre i limiti di legge, carenze nei sistemi di monitoraggio e smaltimento rifiuti.

Nonostante lo studio SPES abbia evidenziato nei residenti livelli elevati di metalli pesanti e una maggiore incidenza di malattie respiratorie, cardiovascolari e neurologiche tra i residenti in prossimità dell’impianto, le autorità non hanno considerato adeguatamente l’esposizione prolungata della popolazione agli inquinanti.

La Corte ha poi finalmente escluso ogni responsabilità dei ricorrenti per aver scelto di vivere in quella zona: le abitazioni erano pienamente conformi alle norme urbanistiche, e lo stesso Comune di Salerno, già nel 2006, aveva dichiarato l’incompatibilità dell’impianto con l’area urbana, prevedendone il trasferimento mai realizzato.

Nonostante l’associazione “Salute e Vita” abbia intrapreso numerose azioni legali, secondo la Corte, il sistema giuridico nazionale non ha fornito una protezione adeguata, anche a causa di pene troppo lievi per i reati ambientali e tempi di prescrizione brevi.

La Corte ha disposto pertanto il rimborso delle spese legali, il riconoscimento della violazione dei diritti umani, ritenuto in sé una forma di riparazione morale e l’obbligo per lo Stato italiano, sotto la supervisione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, di porre fine alla violazione, tramite interventi ambientali efficaci o il trasferimento dell’impianto, come già previsto dal piano urbanistico del 2006.

Questa sentenza rappresenta una vittoria importante per i diritti dei cittadini e per l’ambiente e per questo ringraziamo sentitamente i legali dello Studio Saccucci, ma la nostra battaglia non si ferma qui. Chiediamo che lo Stato italiano attui subito le misure necessarie per garantire un futuro sano e vivibile a tutta la comunità.

Anche in questa nuova fase della lotta saremo assistiti dagli Avvocati Saccucci e Greco, che tra qualche settimana saranno a Salerno non solo per un per relazionare pubblicamente sulla sentenza, ma anche per cominciare a lavorare alle prossime azioni da mettere in campo.

Sulla sentenza si sono espressi gli storici portavoce dell’Associazione, come Massimo Calce: “La notizia della pubblicazione della sentenza è stata del tutto inaspettata, ma visti i tempi celeri della corte europea mi rendo conto che per chi vede anche giuridicamente dall’esterno la situazione è del tutto chiara. Ma io e la mia famiglia ci siamo chiesti che peccato abbiamo fatto in questa vita per sopportare le pene di questo girone infernale che è stato vivere accanto alla fonderia.

Dobbiamo ringraziare soltanto il sostegno della fede e di pochi amici che fino alla fine insieme a noi ci hanno creduto. Forse hanno creduto che non ce l’avremmo fatta o che forse non ce la facciamo più. Ma credetemi fin quando avremo fiato lotteremo per il rispetto della sacralità della vita, per la giustizia e per la verità”. La Signora Anna Risi ha dichiarato di essersi commossa leggendo la sentenza. Nonostante il dolore straziante per la perdita della figlia all’età di 19 anni e del marito, pochi anni dopo, la signora Anna non ha smesso di lottare per far emergere la verità e dare giustizia a chi non c’è più.

Il presidente dell’Associazione, Lorenzo Forte sottolinea che “la sentenza non fa che confermare quello che da sempre abbiamo sostenuto e cioè che le Fonderie hanno reso la valle dell’Irno un inferno con la complicità di tante istituzioni come la Regione Campania, il Comune di Salerno, l’ASL, l’ARPAC, il TAR. In queste ore abbiamo ricevuto tante manifestazioni di solidarietà, ma anche l’ennesima dimostrazione di disinteresse e disprezzo da parte del sindaco di Salerno che non si vergogna di dichiarare di non aver ancora avuto modo di procurarsi la sentenza. Ebbene sarà nostra cura inviargliela! Non meno penosa è la reazione del presidente della Regione Campania, fautore del PUC del 2006 da sindaco di Salerno, campione di ambiguità nel 2020 quando alternava dichiarazioni allarmanti sulla fonderia con il rinnovo dell’AIA per altri 12 anni, che oggi in piena dissociazione di personalità plaude alla sentenza. Ci aspettiamo da Napoli e De Luca un provvedimento di chiusura immediata, così come chiederemo nelle prossime azioni legali con il supporto dello studio legale Saccucci insieme agli avvocati Torluccio e Lanocita, che da sempre ci sostengono”.

La sentenza ha confermato le verità che noi da sempre affermiamo”, conclude Lanocita,”ha svelato un dato, ovvero l’insalubrità di questo opificio ed il dato è che è intollerabile che questi rimanga lì a funzionare.

Ricordiamo il tavolo tecnico ideato dal Comune di Salerno, la cui forte perplessità nasceva innanzitutto dal fatto che un indagato – qual’era appunto il sindaco Vincenzo Napoli – presidiasse un tavolo che avrebbe portato a conclusioni utili a giustificare l’operato dello stesso primo cittadino sul quale indagava la Procura, ma che nulla aveva di tecnico ed era prettamente politico ed in mala fede, laddove c’era già certezza dello Studio SPES e degli studi epidemiologici.

Chiedemmo pertanto alle opposizioni di boicottarlo, cosa che non avvenne; è stato dato pertanto valore a quel tavolo, ma siamo contenti che oggi abbiamo voltato pagina e che l’opposizione sia qui con noi. Oggi contestiamo più che mai qualsiasi tavolo.

Oggi c’è un’unica soluzione: si continua a parlare di delocalizzazione, ma la delocalizzazione non è un elicottero che arriva, prende la fabbrica e la sposta. Delocalizzare significa che quella fabbrica non è adeguata in quel territorio, sia come fabbrica sia come conformazione territoriale, quindi quando si parla di delocalizzazione si dice che, prima di tutto, deve cessare immediatamente la funzione: non vi è quindi alcuna differenza tra delocalizzazione e chiusura.

La sentenza della Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha bacchettato un poco tutti. Sembrerebbe che l’unica Istituzione che si salvi sia l’ARPAC, ma non è così, perché poi alla fine la sentenza stabilisce una verità che noi abbiamo gridato in Consiglio di Stato: quando l’ARPAC fa i suoi report dicendo che l’attività dell’industria sta nei limiti stabiliti dalla legge, innanzitutto sono controlli effettuati quando lo stabilimento ha l’attività produttiva al minimo, ma poi si tratta di parametri applicati negli stabilimenti delle aree industriali e non quelli, i cui limiti imposti sono molto più bassi, delle aree residenziali, agricole e commerciali, che caratterizzano appunto la zona di Fratte.

L’inquinamento consentito, in area industriale, è più alto rispetto ad un’area urbanizzata, ma in base al Piano Urbanistico Comunale di Salerno, approvato nel 2006, l’area in cui ricadono le Fonderie Pisano non è più industriale ma residenziale. Tuttavia, nei controlli, sono stati applicati i parametri che sono propri dell’area industriale: questo stabilimento si ritrova pertanto a superare la soglia dell’inquinamento consentito ed a svolgere comunque la sua attività.

Così come il Consiglio di Stato, ha errato nelle sentenze anche il Tribunale Amministrativo Regionale di Salerno, che però ha il merito di aver sbloccato dai cassetti lo Studio SPES. Per lungo tempo l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno ha confermato la volontà di non rendere pubblico lo studio nella sua interezza, sostenendo addirittura fosse secretato, finché non facemmo partire la diffida per ottenere i documenti non rilasciati.

Detto questo, la sentenza conferma il nesso causale tra l’attività dell’opificio e le varie patologie che possono essere collegate ai miasmi. Conferma il dato che questa è una struttura antica, vecchia, che lavora ancora con il carbon cook, che significa cromo, mercurio nell’aria, altro che forni elettrici o l’applicazione delle BAT, “Best Available Technologies”, ovvero le migliori tecnologie in grado di garantire bassi livelli di emissioni di inquinanti.

La sentenza dice poi che c’è una fortissima responsabilità del Presidente della Regione di Campania Vincenzo De Luca, il quale dice che vuole chiudere, ma non chiude, che quando è stata fatta la verifica nel 2012, perché già quella era stata considerata inefficace, è stata fatta una nuova verifica e, nonostante la stessa Regione avesse chiesto un intervento che fosse di modifica sostanziale dell’intera industria, la proprietà Pisano, con una semplice pulizia del piazzale, vetri nuovi ed un’imbiancata, ha ottenuto l’AIA, l’Autorizzazione Integrata Ambientale, nel 2020, per altri dodici anni, senza essere sottoposti alla verifica della VIA, la Valutazione d’Impatto Ambientale. Su questo la sentenza è chiara: questo progetto minimo non era adeguato e quindi non è adeguata l’AIA che è stata rilasciata, perché non prevede le misure necessarie per contenere il fenomeno dell’impatto sulla salute pubblica dei cittadini.

La nostra diffida, pertanto, richiama soltanto i passaggi della sentenza, perché parla la sentenza per noi: è ora che il Sindaco di Salerno faccia finalmente il suo dovere ed emetta un’ordinanza contingibile ed urgente per porre fine al disastro ambientale in corso nella Valle dell’Irno. È giunto il momento di agire con determinazione per tutelare la salute e la vita delle persone, mettendo fine immediatamente alle conseguenze dannose dell’operato delle Fonderie Pisano“.

(Associazione “Salute e Vita” – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Salerno. ‘Caro energia’, Visconti (Ficei): bene Orsini, intervenire per contrastare gli aumenti

Il presidente dei consorzi industriali: Tra le possibili soluzioni le comunità energetiche come a Buccino.

Il vero nemico della competitività si chiama caro energia. Non è un’emergenza momentanea, non è un fastidio collaterale. È la prima causa di sofferenza per le imprese italiane, il punto debole che rischia di far saltare l’intero sistema industriale, come ha giustamente ribadito il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, oggi a Firenze”.

A dirlo è Antonio Visconti, presidente Ficei (la federazione italiana dei consorzi industriali, nella foto) e numero uno dell’Asi di Salerno.

Da anni si rincorrono bonus e decreti-tampone, ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di affrontare il problema alla radice – prosegue –. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: aziende costrette a operare con margini ridicoli, filiere produttive strozzate dai rincari, competitività falcidiata rispetto ai concorrenti esteri. Chi continua a far girare le macchine lo fa spesso in perdita, o con sacrifici fuori scala. E non è eroismo: è disperazione mascherata da resilienza. Serve un cambio di paradigma, non un altro palliativo”.

Il tempo dei rattoppi è finito. Se davvero si vuole sostenere l’economia reale, bisogna dotarsi di strumenti nuovi. Come ad esempio le comunità energetiche – prosegue Visconti –. Luoghi in cui produzione e approvvigionamento siano integrati, efficienti, autonomi.

Sistemi che garantiscano stabilità nei costi e certezza nelle forniture, come già abbiamo avuto modo di sperimentare a Buccino, in provincia di Salerno. È qui che si gioca la partita della sopravvivenza industriale. E solo una visione moderna e decentralizzata – conclude il presidente Ficei – può mettere l’Italia e il Sud nelle condizioni di competere davvero”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Sparanise, ricorda il vescovo a 20 anni dalla morte; mons. Tommasiello: ‘La camorra impera e nessuno ha il coraggio di parlare’

(Pignataro Maggiore, “Svizzera dei clan”, 20 giugno 1998). A venti anni dalla morte del vescovo della Diocesi di Teano-Calvi, Monsignor Francesco Tommasiello, saranno ricordate le sue durissime prese di posizione contro la camorra.

Lo annuncia con un comunicato stampa Enzo Palmesano (giornalista professionista vittima di reato di tipo mafioso, avversario politico della massoneria, nella foto), cronista che fu molto vicino alle battaglie del compianto vescovo contro le cosche e in difesa dell’ambiente e della salute.

Appuntamento alla manifestazione anticamorra che si terrà sabato 17 maggio 2025, alle ore 19, nell’aula consiliare del Comune di Sparanise (CE). Lo scenario è quello dell’Agro caleno: appunto Sparanise, Calvi Risorta e Pignataro Maggiore (la “Svizzera dei clan”), famigerati paesi in varie stagioni tutti e tre sciolti per mafia.

Interverrà, tra gli altri, Salvatore Minieri, giornalista professionista e scrittore (autore del libro “Pascià – Il clan dei casalesi è nato in una discoteca”, Edizioni Italia), che illustrerà le inchieste giornalistiche sul territorio e i motivi dello scioglimento di Sparanise.

Conclusioni di Sergio Tanzarella, professore ordinario di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli (Sezione San Luigi), curatore del volume “Raffaele Nogaro – 90 anni di radicale mitezza” e autore del libro “Don Peppino Diana – Un prete affamato di vita”, pubblicati entrambi dalla casa editrice “Il Pozzo di Giacobbe”.

L’atteso discorso del prof. Sergio Tanzarella conterrà ampi riferimenti all’impegno del vescovo emerito di Caserta, Raffaele Nogaro, e al martirio di Don Peppe Diana.

Sarà proiettato un videomessaggio di Padre Raffaele Nogaro: ricordo di Don Peppe Diana e appello alla resistenza contro la camorra.

Per contatti: cell. 3382899960 – palmesanovincenzo1958@gmail.com

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Casapulla. ‘Braciata con barbecue’ in villa comunale: esposto del gruppo consiliare di minoranza

Primo Maggio in villa comunale con partita di pallone e braciata con barbecue, esposto dei consiglieri del gruppo ‘Per Casapulla’: episodio increscioso, vietato e pericoloso

lPartite con il pallone e braciata con barbecue in bella mostra: questo si è verificato nella giornata del Primo Maggio nella villa comunale di Casapulla.

Per questo motivo, i consiglieri del gruppo ‘Per Casapulla’ Anna Di Nardo, Mariacristina di Gennaro, Michele Sarogni e Francesco Trepiccione hanno protocollato una nota, indirizzata al sindaco Bosco, per segnalare l’utilizzo improprio dei giardini pubblici che si trovano in via Orsomando.

«In queste ore – fanno sapere i rappresentanti dell’opposizione – abbiamo presentato un esposto in Comune per segnalare un episodio che ha suscitato particolare attenzione e preoccupazione tra i cittadini.

Lo scorso Primo Maggio, un gruppo di persone è stato visto all’interno della villa comunale in via Orsomando, intente a giocare e utilizzare un barbecue in un’area che, per quanto di nostra conoscenza, non risulta attrezzata né autorizzata per tale tipo di attività.

Questo comportamento, oltre a rappresentare una potenziale violazione dei regolamenti comunali, pone anche rischi di natura igienico-sanitaria e di sicurezza, soprattutto in uno spazio pubblico destinato alla fruizione collettiva.

Per questi motivi, abbiamo chiesto al sindaco e alle autorità competenti di verificare quanto accaduto, valutare eventuali responsabilità e adottare misure volte a prevenire il ripetersi di simili episodi».

(Annabella Pavia – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Marcianise. Il gruppo ‘Prima’ respinge le accuse della minoranza al Presidente del Consiglio Zarrillo

Il Gruppo Politico “Prima Marcianise” stigmatizza con fermezza il contenuto della nota diffusa dai Consiglieri di minoranza, i quali, nel motivare la loro assenza alla Conferenza dei capigruppo convocata per il giorno 7 maggio, rivolgono delle immotivate ed inaccettabili accuse al Presidente del Consiglio Comunale, Avv. Antimo Zarrillo.

Nella citata nota si fa infatti riferimento a fantomatici “diversi episodi” in cui il Presidente del Consiglio avrebbe mancato di rispetto politico, istituzionale e addirittura personale (sic!) i consiglieri di minoranza.

Tali affermazioni lasciano tutti noi davvero perplessi essendo notoria, oramai a distanza di due anni dalla sua elezione, la meticolosità e la correttezza politica, istituzionale (e personale) con cui il Presidente dirige lo svolgimento dei lavori dell’aula, garantendo – nel rispetto dello Statuto Comunale e del Regolamento delle Attività Consiliari – le prerogative di tutti i consiglieri, a partire da quelli di minoranza ed anche quando questi ultimi si spingono con i loro interventi fino ai limiti della consentita dialettica politica.

Quanto poi alle accuse di non aver rispettato la volontà della conferenza dei capigruppo, ricordiamo a noi stessi che l’intesa raggiunta in quella sede era quella di portare comunque la proposta di delibera in consiglio comunale, salvo poi rinviare il capo ove necessario, e comunque all’esito di una civile discussione.

Discussione che invece non fu possibile a causa dell’irruente atteggiamento dei consiglieri di minoranza, che decidevano colpevolmente di abbandonare l’aula così sottraendosi a quel confronto democratico che puntualmente invocano.

Non è assolutamente tollerabile questo tentativo di delegittimazione del ruolo della Presidenza attraverso affermazioni avulse dalla realtà, che danneggiano l’immagine dell’intero Consiglio Comunale e che denotano, a nostro avviso, mancanza di argomenti ed una certa frustrazione delle minoranze per l’eccessiva operosità di questa amministrazione.

Gruppo Politico “Prima Marcianise”

(Vincenzo Caputo – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Consorzio Valle dell’Irno (SA). Maria Grazia Sessa nuovo direttore: il benvenuto della Presidente Anna Petta

La Presidente Anna Petta: “Con lei rafforziamo un modello di welfare inclusivo, trasparente e al passo con le sfide del presente”.

Dichiarazione congiunta del CDA: “Un passo importante per garantire qualità e continuità ai servizi sociali nei nostri territori”.

Il Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Consortile Sociale “Valle dell’Irno” ha ufficialmente incontrato la nuova Direzione Generale del Consorzio, nella persona della Dott.ssa Maria Grazia Sessa. Un incarico di rilievo, che consolida il percorso di crescita e di innovazione dell’Ambito Territoriale S6, da anni punto di riferimento per le politiche sociali a livello regionale.

A darne notizia è Anna Petta, Sindaca del Comune di Baronissi e Presidente del Consorzio: “Con grande soddisfazione accogliamo la Dott.ssa Maria Grazia Sessa. Il Consorzio Sociale Valle dell’Irno si conferma oggi un modello organizzativo di eccellenza, capace di coniugare efficienza, efficacia e trasparenza. Abbiamo rivoluzionato il modo di intendere e fare assistenza, costruendo insieme un sistema di welfare realmente inclusivo, radicato nei bisogni delle persone e orientato alla piena esigibilità dei diritti. Questo traguardo è frutto di un lavoro collettivo, della sinergia istituzionale e della volontà condivisa di mettere al centro il benessere delle nostre comunità, in linea con i principi della Carta Sociale Europea”.

A queste parole si unisce il sentito intervento della nuova Direttrice Generale, Dott.ssa Maria Grazia Sessa, che ha dichiarato: “Esprimo la mia più profonda gratitudine ai Sindaci della Valle dell’Irno per la fiducia e per l’accoglienza che mi è stata riservata. Accolgo questo incarico con senso di responsabilità, consapevole della complessità e dell’importanza del sistema dei servizi sociali. In un contesto in continuo cambiamento, è fondamentale costruire risposte nuove, basate sulla dignità della persona, sull’ascolto, sulla prossimità e sull’innovazione. Lavorerò con spirito di squadra, garantendo massima disponibilità al dialogo e alla condivisione, per una gestione trasparente e partecipata, capace di coniugare qualità, sostenibilità e coerenza con gli indirizzi comunitari, nazionali e regionali. Il mio impegno sarà orientato a rafforzare il senso di appartenenza e la coesione tra i Comuni, per dare risposte concrete e tempestive ai bisogni delle persone, soprattutto quelle più fragili”.

A chiusura della giornata, è giunta anche la dichiarazione congiunta dei Sindaci dei Comuni di Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Fisciano, Mercato San Severino e Siano, afferenti all’Azienda Consortile “Valle dell’Irno”: “La nomina della Dott.ssa Sessa rappresenta un momento significativo nel percorso di rafforzamento del nostro Consorzio. Abbiamo condiviso, come amministratori, la volontà di dotarci di una figura di comprovata esperienza e competenza, che possa guidare l’Ambito S6 con visione strategica, concretezza e spirito di servizio. La governance sociale è una sfida che richiede responsabilità e coesione. Siamo certi che questa nuova direzione saprà valorizzare le buone pratiche costruite negli anni e al contempo imprimere un nuovo slancio al nostro progetto di welfare territoriale, garantendo qualità, inclusione e diritti per tutti i cittadini della Valle dell’Irno”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Salerno. ‘Dieta Mediterranea ‘affare di società e Comuni compiacenti’: lo denuncia la Fondazione ‘Vassallo’

Fondazione Vassallo: “La Procura Europea apra un fascicolo sulla Dieta Mediterranea che è diventata un affare di società e Comuni compiacenti”.

Il Presidente Dario Vassallo: “Alma Seges e il Comune di Pollica al centro di un sistema che tradisce i veri protagonisti della Dieta Mediterranea. È ora che la magistratura smascheri chi lucra sulla nostra terra”

Da anni chiediamo che la magistratura faccia chiarezza su un sistema che ha fatto della Dieta Mediterranea un terreno fertile per frodi e inganni.

A Salerno, finalmente, un magistrato coraggioso ha messo in luce una parte di questa realtà, ma è solo l’inizio. Se la magistratura avrà la forza di scavare più a fondo, potrà porre fine a un sistema che ha tradito i veri ideali della Dieta Mediterranea, portando ingenti danni non solo ai produttori locali ma anche alla salute della nostra comunità.

Il progetto della Dieta Mediterranea, concepito e voluto dal Sindaco Angelo Vassallo, era stato pensato come una risorsa per i contadini, i pescatori, e tutti coloro che in Cilento trasformano con sapienza i prodotti della terra. Oggi, però, la Dieta è stata svuotata del suo valore originale.

Non serve più a prevenire malattie come quelle cardiovascolari e dismetaboliche, ma è diventata il terreno di scontro di interessi privati. Mentre la Campania continua a detenere il primato per obesità adolescenziale, con un’intera generazione a rischio, i fondi europei destinati a questa causa sono finiti nelle mani sbagliate.

La Dieta Mediterranea non ha bisogno di palcoscenici artificiali o convegni sponsorizzati da pochi privilegiati. Ha bisogno di terra coltivata e di sole, di chi lavora quotidianamente con passione per portare sulle nostre tavole il frutto del proprio lavoro. Ma, come abbiamo più volte denunciato, questa visione è stata oscurata da un business che ha trasformato la Dieta in una mera fonte di guadagno per una ristretta cerchia di persone, mentre le realtà locali lottano per sopravvivere”. A dirlo è Dario Vassallo Presidente della Fondazione Angelo Vassallo Sindaco Pescatore

Quello che oggi vediamo è il frutto di anni di manipolazioni e truffe. Le ultime inchieste giudiziarie, infatti, hanno svelato un imponente sistema di frodi ai danni dell’Unione Europea, con sequestri per oltre 9 milioni di euro e il coinvolgimento di 12 persone agli arresti domiciliari. A capo di tutto questo c’è la Alma Seges, una società cooperativa che ha approfittato anche della Dieta mediterranea per ottenere indebitamente finanziamenti comunitari destinati all’agricoltura, falsificando documenti e ingannando le istituzioni competenti.

Le indagini hanno coinvolto oltre 60 indagati e 27 società. Questo è il prezzo che i cittadini onesti stanno pagando: il futuro di una tradizione millenaria rubato da chi ha agito nell’ombra per interessi personali. Il nostro appello è chiaro: la Dieta Mediterranea deve tornare nelle mani di chi sa cosa significa prendersene cura. Non può più essere trattata come una merce da vendere a convegni con sponsor opachi.

È necessario un nuovo corso che restituisca valore alla tradizione, alle persone e al territorio che l’ha resa celebre nel mondo. La Dieta Mediterranea è arrivata in Europa, ma non sulle tavole dei cittadini: è arrivata sui tavoli della Procura Europea (EPPO), dove è sotto indagine per reati di corruzione, frode e riciclaggio di denaro. I protagonisti di questa storia, sebbene protetti da accordi politici e finanziari, devono rendere conto di ciò che hanno fatto.

Il sindaco di Pollica, che ha scelto di lavorare con questi soggetti, deve fare attenzione agli accordi che stipula. La Procura Europea non si occupa di visibilità politica o di eventi mediatici, ma di reati PIF, come la corruzione, la frode e il riciclaggio, e non possiamo più permettere che la Dieta Mediterranea venga sfruttata da pochi per i propri interessi”.

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‘Automotive’, Visconti (Ficei): ‘Bene moratoria su emissioni ma serve neutralità tecnologica’

Il presidente dei consorzi industriali: “Rivedere il regolamento, serve neutralità tecnologica”.

C’è qualcosa che somiglia a una boccata d’ossigeno nel traffico impazzito della politica ambientale europea. Finalmente, a Bruxelles qualcuno ha riaperto il cofano, guardato il motore e ammesso: forse stavamo correndo troppo. Con l’approvazione dell’emendamento che consente ai costruttori automobilistici di calcolare le emissioni di CO₂ su base triennale – e non più annuale – si restituisce al settore un minimo di respiro. E non è poco, in un’industria che da anni viaggia con il freno tirato”.

A dirlo è Antonio Visconti, presidente della Ficei.

Siamo di fronte a un piccolo ma significativo cambio di rotta. Un segnale che va nella direzione della ragionevolezza, non del compromesso al ribasso soprattutto in un momento di incertezza economica mondiale con nuovi echi di guerra in India, il conflitto russo-ucraino e i dazi imposti dal presidente Trump. Perché il rischio concreto è che la politica ambientale europea finisca per schiacciare ciò che dovrebbe salvare: il lavoro, l’industria, l’innovazione. E soprattutto l’equilibrio”.

Il cuore del problema? Una transizione ecologica trasformata in crociata ideologica – prosegue Visconti –. Le imprese arrancano, i costi esplodono, la tecnologia non tiene il passo delle ambizioni legislative. E nel frattempo, le sanzioni per chi sfora i limiti imposti continuano a piovere come grandine. Senza contare che i veicoli pesanti – il vero tallone d’Achille delle emissioni – restano clamorosamente fuori dal provvedimento. È come curare un malato lasciando il cuore fuori dalla terapia”.

Visconti conclude: “Serve rivedere il regolamento sulle emissioni, superare l’utopia del bando al 2035 per i motori a combustione, riaffermare il principio della neutralità tecnologica. Cioè, riconoscere che l’obiettivo zero emissioni può essere raggiunto con più strade, non solo una. Altrimenti si rischia di consegnare l’automotive europeo su un piatto d’argento alle multinazionali asiatiche, senza nemmeno un airbag a salvarci. La partita ora è aperta. Ma guai a pensare che questo emendamento basti. Serve coerenza, strategia e un po’ di quella libertà industriale che l’Europa sembra aver dimenticato nei suoi laboratori normativi. L’equilibrio tra ambiente e competitività non è un compromesso, è una visione”.

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Casapulla. Sabato la minoranza illustra le tante carenze nel primo anno col sindaco Bosco

Ad un anno dalle elezioni il gruppo ‘Per Casapulla’ traccia un primo bilancio: ecco tutti i problemi irrisolti, i casi aperti e i soldi sperperati. Sabato 10 maggio incontro pubblico con i cittadini.

Ad un anno dalle elezioni comunali del 2024, il gruppo consiliare di minoranza ‘Per Casapulla’ organizza un incontro pubblico con i cittadini per tracciare un primo bilancio dell’attività amministrativa.

L’appuntamento é per sabato 10 maggio alle ore 17:30 presso il bar-caffetteria ‘Il Sorriso’ sul Trivio in via Sersale.

Il gruppo, rappresentato in Consiglio da Anna Di Nardo, Mariacristina di Gennaro, Michele Sarogni e Francesco Trepiccione, ha preparato anche un manifesto che sarà affisso per le strade del paese nei prossimi giorni, nel quale anticipa alcuni dei temi che saranno trattati nella riunione di sabato pomeriggio.

«Ad un anno dalle elezioni – si legge – sono tanti i problemi irrisolti. Il ‘nuovo’ corso targato Bosco, dopo i cinque anni di regia da capogruppo nell’amministrazione Bosco-Lillo, ha già mostrato tutti i suoi limiti. Le tante promesse fatte in campagna elettorale si sono trasformate in poco o nulla. Qualche incarico prevedibile, scelte discutibili di un’amministrazione interessata a soddisfare pochi eletti, piuttosto che a governare nell’interesse collettivo. Sono stati spesi male quasi 300mila euro in lavori pubblici, senza un piano e senza il rispetto per i cittadini che pagano. Un esempio eclatante sono i lavori in Piazza Mercato per circa 30mila euro eseguiti solo per l’organizzazione della festa elettorale, o quelli al cimitero vecchio realizzati in maniera frettolosa tanto che, pochi giorni dopo la chiusura del cantiere, una nuova grande perdita si è sviluppata sul tetto e lungo la facciata della sala mortuaria. Oneri di urbanizzazione usati a mo’ di bancomat e siamo noi cittadini a pagare il conto.

Intanto – continuano – sono tanti i ‘casi’ ancora aperti. Il campo sportivo di via Sbarra chiuso e abbandonato mentre un’altra stagione calcistica è saltata; la villa comunale di via Orsomando regalata a un privato da mesi che non ha ancora versato un centesimo di canone; il parcheggio dell’ospedale di Caserta gestito da una ditta che non versa un euro al Comune da anni, con l’amministrazione pronta a svendere il terreno ad un prezzo ben al di sotto di quello che é l’attuale mercato immobiliare; concorso per vigile urbano vinto dal figlio della consigliare Melchiorre (al secondo posto la moglie del vicesindaco Sorbo), per il quale abbiamo presentato un’interpellanza ricevendo risposte vaghe dal sindaco, mentre i diretti interessati non hanno colto il nostro disappunto sull’opportunità politica a partecipare; ritiro del kit della differenziata presso l’isola ecologica che crea disagio ad anziani e cittadini con mobilità ridotta; passaggio pedonale in via Montale-via Buonpane costato ai casapullesi circa 200mila euro per soli 35 metri. Di questo e di altro ancora parleremo nell’incontro pubblico che si terrà sabato 10 maggio; sarà un’occasione per confrontarci con i cittadini di Casapulla» – concludono i consiglieri Di Nardo, di Gennaro, Sarogni e Trepiccione.

(Annabella Pavia – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Baronissi (SA). Contributi da Comune, nuovo regolamento; Petta: ‘più equità e trasparenza’

La Sindaca Anna Petta: “Via libera al nuovo regolamento per i contributi economici, più equità e trasparenza per chi è in difficoltà”.

La Sindaca Anna Petta e l’assessora alle politiche sociali Maria Chiara Barrella: “Un cambio di passo per il welfare locale: dignità, inclusione, responsabilità”.

Il Consiglio Comunale di Baronissi ha approvato il nuovo Regolamento per la Concessione di Contributi Economici Individuali, un atto che ridefinisce in modo chiaro e organico i criteri e le modalità di erogazione dei sostegni economici destinati ai cittadini in condizioni di disagio.

Il nuovo regolamento rappresenta un cambiamento sostanziale nella gestione delle politiche sociali, frutto di un lavoro condiviso tra operatori del settore e consiglieri comunali. Obiettivo: tradurre i valori dell’amministrazione – equità, trasparenza e responsabilità – in strumenti concreti per rispondere ai bisogni reali della comunità.

Un atto profondamente politico, nel senso più alto e nobile del termine: è la definizione di come vogliamo prenderci cura di chi ha più bisogno. Un regolamento non è solo una raccolta di norme, ma lo specchio dei nostri valori e lo strumento per realizzare i principi che guidano le nostre scelte”. A dirlo è la Sindaca di Baronissi Anna Petta

Il regolamento introduce due strumenti di intervento economico: il Contributo Economico Straordinario e la Borsa Lavoro Urgente, entrambi pensati per fronteggiare situazioni eccezionali che compromettono in modo temporaneo e significativo l’equilibrio socioeconomico del nucleo familiare, come la perdita improvvisa del lavoro, il decesso di un componente, gravi problemi di salute o emergenze abitative.

In particolare, la Borsa Lavoro rappresenta anche un’opportunità di inclusione sociale e lavorativa attraverso progetti di utilità collettiva, con un’attenzione specifica per le persone in regime di detenzione o post-detenzione.

Con questo regolamento vogliamo creare un sistema chiaro, accessibile e giusto, che garantisca il diritto al sostegno economico a chi ne ha bisogno, secondo criteri precisi e trasparenti. Vogliamo superare la percezione di aiuti erogati senza regole, assicurando che ogni intervento sia valutato attentamente, considerando sia i bisogni reali che le potenzialità delle persone”. A dirlo è l’Assessora alle Politiche Sociali, Maria Chiara Barrella.

I destinatari dei contributi sono cittadini residenti nel Comune di Baronissi, in stato di bisogno accertato, che rispettano determinati requisiti economici e patrimoniali: tra questi, un valore ISEE generalmente non superiore a 10.140,00 euro e l’assenza di proprietà immobiliari oltre l’abitazione principale. Le domande devono essere presentate all’Ufficio Protocollo del Comune.

 “Questo regolamento è il risultato di un ascolto attento e di un confronto costruttivo. Siamo determinate a fare in modo che il sostegno economico sia uno strumento di inclusione, dignità e autonomia, non solo un atto assistenziale. In circa undici mesi abbiamo dimostrato che le politiche sociali possono produrre benessere concreto per la comunità, mettendo al centro le persone e non gli interessi di pochi. Continueremo a lavorare con trasparenza e responsabilità, per costruire una Baronissi dove nessuno è lasciato indietro. Il benessere collettivo –concludono- è la nostra priorità, e ci impegniamo a realizzarlo con coraggio e passione”.

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Napoli. ‘Provocazione alla Taverna S. Chiara: migliaia di persone solidarizzano coi palestinesi

Al coro di “Palestina libera”, migliaia di napoletani hanno invaso piazza Municipio per solidarizzare coi palestinesi e con i titolari e i dipendenti della Taverna Santa Chiara nei giorni scorsi fatti oggetto di provocazioni verbali da una coppia di clienti Israeliani che li accusava di essere sostenitori di terroristi a causa del loro incondizionato sostegno espresso da sempre alla lotta di resistenza che il popolo Palestinese porta avanti contro il massacro subito da decenni da parte dell’esercito israeliano.

Manifestanti tutti fortemente ed incondizionatamente schierati al fianco della causa Palestinese e che ha visto in piazza anche la presenza, tra gli altri, di Padre Alex Zanotelli e del musicista napoletano Daniele Sepe.

“Io sono grato a Napoli – ha affermato Padre Zanotelli – perché quando sono arrivato ho visto questa piazza quasi piena. Per me è un miracolo. E’ quello che abbiamo cercato di portare avanti da settimane e invece adesso spontaneamente il popolo napoletano rispetto a quello che è avvenuto è sceso in piazza”.

“Io avevo 15 anni – ha dichiarato Daniele Sepe – quando ho fatto il primo concerto per la Palestina con Gian Maria Volonté e con Demetrio Stratos. Ora sono passati troppi anni da allora e sarebbe il caso che si metta fine a questa storia perché non è possibile. E’ nu’ scuorno”.

Durissima è stata la condanna politica della piazza nei confronti dell’amministrazione comunale di Napoli per non aver ancora assunto una dura presa di posizione contro il genocidio di Gaza. Chieste a gran voce le dimissioni del sindaco Gaetano Manfredi.

Omar Suleiman, rappresentante della Comunità Palestinese a Napoli, ha voluto ringraziare la città partenopea per la solidarietà espressa.

Napoli – ha detto Suleiman – è ancora una volta in piazza per la Palestina. Quando la città di Napoli e tutti quelli che hanno la Palestina nel cuore vengono chiamati per esprimere solidarietà alla Palestina, i napoletani ci sono sempre. Oggi più che mai è necessario intensificare questi momenti di protesta perché è già tardi. Bisognava farlo ieri per fermare il massacro e il genocidio. Ora è già tardi. La gente comincia a morire di fame e di sete dopo quasi diciotto mesi di chiusura, con mancanza di ospedali, di cibo, di medicinali e di carburante”.

Per accedere al video servizio, cliccare sulla foto oppure sul seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=msUPPgQGST0&t=4s

(di Gennaro Savio – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Piana M. Verna. ‘Sport, disabilità, integrazione’: incontro scolastico con il Colonnello Gianfranco Paglia

Interessante incontro formativo-educativo per gli studenti pianesi, egregamente descritto dal sindaco Stefano Lombardi:
Lunedì 5 maggio, nell’auditorium del plesso scolastico di Piana di Monte Verna, si è svolto l’incontro tra il Tenente Colonnello Gianfranco Paglia e la scolaresca sul delicato e importantissimo tema che intreccia sport, disabilità ed integrazione.
Emozionante, è l’aggettivo che ha contraddistinto l’evento. Nessun luogo comune, ma un racconto vissuto e reale di caduta e di rinascita grazie all’amore per la vita e per lo sport.
C’è qualcosa di straordinario nel conoscrere una persona costretta sulla sedia a rotelle a causa di un tragico incidente durante una missione umanitaria in Somalia a soli 23 anni che con un sorriso racconta di come oggi la sua più grande passione sia praticare lo sci.
C’è ancora qualcosa di più straordinario nella viva partecipazione, nella curiosità e nel coinvolgimento dei bimbi presenti.
E’ stato un incontro che ha insegnato tanto. L’amore per la vita, oltre ogni avversità.
La voglia di “rialzarsi” grazie allo sport perchè lo sport non guarda le barriere ma le supera e nello sport non conta solo il corpo ma la volontà di esserci nonostante tutto.
Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di promuovere l’inclusione in ogni ambito e soprattutto in quello sportivo, perchè solo così, al di la del risultato, vinciamo “tutti”.
Ringrazio l’amministrazione Comunale, il Colonnello Paglia, la dirigente scolastica Silvana Santagata, i docenti e i ragazzi.
(Stefano Lombardi, sindaco del Comune di Piana di Monte Verna – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Baronissi. Comune: dal resoconto approvato si evince una gestione molto oculata, esulta la sindaca Petta

La Sindaca Anna Petta: “Approvato il Rendiconto di Gestione 2024 con avanzo record, zero anticipazioni, spesa sotto controllo e investimenti garantiti. Una gestione virtuosa”; l’assessore al bilancio Luca Galdi: “Equilibrio finanziario e capacità di investimenti futuri”.

Il Consiglio comunale di Baronissi ha approvato il Rendiconto di gestione 2024, certificando una gestione finanziaria solida, trasparente e attenta alle esigenze del territorio. I dati approvati, con parere favorevole del Collegio dei Revisori, confermano la tenuta dei conti e la capacità dell’Ente di affrontare il presente e programmare il futuro senza ricorrere a indebitamento o misure straordinarie.

Il dato più significativo è senza dubbio l’avanzo di amministrazione di 13.422.812,91 euro, in crescita di oltre 2 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Un risultato che evidenzia non solo un’eccedenza tra entrate e spese, ma soprattutto la capacità dell’Ente di garantire servizi, onorare impegni e programmare investimenti senza ricorrere a indebitamento o operazioni straordinarie.

Il risultato ottenuto non è frutto del caso. È il prodotto di un lavoro quotidiano e scrupoloso, fondato su trasparenza, attenzione alle priorità e visione a lungo termine. Questo avanzo è una risorsa strategica: ci permette di guardare avanti con serenità e ambizione, rafforzando i servizi, sostenendo le famiglie e investendo nel nostro territorio”: a dirlo è la Sindaca di Baronissi Anna Petta.

Dal conto del tesoriere risulta un fondo di cassa finale pari a 9.273.546,16 euro, di cui 2.439.439,65 vincolati. Un altro elemento di rilievo è l’incremento di cassa registrato nel corso del 2024, pari a 468.874,82 euro, segno di una riscossione più rapida ed efficiente rispetto ai pagamenti effettuati. Degno di nota è anche il fatto che non si è fatto ricorso all’anticipazione di tesoreria, nonostante la disponibilità di un margine massimo di 4.994.115,91 euro. Questo conferma la piena sostenibilità della gestione quotidiana delle finanze comunali.

Nel 2024, le spese correnti si sono attestate a 10.421.656,97 euro, con una leggera riduzione rispetto all’anno precedente. Le spese di manutenzione ordinaria, pari a 348.224,40 euro, sono state coperte interamente dai proventi derivanti dalle concessioni edilizie, nel rispetto dei vincoli normativi. Non solo un dato tecnico, ma una scelta politica: utilizzare le entrate straordinarie per migliorare il patrimonio pubblico senza gravare sul bilancio ordinario. Grande attenzione è stata rivolta anche al contenimento della spesa per il personale, che incide per il 23,71% sul totale della spesa corrente. Il rapporto tra interessi passivi e entrate correnti è al 5,25%, ben al di sotto del limite massimo consentito del 10%, un chiaro indice di equilibrio finanziario.

L’Assessore al Bilancio Luca Galdi sottolinea: “Il nostro obiettivo è stato sempre quello di coniugare sostenibilità finanziaria e capacità di investimento. Questo Rendiconto dimostra che è possibile garantire servizi, coprire i costi con risorse proprie, rispettare le regole e al tempo stesso progettare il futuro. L’incremento della liquidità è un segnale forte: il Comune è solido e pronto a intervenire dove necessario”.

Uno dei risultati più significativi riguarda la copertura del servizio di gestione dei rifiuti, completamente finanziata dai proventi della tariffa e della raccolta differenziata per un importo complessivo di 2.772.903,44 euro. Una gestione che non grava sul bilancio comunale, a tutto vantaggio dell’efficienza e della sostenibilità ambientale. Buoni risultati anche per i servizi a domanda individuale, che coprono il 59,95% dei costi. Il Comune, in quanto non strutturalmente deficitario, non è tenuto a rispettare il limite minimo del 36%, ma la copertura raggiunta dimostra una gestione efficace anche in questo ambito. I debiti fuori bilancio ammontano a 27.829,86 euro, derivanti esclusivamente da sentenze esecutive. L’indicatore di tempestività dei pagamenti è pari a -1,59 giorni, confermando la puntualità dell’Ente nei confronti di fornitori e creditori. Circa 2 milioni dei residui attivi hanno un’anzianità superiore a cinque anni, ma sono mantenuti in bilancio con un adeguato fondo di garanzia, proprio a tutela della veridicità del risultato complessivo.

Il Presidente della Commissione Bilancio Vincenzo Melchiorre conclude: “Il parere positivo dei Revisori dei Conti conferma il valore e l’equilibrio di questo Rendiconto. I numeri sono importanti, ma ancora più importante è la visione che li guida: ogni scelta di bilancio è stata orientata all’interesse pubblico, alla sostenibilità e alla trasparenza. Continueremo su questa strada, con la fiducia dei numeri e la responsabilità verso i cittadini”.

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