
Francesco Di Pasquale, ex sindaco, presidente del circolo Folgore, di F.d.I., chiede un sopralluogo e poi una riunione in Provincia- Prefettura per il degrado nel centro del paese- Argini e zone demaniali del fiume Volturno.
Telecapri fa un servizio su questa tragedia.
Dopo gli impegni continui e quindi lavori di emergenza della Provincia di Caserta al tratto di argine nel centro di Cancello, vicino al ponte Garibaldi, Di Pasquale, oltre a telefonare, ha inviato in data 09.07.2024 un’ altra nota alla Regione Campania, Prefettura di Caserta, Provincia di Caserta, e p.c. Ministero dell’Ambiente, Roma, WWF Caserta, Coordinamento Provinciale di F.d.I., di Caserta, per un sopralluogo e per una riunione in Provincia o Prefettura.
Questa la nota, indirizzata a: Spett. Regione Campania, Direzione Generale per l’Ambiente e la Difesa del Suolo e l’Ecosistema, Napoli; Al Sig. Presidente della Provincia di Caserta; Al Sig. Dirigente del Settore Risorse Idriche e Territorio, Provincia di Caserta; P.c. Al Sig. Ministro dell’Ambiente, Roma; Spett. WWF Caserta; Coordinamento Provinciale di F.d.I., Caserta.
Oggetto. Cancello ed Arnone (CE), argini e zone demaniali del fiume Volturno.
Il sottoscritto Francesco Di Pasquale, ex sindaco, presidente del circolo Folgore, di F.d.I., di Cancello ed Arnone (CE); facendo seguito alle note inviate per quanto riguarda le problematiche del fiume Volturno, in Cancello ed Arnone, ovvero argini e zone demaniali, varie;
considerato che attualmente sono in corso da parte della Provincia di Caserta i lavori del taglio della vegetazione all’argine ed alle zone demaniali nel centro di Cancello, tratto ponte Garibaldi- incrocio con via E. Fieramosca;
considerato le enormi difficoltà che esistono, perché vi è una folta vegetazione e soprattutto vi sono soprattutto rovi; e poi vi sono rifiuti abbondanti di vario tipo (Anche animali morti) disseminati ovunque, e si continuano a gettare rifiuti;
chiede alle S.V. che sia fatto un urgente sopralluogo agli argini, iniziando dal tratto interessato ai lavori e poi agli altri tre tratti.
Poi, che sia organizzata una riunione in Provincia, oppure in Prefettura, al fine di affrontare e risolvere definitivamente questa tragedia di degrado, pericolo per gli incendi, per la presenza di ratti e serpenti ed insetti, pericolo vari.
Gli argini nel centro urbano vanno rivestiti di cemento.
Intanto va completato tutto il taglio della vegetazione su tutti i tratti di argini e zone demaniali.
Poi va completamente bonificata tutta l’area dai rifiuti vari.
Non è possibile che il centro del paese sia un degrado, un pericolo.
E neanche è possibile che i cittadini non possono accedere agli argini ed ai sentieri del fiume Volturno.
Queste bellezze naturali vanno difese e valorizzate, vanno vissute dai cittadini locali e dalle persone di altri paesi che vogliono visitare questi luoghi.
Il fiume Volturno va difeso e valorizzato.
E’ in atto una sottoscrizione dei cittadini a tutela di questi luoghi.
(Francesco Di Pasquale)
Nella stessa giornata, Telecapri ha trasmesso un servizio su questa situazione, che è una vera emergenza ambientale.
Della situazione è stata interessata in data 13.07.2024 anche l’Arpac, Regione Campania.
Intanto continua la sottoscrizione dei cittadini per la difesa e la valorizzazione del fiume Volturno.
Per accedere al video servizio di Telecapri, cliccare sulla foto oppure sul seguente link:
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(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
GIUSTIZIA & IMPUNITÀ
“Corruzione e traffico d’influenze per un appalto da quattro milioni”, quattro arresti a Roma. Anche il figlio dell’ex ministro Visco
C’è anche Gabriele Visco, figlio dell’ex ministro delle Finanze, tra le quattro persone arrestate dai finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma. Su delega della Procura della Capitale gli uomini delle Fiamme gialle hanno eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di tre persone oltre a Visco: l’avvocato Luca Leone di Roma e gli imprenditori Pierluigi Fioretti, ex consigliere comunale di Alleanza Nazionale in Campidoglio, e il costruttore Claudio Favellato di Isernia, attivo nel campo della costruziione di reti idriche, strade e sistemazioni idrauliche. Ordinato anche un sequestro preventivo, pure “per equivalente”, per un ammontare di 230mila euro. Le accuse contestate a vario titolo sono di corruzione e traffico di influenze.
L’appalto da 4 milioni – La procura guidata da Francesco Lo Voi ha diffuso un comunicato in cui non compaiono i nomi degli indagati, come previsto dal decreto sulla presunzione d’innocenza varato dall’ex guardasigilli Marta Cartabia. “L’indagine ha consentito di ipotizzare – si spiega in una nota della procura – un sistema di relazioni illecite diffuso e consolidato nel quale un ex dirigente pubblico, con la mediazione di un imprenditore romano, avrebbe favorito, a fronte di denaro e di altre utilità, l’aggiudicazione di un bando di gara di oltre quattro milione di euro a una società riconducibile a un costruttore e tentato di agevolare l’assunzione presso una partecipata pubblica di una persona vicina a quest’ultimo”. Per questa vicenda la procura contesta a Visco il reato di traffico d’influenze e indaga sui due imprenditori: Favellato come presunto beneficiario finale, mentre Fioretti come intermediario. Cresciuto nel Fronte della Gioventù e poi passato in An, Fioretti è stato consigliere comunale in quota La Destra – il partito meteora fondato dall’ex ministro Francesco Storace – e fu delegato della giunta di Gianni Alemanno per i piani di edilizia economica e popolare.
L’incarico al legale – L’ipotesi di corruzione, invece, è legata a un’altra vicenda emera dall’indagine: il figlio dell’ex ministro, infatti, è accusato aver affidato un incarico di consulenza, per un importo di 230mila euro, presso l’ente in cui era impiegato all’avvocato Leone, che conosceva in precedenza. In campio Visco junior è accusato di aver ottenuto la retrocessione di parte dei compensi fatturati dal legale per prestazioni in realtà mai effettuate.
Chi è Visco jr – Nato nel 1972, un passato in Telecom, figlio di Vincenzo Visco, che fu ministro nei governi di Carlo Azeglio Ciampi e Giuliano Amato e viceministro con Romano Prodi e Massimo D’Alema, il manager arrestato era finito al centro degli onori della cronaca nel 2007, quando era diventato prima consulente e poi dirigente di Sviluppo Italia, la società che si occupa di attrazione di investimenti e sviluppo d’impresa. A provocare polemiche il fatto che la spa è controllata dal dicastero di via XX Settembre, dove all’epoca Visco senior occupava la poltrona di viceministro.