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Dall’Italia

Notizie e cronaca dall’Italia

Napoli. Forza Italia, Silvestro: Stati Generali prevenzione importante occasione di confronto per futuro sanità

Gli Stati Generali della Prevenzione rappresentano un momento di confronto di altissimo profilo su un tema cruciale per il futuro della sanità pubblica.
Sono grato di essere stato scelto come relatore e di poter contribuire al dibattito che si terrà a Napoli, città che torna ad essere centrale nello scenario nazionale e internazionale della salute”.
Lo dichiara Francesco Silvestro, senatore di Forza Italia e capogruppo nella commissione Sanità al Senato. “Un sincero ringraziamento va alla dottoressa Maria Rosaria Campitiello, professionista seria e competente, che con dedizione ha reso possibile un evento di alto profilo.
A chi ha provato a strumentalizzare questa importante occasione di confronto, risponderanno i fatti: la sanità non sarà mai terreno di propaganda, ma spazio di responsabilità, competenza e servizio ai cittadini“, conclude Silvestro.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Brindisi. Carabinere ucciso in un agguato: profondo cordoglio dell’associazione Sottufficiali

Cordoglio per la morte del collega Legrottaglie, Caduto per la Patria e in difesa della libertà degli italiani dalla criminalità”.

Questo il primo commento del Presidente dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia, Gaetano Ruocco, alla notizia della morte del Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie, ucciso in un conflitto a fuoco con dei malviventi.

Carlo era all’ultimo giorno di lavoro – dice Ruocco – tra pochi giorni avrebbe cessato il servizio attivo, ma non si è tirato indietro, non ha indietreggiato, perché ha sentito forte dentro di sé il dovere.

Un sentimento, il dovere, che le donne e gli uomini in divisa vivono intensamente e che guida la loro azione quotidiana – conclude Ruocco – Legrottaglie è un Martire della libertà, perché è caduto in difesa della Patria e per liberare gli Italiani dalla piaga della criminalità”.

(ANSI, associazione nazionale sottufficiali d’Italia – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Giornata contro la Contraffazione, Confeuro: ‘Qualità e controlli per una vera garanzia alimentare’

“In occasione della Giornata Mondiale contro la Contraffazione, Confeuro ribadisce l’importanza di un impegno deciso per tutelare la qualità del nostro patrimonio agroalimentare e contrastare un fenomeno che danneggia profondamente i produttori onesti, la concorrenza e la sicurezza dei consumatori.” Lo dichiara Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro.

“Il ruolo dell’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari (ICQRF) è oggi più che mai fondamentale per garantire trasparenza e rispetto delle regole lungo tutta la filiera. Ma da solo non basta. È tempo di andare oltre il concetto di “sovranità alimentare” per parlare seriamente di “garanzia alimentare” – prosegue Tiso – che significa non solo capacità di produrre cibi di qualità, ma anche di proteggere le nostre aziende agricole, in particolare le piccole e medie realtà, dall’ingresso indiscriminato di merci extra UE che non rispettano gli standard europei”.

Per Confeuro, dunque la strada è chiara: “rafforzare le azioni di controllo e monitoraggio non solo a livello nazionale, ma soprattutto a livello comunitario. Ciò che entra nei confini europei ha accesso facilitato ai mercati nazionali: senza verifiche serie e tempestive a monte, si rischia di compromettere l’intero sistema agroalimentare, favorendo pratiche sleali e abbassando la soglia della qualità. Un controllo comunitario più rigoroso – conclude Tiso – contribuirebbe non solo a difendere i consumatori da prodotti non conformi, ma anche a garantire rispetto e lealtà verso gli agricoltori italiani, che ogni giorno lavorano nel rispetto delle regole e dell’ambiente, offrendo cibo sano, tracciabile e di eccellenza”.

(Nicola Arpaia – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Giornate Europee dell’Archeologia: dal 13 al 15 giugno 11 appuntamenti ‘targati’ BCsicilia

Visite guidate, escursioni, conferenze, presentazioni di libri. Sono 11 gli appuntamenti promossi da BCsicilia in occasioni delle “Giornate Europee dell’Archeologia” 2025 che si terranno dal 13 al 15 giugno, in tutto il vecchio continente, giunti quest’anno alla sedicesima edizione, e che in Italia ha il patrocinio del Ministero della Cultura.

Iniziative in giro per tutta l’isola: da Palermo a Palazzolo Acreide, da Monreale a Riesi, da Termini Imerese a Siculiana.

Si andrà alla scoperta di grotte preistoriche e antichi insediamenti, si parlerà di archeoastronomia e di primitivi strumenti, si potranno ammirare albe solstiziali, visitare ipogei e necropoli, passeggiare tra antichi quartieri, partecipare a archeo escursioni alla scoperta del megalitismo dell’entroterra siciliano e di torri costiere e prendere parte a presentazioni di libri che parlano di perdute città.

Una straordinaria occasione – afferma Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia – per conoscere e valorizzare il patrimonio archeologico della nostra Isola, all’interno di una prestigiosa iniziativa di respiro europeo a cui aderiscono 32 paesi”.

Gli appuntamenti di BCsicilia per le Giornate Europee dell’Archeologia:

Iniziative

Venerdì 13 Giugno

Bagheria

Alla ricerca delle stelle: visita guidata alla Specola di Palermo

Palermo

L’evoluzione delle piazze storiche di Palermo attraverso l’indagine archeologica

Alia

“Come in Cielo così in Terra”: una mappa stellare sulla Via della Thòlos

Sabato 14 Giugno

Cefalù

Passeggiata archeologica al Parco della Rocca

Riesi

Presentazione del libro: Alla ricerca della perduta città di Engyon

Siculiana

Siculiana archeologica: le Necropoli. Testimonianze dell’Età Tardo antica

Domenica 15 Giugno

Riesi

Visita guidata al sito Preistorico e Archeo-astronomico di Costa di Mandorle

Palazzolo Acreide

Escursione archeologica alla catacomba di Senebardo o del Fieno

Bagheria

Mamma li turchi! Visita guidata alle Torri a difesa della costa

Termini Imerese

La Città sulla Roccia: passeggiata alla scoperta degli affioramenti rocciosi

su cui fu costruito il centro storico di Termini

Monreale

Escursione archeologica agli Ipogei di Monte Reitano

Coordinamento:

Tel. 346.8241076 – Email: segreteria@bcsicilia.it – Fb: BCsicilia

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Da Cuneo appello disperato della madre di un giovane disabile che rischia di perdere l’assistenza regionale

Si è tenuta il giorno 6 giugno presso la struttura Cooperativa sociale “Valentina” di Caraglio (Cuneo) una
riunione con alcuni familiari degli ospiti.

Molti, come me, non sono stati invitati, per non discutere ma decretare a fatto compiuto che l’ASL 1 di Cuneo, viste le nuove direttive della Regione Piemonte, ha deciso che dal mese di settembre del corrente anno i ragazzi che frequentano i residenziali non potranno più frequentare i Centri diurni. O uno o l’altro! Si leva il doppio servizio!

Un fulmine al ciel sereno di cui sia noi come familiari, sia gli stessi operatori dei Centri non erano stati informati, e soprattutto non sono stati informati i nostri figli che ora con un preavviso davvero ridicolo devono metabolizzare e accettare le direttive regionali.

I piani alti hanno agito in sordina senza tenere presente il bisogno di continuità dei nostri figli, dichiarando che i residenziali dovranno intrattenere gli ospiti con attività adeguate alle loro capacità ed esigenze; chiedendo al residenziale di realizzare un progetto educativo e si sa che dall’oggi al domani non si realizza un progetto strutturato in modo da favorire il benessere di questi ragazzi!

Ragazzi con difficoltà differenti che solo dopo anni di progetti mirati hanno trovato un loro equilibrio…

Ragazzi che frequentano i centri diurni, molti da decenni, ora si troveranno da settembre a perdere la loro quotidianità, le loro attività, amicizie e soprattutto gli affetti.

Rapporti creati con fatica negli anni, relazionandosi pian piano, avendo fiducia negli operatori che sono per loro una seconda famiglia. I centri diurni una casa e ora grazie ai tagli della regione, si è pensato bene di cacciarli!

Con la rassicurazione che saranno seguiti nei residenziali, non tenendo conto dei rapporti di amicizia instaurati negli anni con gli altri ragazzi ospiti dei centri diurni, con gli operatori che sanno bene, lavorando sul campo, quanto sia importante la sicurezza e la continuità per questi ragazzi, già tanto provati dalla vita; che ora si ritroveranno a vivere esclusivamente nei centri residenziali, e sottolineo: strutture valide e amorevoli verso i nostri figli, ma non preparate ad accogliere 24 ore su 24 ragazzi abituati a vivere nei centri diurni, con i loro amici, con le loro attività, con quella sicurezza che ora verrà a perdersi.

Chi ha trovato questa soluzione categorica, non ha pensato minimamente ad una via di mezzo che non
penalizzasse così duramente i nostri figli in modo assolutamente deplorevole.

Se il problema è economico, e sicuramente lo è, si poteva richiedere una quota mensile per la frequenza, ma non si può! I centri non sono strutture private per cui la regione non ci permette di pagare per aiutare i nostri figli, ma preferisce sbatterli fuori, ragazzi disabili che necessitano di un luogo in cui si sentono accolti e protetti, ragazzi come il mio e tanti altri che in quei centri sono cresciuti… hanno imparato a sorridere e ora di punto in bianco gli si chiude la porta in faccia.

No! Non lo accetto né come madre di un figlio disabile, né come essere umano pensante, e come me molte altre famiglie e operatori del settore.

Nella mia esperienza personale con due figli disabili, affetti da malattia rara, Abele il mio primogenito è tra i due il più bisognoso di assistenza. Mio figlio in quella struttura ha imparato a mangiare insieme agli altri, ha imparato ad uscire in gruppo, ad avere amicizie, ha tolto il pannolone! Ha imparato a vivere! Ha fatto progressi impensabili. Quasi miracolosi!

Potrei fare un elenco lunghissimo dei traguardi raggiunti grazie alla cooperazione degli operatori del Centro diurno casamica; e come il mio molti altri giovani sono stati seguiti egregiamente. I Centri diurni sono risorse fondamentali per dare a questi ragazzi una vita dignitosa e piena di esperienze!

E ora, dopo tutto questo lavoro, questi giovani già con tante problematiche con cui convivere rischiano una regressione, perderanno punti di riferimento indispensabili per loro! Ma a questo non si è
pensato minimamente, senza il Centro diurno Casamica non avrebbe imparato a sorridere!

Non avrebbe imparato a mangiare insieme agli altri, ad andare al mare, ad uscire in gruppo. Io devo tantissimo al centro diurno Casamica di Busca!

Come altre famiglie lo devono a tutti i centri diurni sparsi nella regione. E la regione e chi la gestisce deve a mio figlio e a tutti i ragazzi disabili il giusto rispetto che ora qui sta venendo a mancare.

Un rispetto ed un diritto stabilito anche dal Decreto Legislativo 62 in vigore dal 30/06/2024 che sancisce il diritto della persona in condizione di disabilità ad avere attivato ed elaborato un “progetto di vita” individuale, personalizzato e PARTECIPATO che tenga conto delle reali necessità della persona che è quindi al centro della progettazione sopra-citata.

Un “progetto di vita” che se rimodulato deve seguire, come sancito dall’articolo 27, “il principio di continuità dell’assistenza e perseguendo, per qualità, quantità e intensità, livelli di organizzazione e di prestazioni non inferiori a quelli precedenti” cosa che non può essere garantita da una struttura residenziale che si occupa di rispondere a bisogni completamente diversi e che per organizzazione-personale non sarebbe quindi in grado di erogare gli stessi livelli prestazionali di un Centro Diurno.

Oltre a questo nello stesso Decreto Legislativo si parla all’art. 17 dell’Accomodamento ragionevole in cui viene sancito che è anche possibile da parte del soggetto con disabilità e suo rappresentante (genitore, amministratore di sostegno con poteri, etc.) di formulare delle PROPOSTE ma questo non è stato tenuto minimamente in considerazione.

Si potrebbe continuare citando tutti gli articoli presenti ed il risultato è che in questa vicenda l’attuale Decreto Legislativo 62 non viene minimamente applicato come previsto ed anzi viene PRESA e messa in ATTO una decisione, senza la possibilità di nessun tipo di contrattazione, che viene solamente SUBITA dalla persona in condizione di disabilità senza poter fare nulla. Un fatto a dir poco grave!

Per cui chiedo al Presidente Cirio di rivalutare questa direttiva, trovare una soluzione, anche chiedendo alle famiglie un pagamento mensile, perché qui non si mette in discussione l’esigenza economica della Regione, ma il non diritto di continuità al benessere soprattutto psichico dei nostri figli!

Chiedo a chi di dovere, a chi può aiutare me e tante altre famiglie, di far sì che ai nostri figli non venga
negato il diritto alla loro seconda famiglia in cui da anni convivono felicemente.

Non fate che il sorriso di mio figlio e dei tanti altri ragazzi già così provati dalla vita si spenga. Non fate
che debbano rinunciare ai Centri diurni! Urge l’aiuto di tutti!

Firmate la petizione! Condividetela con amici e familiari, abbiamo bisogno di tutto il sostegno possibile
perché oggi sono i nostri figli, ma domani potrebbero essere i vostri…
https://chng.it/67bXpm49XZ

(Monica Pasero – Lettera Aperta – Archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Trani. Malasanità, donna perde una gamba per mancata diagnosi di ischemia: risarcita con 75.000 euro

Il Tribunale riconosce il danno da “perdita di chance”: l’ASL condannata a risarcire gli eredi con 75mila euro

Il Tribunale civile di Trani, giudice Milillo, ha condannato l’ASL BAT a versare un risarcimento pari a 75mila euro agli eredi di una donna di Andria che, nel 2018, subì l’amputazione dell’arto inferiore destro per una diagnosi tardiva di ischemia acuta. La sentenza rappresenta un importante precedente in tema di responsabilità sanitaria perché riconosce il danno da “perdita di chance terapeutiche”.

La vicenda ha avuto origine nel dicembre 2017, quando la donna, all’epoca 79enne, si rivolse al presidio ospedaliero di Andria, struttura sanitaria dell’ASL BAT, lamentando dolore all’arto inferiore destro. Nonostante la chiarezza e l’urgenza dei sintomi, non furono disposti gli esami diagnostici necessari e non fu individuata tempestivamente la causa del problema: un’ischemia acuta, una condizione grave che, se affrontata in tempo, avrebbe potuto evitare l’amputazione.

Il Tribunale, accogliendo l’impostazione sostenuta dagli avvocati Davide Di Marco di Scafati (Foro di Nocera Inferiore) e Gerardo Belcore (Foro di Nocera Inferiore), assistiti dalla consulenza medico-legale del prof. Nicola Maria Giorgio, ha riconosciuto la responsabilità dell’ASL BAT per la “perdita di chance”.

Si tratta di una figura giuridica autonoma rispetto al danno biologico, che consiste nella concreta possibilità – pur non certa – che la paziente avrebbe avuto di evitare la conseguenza irreversibile dell’amputazione, qualora fossero state seguite le linee guida diagnostiche e terapeutiche del caso.

La causa, avviata nel 2020 dagli eredi dopo il decesso della donna, avvenuto nel corso del procedimento, è risultata complessa e delicata sul piano probatorio. La capacità del team legale e medico-legale di individuare in corso di causa una domanda subordinata, ovvero la perdita di chance terapeutica, ha consentito di far emergere con chiarezza come una tempestiva diagnosi avrebbe offerto alla donna concrete possibilità di evitare l’amputazione e le drammatiche conseguenze che ne sono derivate.

«Questa sentenza è un segnale forte e positivo – commenta l’avv. Davide Di Marco – perché afferma un principio importante: la tutela della salute è un diritto che appartiene a tutti, indipendentemente dall’età o dalle condizioni personali. La perdita di chance rappresenta una evoluzione fondamentale nella giurisprudenza in tema di responsabilità sanitaria, perché consente di risarcire non solo il danno certo, ma anche la concreta possibilità perduta. È un riconoscimento di dignità per la paziente e per i suoi familiari che, dopo una lunga battaglia, vedono finalmente riconosciuto ciò che hanno sofferto».

La vicenda giudiziaria, conclusasi definitivamente nei primi mesi del 2025 con il pagamento delle prime tranche del risarcimento stabilito dal Tribunale, rappresenta un precedente significativo, specialmente nei casi in cui il nesso causale diretto tra negligenza medica e danno non sia di immediata dimostrazione.

Il risultato è infatti frutto di un lavoro approfondito, condotto sia sul piano legale che su quello medico-legale. Particolarmente determinante si è rivelato il ruolo della consulenza tecnico-scientifica del prof. Nicola Maria Giorgio, medico legale responsabile scientifico della società AP Risarcimento & Consulenza, struttura con sede principale a Scafati, attiva nel settore della responsabilità sanitaria e nella tutela medico-legale delle vittime di errori sanitari.

La decisione del Tribunale ha affermato anche l’importanza di garantire attenzione diagnostica e terapeutica a ogni paziente, indipendentemente da età o condizioni personali, superando pregiudizi o stereotipi sull’ineluttabilità di certi esiti in età avanzata.

«Questo risultato – conclude l’avvocato Di Marco – deve essere un incoraggiamento per chiunque si trovi ad affrontare casi di malasanità: nessuno deve sentirsi solo di fronte alla sofferenza, perché la legge può riconoscere e tutelare anche la speranza mancata, se reale e concretamente dimostrabile».

(Marco Pirollo – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Da Napoli a Brescia corso di pizza ‘verace’ dallo Chef Ciro a una condizione: niente telefono

Il pizzaiolo Ciro Di Maio celebra la Giornata Mondiale del Pomodoro a Brescia con un corso gratuito di pizza partenopea.

Unico requisito per partecipare: spegnere il cellulare e accendere il cuore. “Vogliamo ricreare l’ambiente delle famiglie napoletane di un tempo e valorizzare la storia del pomodoro”.

“Qui dentro non serve il telefono. Serve la voglia di stare assieme”. È questo lo spirito con cui Ciro Di Maio, pizzaiolo napoletano trapiantato a Brescia, ha deciso di celebrare la Giornata Mondiale del Pomodoro, che ricorre il 15 giugno, lanciando un’iniziativa che è insieme un laboratorio di cucina e una piccola rivoluzione culturale.

Lunedì 16 giugno, dalle 19.30 alle 21.30, nel suo locale “San Ciro” in via Sorbanella (a due passi dal multisala OZ, a Brescia), si terrà un corso gratuito per imparare a fare la pizza napoletana: impasto, stesura, cottura nel forno a legna e assaggio finale. A settembre l’iniziativa verrà replicata in modo più strutturato, con un vero e proprio piano di formazione della durata di 40 ore (info e prenotazioni: 030 3534570 / 339 4079411).

La vera particolarità sta nella scelta di come vivere il corso: saranno vietati i telefonini. Non è una boutade né una provocazione. È una scelta precisa, profondamente sentita.

«Oggi non ci si guarda più negli occhi. Siamo in cucina, ma ognuno ha la testa altrove. Questo corso vuole essere un ritorno ai tempi lenti, veri, quelli in cui si cucinava tutti insieme, senza filtri, senza selfie, senza notifiche. Solo con le mani sporche di farina, la voce della nonna che racconta una storia e il forno che crepita», racconta Ciro.

L’iniziativa di “San Ciro” nasce dalla volontà di riconnettersi con le radici, con quella cultura napoletana in cui la cucina è prima di tutto condivisione. La pizza, in particolare, è un rituale familiare: la domenica, i tavoli larghi, le mani che impastano, le risate tra i bambini. Un tempo lento, umano, vero. «La pizza non è un prodotto da consumare, è un atto d’amore. Farla insieme è come suonare uno strumento in armonia. E quando c’è un forno acceso e un impasto che cresce, non c’è bisogno di schermi. C’è solo bisogno di persone», spiega Di Maio.

E per questo, l’uso dei cellulari sarà completamente vietato durante il corso. All’ingresso, chi partecipa verrà invitato a spegnere il telefono e a riporlo. Nessuna foto, nessun video. Solo presenza, dialogo, condivisione.

Un gesto controcorrente in un mondo sempre più digitale, ma che trova sempre più sostenitori: famiglie, coppie, amici che desiderano vivere un’esperienza autentica.

Il laboratorio del 16 giugno è aperto a tutti, anche a chi non ha mai messo le mani in pasta. Si imparerà a dosare acqua e farina, a conoscere i segreti della lievitazione, a stendere con rispetto un impasto vivo, a gestire la temperatura del forno a legna. E infine si condividerà la pizza, tutti insieme, in un’atmosfera che richiama le cucine delle nonne, i vicoli di Napoli, le chiacchiere davanti al forno acceso. Ma soprattutto, sarà un’occasione per fermarsi, guardarsi negli occhi, riscoprire la bellezza del tempo lento.

«C’è qualcosa di sacro nel fare la pizza insieme. È una danza, una preghiera, un gioco. Ma soprattutto è famiglia. E la famiglia non ha bisogno di wifi», dice Ciro.

Il corso si tiene nel giorno successivo alla Giornata Mondiale del Pomodoro, frutto che è cuore pulsante della tradizione gastronomica italiana. Già lo scorso anno, Ciro aveva celebrato questa ricorrenza con una pizza speciale a tre pomodori – San Marzano, datterino siciliano e pomodorino giallo del Piennolo – pensata come un abbraccio tra Nord e Sud, dolcezza e acidità, colori e territori diversi.

Un gesto gastronomico, ma anche simbolico: un inno all’unione in tempi di divisioni. “Il pomodoro – ricorda Ciro – è rosso come il cuore, come la passione, come la fiamma del forno. È il centro della mia cucina e della mia filosofia”.

Ricordiamo che quella di Ciro Di Maio è una storia di riscatto. Nato nel 1990 a Frattamaggiore, ha lasciato gli studi per lavorare, ha fatto la gavetta nei forni del Nord e nel 2015 ha avuto la sua svolta: ha rilevato la pizzeria dove lavorava e oggi è titolare unico del ristorante “San Ciro”, dove dà lavoro a 15 persone.

Il suo è un locale che unisce tradizione verace e cucina gourmet, frequentato da vip, calciatori, artisti, ma soprattutto da gente comune che cerca una pizza fatta come si deve, con ingredienti DOP, tecniche artigianali, attenzione ai dettagli e all’anima.

Non è nuovo a iniziative dal forte valore sociale: ha insegnato a cucinare in carcere, ha formato studenti del Rione Sanità di Napoli, ha organizzato serate di beneficenza e corsi per giovani pizzaioli.

Perché, come dice spesso, «la pizza ti salva, se la sai ascoltare. E se la fai con amore, ti insegna tutto: il rispetto, la pazienza, l’arte dell’attesa».

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Da Roma all’Europarlamento il ‘Made in Italy’ con Guadagnuolo e la nuova ritrattistica papale

Il 10 giugno 2025 è stata celebrata la giornata “Made in Italy incontra l’Europa”, curata da Giuseppe Palma. L’evento si è svolto nella prestigiosa Sala David Sassoli, presso la Sede del Parlamento Europeo di Roma, in Piazza Venezia, e ha visto la partecipazione di eminenti personalità quali l’On. Susanna Ceccardi (europarlamentare), l’On. Fabrizio Santori (membro del Comitato Europeo delle Regioni), l’On. Simone Billi (Presidente del Comitato per gli Italiani nel Mondo) e Federico Minghi (Presidente di My Italy Experiences). Durante il convegno, nell’ambito di un dialogo che ha celebrato l’identità italiana e l’innovazione europea, è stata presentata anche l’opera in tecnica mista (collage) del Maestro Francesco Guadagnuolo, intitolata “Leone XIV e l’Alba Digitale”.

Francesco Guadagnuolo è riconosciuto come uno dei principali esponenti del Made in Italy in Europa e un autentico leader artistico, capace di trasformare il panorama della ritrattistica papale. La sua carriera è costellata di opere che hanno saputo rinnovare il linguaggio iconografico della Chiesa: egli interpreta in chiave moderna e profonda le immagini dei Papi del XX e del XXI secolo, trasformando semplici ritratti in ricche narrazioni visive che fondono tradizione e spiritualità, creando così un dialogo intenso tra epoche e culture.

Dalla carismatica figura di San Giovanni Paolo II, la cui storia è sapientemente condensata in emozioni e colori, fino a Benedetto XVI e Papa Francesco, Guadagnuolo ha dimostrato un’abilità unica nel cogliere l’essenza dei grandi leader spirituali. Ogni sua opera si configura come un inno alla storia, alla fede e alla missione universale della Chiesa, rivisitata attraverso la lente del Transrealismo che dona alle immagini una profondità e una linfa estetica inedite. In questo modo, l’arte di Guadagnuolo diventa un ponte tra il sacro e il contemporaneo, parlando a un pubblico vasto e internazionale.

Il culmine di questo percorso innovativo si manifesta nel recente ritratto di Papa Leone XIV, opera che inaugura una nuova iconografia ritrattistica papale. Con questo lavoro, l’artista ha saputo non solo superare i confini tradizionali della rappresentazione del volto papale, ma anche ideare un linguaggio visivo capace di trasmettere un messaggio di speranza, pace e rinnovamento. Il ritratto, caratterizzato da pennellate ardenti e da una palette che bilancia sapientemente calore e luce, simboleggia sia il presente della Chiesa che il suo futuro, aperto a una continua trasformazione. La figura imponente, posta a destra, non viene semplicemente storicizzata: con la mano sinistra alzata in un gesto deciso, essa richiama la necessità di rinnovamento e simboleggia l’invito a una “primo enciclica dell’era digitale”, in un parallelo che riecheggia lo spirito innovativo di Leone XIII, ricordandoci che, nel fermento della modernità, la tradizione italiana deve rimanere un faro guida per l’Europa.

Al centro della composizione, due mani si incontrano in un abbraccio simbolico, regalando un’immagine potente in cui il Made in Italy si intreccia con il mondo interconnesso dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Questo incontro tra il patrimonio culturale italiano e l’avanguardia europea incarna una visione di sinergia in grado di superare ogni confine e trasformare le sfide in opportunità condivise.
Sullo sfondo, due volti – uno umanoide e uno femminile – dialogano con il futuro, rappresentando la continua ricerca di conoscenza e la capacità di reinventarsi, senza mai abbandonare le proprie radici. È un invito rivolto a tutte le eccellenze italiane a confrontarsi, innovare e partecipare attivamente al circuito europeo, contribuendo con passione e ingegno alla costruzione di un domani luminoso e sostenibile.

Infine, il concetto di PACE, posizionato in modo solenne all’interno di un quadrato in cui riecheggia la figura femminile robotizzata, funge da collante fra tradizione e innovazione. La pace non è soltanto l’assenza di conflitti, ma l’armonioso equilibrio tra l’eredità culturale italiana e la propulsiva energia delle nuove tecnologie. È un valore che ci spinge a guardare oltre, unendo la forza del Made in Italy con una visione europea ampia e lungimirante, per un futuro in cui il progresso non vada mai a scapito della tradizione.

La capacità di Guadagnuolo di reinterpretare le figure papali, oltrepassando la mera rappresentazione iconografica, lo ha posizionato all’avanguardia del rinnovamento culturale italiano in Europa. Le sue opere, espressione di una visione che fonde tradizione e modernità, cultura e spiritualità, offrono un nuovo modello di leadership artistica che parla direttamente al cuore e alla mente dell’osservatore. Innovazione tecnica e carica emotiva si uniscono nel suo percorso, rendendo la sua opera un emblema dell’eccellenza creativa italiana, riconosciuta ben oltre i confini del Bel Paese.

Questa rivoluzione nell’arte ritrattistica non solo arricchisce l’immaginario spirituale della Chiesa, ma rappresenta anche un punto di riferimento per le future generazioni di artisti, capaci di parlare il linguaggio universale della bellezza e della fede. In questo contesto, Francesco Guadagnuolo si erge come un audace innovatore e un costruttore di ponti tra il sacro e il moderno, confermando che l’arte, nella sua essenza più pura, è uno strumento potente di unione e di rinnovamento.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

 

Marsala (TP). Costituita sezione di ‘BCsicilia’, per valorizzare i beni culturali e ambientali

Nasce a Marsala la Sezione di BCsicilia, l’Associazione a carattere regionale che si occupa di salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali e ambientali.

Nella prima assemblea della nuova Sede è stato scelto il Consiglio Direttivo.

Presidente del gruppo cittadino è stato eletto all’unanimità Giuseppe Todaro, Segretaria Donatella Di Girolamo, invece Economo è stata nominata Giusy Curcio.

All’incontro era presente il Presidente regionale di BCsicilia Alfonso Lo Cascio.

Partendo dal presupposto che Marsala ha grandi risorse in termini di beni culturali e ambientali, ad iniziare dal PALM, ovvero dal Parco Archeologico di Lilibeo Marsala, e dalla laguna marina dello Stagnone con l’unicum rappresentato dall’isola di Mozia, per l’anno in corso, il nuovo gruppo, anche in collaborazione con altri enti ed associazioni cittadine che si occupano di cultura, e in particolare creando un rapporto costante con le scuole del territorio, ritiene necessario iniziare un percorso tendente alla piena conoscenza dei luoghi, che saranno oggetto di visite guidate ed escursioni, inoltre organizzare un convegno di studio, che possa diventare un appuntamento annuale, al fine di essere utile a far scoprire le tante risorse di cui dispone la città, un centro ricco di chiese, palazzi storici, musei e monumenti che meritano di essere ulteriormente salvaguardati e valorizzati, infine di curare la presentazione di libri, con particolare attenzione alle pubblicazioni locali, con l’obiettivo di promuovere la lettura come strumento di comprensione e di crescita.

Il gruppo è raggiungibile tramite tel. 391.11179632, email: marsala@bcsicilia.it, oppure alla pagina facebook BCsicilia Marsala.

In foto Gruppo BCsicilia di Marsala.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Arma dei Carabinieri. Concorso per il reclutamento di 4.918 allievi: tutti i dettagli del Bando

L’Arma dei Carabinieri ha previsto l’assunzione di un numero significativo di giovani che andranno a rafforzare l’organico dell’Istituzione, contribuendo alla sicurezza del territorio e alla tutela della collettività.

Sono iniziate le procedure per la selezione e l’arruolamento di 4.918 Allievi Carabinieri in ferma quadriennale del ruolo appuntati e carabinieri dell’Arma.

Gli aspiranti potranno presentare, entro il 7 luglio, la domanda online attraverso il sito www.carabinieri.it nell’area concorsi, seguendo l’apposito iter e sostenendo le prove previste dal bando (scritta di selezione, di efficienza fisica, accertamenti psico-fisici per la verifica dell’idoneità psicofisica e attitudinali).

Al concorso possono partecipare i cittadini italiani in possesso del titolo di diploma/in grado di conseguirlo nell’anno scolastico 2024/2025 che, alla data di scadenza del termine di presentazione delle domande, abbiano compiuto il 17° anno di età e non abbiano superato il 24° anno di età.

Per i volontari in ferma prefissata iniziale (VFI) e quelli in ferma prefissata in servizio da almeno 12 mesi (VFP1 e VFP4) il limite è 25.

I vincitori frequenteranno un corso di formazione della durata di sei mesi presso le Scuole Allievi Carabinieri (Roma, Reggio Calabria, Iglesias, Torino, Campobasso e Taranto) che consentirà loro di acquisire una preparazione militare, giuridica e professionale, tale da poter ricoprire i delicati incarichi nei vari reparti dell’Arma, tra cui le Stazioni Carabinieri: presidio di ascolto e accoglienza.

È possibile, inoltre, esprimere preferenza per la formazione e per l’impiego nelle specializzazioni in materia di tutela forestale, ambientale e agroalimentare.

Il percorso formativo, altamente qualificante e stimolante, consentirà ai futuri Carabinieri di affrontare con passione e determinazione le quotidiane sfide di una professione vocata alla salvaguardia del bene dei cittadini.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Da Caiazzo e dintorni al Museo di Piana delle Orme (LT) toccante escursione con i ‘Combattenti’

Giornata indimenticabile quella di Domenica 8 giugno al Museo di Piana delle Orme, promossa dalla benemerita associazione “Combattenti e Reduci” egregiamente diretta da Enrico D’Agostino che così la ha descritta:
Magnifica giornata di turismo culturale, grazie alle scenografie e alla bravura delle guide siamo stati letteralmente teletrasportati nell’epoca dei nostri bisnonni, nonni e genitori.
Storia contadina, storia della guerra, storie di sofferenze, sacrifici, povertà.
Oggi grazie al benessere non riusciamo mai a soffermarci e a vedere con gli occhi quelle che erano le condizioni dei nostri avi, per lo più poveri contadini.
Abbiamo portato le nostre bandiere sezionali, ci siamo commossi nel rivivere la tragedia dei nostri caduti e ciò che veramente hanno subito, visto e superato i nostri reduci, molti di noi erano figli di questi reduci e l’emozione nei loro volti è stata spiazzante.
I nostri viaggi non sono solo di turismo sano e voglia di stare insieme. ma anche un impegno affinché la Pace sia una condizione della nostra esistenza, un fondamento del nostro vivere quotidianamente,.non a chiacchere o a opportunità, ma sempre, in ogni occasione della nostra vita.
Dopo l’ottimo momento conviviale presso l’osteria di “sor Augusto” abbiamo visitato l’abbazia di Valvisciolo dove, grazie al professore Guglielmo Guido, abbiamo visto da vicino le tracce dei Sumeri e dei Templari.
Grazie alle sezioni di Caiazzo, Squille, Alvignanello di Ruviano e Villa Santa Croce di Piana di Monte Verna.
(Enrico D’Agostino, presidente Associazione “Combattenti e reduci” di Caiazzo – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Da Montesarchio a Brescia ‘detta legge’ l’avv Fucci: cade anche l’obbligo di dimora per un 30nne

La Corte D’Appello di Brescia, accogliendo l’istanza dell’Avvocato Vittorio Fucci, ha revocato l’obbligo di dimora nel comune di Montesarchio a carico di un noto 30enne di Montesarchio.

Per la croonaca ad aprile il 30enne era stato scarcerato dal Gup di Brescia che, sempre su accoglimento dell’istanza dell’Avvocato Vittorio Fucci, gli aveva revocato i domiciliari, applicandogli in via residuale l’obbligo di dimora, oggi pure esso revocato.

Il 30enne è imputato di frode informatica, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento, furto aggravato dalla minorata difesa di persona incapace di intendere e di agire, con recidiva specifica ed infraquinquiennale e con molteplici circostanze recidive (tali da poter portare all’aumento dei 2/3 della pena), reati, inoltre, aggravati dall’aver commesso questi fatti per assicurare a sé un profitto di circa 10 mila euro.

(News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Tumore non diagnosticato, morto 14enne: la famiglia porta lo Stato alla Corte Europea dei Diritti umani

Lo annuncia lo Studio Associati Maior: “Violati i diritti alla vita e a un processo equo”.

È stato formalmente inviato lunedì alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, tramite Corriere Espresso, il ricorso presentato dalla famiglia di Carmine P., il ragazzo di 14 anni deceduto per un tumore mai diagnosticato in tempo.

Il ricorso, che supera le 4.000 pagine tra atti e allegati, è stato redatto dallo Studio Associati Maior, rappresentato dagli avvocati Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo Catalan e Filippo Castaldo, con il supporto tecnico del medico legale Dott. Marcello Lorello.

I familiari citano in giudizio lo Stato Italiano per la grave archiviazione delle indagini sui sanitari che ebbero in cura il giovane, dei quali solo uno è stato ritenuto responsabile, nonostante le evidenti omissioni diagnostiche e terapeutiche da parte di più professionisti.

La famiglia sostiene che vi sia stata una responsabilità medica collettiva nell’omessa diagnosi tempestiva e nella mancata asportazione del tumore. Il ricorso denuncia la violazione degli articoli 2, 6 e 13 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, in relazione al diritto alla vita, al diritto a un processo equo e al diritto a un ricorso effettivo.

Particolarmente grave la circostanza che il giudice che ha disposto l’archiviazione non fosse territorialmente competente, in violazione del principio del giudice naturale precostituito per legge.

L’archiviazione, inoltre, si è basata su valutazioni non equilibrate, privilegiando le perizie disposte dal Pubblico Ministero, senza possibilità di ricorso in Cassazione, anche a fronte di reati gravissimi.

Lo Studio Maior ha quindi richiesto alla Corte di condannare lo Stato Italiano, stabilendo un equo risarcimento per la mancata tutela giurisdizionale e l’adozione di misure individuali e generali, inclusa la possibile riapertura del procedimento penale.

La morte di Carmine non può restare senza giustizia – dichiarano i legali –. Se in Italia non è stato possibile ottenere un processo equo, sarà Strasburgo a doverlo garantire”.

(Nicola Arpaia – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Italia concentrata sull’addio a Spalletti: così distratta da provocare il clamoroso ‘flop’ referendario?!

Si, mi viene da ridere. Ma è un riso amaro.

L’argomento di oggi che spopola sui social ma anche sui media ad alto ascolto è l’esonero di mister Spalletti dopo la disastrosa sconfitta della modesta nazionale contro il gigante norvegese.

E rido amaramente perché anche quando l’arma di distrazione di massa è spuntata ancora funziona alla grande.

Così passano in sordina i problemi veri del Paese, quelli che abbiamo tutti, e quelli Mondiali, che interessano tutti.

Ma tutti chi? Un Popolo che non esercita i propri diritti e che delega in bianco sui propri bisogni non è un popolo.

È un miscuglio di individualità che sperano di farla franca e non si arrende nemmeno di fronte alla evidenza giornaliera.

È il popolo dei prestiti per andare in vacanza, per l’auto potente e la TV di ultima generazione, che vive in un sogno non capendo che è un incubo.

Viva l’Italia. Ma quando si riuscirà a fare gli italiani?

165 anni mi sembrano tantini. È evidente che c’è qualcosa che non va.

(Michele Russo – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Calvi Risorta. ‘Alla ricerca della mia Calvi’: incontro con l’autore del libro, generale Oreste Salerno

Ho intervistato con piacere, a Roma, il Generale Oreste Salerno, residente nella capitale d’Italia, ma originario di Calvi Risorta.

È stato intervistato da me per il suo nuovo libro ”Alla ricerca della mia Calvi” e i ricordi della Seconda Guerra Mondiale vissuta nel comune caleno.

È doveroso ringraziare da parte mia il Maestro caleno Nicola Migliozzi, nonché nipote del Generale, che mi ha consentito di entrare in contatto con lo zio per la realizzazione dell’intervista.

Per accedere alla video intervista, cliccare sulla foto oppure sul seguente link:

(Alessandro Bonafiglia – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Caltanissetta. Costituita l’Associazione Volontari Ospedalieri: ‘con AVO sempre accanto alle fragilità’

Sabato 7 Giugno 2025, presso la Casa delle Culture e del Volontariato di Caltanissetta, si è costituita l’Associazione Volontari Ospedalieri AVO Caltanissetta.

All’evento erano presenti la Presidente AVO Sicilia, signora Concetta Moscatt, la Vicepresidente Silvia Gasbarro, l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Caltanissetta, Ermanno Pasqualino, e diverse altre Associazioni rappresentative del territorio.

Nata nel 1975 a Milano, AVO oggi è una delle realtà più attive, presenti ed importanti nel settore del volontariato socio-sanitario.

AVO è presente in 13 regioni con oltre 12.000 volontari che, sorretti da una formazione specifica e continuativa che affina i loro talenti di empatia, capacità di ascolto e solidarietà, prestano la loro opera gratuita in Ospedali, Strutture di Ricovero, Strutture Socio-Sanitarie e Territoriali.

Siamo entusiasti di iniziare questo percorso con la comunità nissena” afferma la neo Presidente Daniela Cravotta, presentando i componenti del Consiglio Direttivo che guideranno l’associazione per questo primo mandato: Gandolfo Maria Pepe Vicepresidente, Concetta Ciuro Segretaria, Maria Luisa Scaglione Tesoriera, Antonina Cumbo Consigliera, “ed è con grande orgoglio che accetto l’importante compito di assumere la Presidenza di questa notevole e pregiata associazione” continua la neopresidente, ringraziando i soci fondatori e tutti coloro i quali a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione di questo importante obiettivo.

Presenti all’evento anche le AVO di Palermo, con il suo Presidente Andrea Monteleone; di Enna, con la Presidente Alice Amico, e di Siracusa con la Presidente Imma Messana, a testimoniare il loro supporto alla neonata Associazione che diventa la quindicesima AVO di Sicilia.

A breve verrà organizzato il primo Corso di Formazione per Volontari AVO, che darà modo ai cittadini di Caltanissetta di poter essere anche loro di supporto ed ascolto a chi si trova in un momento di fragilità.

(La Direzione Regionale AVO Sicilia – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)