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Nomine, Lega contro Mantovano. I timori per i tempi lunghi alla Rai

IL DECRETO “POLTRONE” – Il Carroccio accusa il braccio destro di Meloni: “Vuole tutti gli apparati” Fuortes in Cda non fiata, ma è già valzer di incarichi

DI GIANLUCA ROSELLI E GIACOMO SALVINI

6 MAGGIO 2023

Nel day after delle mancate nomine sul comandante generale della Guardia di Finanza e sul capo della Polizia, il governo è in panne. Entro il 9 maggio dovrebbe essere nominato il comandante delle Fiamme Gialle che prenderà il posto di Giuseppe Zafarana, ma non è escluso che il governo possa prendere tempo. Un Consiglio dei ministri è previsto per giovedì, ma l’accordo politico non c’è. Lo scontro è tra la Lega e Fratelli d’Italia, nello specifico tra la coppia Matteo Salvini-Giancarlo Giorgetti e Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, diretta emanazione della premier Giorgia Meloni. Giorgetti spinge per la nomina di Umberto Sirico, Mantovano per quella di Andrea De Gennaro.

Ma lo scontro non è tanto sui nomi, quanto sul metodo. Il ministro dell’Economia non accetta il fatto che la nomina del comandante della Guardia di Finanza sia appannaggio di Palazzo Chigi: “Sarebbe la prima volta nella storia che non viene scelto dal Tesoro”, dice un esponente di governo leghista. Ed è proprio questo su cui si è impuntato Giorgetti, che giovedì mattina, prima del Consiglio dei ministri, era salito al Colle per chiedere a Mattarella un parere sulla nomina. Ma il presidente ha preferito non prendere posizione: dovete vedervela voi. I sospetti leghisti comunque si concentrano su Mantovano. “Dopo l’intelligence, con la Finanza vuole il controllo di tutti gli apparati: non possiamo permetterglielo”, aggiunge la fonte leghista. In gioco c’è l’autonomia del ministro dell’Economia, ragionano in via Bellerio. E se alla fine dovesse scegliere Mantovano, teoricamente Giorgetti dovrebbe dimettersi: così non sarà, ma nella Lega si ricorda il precedente del governo Prodi quando il viceministro Vincenzo Visco decise di rimettere la delega alla Guardia di Finanza dopo la rimozione del generale Roberto Speciale, sostituito da Cosimo D’Arrigo. A questo scontro si aggiunge quello che arriverà sui nuovi vertici di Inps e Inail: Salvini non vuole lasciare a Meloni la presidenza dell’istituto di Previdenza.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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