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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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selvaggia,

A Caiazzo da Pisa in aereo per gustare l’incomparabile pizza di ‘Pepe In Grani’, ma si indigna Selvaggia Lucarelli?

Può capitare, come effettivamente è capitato, che un facoltoso imprenditore toscano, al mero scopo di gustare una pizza incomparabile come quelle proposte a Caiazzo da “Pepe in Grani”, decida di partire col suo jet privato da Pisa per fare scalo a Caserta e quindi raggiungere in taxi il “gotha” della gastronomia, ubicato in un vicoletto del centro storico caiatino, per poi rincasare nella stessa serata.

Può anche capitare, però, che della vicenda si occupi Selvaggia Lucarelli, opinionista che non l’avrebbe affatto presa bene, in considerazione non solo dello sproporzionato sfarzo, ma anche del conseguente inquinamento atmosferico provocato dal doppio volo.

Così la vicenda è tornata di attualità e tuttora si succedono, in particolare su Instagram, le opiononi favorevoli e contrarie, mentre, per i comuni mortali, continua la scansione ordinaria della vita.

(News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Salento. Capanna ‘Sushumna’ su una spiaggia selvaggia e sabbiosa ‘distante anni luce dai mali del mondo’

Capanna “Sushumna”: tra Adriatico e stelle, il custode del mare – Il video. Il rifugio nascosto è a due passi dalla “civiltà”, ma distante anni luce dai mali del mondo: “Qui si vivono la storia e l’ambiente“.

Ci si arriva solo se si è allenati per arrivarci.

Un po’ di gambe ma ciò che conta di più per giungerci sono la testa e soprattutto il cuore.

Sembra di stare anni luce dal resto del mondo, eppure la “civilità” è solo alle spalle, ad un tiro di schioppo ma non appena ci si mette piede sembra svanire ogni male del mondo.

L’approdo è una spiaggia selvaggia e sabbiosa del Salento dove ancora si possono scorgere angoli ameni e sottratti dal tran tran quotidiano, dove l’ambiente è ancora quasi del tutto incontaminato e dove i suoni sono solo quelli della natura.

È qui che un moderno Robinson Crusoè ha pensato di costruirci un rifugio, fatto esclusivamente di tronchi e legni restituiti dal mare, poi ha chiamato la Capanna “Sushumna”, termine che dovrebbe indicare il centro d’energia più importante nella fisiologia della tradizione indiana dello Yoga e del Tantra.

Si perché qui l’energia che si percepisce è data dalla forza di un mare pulito per le forti correnti superficiali scandite dalle tramontane e dagli scirocchi, limpido, cristallino ma anche dai colori cangianti dati dal contrasto tra la sabbia bianchissima e quella vulcanica, che si dice sia giunta dal Vulture, e attraverso i fiumi fin al bassissimo Adriatico, e dalla tranquillità che pervade le membra e sembra rigenerarle solo perché ci si è trovati qui.

E dopo la costa del mare, il cielo come unico confine. Per scoprire che l’ultima fortezza dell’uomo su un lembo di costa apre le sue porte a chiunque abbia a cuore la tutela del mare e dell’ambiente.

Capanna “Sushumna” è un punto di arrivo e partenza per tutti, ha spiegato Ignazio Millimaci.

Ed è anche un presidio del territorio nel tratto costiero della Riserva Naturale dello Stato Oasi WWF Le Cesine, al confine dei territori comunali di Lecce e Vernole.

Un luogo bellissimo e estremo, appunto, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma anche di conoscenza. Anche per questo la Capanna, che rimane comunque nascosta e, come detto, difficile da raggiungere, sta avendo grande risonanza.

Per accedere al video della meravigliosa scoperta, cliccare sulla foto opppure sul seguente link: [video_player file=”https://www.teleradio-news.it/wp-content/uploads/2024/04/Capanna-Sushumna-tra-Adriatico-e-stelle-il-custode-del-mare-ItemFix.mp4″] https://www.itemfix.com/v?t=t69b63&jd=1

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Il governo Milei alla prova dei 100 giorni. La Bella (storico): “Ottenuto un attivo di bilancio, ma la sua ricetta appare selvaggia e semplicistica”

I fatidici primi cento giorni, quelli della “luna di miele” con i propri elettori, non sono ancora trascorsi (il traguardo sarà tagliato nella seconda parte di marzo). Ma poche settimane sono già bastate al presidente dell’Argentina, l’anarco-liberista radicale Javier Milei, per dividere ancora di più l’opinione pubblica sul suo conto (sia in Argentina che nel resto del mondo), e per dare vita a controversi provvedimenti, anche se non come egli stesso avrebbe voluto, contestati nel corso di frequenti scioperi. Appena giunto alla Casa Rosada, ha svalutato il peso argentino del 50% rispetto al dollaro e varato due voluminosi progetti di legge, ben presto insabbiati dal Parlamento, dove il presidente non ha una maggioranza. Ma, attraverso alcuni decreti, ha provveduto a tagli “draconiani” di pensioni, capitoli di spesa pubblica e progetti assistenziali, pur rinnovando l’accordo con la Caritas per finanziare la sua rete di mense solidali. Il resto lo ha fatto l’inflazione, che galoppa a oltre il 250% ed è oggi, il maggior fattore di impoverimento del Paese, e anche della classe media. Ha pure potuto sbandierare un primo risultato: a gennaio, il bilancio dello Stato ha registrato un lieve attivo. Ha “guadagnato punti” con il Fondo monetario internazionale, ma nei quartieri popolari la gente è ridotta alla fame, tanto da indurre i “curas villeros” i sacerdoti delle periferie a supplicare il Governo di non “staccare la spina” alle “villas”, ai quartieri popolari, appunto.

I dati choc dell’Osservatorio Odsa-Uca. Hanno fatto scalpore, in questo senso, i dati forniti, a metà febbraio, dall’Osservatorio del debito sociale dell’Università Cattolica Argentina.  Povertà e indigenza aumentano in modo esponenziale. In particolare, la popolazione indigente è cresciuta dal 9,6% nel terzo trimestre del 2023 al 14,2% nel dicembre 2023, e al 15% nel gennaio 2024. In aumento anche i livelli di povertà “relativa”, già elevati a dicembre, indagati anche per determinare gli effetti dell’impatto inflazionistico post-svalutazione. La ricerca ha rilevato che la percentuale di persone che vivono in povertà è aumentata dal 44,7% nel terzo trimestre del 2023 al 49,5% nel dicembre 2023 e al 57,4% nel gennaio 2024.

Ricetta “selvaggia e semplicistica”. “La situazione dell’Argentina – spiega al Sir Gianni La Bella, docente di Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia, esperto di America Latina – va compresa assieme a quella del resto del Continente, che vive una crisi profonda e di lunga durata, una situazione insostenibile dal punto di vista della povertà, dell’occupazione, della sicurezza, della criminalità. Situazioni che si sono incancrenite e dono difficilmente affrontabili”. A maggior ragione, con ricette improvvisate. “In particolare, l’Argentina deve fare i conti, da decenni, con un’inflazione fuori controllo, ulteriormente aumentata nelle ultime settimane”.

In questo contesto, “Milei sta guidando il Paese come un ‘Cesare democratico’, attraverso decreti, anche perché in Parlamento i numeri non sono dalla sua parte. E sta cercando di tagliare spese, finanziamenti e sussidi. Il suo consenso e l’attenzione che gli viene dedicata risente del fatto che è, indubbiamente, un istrione, un grande comunicatore, pensiamo all’immagine simbolo della motosega, cui si presentava ai comizi. Anche se ha ottenuto un attivo di bilancio, però, la sua ricetta appare al tempo stesso selvaggia e semplicistica. Ha poco senso teorizzare uno Stato leggero in un contesto che chiederebbe, piuttosto, integrazione sovranazionale di politiche statali, su molti temi. E la storia ha già dato ripetutamente il suo giudizio su sistemi basati sul liberismo spinto. Le conseguenze sociali, poi, rischiano di essere pesantissime, come hanno denunciato i ‘curas villeros’, ci sono interi quartieri ridotti alla fame”. Resta, comunque il fatto, sottolinea La Bella, che il presidente argentino ha dovuto riporre nel cassetto alcune delle sue proposte più spinte, dall’introduzione del dollaro come moneta alla cancellazione della Banca centrale. In futuro, è prevedibile che sia costretto a venire a patti con il Parlamento e con i governatori delle province, mitigando gli eccessi”. Importante anche il colloquio con Papa Francesco, avvenuto l’11 febbraio, dopo gli insulti rivolti al Pontefice argentino in campagna elettorale: “Il Papa, mi pare, ha voluto smorzare le polemiche, inserendosi anche in una prassi consolidata della Santa Sede. Credo che abbia in mente, soprattutto, il bene dei più poveri ed emarginati, che mi auguro possa incontrare nel possibile e auspicato viaggio nel suo Paese natale”.

“Cartoneros” senza pasti e senza… cartone. Resta il fatto che, nelle principali città, i quartieri ribollono. Ogni settimana ci sono scioperi e manifestazioni. A far sentire la loro voce sono le organizzazioni popolari e di base. Lucas Pedró, giovane segretario dell’Utep, l’Unione dei lavoratori dell’economia popolare, spiega al Sir: “L’ascesa dei prezzi a causa dell’inflazione è impressionante, il costo del carburante è decuplicato in pochi giorni, anche chi ha un salario non riesce ad arrivare alla fine del mese. E dal Governo non arrivano risposte, anzi molti programmi di assistenza sociale sono stati congelati, si assiste a una precisa scelta di ‘deregulation’, che colpisce le fasce di popolazione meno protette, ma in parte anche la classe media”. La situazione, insomma, è drammatica, soprattutto per chi vive di lavori precari, quelli che in America Latina vengono chiamati “lavori informali”. È il caso, per esempio, dei celebri “cartoneros”, che vivono riciclando il cartone adoperato dalle persone più ricche, o dei tanti venditori ambulanti. Organizzazioni come l’Utep sono, appunto, la “voce” di questi lavoratori, ma anche soggetti che, dal basso, cercano di proporre nuove strade per un’economia solidale e cooperativa. “I ‘cartoneros’, oggi sono particolarmente in difficoltà. Se la gente, mediamente, non ha soldi, compra meno cose e di conseguenza calano anche gli imballaggi. Anche noi abbiamo delle mense solidali, ma ci sono anche problemi a far arrivare gli alimenti.

La denuncia dei “curas villeros. All’allarme si sono aggiunti, nei giorni scorsi, anche i “curas villeros”, i sacerdoti dei quartieri popolari e periferici di Buenos Aires e delle principali città. “In mezzo a tanti debiti con i più svantaggiati, apprezziamo le politiche pubbliche che sono state attuate nei quartieri poveri – si legge nella nota, firmata, tra gli altri, da padre Toto De Vedia, padre Charlie Olivero, padre Adrián Bennardis, padre “Pepe” Di Paola -. Queste politiche hanno reso possibile la crescita dell’inclusione”. Perciò, “è un colpo durissimo ridurre questi finanziamenti di cui beneficiano più di 5 milioni di residenti, la maggior parte dei quali sono minori. Non si può permettere che l’intervento dello Stato negli oltre 5.000 quartieri popolari di tutto il Paese diminuisca. Ridurre il budget del Fisu (Fondo si integrazione sociale urbana) sarebbe un passo indietro”.

 

*giornalista de “La vita del popolo”

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(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Napoli. Ospedale ‘Cardarelli’: sosta selvaggia, interviene Luca Abete e… succede il ‘finimondo’

Luca Abete è nel parcheggio del grande ospedale, dove i posti riservati ai disabili e a chi deve seguire le terapie sono spesso occupati da chi non ne avrebbe diritto.

Il carro attrezzi per la rimozione non è più attivo, e la vigilanza interna…

Per rivedere il servizio, trasmesso da Canale 5, cliccare sulla foto oppure sul seguente link:
https://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/napoli-parcheggio-selvaggio-allospedale-cardarelli/

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Caiazzo. ‘Edilizia selvaggia’ perfino nel centro storico denunciata anche ai Carabinieri

Accorata nota del neo costituito comitato “Caiazzo la mia città” indirizzata anche alle preposte autorità, Carabinieri in primis, per denunciare un malcostume, se provato, certo incompatibile con una presunta città del buon vivere (che non è sinonimo di “città del tira a campare”), non solo per equità, ma anche e soprattutto in considerazione dei sempre crescenti sinistri mortali che si verificano nel “bel paese”:

Il restauro ed il risanamento del patrimonio edilizio pubblico e privato è di notevole importanza per l’economia del Paese. 

Bene lo sanno sia i Governi del Territorio sia quelli Regionali che Nazionali, con norme sempre più permissive e in autocerticazione.
Nel Centro Storico di Caiazzo i controlli e le Leggi sono solo per alcuni.
Bisogna attendere qualcuno che si fa male per verificare un cantiere, senza alcuna autorizzazione, con maestranze non identificate “a nero”, senza ponteggi o dispositivi di protezione su un suolo pubblico.
La bellezza di un Centro Storico ne vale dell’economia socio culturale dell’intera collettività.
Noi amiamo la nostra Città e speriamo che la Legge vale per tutti non solo per pochi.
Non denunciamo chi con sacrifici esegue un lavoro, bello o brutto che sia, ma ci opponiamo alla metodologia clientelare utilizzata dagli organi preposti al controllo.
Speranzosi che possa cambiare qualcosa, cogliamo l’occasione per porgere cordiali saluti.
(Caiazzo La mia Città – Lettera Aperta – Archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Caserta – Quale il futuro del MaCRiCo? Cementificazione selvaggia o verde pubblico?

Dal Comitato MaCRiCo Verde riceviamo e, con immenso piacere, pubblichiamo.
La storia urbanistica di Caserta degli ultimi 70 anni è caratterizzata da una cementificazione selvaggia, che ha interessato prima il centro e poi i casali storici, sottraendo ai casertani storia, verde, servizi e qualità della vita.
Il Comitato MaCRiCo (Magazzino Centrale Ricambi Corazzati) chiede da 22 anni la destinazione urbanistica F2 – verde pubblico, perché è l’unico modo per assicurare l’inedificabilità dell’area, perché diventi il parco pubblico che tutte le città degne di questo nome posseggono e l’unica protezione per probabili manomissioni, anche future.
Dallo studio di prefattibilità presentato dalla Fondazione, sembrerebbe che i casertani abbiano raggiunto l’obiettivo di avere un vero parco, con tanto verde e il solo recupero del costruito esistente. Quindi, il sogno dei cittadini che potrebbe diventare realtà! Purtroppo, alla domanda sulla destinazione urbanistica i progettisti rispondono che non sarà F2. Non si riesce, però, a conoscere nemmeno l’indice di edificabilità previsto e nemmeno quanti saranno i metri cubi degli edifici nuovi costruiti.
La vera anomalia della vicenda sta tutta qui: la Fondazione propone il “sogno” progettuale senza avere il vincolo di una norma da rispettare, senza che l’Amministrazione comunale abbia deliberato la destinazione dell’area e quanto in essa si potrà costruire.
Si afferma che ora inizia il percorso che coinvolgerà nella progettazione la cittadinanza: ma i cittadini non si sono espressi in questi 22 anni? Perché ricominciare sempre da zero quando la volontà dei cittadini per un parco verde, pubblico e inedificabile è stata ribadita con forza e più volte? E quali forze sociali ed economiche avranno più peso e più voce in capitolo?
Il costo preventivato del progetto è di 180 milioni di euro e sono previsti finanziamenti privati: quali ricavi ne otterrebbero i finanziatori? Quali funzioni saranno previste per i privati in un parco che dovrebbe essere verde e pubblico? Che ruolo reciterà l’Amministrazione comunale?
Non è più il tempo di giocare sulle ambiguità. Chiediamo all’Amministrazione comunale destinazione urbanistica, indici di edificabilità, volumi del costruito e funzioni ammesse. Il resto sono chiacchiere e fumo negli occhi. Anzi: come tutti i privati proprietari, la Fondazione Casa Fratelli Tutti pretenda la destinazione urbanistica dell’area e ci dica, se vuole essere credibile, i metri cubi di cemento complessivi che prevede nel suo progetto e la loro destinazione.
Caserta, 22 settembre 2023
Il Comitato MaCRiCo Verde

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Questura di Crotone: Crotone, sosta selvaggia, continuano i servizi congiunti della Polizia di Stato e della Polizia Municipale, rilevate numerose infrazioni

soste

Nel capoluogo, continuano i servizi effettuati congiuntamente da equipaggi dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura e della Polizia Municipale di Crotone, per verificare il rispetto della normativa del codice della strada, ed in particolare per contrastare il diffuso fenomeno della sosta vietata.

I servizi, effettuati nella mattinata odierna, hanno interessato in particolare il centro cittadino ed il lungomare, spesso congestionati dal traffico veicolare, ed hanno consentito di rilevare e sanzionare ben 123 infrazioni al codice: n. 58 infrazioni per veicoli parcheggiati fuori dagli stalli di sosta, n. 45 infrazioni per auto parcate nel divieto di fermata, n. 2 infrazioni per auto parcheggiate in zona riservata agli invalidi, n. 3 infrazioni per auto parcheggiata sugli incroci, n. 5 per sosta su passaggio pedonale, n. 2 per sosta in modo non parallelo all’asse della strada,  n. 7 per sosta sul marciapiede, n. 1 per sosta davanti cassonetto dei rifiuti. 

Le attività di verifica, effettuate con tali modalità, verranno ripetute periodicamente. 

(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)