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Dalla Campania

Notizie ed altro comunque riguardante in qualche modo la Campania

AttualitàCaserta e SannioDalla Campania

Da Capodimonte un messaggio d’inclusione e generosità, nel giorno del ricordo.

Il 10 febbraio di celebra la giornata del ricordo degli eccidi ai danni di militari e civili italiani nativi della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti ad opera dei partigiani jugoslavi e dalle milizie della Jugoslavia di Tito, allo scopo di “’ripulire’ il territorio dai ‘nemici del popolo’”.

Fu un’operazione di vendetta contro i gerarchi fascisti, esponenti politici, personalità in vista, ma anche semplici cittadini che non volevano collaborare col movimento di liberazione.

Tanti dei perseguitati furono internati in campi, ma molti altri furono uccisi e i loro corpi furono gettati nelle Foibe, “grandi inghiottitoi (o caverne verticali, pozzi) tipici della regione carsica e dell’Istria”.

Oggi, 10 febbraio 2025, decorre l’anniversario dei massacri delle Foibe.

Anche a Napoli, presso il Real Bosco di Capodimonte, si è tenuta una cerimonia per commemorare il giorno della memoria del popolo Istriano.

Infatti  Capodimonte è un luogo del ricordo, perché sul su suolo furono create, nella Napoli distrutta dai bombardamenti, delle baraccopoli per accogliere i profughi italiani reduci dell’esodo giuliano-dalmata.

Nella mattinata odierna il comune di Napoli ha affisso una targa per non perdere la memoria dell’avvenuto storico, troppo spesso archiviato e dimenticato.

“Napoli ha accolto con grande affetto e anche grande solidarietà i profughi che arrivarono dall’Istria e dalla Dalmazia.

E’ stato un momento improntate che ha testimoniato la sua grande capacità di accoglienza e i profughi qui trovarono un luogo in cui stabilirsi e integrarsi con la nostra comunità.

In un mondo sempre più diviso, il messaggio che arriva da Napoli è di accoglienza, inclusione e fratellanza” – ha dichiarato il sindaco Manfredi, che ha, poi, deposto una corona di alloro in memoria delle vittime.

Alcuni tra gli sfollati, arrivati a Napoli rimasero nella città, integrandosi e divenendo partecipi del suo tessuto sociale e culturale.

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Da Capodimonte un messaggio d’inclusione e generosità, nel giorno del ricordo.

Il 10 febbraio di celebra la giornata del ricordo degli eccidi ai danni di militari e civili italiani nativi della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti ad opera dei partigiani jugoslavi e dalle milizie della Jugoslavia di Tito, allo scopo di “’ripulire’ il territorio dai ‘nemici del popolo’”.

Fu un’operazione di vendetta contro i gerarchi fascisti, esponenti politici, personalità in vista, ma anche semplici cittadini che non volevano collaborare col movimento di liberazione.

Tanti dei perseguitati furono internati in campi, ma molti altri furono uccisi e i loro corpi furono gettati nelle Foibe, “grandi inghiottitoi (o caverne verticali, pozzi) tipici della regione carsica e dell’Istria”.

Oggi, 10 febbraio 2025, decorre l’anniversario dei massacri delle Foibe.

Anche a Napoli, presso il Real Bosco di Capodimonte, si è tenuta una cerimonia per commemorare il giorno della memoria del popolo Istriano.

Infatti  Capodimonte è un luogo del ricordo, perché sul su suolo furono create, nella Napoli distrutta dai bombardamenti, delle baraccopoli per accogliere i profughi italiani reduci dell’esodo giuliano-dalmata.

Nella mattinata odierna il comune di Napoli ha affisso una targa per non perdere la memoria dell’avvenuto storico, troppo spesso archiviato e dimenticato.

“Napoli ha accolto con grande affetto e anche grande solidarietà i profughi che arrivarono dall’Istria e dalla Dalmazia.

E’ stato un momento improntate che ha testimoniato la sua grande capacità di accoglienza e i profughi qui trovarono un luogo in cui stabilirsi e integrarsi con la nostra comunità.

In un mondo sempre più diviso, il messaggio che arriva da Napoli è di accoglienza, inclusione e fratellanza” – ha dichiarato il sindaco Manfredi, che ha, poi, deposto una corona di alloro in memoria delle vittime.

Alcuni tra gli sfollati, arrivati a Napoli rimasero nella città, integrandosi e divenendo partecipi del suo tessuto sociale e culturale.

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AttualitàCaserta e SannioDalla Campania

Open Day 2025 al Liceo Artistico IIS Leonardo da Vinci di Aversa

Day 2025 al Liceo Artistico IIS Leonardo da Vinci di Aversa: un ponte tra passato e futuro

Sognare di tornare nel proprio liceo dopo il diploma è  un desiderio che si è  avverato per i due protagonisti dell’ Open Day dell’ 8 febbraio 2025 al Liceo Artistico IIS Leonardo da Vinci di Aversa, diretto dalla dirigente scolastica, prof.ssa Margherita Montalbano. La storia di Massimiliano Junior Ciullo e Armando Ibello, due ex studenti che, grazie all’ invito della prof.ssa Rosalba Corvino, responsabile dell’ orientamento in ingresso per il Liceo Artistico, hanno avuto l’ opportunità di condividere la loro esperienza con i futuri allievi. Accompagnati dal loro ex docente di italiano, prof. Francesco Pio Ferreri, i due illustratori, oggi in formazione presso la Scuola Internazionale di Comix e già  autori di un portfolio di tutto rispetto,  hanno incantato il pubblico con una coinvolgente lezione di disegno e acquerello, conquistando applausi e ammirazione.

Talenti in mostra: il successo degli ex studenti

L’ Open Day di quest’ anno ha voluto sottolineare le opportunità universitarie e lavorative che il liceo offre ai suoi studenti. Dopo aver celebrato in passato talenti come la scultrice Rita Passarelli, il pittore Giovanni Merenda, il critico d’arte Vincenzo Pirozzi, il fotografo Salvatore Diana e l’ architetto Marco Gisonni, quest’ anno il palco è stato dedicato ai due illustratori, esempio concreto di come passione e impegno possano trasformarsi in una carriera di successo.

Letteratura e storia: la voce del Dipartimento di Lettere

L’ evento ha visto anche la partecipazione attiva del Dipartimento di Lettere: la prof.ssa Veronica Mele e gli studenti del corso C hanno dato vita a una lettura drammatizzata su Ippolita Sforza, Duchessa di Calabria, nell’ ambito di un progetto realizzato in collaborazione con la Rete dei Licei della Provincia di Caserta e il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’ Università Vanvitelli, esplorando la tematica del Regno di Napoli angioino-aragonese.

Laboratori aperti e creatività senza confini

I visitatori hanno potuto immergersi nell’ atmosfera vibrante della scuola esplorando i laboratori di architettura, design, pittura, scultura, serigrafia, scenografia, calcografia e grafica. Nei porticati della sede centrale, gli studenti hanno raccontato le loro esperienze e mostrato le proprie creazioni artistiche, testimoniando la vivacità e il talento che animano il liceo.

Un viaggio tra arte, teatro e musica

L’ evento ha rievocato il successo delle passate edizioni, come la performance teatrale “Tutti i colori di Frida”, che aveva incantato il pubblico con una sfilata di moda a tema, organizzata durante la Settimana dello Studente. In quell’occasione, il noto artista Jenny Romano aveva incontrato gli studenti, regalando un momento unico con letture accompagnate da brani musicali eseguiti dagli stessi ragazzi.

La soddisfazione della dirigente e il riconoscimento ai talenti emergenti

Siamo già arrivati a un ottimo risultato  ha dichiarato la dirigente Margherita Montalbano e ci riteniamo pienamente soddisfatti del numero delle iscrizioni. Per questo, voglio ringraziare la Funzione Strumentale e la commissione orientamento, il mio staff, tutti i docenti e, soprattutto, gli studenti, instancabili veicolatori di creatività  e passione.

A coronare la giornata, la premiazione degli studenti delle scuole medie vincitori del Concorso artistico-letterario “Salviamo il Mondo”, giunto alla sua quinta edizione. Fotografia, disegno, fumetto e poesia sono state le categorie in gara, e a distinguersi sono stati gli alunni delle scuole De Curtis di Aversa, Pestalozzi Don Milani di Sant’Antimo, Cante di Giugliano e Don Giovanni Bosco di Trentola Ducenta. Il concorso è stato ideato e promosso dalle docenti Annamaria Cavaliere e Rosalba Corvino.

Un futuro ricco di opportunità

Al termine della giornata, la dirigente ha sottolineato con orgoglio anche il successo del Liceo Scientifico di Trentola, che fa parte dello stesso istituto, evidenziando come entrambi gli indirizzi abbiano già raggiunto un numero significativo di iscritti.

L’evento si è  concluso con la visita del Sindaco Francesco Matacena, accompagnato dalla consigliera Federica Turco e dall’ assessore Giglio. Il primo cittadino si è complimentato per  l’ eccellente lavoro svolto e ha proposto nuove iniziative per valorizzare ulteriormente l’ istituto, attraverso mostre ed eventi artistici che possano estendere il talento degli studenti anche fuori dalle aule.

Tra foto di rito e sorrisi, si è chiusa una giornata che ha saputo raccontare il passato, il presente e il futuro del Liceo Artistico IIS Leonardo da Vinci, una scuola che continua a ispirare e formare i talenti di domani.

FOTO

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A Trieste, ricorre il giorno del ricordo, degli orrori titini o della umana intolleranza.

Cos’è in realtà la foiba di Basovizza, un buco nella roccia carsica, utilizzato per estrarre minerali, che la natura umana ha utilizzato per nascondere vigliaccamente le atrocità perpetrate. Dal pozzo doveva essere estratto carbone, ma non fu mai abbastanza produttivo e quindi dopo lo scavo venne ben presto abbandonato. Per Foiba si intende un inghiottitoio, che l’acqua ha eroso e scavato nel terreno carsico, spesso, quando sono abbastanza erosi collassano e danno luogo alle doline, degli avvallamenti del terreno più o meno grandi di cui il territorio triestino è costellato. La foiba di Basovizza si trova sul cosiddetto altipiano carsico triestino ed è parte dell’esigua provincia di Trieste, ridotta a seguito degli accordi di Osimo del 10 novembre 1975 tra i ministri degli affari esteri di Jugoslavia e Italia, con cui si fissarono in maniera definitiva i confini tra i due Paesi che nel Memorandum di Londra del 1954 pose fine al TLT, territorio libero triestino. Trieste nel 1954, fu separata dall’entroterra giuliano, comprendente Fiume e Pola annesso dalla ex Jugoslavia di Tito prima e diviso tra Croazia e Slovenia oggi. Perché la foiba di Basovizza riveste un carattere forte nel panorama politico italiano? Nelle foibe furono occultate centinaia di vittime a volte senza alcuna appartenenza politica, dell’epurazione titina, che avvenne nel 1945 prima che si delineassero le zone di influenza delle cosiddette zone A e B. I titini a Trieste come in tutta l’Istria, rastrellarono casa per casa gli oppositori politici e i possibili oppositori politici, quindi vennero deportati e in gran parte massacrati e interrati nei pozzi carsici non solo i collaboratori e i facente parte attiva del fascismo, ma anche chi non fascista avrebbe potuto generare in futuro un pensiero diverso da quello del dittatore jugoslavo. Chi erano queste persone: innanzitutto italiani, di diversa estrazione, poteva trattarsi di civili sospettati di collaborazionismo, ma anche, militari, carabinieri, finanzieri, agenti di polizia e di custodia carceraria, così come gli aderenti all’ex partito fascista, ma anche antifascisti non graditi. Particolarmente oculato fu il rastrellamento dei membri del Comitato di liberazione nazionale, perché rappresentavano l’ostacolo più duro alle mire annessionistiche di Tito. Ci sono anche casi di ritrovamenti di tedeschi e sloveni anticomunisti, nelle foibe andava buttato tutto quello che era o sarebbe stato un ostacolo per la Jugoslavia di Tito. Alla fine da calcoli fatti solo a Basovizza sarebbero stati infoibati circa duemila persone. Ricordiamo, che la guerra era già terminata, quindi una strage non di guerra. Chi realizzò materialmente queste efferatezze, la famigerata OZNA, polizia segreta del regime titino, che stilate le liste di proscrizione, delegavano agli organismi locali, l’esecuzione materiale dell’eccidio. Alcune date per ricordare, l’eccidio avvenne nel 1945, l’imboccatura del pozzo fu chiusa nel 1959, nel 1992 la foiba fu dichiarata Monumento Nazionale. Nel 1991, anno della dissoluzione jugoslava e dell’Unione Sovietica, a Basovizza si recò l’allora presidente della repubblica Francesco Cossiga, seguito due anni più tardi dal successore Oscar Luigi Scalfaro, che nel 1992 aveva dichiarato il pozzo della miniera “monumento nazionale”. Dal 2007, il Sacrario di Basovizza è stato restaurato ed è ora attivo il Centro di Documentazione con tutte le informazioni relative alla Foiba e alla tragica storia di quegli anni oggi rappresenta il luogo della memoria per le famiglie di tutti gli infoibati e dei deportati, morti nei campi di concentramento dell’ex Jugoslavia. Di ieri la notizia della profanazione del monumento con scritte in sloveno, a testimoniare che l’orrore non è stato dimenticato, neppure dai sostenitori degli assassini. Sarebbe lugo sviscerare le reali deformazioni mentali o il perché della strage ai danni dei giuliano dalmati, ma purtroppo questa storia è molto simile a quella scritta nel ventennio fascista, nella conquista del Regno delle Due Sicilie da parte dei piemontesi, che sterminarono interi paesi solo per sospetto di collaborazione con i briganti, ma anche oggi dello sterminio dei palestinesi da parte di chi sulla propria pelle non ha imparato nulla. Di solito si dice ai posteri l’ardua sentenza, purtroppo la storia quella reale ci insegna che i posteri saranno sempre dei ciucci assatanati e affamati di sangue e le vittime sempre povera gente, che a volte per reclamare un po di dignità e una vita migliore finiscono per restare vittime di chi li taglieggia.

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AttualitàDalla CampaniaIn EvidenzaTempo libero, sport, cultura, fede, salute, curiosità, eccetera.

Pietrastornina (AV). Giornata per il malato: martedì comunità parrocchiale in preghiera

Martedì 11 Febbraio 2025 ricorre la 33esima Giornata del Malato e la Solennità della Beata Vergine Maria di Lourdes, nell’Anno Giubilare in cui la Chiesa ci invita a farci “pellegrini di speranza”.

In questo tempo ci accompagna la Parola di Dio che, attraverso San Paolo, ci dona un messaggio di grande incoraggiamento: «La speranza non delude» (Rm 5,5), anzi, ci rende forti nella tribolazione.

La comunità di Pietrastornina si ritroverà nel tempo di grazia del Signore, presso la Parrocchia Maria Santissima Annunziata, guidata dal Parroco Don Giovanni Panichella, a celebrare la Giornata del Malato e la Solennità della Beata Vergine Maria di Lourdes, con alle ore 17.30 il Santo Rosario e alle ore 18.00 la Santa Messa Solenne con l’amministrazione del Sacramento dell’unzione degli infermi, ed al termine si terrà la Preghiera alla Vergine Maria per tutti gli ammalati.

(Giovanni Russo – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

AttualitàDalla CampaniaIn EvidenzaPolitica, economia, giustizia

Acerra (NA). Sicurezza: 5 Stelle raccolgono e depositano firme: ‘Ora servono risposte’

Il Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle di Acerra ha ufficialmente protocollato presso il Comune le centinaia di firme raccolte in pochi giorni per chiedere interventi urgenti sulla sicurezza. La crescente ondata di criminalità che ha colpito la nostra città nelle ultime settimane ha generato un’escalation preoccupante: furti nelle attività commerciali, nelle abitazioni, nei garage, cittadini esasperati e imprenditori lasciati soli di fronte ai danni subiti.

La petizione, promossa dal GT del M5S di Acerra con il sostegno attivo della cittadinanza, contiene quattro proposte concrete e immediatamente attuabili per migliorare la sicurezza sul territorio:

  • Potenziamento del sistema di videosorveglianza, con un’estensione della copertura nelle zone più critiche, tra cui scuole, periferie e aree commerciali.
  • Maggiore presenza della Polizia Municipale, con una distribuzione strategica degli agenti e l’istituzione di un Tavolo permanente sulla sicurezza tra istituzioni, cittadini e forze dell’ordine.
  • Sostegno alle attività colpite dalla criminalità, con misure economiche e burocratiche per aiutare commercianti e imprenditori a riprendersi dopo furti o danneggiamenti.
  • Collaborazione con i Comuni limitrofi, per garantire una vigilanza più efficace anche nelle ore serali e notturne.

«La sicurezza non è un lusso, ma un diritto – dichiara Michele Paolella, rappresentante del Gruppo Territoriale del M5S di Acerra – in una città in cui l’ondata di furti incide in modo così netto sul commercio e la sicurezza delle famiglie, chi governa il territorio non può voltarsi dall’altra parte. Acerra non può essere ostaggio di bande di ladri e di una politica attendista e inerme. Questa petizione dimostra che i cittadini sono pronti a lottare per il proprio territorio, e ora tocca al Comune dare risposte!»

Il Movimento 5 Stelle di Acerra ringrazia tutti i cittadini che hanno firmato e gli attivisti che in questi giorni hanno girato per le strade, nei mercati e nei negozi, portando avanti un’azione di cittadinanza attiva e partecipata. Questo è il vero spirito di una comunità unita, che non si arrende e pretende soluzioni concrete e immediate. Concludono i pentastellati nella nota – adesso ci aspettiamo che l’Ente, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento per la Partecipazione, dia voce alle centinaia di cittadini che hanno sottoscritto questa petizione e avvii l’iter per attuare interventi concreti.

Acerra non può più aspettare. Sicurezza subito!

(Movimento 5 Stelle Acerra – Gruppo Territoriale – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

AttualitàCaserta e SannioCronacaDalla Campania

Carditello: cani affidati ad “educatore cinofilo” misteriosamente scomparsi

-CARDITELLO, Qualche anno fa, nel 2023, si è parlato dello scandalo di un canile lager a Casaluce, un allevamento, pensione, che deteneva cani abbandonati a loro stessi, in spazi angusti nonostante gli enormi sgambatoi esterni ai box, in pessime condizioni, denutriti, ammalati e cuccioli morti di stenti. Ora torna a galla una storia oscura che sembra collegata sempre al territorio di Casaluce. Ci sono testimonianze di diverse persone che si erano affidate a un “addestratore cinofilo”, almeno questo è ciò che lui si definiva, in realtà parliamo di un millantatore. Tali proprietari di cani, gli avevano chiesto un aiuto per risolvere delle difficoltà legate al comportamento dei loro cuccioli, per tentare di rieducarli, altri invece avevano lasciato a costui i loro amici a quattro zampe in pensione. Fin qui, tutto normale, se non fosse che molti di questi proprietari hanno lamentato l’incompetenza di questo soggetto mentre spillava loro 40 euro a lezione senza risolvere mai nulla, ma c’è di peggio….molti dei cani lasciati in pensione sarebbero misteriosamente scomparsi. C’è chi racconta del proprio Jack Russell dichiarando che tale “addestratore” avrebbe raccontato che il cane, dopo aver spezzato la chiusura di plastica della pettorina, sarebbe fuggito, riferendo che il cagnolino non avrebbe ascoltato il suo comando. Il proprietario ha anche confermato di essere a conoscenza di numerosi altri casi di “scomparsa” di cagnolini affidati allo stesso “educatore”. Un’altra donna, una volontaria, Anna, aveva affidato all’addestratore un cane problematico da rieducare, ma dopo circa due settimane, la donna viene chiamata perché il cane è scappato. Anna parla di una storia assolutamente poco credibile, e afferma anche lei di essere a conoscenza di altri smarrimenti. Federica, altra testimone, parla di ulteriori 6/7 casi di cani scomparsi dalla “pensione” che risalgono alla scorsa primavera. Cosa ancora più curiosa è che quest’individuo avrebbe lavorato e starebbe ancora lavorando presso un importante centro proprio a Casaluce, dove la gente lamenta non curanza, trascuratezza, molossoidi che non vivono in sicurezza. Le due storie sembrano collegate, quella del 2023 e quella che dal 2024 fino ad oggi, ancora si verifica. Ci chiediamo ma quel canile lager adibito a pensione, allevamento di oltre 400 cani in stato di maltrattamento fisico e psichico, non era stato chiuso? Sono solo coincidenze? Due strutture apparentemente simili. Ma dove sono finiti i cani che venivano affidati a questo signore che si appoggiava tra Carditello e un centro a Casaluce? Nulla ci fa sperare di ritrovarli, che siano fuggiti o meno, che siano forse stati addirittura venduti a terzi per fare soldi, che siano morti, questo non possiamo saperlo, sappiamo solo che, ancora una volta, lo Stato non interviene, restano solo parole, denunce inascoltate, perchè si parla di animali, di esseri innocenti, inermi, di cui nessuno si occupa e a cui non si dà importanza. Chiediamo che vengano approvate delle leggi che puniscano chi sfrutta e maltratta un animale nella stessa misura in cui la vittima può essere un bambino.

 

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Il Tatuaggio: da simbolo tribale a espressione personale

I tatuaggi hanno attraversato un’evoluzione straordinaria, tanto che da segni di ribellione sono oggi considerati come opere d’arte personale. Un tempo marchi tribali se non simboli criminali, oggi rappresentano una forma unica d’espressione personale.

L’esperienza di Daniele
In questo contesto, Daniele, un giovane barman casertano, appassionato di tatuaggi per il puro piacere estetico, offre una prospettiva affascinante su come questo fenomeno sia percepito oggi. Lui considera il tatuaggio non come un simbolo di ribellione o appartenenza, ma una scelta puramente estetica.

Zero dolore e solo piacere 

Con una soglia del dolore elevata, Daniele si serve degli aghi intrisi d’inchiostro per il semplice piacere di vedersi tatuato. La sua scelta di optare per una presenza dispari sul proprio corpo la giustifica unicamente per motivi scaramantici, un tocco personale alla sua collezione. I suoi tatuaggi riflettono così una tendenza crescente tra i giovani e pongono l’estetica sopra il significato; fanno si, insomma, che l’apparenza e l’individualità siano sempre più valorizzate diventando un mezzo per esprimere se stessi, senza necessariamente legarli a storie o simboli profondi.

Arte celebrata, ma non solo
Non è solo l’arte del tatuatore a essere celebrata, ma anche la decisione di chi sceglie di tatuarsi. In passato, i tatuaggi erano spesso associati a gruppi marginali o identità ribelli. Oggi, al contrario, rappresentano una tela su cui ognuno può dipingere la propria storia, o semplicemente decorare il proprio corpo. L’importanza di chi è tatuato emerge con forza, tanto che Daniele possa  mostrare il tatuaggio come una forma d’arte personale, un abbellimento del corpo che non necessita di un significato profondo per esistere.

Effimero, ma non troppo

La bravura del tatuatore, il design, e l’intenzione estetica si intrecciano, dando vita a opere che parlano di chi le porta, in un mondo dove l’apparenza ha un peso crescente e i tatuaggi un modo per distinguersi e raccontare se stessi. Non è più solo una questione di ribellione o appartenenza, ma di pura estetica e autodefinizione.

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AttualitàDalla Campania

Michele M. Ippolito al top di US Acli Campania

Michele M. Ippolito eletto all’unanimità al Congresso di Avellino nuovo presidente dell’US Acli Campania: lo Sport come diritto di cittadinanza

Michele M. Ippolito è il nuovo presidente dell’Unione Sportiva Acli Campania. Lo ha eletto all’unanimità dei presenti il congresso regionale, che si è svolto nelle scorse ore ad Avellino, in rappresentanza dei quarantamila iscritti all’associazione.

Ippolito, 45 anni, è un dirigente pubblico esperto in politiche sociali e di welfare. Giornalista, saggista, già componente della task force regionale per l’emergenza Covid-19 e del tavolo di lavoro per la riscrittura delle norme regionali in materia di welfare, nella Acli ha ricoperto, tra i tanti, i ruoli di consigliere nazionale e di presidente dell’assemblea nazionale dei giovani, oltre che vicepresidente vicario regionale della Us Acli.

Michele M. Ippolito

Questa elezione mi onora – ha affermato Ippolito – L’Unione Sportiva Acli è un’associazione gloriosa e dalla storia importante, uno dei perni dello sport sociale nel nostro Paese. Questa tradizione e questa reputazione vanno salvaguardate e promosse. Per fare questo, c’è bisogno di un livello regionale forte, competente, capace di creare legami tra le realtà provinciali e quelle di base, ma anche di confermarsi come interlocutore serio e credibile per soggetti istituzionali, politici, associativi. Questo perché ritengo che il diritto allo sport sia un vero e proprio diritto di cittadinanza, che come tale va preservato e sviluppato. Un lavoro che, da soli, non possiamo portare avanti.

Per Ippolito … lo sport è oggi elemento di socialità, di benessere, di prevenzione sanitaria, ma anche volano per l’economia attraverso il turismo sportivo e le attività all’aria aperta, in una Regione dalle grandi bellezze naturali come la Campania, in tutto e per tutto una grande palestra a cielo aperto. Tanto ancora c’è da fare sui nostri territori per allargare la cultura dello sport tra i cittadini, dai bambini agli anziani.

Nei prossimi giorni il presidente convocherà il consiglio regionale dell’associazione, chiamato ad eleggere la nuova presidenza.

Per comunicazioni: 3939019211

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In 3000 annunci funebri la storia di una città!

Il linguaggio è identità” – questo deve aver pensato Federico Albano Leoni, filologo e docente di glottologia alla Federico II di Napoli, quando ha iniziato una singolare collezione, quella che raccoglie i manifesti funebri affissi in Campania e particolarmente a Napoli.

“Mi appassionai anni fa a leggere i manifesti funebri – racconta Albano Leoni – e ho cominciato a fotografarli, indagando sul significato profondo di definizioni e soprannomi che, in realtà, non erano rivolti a tutti, ma alla gente del vicolo, del rione”.

Ad esempio – continua il linguista – una mattina vidi nella zona di Montesanto, un manifesto con la scritta “è morta Maria detta Maria dint è fnstell’”. Chiesi informazioni e una donna mi disse che la vecchietta viveva sola in un ‘basso’ con due piccole finestre e che lei stava sempre lì a guardare la gente che passava. ‘E noi la chiamavamo Maria dint è fnstell’ “.

È la prima volta che viene pensata un’operazione tanto atipica, ossia quella di voler ricostruire storia e identità di un territorio, nonché il rapporto tra storia e vissuto della gente, attraverso la pubblicazione necrologica.

Così si può comprendere l’importanza che ebbe per i partenopei la storica impresa delle 4 giornate di Napoli, quanto il popolo di ribellò ai Tedeschi e li cacciò dalla città. In particolare, Leoni ricorda un annuncio in cui si comunicava la morte di Gennaro, figlio della Partigiana Maddalena Cerasuolo, eroina del tempo.

Secondo il professore la scrittura di questi documenti presenta “spesso ortografie selvagge, estranee alla stessa lingua napoletana. Una parola come ‘o sringar identifica l’uomo che nella vita va nelle case a fare le iniezioni, conosciuto da tutti per il suo mestiere e descritto dunque con questa strana parola che ha solo una vocale”.

Questa testimonianza linguistica può chiarire quanto la lingua napoletana sia diventata dialetto nel suo progressivo “spocarsi”, perdendo l’ortodossia grammaticale originaria, che ne fecero la lingua dell’antico Regno delle Due Sicilie.

La raccolta si fregia di oltre 3000 manifesti, tutti raccolti in Campania e particolarmente a Napoli; ne troviamo il motivo ancora in queste parole del linguista: “I manifesti funebri si trovano ovviamente in tutta Italia, ma solo a Napoli succede che quando muore Maria viene definita ‘a purtuallar’ (venditrice di portogalli, cioè le arance – ndr), il suo mestiere con il quale tutti la identificavano. Questo caratterizza Napoli e altre zone a leopardo della Campania, ad esempio Ischia è piena di questi manifesti, mentre a Capri non ce ne sono. E poi emerge anche la forte presenza femminile nella gerarchia familiare: solo qui si mette ‘morto Giovanni Esposito vedovo di…” e il nome della moglie. In genere succede il contrario”.

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SERVIZI ANTIDROGA DEI CARABINIERI. PUSHER SMASCHERATO GRAZIE AL FIUTO DI LUNA.

Il 25enne di San Felice a Cancello, già noto alle forze dell’ordine per la commissione di reati in materia di stupefacenti, nel corso di una perquisizione domiciliare è stato trovato in possesso di 3 involucri in plastica contenente hashish utile al confezionamento di numerose dosi.

Alcune segnalazioni, pervenute nei giorni scorsi alla Compagnia Carabinieri di Maddaloni, riguardanti un continuo e sospetto viavai di giovani da una delle abitazioni di via fosse iacp, a San Felice a Cancello, nel casertano, hanno indotto i militari della Sezione Operativa ad organizzare un mirato servizio antidroga.

L’accesso all’appartamento attenzionato dai carabinieri è avvenuto nella serata di ieri con il supporto delle unità del Nucleo Cinofili Carabinieri di Sarno.

Quando il 24enne ha aperto la porta ha subito mostrato una calma apparente rispondendo alle specifiche e dirette domande poste dai carabinieri, che non era in possesso di stupefacenti.

Le sue risposte non hanno convinto i militari, ma soprattutto non sono bastate a fermare il cane carabiniere Luna.

Appena entrata nell’appartamento, grazie al suo infallibile fiuto, si è subito diretta in camera da letto fermandosi proprio all’altezza di uno dei cassetti del comodino posto a lato del letto.

Sono bastati pochi istanti al suo conduttore per rinvenire al suo interno i tre involucri in plastica, singolarmente confezionati e risultati contenere hashish utile al confezionamento di numerose dosi. Insieme allo stupefacente i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato anche la somma in contanti pari a 1800,00 euro suddivisi in banconote di vario taglio e ritenuto provento dell’attività illecita.

Il 24enne, accompagnato in caserma, è stato denunciato in stato di libertà. Dovrà rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

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DANNI AL PATRIMONIO CULTURALE E REALIZZAZIONE DI OPERE ILLECITE. I CARABINIERI DENUNCIANO DUE PERSONE.

Due persone, ritenute responsabili di reati in danno del patrimonio culturale, realizzazione di opere illecite e in assenza di autorizzazione, sono state denunciate in stato di libertà nella mattinata odierna dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli.

Gli immediati accertamenti eseguiti dai militari dell’Arma nell’ambito del monitoraggio dei monumenti nella provincia di Caserta con il supporto di funzionari della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, hanno consentito di accertare l’avvenuta realizzazione, a vario titolo da parte dei denunciati, di opere illecite sul Campanile e Arco dell’Annunziata della città normanna, facenti parte del complesso monumentale “della Real Casa dell’Annunziata” – bene tutelato ai sensi del codice dei beni culturali. Tali realizzazioni, consistenti nell’installazione abusiva di luminarie ed addobbi vari, sono risultante, peraltro, non compatibili con il carattere storico dell’edificio.

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AttualitàCaserta e SannioCronacaDalla Campania

De Rosa confermato presidente della Provincia di Caserta: il Consiglio di Stato boccia il ricorso di Di Monaco

Di Francesco Carissimo

Marcello De Rosa resta alla guida della Provincia di Caserta. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso presentato da Gaetano Di Monaco, confermando la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania che gli aveva dato ragione. Con questa sentenza, il presidente De Rosa consolida la sua posizione in attesa della trattazione del merito del ricorso, prevista per i prossimi mesi.
Il ricorso e la difesa di De Rosa
Il ricorso di Di Monaco, sostenuto dall’avvocato Antonio Nardone, contestava la validità della sua nomina e chiedeva il riconoscimento della sua pretesa di subentrare alla guida della Provincia. Di Monaco aveva impugnato l’atto amministrativo, ma il Comune di Caserta non si è costituito in giudizio. Anche Marcello De Rosa, difeso dall’avvocato Fabrizio Perla, ha ribadito la legittimità della sua posizione.
Il Consiglio di Stato ha esaminato il caso e ha sottolineato come l’interesse pubblico alla continuità amministrativa sia prevalente. Infatti, De Rosa ha ricoperto la carica di vicepresidente sin dal decreto presidenziale del 28 novembre 2024 e ha continuato a svolgere il suo incarico con regolarità, adottando numerosi provvedimenti, come documentato agli atti. La decisione, pertanto, si fonda sul fatto che De Rosa ha agito con continuità e nel rispetto degli obblighi istituzionali.
La decisione e le sue implicazioni
La sentenza del Consiglio di Stato ha inoltre sottolineato che la trattazione del merito del ricorso sarà a breve, in quanto la data fissata dal TAR per la discussione si avvicina. Per questa ragione, il Consiglio ha respinto l’appello di Di Monaco, rimandando la questione al TAR Campania per l’analisi approfondita dei temi legali sollevati dalle parti in causa.
Con il ricorso respinto, De Rosa potrà continuare a svolgere le sue funzioni di presidente, almeno fino a quando non si pronuncerà il TAR sulla questione. La decisione del Consiglio di Stato prevede anche la compensazione delle spese legali della fase cautelare, esentando le parti da ulteriori oneri economici in questa fase preliminare.
La sentenza, pronunciata il 6 febbraio 2025, ha visto la partecipazione del collegio presieduto dal magistrato Michele Corradino, con i consiglieri Stefania Santoleri, Giovanni Tulumello, Angelo Roberto Cerroni ed Enzo Bernardini. Il prossimo passo sarà l’udienza davanti al TAR per una valutazione più approfondita della vicenda.

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