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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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dell’ex

Cancello Arnone. A 360 gradi anche con il solleone l’attività dell’ex sindaco Di Pasquale, recepita anche da Telecapri

Francesco Di Pasquale, ex sindaco, presidente del circolo Folgore, di F.d.I., chiede un sopralluogo e poi una riunione in  Provincia- Prefettura per il degrado nel centro del paese- Argini e zone demaniali del fiume Volturno.
Telecapri fa un servizio su questa tragedia.
Dopo gli impegni continui e quindi lavori di emergenza della Provincia di Caserta al tratto di argine nel centro di Cancello, vicino al ponte Garibaldi, Di Pasquale, oltre a telefonare, ha inviato in data 09.07.2024 un’ altra nota alla Regione Campania, Prefettura di Caserta, Provincia di Caserta, e p.c. Ministero dell’Ambiente, Roma, WWF Caserta, Coordinamento Provinciale di F.d.I., di Caserta, per un sopralluogo e per una riunione in Provincia o Prefettura.
Questa la nota, indirizzata a: Spett. Regione Campania, Direzione Generale per l’Ambiente e la Difesa del Suolo e l’Ecosistema, Napoli; Al Sig. Presidente della Provincia di Caserta; Al Sig. Dirigente del Settore Risorse Idriche e Territorio, Provincia di Caserta; P.c. Al Sig. Ministro dell’Ambiente, Roma; Spett. WWF Caserta; Coordinamento Provinciale di F.d.I., Caserta.
Oggetto. Cancello ed Arnone (CE), argini e zone demaniali del fiume Volturno.
Il sottoscritto Francesco Di Pasquale, ex sindaco, presidente del circolo Folgore, di F.d.I., di Cancello ed Arnone (CE); facendo seguito alle note inviate per quanto riguarda le problematiche del fiume Volturno, in Cancello ed Arnone, ovvero argini e zone demaniali, varie;
considerato che attualmente sono in corso da parte della Provincia di Caserta i lavori del taglio della vegetazione all’argine ed alle zone demaniali nel centro di Cancello, tratto ponte Garibaldi- incrocio con via E. Fieramosca;
considerato le enormi difficoltà che esistono, perché vi è una folta vegetazione e soprattutto vi sono soprattutto rovi; e poi vi sono rifiuti abbondanti di vario tipo (Anche animali morti) disseminati ovunque, e si continuano a gettare rifiuti;
chiede alle S.V.  che sia fatto un urgente sopralluogo agli argini, iniziando dal tratto interessato ai lavori e poi agli altri tre tratti.
Poi, che sia organizzata una riunione in Provincia, oppure in Prefettura, al fine di affrontare e risolvere definitivamente questa tragedia di degrado, pericolo per gli incendi, per la presenza di ratti e serpenti ed insetti, pericolo vari.
Gli argini nel centro urbano vanno rivestiti di cemento.
Intanto va completato tutto il taglio della vegetazione su tutti i tratti di argini e zone demaniali.
Poi va completamente bonificata tutta l’area dai rifiuti vari.
Non è possibile che il centro del paese sia un degrado, un pericolo.
E neanche è possibile che i cittadini non possono accedere agli argini ed ai sentieri del fiume Volturno.
Queste bellezze naturali vanno difese e valorizzate, vanno vissute dai cittadini locali e dalle persone di altri paesi che vogliono visitare questi luoghi.
Il fiume Volturno va difeso e valorizzato.
E’ in atto una sottoscrizione dei cittadini  a tutela di questi luoghi.
(Francesco Di Pasquale)
Nella stessa giornata, Telecapri ha trasmesso un servizio su questa situazione, che è una vera emergenza ambientale.
Della situazione è stata interessata in data 13.07.2024 anche l’Arpac, Regione Campania.
Intanto continua la sottoscrizione dei cittadini per la difesa e la valorizzazione del fiume Volturno.
Per accedere al video servizio di Telecapri, cliccare sulla foto oppure sul seguente link:
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(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

RIGENERAZIONE E GESTIONE CONDIVISA DELL’EX DELEGAZIONE DI CASOLA: FIRMATO UN PATTO DI COLLABORAZIONE TRA COMUNE E ASSOCIAZIONE “NOI VOCI DI DONNE”

Il Comune di Caserta e l’Associazione “Noi voci di donne” hanno stipulato un Patto di
collaborazione che riguarda la salvaguardia e la promozione dell’ex delegazione (ora
“Biblioteca Tifatina”), di Casola, in via Corradello d’Aquino. L’intesa è stata sancita oggi,
presso la Sala Giunta del Comune, con la firma dell’accordo da parte del Sindaco di
Caserta, Carlo Marino, e della Presidente dell’Associazione “Noi voci di donne”, Pina
Farina.
In base a quanto previsto dal Patto, l’Associazione si impegna a svolgere, in maniera
completamente gratuita, attività di formazione e informazione su numerose problematiche
di carattere sociale. Si toccheranno temi importanti quali, ad esempio, la violenza sulle
donne, con la realizzazione anche di attività finalizzate ad accompagnare le donne
maltrattate nel progetto di uscita consapevole dalla situazione di violenza, e il
reinserimento degli ex detenuti. Ci sarà spazio, poi, per laboratori per minori, che
comprendono lettura, scrittura e teatro, e sarà fornito sostegno scolastico. L’Associazione
si impegna ad effettuare la manutenzione e la gestione ordinaria dei locali in gestione
condivisa, la pulizia ordinaria dei locali, azioni di rigenerazione urbana.
“Questo Patto di collaborazione – ha spiegato il Sindaco di Caserta, Carlo Marino – ci
consente di raggiungere un duplice obiettivo: in primo luogo consentiamo a
un’associazione importante del territorio di poter usufruire di alcuni spazi, realizzando
iniziative di straordinaria rilevanza per i cittadini che vivono nelle frazioni collinari di
Casertavecchia, Casola, Pozzovetere e Sommana e non solo. Inoltre, in tal modo,
riusciamo a riutilizzare nella maniera migliore dei locali di proprietà comunale. Sono certo
che questa collaborazione poterà a grandi risultati e rappresenterà un modello da
estendere ad altre realtà del territorio cittadino”.

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Cancello Arnone. Appello ai concittadini dell’ex sindaco di Pasquale per tornare ai ‘grandi valori’

Non solo buona giornata e buon sano divertimento insieme, come una volta, specie in mezzo alla natura ed in mezzo alle nostre bellezze naturali ed opere artistiche italiane, gastronomia italiana; ma l’augurio, l’invito, a vivere nella semplicità e nel rapporto umano, nel rispetto delle nostre tradizioni religiose, nel rispetto di tutte le nostre tradizioni, nel rispetto delle leggi, del senso dello Stato, delle più semplici ed elementari regole del senso civico, del vivere insieme.

Senza rispetto di tutta la nostra storia non si vive insieme, non si vive bene, non si vive proprio. La nostra comunità ha bisogno di aria di valori, di umanità, di ritrovare la fede, che è vita e nostra tradizione, fede che significa amore e rispetto. Qui sta scomparendo tutto.

Al primo posto, da anni, sono entrati gli affari, che divorano per loro stessi e che divorano storia e sentimenti e persone e lasciano, dove passano, solo e solamente rovine.

L’appello a tutti, iniziando dai nostri iscritti e simpatizzanti, ma questo messaggio è universale per la nostra comunità, perchè comunità è unica famiglia.

I nostri valori, le nostre leggi, i nostri sentimenti, la libertà ed i diritti sono continuamente dissacrati.
E solo nel riempirci ancora dello spirito dei nostri valori e sentimenti, valori che sono ancora la base della nostra esistenza terrena, per poi ripartire veloci, come il vento, per raggiungere e continuare i buoni traguardi, esiste la speranza, la certezza, la vita di gioia assieme.

Come annunciato, ora è l’inizio, l’invito, da domani continuerà la nostra storia di valori ed ideali, mai fermati, per ritornare alla vita normale delle regole, della normalità, del rispetto, della vita, del vero significato di vita di comunità assieme, cioè vita di giustizia ed uguaglianza e legge, senza prepotenze ed illegalità e degrado.

Non facciamo offendere la nostra tradizione storica, la nostra vita quotidiana.

NON SI VIVE SENZA VALORI E RISPETTO DELLE LEGGI.

Usciamo fuori con la nostra forza spirituale-umana, con il nostro amore, da questa situazione brutta, per vivere veramente, come è nostra tradizione, tutti, la vita d’amore insieme.

Non lasciamo vivere agli altri la nostra vita, difendiamo tutto il bello e buono che è il nostro patrimonio culturale e soprattutto facciamo vivere, facciamo andare verso il futuro i giovani, che sono la nostra continuità storica, perchè attualmente i giovani sono minacciati dalla corruzione, dalla falsa moda.
A presto e… buon sano divertimento.

VIVA LA NOSTRA COMUNITA’ DEI VALORI E DELL’AMORE E SOPRATTUTTO DELLA NOSTRA FEDE MILLENARIA E DELLA NOSTRA STORIA , CHE E’ STORIA D’ITALIA E DEL MONDO.

(Lettera Aperta – Archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

DOMANI A PADOVA IL NUOVO LIBRO DELL’EX BOSS AUGUSTO LA TORRE






L’Università di Padova,  con il patrocinio di Antigone del Veneto e del Master in criminologia critica e sicurezza sociale, presenta due libri i cui autori sono un ex boss e uno studente –  il prossimo 19 aprile – dalle ore 9 alle 15 – nell’Aula Regeni.

Sono previsti interventi di esperti e degli Autori.  Nell’ambito dello studio della Criminalità organizzata – dinamiche   tra settori e interazioni economico istituzionali avrà luogo alle Ore 9.45 introduce Francesca Vianello,  Direttrice del master in Criminologia critica e sicurezza sociale, Università di Padova.

A seguire il primo libro “Cosa Nostra in Terra di Lavoro” di Augusto La Torre. Discutono con l’autore: Rocco Sciarrone – Università di Torino;  Beatrice Rinaudo, del  Foro di Torino e  Giuseppe Mosconi, Università di Padova.

Seguirà la presentazione del libro “DEMYSTIFYING ‘NDRANGHETA”,  Challenging the Organized Crime,  Phenomenon of Calabria, di Vincent C. Figliomeni.  Discute con l’autore: Vincenzo Scalia Università di Firenze. Per ogni sezione segue dibattito.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Caserta. ‘Reggia in Arte e Design’, pubblicata la gara per il restauro dell’ex convento dei Passionisti

E’ stata pubblicata sul sito InGaTe – Invitalia Gare Telematiche la procedura di gara aperta per l’intervento “Reggia in arte e design” relativo all’affidamento del primo stralcio dei lavori di restauro e rifunzionalizzazione dell’ex convento dei Passionisti. Le opere saranno realizzate con i fondi del Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”. L’importo totale a base di gara è di 3.874.270,31 euro.
Il progetto esecutivo relativo allo stralcio in gara prevede l’apertura al pubblico dell’hub culturale “La Fabbrica dei Passionisti” nella zona del Bosco vecchio un tempo occupata dal Complesso dei Padri Passionisti.
La Reggia di Caserta realizzerà in quella parte del Parco reale un polo culturale, un luogo della moda, del design e della creatività all’insegna della sostenibilità in termini di recupero dei materiali, efficienza energetica e biodiversità. Previsti spazi di servizio per la gestione, foresteria, cucina e spazi comuni degli ospiti, caffetteria e bistrot accessibili anche all’utenza esterna, spazi di coworking e formazione.
Il secondo stralcio prevederà le opere da realizzarsi al piano terra e al primo mezzanino del braccio del Palazzo che collega il Vestibolo inferiore con il Teatro di Corte per la realizzazione di spazi di valorizzazione dei prodotti.
Il progetto, nella sua complessità, è finalizzato ad assicurare nuove funzioni di promozione e conoscenza della produzione creativa italiana, di commercializzazione della produzione di qualità e di eccellenza, accoglienza di startup per iniziative culturali e attività di co-working. Un sistema integrato di spazi flessibili e all’avanguardia, ambiente della cultura anche nella sua dimensione più innovativa e sperimentale. La Reggia di Caserta intende promuovere e valorizzare lo storico spirito produttivo dei suoi spazi, aprendo a nuove possibilità di sviluppo.
La scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione è il 18 aprile 2024. Ai fini della presentazione dell’offerta, l’operatore economico deve procedere, a pena di esclusione, alla visita dei luoghi di intervento, in ragione della tipologia, del contenuto e della complessità tecnica dell’appalto. I sopralluoghi potranno essere svolti nei giorni 4 e 5 aprile 2024 esclusivamente previo appuntamento da richiedere, mediante la piattaforma telematica, entro e non oltre il giorno 3 aprile 2024.
Il bando e tutte le informazioni sono disponibili sul sito InGaTe – Invitalia Gare Telematiche e al link https://ingate.invitalia.it/esop/guest/go/opportunity/detail?opportunityId=11791
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Riqualificazione dell’ex convento di sant’Anna a porta Capuana

Nell’ambito del “Piano di valorizzazione e delle alienazioni immobiliari del Comune di Napoli”, la Fondazione Terzoluogo ETS ha acquistato, nel 2023, l’ex Convento cinquecentesco di Sant’Anna a Capuana nel Borgo Sant’Antonio Abate con l’obiettivo di convertire la struttura in un nuovo Spazio Sociale e Culturale.

Il vasto complesso di circa 4.000 mq, con spazi al chiuso, terrazze e una corte porticata, sarà restituito ai cittadini del “Buvero” e a tutti i napoletani dopo un’importante opera di restauro e ristrutturazione avviata dalla Fondazione Terzoluogo. Con la firma del Protocollo di Intesa tra il Comune di Napoli e la Fondazione Terzoluogo si avvia anche una collaborazione volta a realizzare azioni e interventi congiunti per la riqualificazione culturale dello spazio e del territorio circostante.

Alla presenza del Sindaco Gaetano Manfredi, dell’Assessore alle Politiche sociali Luca Fella Trapanese, dell’Assessore all’Istruzione e alle Famiglie Maura Striano e dei rappresentanti della Fondazione Terzoluogo, il Protocollo di Intesa che formalizza la collaborazione per l’attivazione di servizi culturali, educativi e sociali rivolti a tutte le fasce d’età è stato presentato oggi a Palazzo San Giacomo.

Le attività sono strutturate in quattro ambiti funzionali, strettamente connessi tra loro: una biblioteca multimediale che farà parte del Sistema bibliotecario cittadino, spazi dedicati a servizi per l’infanzia, spazi dedicati a laboratori di creatività e formazione per giovani, adulti e bambini,  eventi culturali e interventi artistici, anche in sinergia con la programmazione del Comune di Napoli, alloggi ad uso sociale per studenti e volontari. Tutte le realtà territoriali operanti nell’ambito sociale, culturale ed educativo potranno trovare nel nuovo centro un luogo di pensiero e azione.

Le attività saranno avviate a seguito dei lavori di riqualificazione e di restauro conservativo dell’immobile – a carico di Fondazione Terzoluogo – che,  pur garantendo la conservazione del carattere monumentale dell’intera struttura, lo renderanno funzionale agli obiettivi culturali del nuovo Centro. In un territorio complesso e carente di spazi di incontro e scambio, l’ex Convento diventerà dunque una piazza della condivisione e del sapere aperta a tutti. Uno spazio interamente rinnovato e riqualificato con attività dal forte valore sociale e culturale

I primi interventi nello spazio di Sant’Anna a Capuana saranno destinati ai bambini tra 0 e 6 anni e alle loro famiglie. Per garantire qualità nel servizio e nell’approccio educativo, Fondazione Terzoluogo e  Comune di Napoli concorderanno iniziative formative, innovative per contenuto e metodologia, rivolte a educatori ed operatori della prima infanzia, con il sostegno di numerosi partner locali e nazionali. Nello spirito di collaborazione che ha portato alla firma del protocollo, infine, il Comune di Napoli si impegnerà a garantire gli interventi necessari per la cura degli spazi pubblici dell’area circostante la struttura.

Avviamo una collaborazione dal grande valore sociale e culturale. Un’azione congiunta tra il Comune di Napoli e la Fondazione Terzoluogo per restituire alla città un complesso architettonico prestigioso e antico, e che oggi, grazie ad un’intensa opera di rigenerazione culturale, diventa sede di attività sociali e culturali dedicate alla comunità del Borgo Sant’Antonio Abate. Un’iniziativa che simboleggia il senso del lavoro sinergico tra istituzioni pubbliche e soggetti privati e che si inserisce nel quadro dell’orientamento dell’Amministrazione, volto alla valorizzazione del patrimonio immobiliare cittadino“. Così il sindaco Gaetano Manfredi.

Siamo molto soddisfatti di portare a compimento con la firma di questo protocollo un percorso che ha visto unirsi pubblico e privato nella maniera virtuosa che abbiamo auspicato con il Sindaco sin dall’inizio del suo mandato e che stiamo mettendo in pratica –dichiara l’assessore Luca Fella Trapanese . Il progetto che si realizzerà contemplerà più azioni, tutte fondamentali per la città di Napoli, una riqualificazione di uno spazio, occasioni di socialità, moltiplicazione di azioni a sostegno del welfare includendo nella multiforme offerta di attività bambini, giovani ed anziani. Ringrazio quindi la Fondazione Terzoluogo e tutti gli uffici che hanno lavorato alla realizzazione di questo progetto”.

Sono felice che da un progetto di rigenerazione urbana nasca un’opportunità educativa per i bambini e per i genitori del territorio. È altrettanto interessante sapere che questo progetto, a lungo termine, potrà essere una valida opportunità anche per i giovani educatori”. Così l’assessore Maura Striano.

Come Fondazione Terzoluogo vogliamo ringraziare il Sindaco Manfredi e la Giunta –così Fabio Rosciglione, consigliere della Fondazione questo protocollo rappresenta una fondamentale tappa per aprire una prima parte dello spazio a settembre di quest’anno, mentre i lavori proseguiranno con diverse fasi di apertura graduale fino al completamento nel 2027. Teniamo molto alla collaborazione tra pubblico e privato che è infatti uno degli elementi distintivi del nostro modello di intervento, a Napoli come a Milano, nel promuovere la cultura come leva di rigenerazione urbana e sociale”.

(Fonte: Comune di Napoli – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

‘Le vesti lacere della DC’: argute considerazioni dell’ex parlamentare casertano Vincenzo D’Anna

Il Vangelo di Giovanni racconta che la tunica del Cristo in croce fu contesa dai suoi carnefici. Ora questa veste era senza cucitura, tessuta per intero dall’alto in basso. Perciò i soldati dissero tra loro: “Non la stracciamo, ma tiriamo a sorte a chi tocchi”.

Insomma è storia antica, parafrasata in politica dagli eredi di quella che un tempo fu la Democrazia Cristiana, ossia da quella miriade di sedicenti successori del patrimonio storico ed ideologico della Libertas.

Per lo più soggetti che di quella grande tradizione poco si curano, anche per oggettivi limiti culturali, finendo per azzuffarsi sulla spartizione e la detenzione del simbolo che per decenni ha rappresentato la Dc. Un coacervo di giudizi intentati e discussi nei tribunali con tanto di sentenze in forza delle quali ciascuno di essi reclama di essere in “possesso” dello scudo crociato. Quest’ultimo altro non era che lo stemma del Comune di Caltagirone che don Luigi Sturzo prese a prestito allorquando, agli albori del secolo scorso, fondò il partito popolare italiano lanciando l’appello ai “Liberi e Forti” con il quale indicava le linee programmatiche ed ideologiche che avrebbero ispirato l’azione dei cattolici che intendevano cimentarsi in politica.

Un impegno, il loro, a lungo impedito dal “Non expedit” che Papa Pio IX emanò dopo la presa di Porta Pia che portò all’annessione dei territori dello Stato Pontificio al Regno d’Italia e la conseguente designazione di Roma a Capitale d’Italia. In sintesi il divieto rappresentava una forma di ritorsione nei confronti del neonato Stato unitario, una formula di dissuasione o di divieto utilizzata dal Papato nel momento in cui intendeva soddisfare ragioni di opportunità, ossia che la fattispecie non giovasse o non convenisse ai fedeli ed alla Chiesa stessa.

Sciolti, successivamente, i partiti politici dal regime dittatoriale di Mussolini, finiti esuli, incarcerati oppure assassinati i loro leader (come accadde al deputato socialista Giacomo Matteotti ucciso da una squadraccia fascista), anche il partito popolare scomparve dalla scena. Fu ricostituito solo dopo la caduta del fascismo con il nome di Democrazia cristiana sotto la guida di un gruppo di parlamentari, intellettuali e partigiani cattolici capeggiati da Alcide De Gasperi che fu poi capo del governo per un lungo periodo ricostruendo e sollevando il Belpaese dalle macerie materiali, morali ed economiche della guerra.

Per quasi mezzo secolo la Dc rappresentò il partito più votato e quello che più di tutti si ritrovò al timone del Paese. A quello storico movimento si devono le riforme post belliche: sia quelle costituzionalmente previste, sia quelle relative alla collocazione internazionale dello Stivale nel consesso delle nazioni occidentali liberal democratiche e ben dentro il patto atlantico (la Nato), in un’epoca in cui il mondo era diviso da una “cortina di ferro” che separava le due superpotenze: Usa da una parte e Urss dall’altra.

Una storia finita ingloriosamente, travolta dagli scandali scaturiti dal finanziamento occulto ai partiti in un mare di diffusa corruttela che si era elevata a sistema e che aveva visto l’arricchimento personale di molti leader di partito. Dopo Tangentopoli a nulla è valsa la trasformazione (quasi una sorta di ritorno al passato) in partito popolare della Dc e le successive scissioni in altri schieramenti satelliti. In disparte ogni altra opportuna riflessione critica sulle cause ideali e politiche che ne determinarono la crisi.

Una cosa è certa: quello che ne scaturì, all’atto pratico, nella cosiddetta Seconda Repubblica, fu la nascita di piccoli potentati che non solo si contesero a lungo il simbolo e l’eredità ideale della gloriosa creatura degasperiana, ma anche il grande patrimonio di cui pure era dotata la Dc: qualcosa come cinquecento immobili!! A cominciare dai cinquantamila metri quadrati di Palazzo Sturzo all’Eur, sede amministrativa del partito. Di converso la mole dei debiti con le Banche ammontava a cento miliardi di vecchie lire, soldi spesi per mantenere la massiccia rete di sedi e di sezioni presenti un po’ in tutta Italia.

La necessità era quella di fronteggiare il più forte partito comunista d’Europa, quel Pci che riceveva finanziamenti occulti dal Pcus russo. E tuttavia questa necessità reale rappresentava il viatico per imboccare la strada della corruzione sistematica del clientelismo di massa, la trasfigurazione di un’eredità politica alta e nobile è finita negli anni Settanta del secolo scorso.

Milioni di onesti militanti, di elettori devoti dello scudo crociato hanno assistito a questo “cupio dissolvi”, alla vergogna della fine ingloriosa di una storia nobile. Di recente, un reportage televisivo ha messo a nudo la babele delle sigle e dei simboli e la misteriosa scomparsa dei miliardi di proprietà del vecchio partito. Una mortificazione, una ferita che si è riaperta per tutti coloro che alla “croce” hanno guardato con fede non certo per spartirsi simbolo e proprietà come le vesti di Gesù!

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

GIUSTIZIA & IMPUNITÀ “Corruzione e traffico d’influenze per un appalto da quattro milioni”, quattro arresti a Roma. Anche il figlio dell’ex ministro Visco






GIUSTIZIA & IMPUNITÀ

“Corruzione e traffico d’influenze per un appalto da quattro milioni”, quattro arresti a Roma. Anche il figlio dell’ex ministro Visco

“Corruzione e traffico d’influenze per un appalto da quattro milioni”, quattro arresti a Roma. Anche il figlio dell’ex ministro Visco

C’è anche Gabriele Visco, figlio dell’ex ministro delle Finanze, tra le quattro persone arrestate dai finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria di Roma. Su delega della Procura della Capitale gli uomini delle Fiamme gialle hanno eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di tre persone oltre a Visco: l’avvocato Luca Leone di Roma e gli imprenditori Pierluigi Fioretti, ex consigliere comunale di Alleanza Nazionale in Campidoglio, e il costruttore Claudio Favellato di Isernia, attivo nel campo della costruziione di reti idriche, strade e sistemazioni idrauliche. Ordinato anche un sequestro preventivo, pure “per equivalente”, per un ammontare di 230mila euro. Le accuse contestate a vario titolo sono di corruzione e traffico di influenze.

L’appalto da 4 milioni – La procura guidata da Francesco Lo Voi ha diffuso un comunicato in cui non compaiono i nomi degli indagati, come previsto dal decreto sulla presunzione d’innocenza varato dall’ex guardasigilli Marta Cartabia. “L’indagine ha consentito di ipotizzare – si spiega in una nota della procura – un sistema di relazioni illecite diffuso e consolidato nel quale un ex dirigente pubblico, con la mediazione di un imprenditore romano, avrebbe favorito, a fronte di denaro e di altre utilità, l’aggiudicazione di un bando di gara di oltre quattro milione di euro a una società riconducibile a un costruttore e tentato di agevolare l’assunzione presso una partecipata pubblica di una persona vicina a quest’ultimo”. Per questa vicenda la procura contesta a Visco il reato di traffico d’influenze e indaga sui due imprenditori: Favellato come presunto beneficiario finale, mentre Fioretti come intermediario. Cresciuto nel Fronte della Gioventù e poi passato in AnFioretti è stato consigliere comunale in quota La Destra – il partito meteora fondato dall’ex ministro Francesco Storace – e fu delegato della giunta di Gianni Alemanno per i piani di edilizia economica e popolare.

L’incarico al legale – L’ipotesi di corruzione, invece, è legata a un’altra vicenda emera dall’indagine: il figlio dell’ex ministro, infatti, è accusato aver affidato un incarico di consulenza, per un importo di 230mila euro, presso l’ente in cui era impiegato all’avvocato Leone, che conosceva in precedenza. In campio Visco junior è accusato di aver ottenuto la retrocessione di parte dei compensi fatturati dal legale per prestazioni in realtà mai effettuate.

Chi è Visco jr – Nato nel 1972, un passato in Telecom, figlio di Vincenzo Visco, che fu ministro nei governi di Carlo Azeglio Ciampi e Giuliano Amato e viceministro con Romano Prodi e Massimo D’Alema, il manager arrestato era finito al centro degli onori della cronaca nel 2007, quando era diventato prima consulente e poi dirigente di Sviluppo Italia, la società che si occupa di attrazione di investimenti e sviluppo d’impresa. A provocare polemiche il fatto che la spa è controllata dal dicastero di via XX Settembre, dove all’epoca Visco senior occupava la poltrona di viceministro.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

L’anno nuovo e i venditori di almanacchi: editoriale dell’ex parlamentare casertano Vincenzo D’Anna

 

“La vita futura è attraente, perché ce la fingiamo lieta con l’immaginazione”.

Finisce così il “Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere” di Giacomo Leopardi, presente nelle Operette Morali. Una storia che si ripete da secoli, con i classici auguri di prosperità e di benessere che ci si scambia, puntualmente, in vista del nuovo anno. Dalla penna del grande poeta di Recanati nasce un “botta e risposta” tra un comune viandante ed un venditore il quale gli offre almanacchi e calendari e che, tanto per invogliarlo a comprare, si dice sicuro che l’anno che sta per entrare sarà senz’altro migliore di quello che sta per andarsene. Parliamoci chiaro: di questi tempi non compriamo più calendari che contengano oroscopi, previsioni e massime bene auguranti capaci di allietare, con propizie previsioni, i giorni a venire. Questa è l’era in cui il giorno, l’ora ed i secondi vengono scanditi da orologi precisissimi (e spesso pregiati) e da computer corredati di varie e vaste informazioni. Le previsioni meteorologiche ci arrivano con largo anticipo e si è arrivati finanche a precisare l’ora nella quale il tempo muterà, volgendo al peggio oppure al meglio. I moderni esorcismi, i vaticini, la mistica del prevedere il futuro, si celebrano con ben altri rituali: cenoni, feste da ballo, champagne e leccornie culinarie; oppure indossando lingerie di colore rosso, regalando corni e simboli apotropaici (in oro o in prezioso corallo). La sostanza tuttavia resta la stessa per tutti i comuni mortali: ciascuno tenta di indirizzare al bene il proprio incombente futuro e tutto inclina verso l’artificiosa creazione di uno stato d’animo allegro e rivolto ad auspicare rosee future previsioni di vita. Non è bastato il progresso tecnologico e merceologico, le tante altre opportunità e comodità offerte all’uomo del terzo millennio, per estinguere l’ancestrale timore del futuro, ossia che questi possa portarci nefaste conseguenze. Sono infatti ancora migliaia coloro i quali si affidano alla lettura degli astri, che consultano maghi e sensitivi, che stanno attenti a non compiere azioni “mala auguranti” come, ad esempio, passare sotto una scala, vedersi la strada attraversata da un gatto nero, oppure si affidano a rituali scaramantici come cospargere di sale gli ambienti e dotarsi di amuleti contro il malocchio. Insomma: timori e superstizioni non hanno ancora abbandonato l’umanità, quella che oggi esplora il cosmo, quella che manipola il codice genetico, quella che seleziona gli embrioni, quella che affida la propria esistenza all’intelligenza artificiale, quella che vive in una società digitale. Sissignore, abbiamo ancora bisogno di certezze, di almanacchi e delle previsioni ottimistiche di chi ce li propina, anche attraverso la pubblicità commerciale che ci invade perpetuamente. Come per l’uomo delle palafitte, la paura maggiore rimane quella della morte e subito dopo quella della povertà, dei cataclismi che oggi hanno il volto dello stravolgimento della natura, dell’ambiente, del clima e, ahinoi, anche delle guerre che insanguinano il mondo!! Tuttavia insieme alla voglia di vivere, ci assale anche la malinconia di un passato che ritorna alla mente, debitamente e fisiologicamente selettivo, verso le cose belle già vissute . Ci mancano, infatti, coloro che abbiamo perduto, gli affetti familiari, gli amici e, quel che è peggio, parte dell’idealità e della progettualità che sostanzialmente erano presenti in noi da giovani. Qualità, queste ultime, che si corroborano in coloro che di anni ne hanno ancora molti innanzi a sé, molto meno per quanti sono consapevoli di aver già vissuto il meglio e consumato quasi tutto il proprio tempo a disposizione. Insomma la tragedia della presa di coscienza sulla caducità dell’esistenza. Jean Paul Sartre, il padre dello esistenzialismo, scriveva che “la vita si scrive solo in bella copia”: è questo il dramma di cui prende coscienza chi ha già vissuto molto. I più giovani credono illusoriamente di poter recuperare opportunità, sentimenti, emozioni e traguardi personali più avanti negli anni, riscrivendo, in tal modo, nuovamente la propria vita. La disillusione sarà ancora più cocente in loro nel momento in cui scopriranno che non è’ possibile tornare indietro,peraltro frastornati dai rapidi cambiamenti delle mode, della scala dei valori esistenziali, dell’etica pubblica e degli stili di vita. D’altronde viviamo totalmente immersi in una società liquida e come tale fluida finanche nei generi sessuali, con il risultato, per le nuove leve, di correre il rischio di non avere né certezze nel presente ne’ punti di riferimento nel passato. Se un auspicio va fatto è che nasca un nuovo Umanesimo culturalmente e moralmente degno di quello passato, non schiavo di un mondo in mano alle potenza ed alla dipendenza delle macchine. In ogni caso tutte le stagioni della vita hanno il loro fascino, per chi la propria vita sa allargarla più che allungarla. Buon anno a tutti.

(di Vincenzo D’Anna, già parlamentare – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

• Tommaso Verdini, figlio dell’ex senatore Denis, è agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine su gli appalti dell’Anas. Una storia di mazzette in cambio di appalti. Di appalti aggiudicati grazie alle promozioni. Di promozioni ottenute facendo leva sulla politica, grazie all’esperienza del padre Denis e ai suoi amici






 

 

VENERDI’ 29 DICEMBRE 2023
Clamoroso
I maschi diventano calvi per colpa della mamma [Rizzoli, Giornale].In prima pagina

• Tommaso Verdini, figlio dell’ex senatore Denis, è agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine su gli appalti dell’Anas. Una storia di mazzette in cambio di appalti. Di appalti aggiudicati grazie alle promozioni. Di promozioni ottenute facendo leva sulla politica, grazie all’esperienza del padre Denis e ai suoi amici

• La maggioranza ha trovato un accordo sul superbonus. Il 110% resterà in vigore per i redditi bassi. Ci sarà una sanatoria per evitare la restituzione delle somme per chi non completa i lavori entro il 31 dicembre. Per il 2024 l’agevolazione sarà al 70 per cento
• Nel Milleproroghe ci sono norme che riguardano medici di base, pediatri, presidi. Altre che riguardano la giustizia, l’agenzia delle entrate, ma salta il bonus fiscale per i calciatori
• I 16,5 miliardi della quarta rata del Pnrr sono arrivati. Ora si attende il via libera per la quinta rata
• La Meloni ha una sindrome otolitica. Ha avuto nausee e vertigini. Ora con il collare sta meglio. La conferenza stampa di fine anno si terrà il 4 gennaio
• Al-Sisi ha presentato un piano in tre fasi per il cessate il fuoco tra Hamas e Israele, ma al momento nessuna delle parti ha risposto
• A Nord di Israele si intensificano i combattimenti con Hezbollah. Intanto spunta un nuovo video girato tra il 14 e il 18 dicembre allo stadio Yarmouk di Gaza City, mostra prigionieri palestinesi, anche minorenni, spogliati con le mani in alto in mezzo al campo
• Dicembre è il mese più difficile dell’anno per le forze di difesa ucraine. I russi avanzano su sette fronti
• Nel primo trimestre del nuovo anno la bolletta elettrica diminuirà del 10,8%
• Fumata nera per l’ex Ilva. La riunione del Cda di Acciaierie d’Italia si è conclusa con un nuovo nulla di fatto. Oggi i sindacati metalmeccanici sono convocati a Palazzo Chigi
• L’antitrust ha multato per 4,5 milioni di euro Facile ristrutturare. Avrebbe falsificato i commenti postivi e fatto pagare l’Iva al 22% quando era al 10
• Femminicidio è la parola dell’anno per la Treccani
• La Corea del Nord si prepara alla guerra
• Dopo il Colorado anche il Maine esclude Trump dalle primarie
• La Corte costituzionale ha annullato la richiesta di rinvio a giudizio per Salvatore Esposito. Le intercettazioni disposte nell’ambito dell’inchiesta sulla Bigliettopoli torinese erano inutilizzabili
• Dopo Milano e Cuneo anche la procura di Prato ha aperto un fascicolo sul caso del Pandoro Balocco firmato Ferragni
• La procura di Roma ha accettato la richiesta di patteggiamento a quattro anni di Matteo Di Pietro, lo youtuber che a Casal Palocco travolse una Smart uccidendo il piccolo Manuel Proietti
• David Kozak, il ragazzo di 24 anni morto suicida dopo aver ucciso 14 persone in un attacco armato all’università di Praga, aveva già ucciso due persone una settimana prima della strage. Si tratta di un uomo di 32 anni e della sua figlioletta di due mesi.
• In Francia la gauche boicotta i concerti di Beatrice Venezi perché vicina a Giorgia Meloni
• Sono morti Dada Grimaldi, la prima regista donna della tv italiana, e Gaston Glock, l’inventore della leggendaria pistola
• Altro capolavoro di Federica Brignone sulle nevi austriache di Lienz: quinta nella prima manche, fa il miglior tempo nella seconda e balza alle spalle della fuoriclasse americana Mikaela Shiffrin

Titoli
Corriere della Sera: Fisco e Superbonus: le novità
la Repubblica: Il sistema Verdini
La Stampa: Superbonus, passa la linea Giorgetti
Il Sole 24 Ore: Superbonus, ok al decreto salva spese / Arriva il mini aiuto per i redditi bassi
Avvenire: Ancora superbonus
Il Messaggero: Giustizia, mossa anti-ritardi / Superbonus ai redditi bassi
Il Giornale: Poker di fine anno
Qn: Sanatoria superbonus e tagli all’Irpef
Il Fatto: Corruzione: arrestato / il “cognato” di Salvini
Libero: L’uomo dell’anno (con foto di Giorgia Meloni)
La Verità: Pur di benedire le unioni gay / violate le regole del Vaticano
Il Mattino: Superbonus per i redditi bassi
il Quotidiano del Sud: L’eredità Delors manifesto della nuova Europa
il manifesto: In riserva
Domani: Arriva il Superbonus di cittadinanza Giorgetti perde la partita con Tajani

IN TERZA PAGINA
L’influencer e l’influenzata (Masneri)
Il sistema Verdini (Ossino)
Calcio senza sconti (Colombo)
Il giorno in più che allunga la sfiga su tutto il calendario (Niola)
Breve storia della Glock e del suo inventore (Scuto)
IN QUARTA PAGINA
L’80% DEGLI UOMINI DIVENTA PELATO

(e la colpa è quasi sempre della mamma)
di Melania Rizzoli

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Giù le mani dal presepe!: editoriale dell’ex senatore casertano Vincenzo D’Anna

Non c’è napoletano che non abbia visto il capolavoro di Eduardo De Filippo “Natale in Casa Cupiello” e che non ricordi il dialogo tra Luca Cupiello ed il figlio Tommasino, detto Nennillo, innanzi al presepe che il padre aveva devotamente preparato come ogni anno. La commedia è la metafora della disgregazione di una famiglia tradizionale legata ai valori di un tempo, alla religiosità che li connota durante le feste comandate e che tenta di ricomporsi attorno ad uno dei principali simboli della tradizione cristiana. Un’opera, quella di Eduardo, presaga di quanto purtroppo emergerà in seguito nella società del terzo millennio. Un capolavoro che avverte ed ammonisce circa il valore delle tradizioni familiari intese come occasione di riconciliazione e di stabilità. Ma già ai tempi in cui Eduardo scrisse quel testo – correva l’anno 1931 – il coacervo di valori tradizionali cominciava a mostrare le prime crepe: “Nun me piace ‘o presepio”, ribatte Tommasino al padre che tenta invano di inculcargli il valore di quella sacra tradizione. Il giovane è invece proteso verso altre mete emancipanti: l’amicizia con i compagni (ancorché uno di questi sia l’amante della sorella la quale litiga con il marito), l’attrazione verso i beni materiali (che tenta di chiedere ed ottenere leggendo la lettera di Natale nella quale conferma, in cambio, i soliti buoni propositi).

Non gli piace, insomma, e non gli piacerà il presepe neanche quando la piccola opera d’arte paterna sarà ultimata al massimo del suo innocente fulgore. Un fulgore che però diventa inutile orpello nel momento in cui viene a mancare il retroterra della vera fede sulla quale poggia la tradizione che rinnova la visione della nascita di Cristo. Comincia insomma già in quell’epoca, il forte richiamo del consumismo, dell’atarassia sentimentale e dell’alienazione spirituale. Oggi siamo ben oltre quei richiami, molto al di là dello stesso edonismo narcisistico: siamo alla disfatta profonda dell’assemblaggio sociale di un tempo. Viviamo in un’epoca in cui la società si è fatta “liquida”, indistinta e finanche fluida nella determinazione dei generi e della sessualità, con unioni che si sciolgono come neve al sole alla prima incomprensione ed innanzi all’individualismo egoistico e competitivo della coppia. Finora, purtroppo, niente ha egregiamente sostituito quel che di durevole è stato accantonato, questo finisce con l’accrescere sia il disorientamento, sia l’alienazione esistenziale, con il risultato che a regolare il rapporto tra i coniugi e con i figli ci pensano, oggi, l’opulenza , il cinismo e la violenza che si sviluppa dentro le mura domestiche.

Eppure è una legge, finanche chimico-fisica, quella che ci indica che due atomi ( gli individui ) possono fondersi in una nuova molecola ( la famiglia ) solo se riescono ad interagire legandosi stabilmente, condividendo l’energia dei legami originari. Nell’epoca dei social e della telematica i legami sono veloci, effimeri ed impersonali. La gente ha motivo di conoscersi epidermicamente portandosi dietro il proprio egoismo di voler arrivare in alto nella scala socio economica. Non c’è né il tempo né lo spazio per coltivare un’idealità comune, un idem sentire, che possa sopravanzare il portato individuale per rinsaldare, con dedizione e sforzo, il legame di coppia e di famiglia. Si rincorrono e si analizzano gli epifenomeni sociali che questa disgregazione sociale sta producendo: divorzi, abbandoni della prole, femminicidi, famiglie allargate, aborti ripetuti e calo delle nascite, cambiamenti transgender, nomadismo affettivo. Non piace il presepe come simbolo antico? Lo vogliono modernizzare, adeguare ai tempi nella speranza, o meglio, nell’illusione, che quei simboli siano plasticamente adattabili alla nuova scala dei valori sociali? Ed ecco quindi che qualcuno procede alacremente lungo la strada del restyling epocale, allestendo una natività con…due Madonne!! A realizzarla è stato don Vitaliano Della Sala, parroco della chiesa SS. Pietro e Paolo in Capocastello di Mercogliano (Avellino): un alzata d’ingegno, quella del sacerdote, che ben può considerarsi un antesignano dell’introduzione del gender nel mondo un relativismo morale, caro alla mutagenesi dottrinale di Papa Francesco. Ma d’altronde, cosa aspettarsi da una chiesa retta da un gesuita che poco gradisce fare il “Pontefice Massimo” ed il custode della tradizione cristiana, che benedice le coppie gay e che, ricevendo Wladimir Luxuria, la invita ad andare avanti? Addirittura fanno la loro apparizione nelle letterine di Natale dove i bimbi si rivolgeranno non solo a “papà” e “mamma” ma anche altre figure indeterminate, ivi presenti . E così la scuola stessa si adegua alle mode. Anni fa ebbi modo di leggere un bel libro di Stefano Benny dal titolo “Il bar in fondo al mare”. Vi si narrava di un bar nascosto sotto la superficie del mare in cui 23 personaggi – uomini ed animali, umani e marziani, senza distinzione di specie – si raccontavano folli storie oniriche. Si potrà immaginare questa variegata tipologia di cose anche nella famiglia in un prossimo futuro? Ed allora facciano, lorsignori, come meglio desiderano, però tolgano le mani dal presepe a dai simboli di coloro che questa “modernità” non desiderano!! A noi ce piace ‘o presepio!! Se ne facciano una ragione!

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Tony Negri, il cattivo maestro: pungente editoriale dell’ex senatore Vincenzo D’Anna

Si è spento a Parigi, all’età di 90 anni, Toni Negri al quale molti attribuiscono, come professione, quella del filosofo e dello scrittore.

Intendiamoci: non sono certo, queste, attribuzioni usurpate, oppure false, essendo stato egli un docente universitario nonché l’autore di decine di saggi letterari e pubblicazioni sul comunismo e sullo Stato.

Tuttavia l’attività preminente del nostro scrittore, quella più significativa nella sua vita longeva, di sicuro molto più lunga rispetto a quella delle numerose vittime della violenza e del terrorismo che pure egli spalleggiò ed eterodiresse con le proprie tesi rivoluzionarie, fu quella del combattente e dell’eversore comunista.

Fu sulla base, infatti, di quella precipua attività, svolta negli anni del fulgore intellettuale, che Negri ebbe a guadagnarsi il titolo di “cattivo maestro”.

Studioso del Marxismo e dell’Operaismo, l’accademico padovano allevò e plagiò centinaia di allievi, instillando in loro l’idea che lo Stato democratico di stampo capitalista dovesse essere abbattuto, eradicato fin dalle fondamenta, in quanto pronubo di un sistema di diffuso sfruttamento della classe proletaria a vantaggio dei potentati economici, ossia dell’imperialismo.

Questi ultimi venivano catalogati non solo nella categoria degli imprenditori, ma in un più vasto contesto politico e sociale individuato nei partiti tradizionali dell’epoca, nei sindacati e nelle stesse istituzioni parlamentari.

Nacque con lui l’idea che la politica potesse essere solo di tipo extra parlamentare e che l’ideologia di cui si faceva fautore, quello dello Stato comunista a trazione operaia, dovesse essere imposta con la forza. Una forza rinnovatrice della società da crearsi attraverso il movimentismo nelle università, nelle scuole e nelle fabbriche, che avrebbe costituito l’ossature di formazioni rivoluzionarie che propugnavano e imponevano la lotta di classe.

Insomma: quello che Negri auspicava era la scomparsa progressiva del sistema liberale e liberista, del ceto borghese a vantaggio delle classi lavoratrici unica espressione degna di gestire il potere e dirigere le istituzioni secondo l’applicazione dei dettami del marxismo leninismo.

Passando dal dire al fare grazie a lui nacquero “Potere Operaio” ed “Autonomia Operaia” i due movimenti che lo riconobbero come ideologo e maestro e nelle cui fila furono allevati parecchi militanti passati poi alla clandestinità e nelle Brigate Rosse, la formazione terroristica che insanguinò l’Italia negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso.

Negri insomma fu un mandante morale che non si macchiò mai direttamente le mani di sangue ma che seppe alimentare culturalmente quegli schieramenti politici rivelatisi poi, a lungo andare, palestre di devianze terroristiche con l’attacco allo Stato ed vari rappresentanti della società italiana. Caddero sotto i colpi inferti dai militanti della stella a cinque punte magistrati, politici, giornalisti, forze dell’ordine, dirigenti di azienda e sindacalisti, ritenuti, a vario titolo, esponenti di categorie professionali e sociali che ostacolavano la conquista del potere da parte della classe operaia.

Un intero sistema complice e reazionario. Certo ci furono anche altre formazioni eversive a svolgere un analogo ruolo sanguinoso come, ad esempio, Lotta Continua da cui pure emersero futuri aderenti e capi delle BR ma l’intellettuale di spicco di quell’epoca rimaneva sempre lui: Tony Negri, insieme con gente del calibro di Adriano Sofri e Roberto Curcio. Erano quelli i tempi ereditati dalle rivolte studentesche del 1968 dalla contestazione generale che aveva come emblema il mantra “vogliamo tutto e subito” e del “potere a chi lavora”.

Anni di grande e confuso cambiamento nei quali si rompevano vecchi lasciti morali, sociali, religiosi e politici di un’Italia che aveva da poco superato il boom economico e si era risollevata dalle miserie morali e materiali post belliche raggiungendo un diffuso benessere e stili di vita mai visti prima. Era quella l’epoca della rivoluzione culturale cinese di Ma Tze Dong, della guerra in Vietnam (persa dagli “imperialisti” americani) e dell’idolatria del governo rivoluzionario sovietico, di metodologie politiche da importare da quelle particolari esperienze storiche che andavano di moda verso l’Est, oltre la cortina di ferro.

Non furono pochi i cosiddetti intellettuali, i radical chic, che tennero bordone a queste idee, quelli che, in seguito, affermarono di non stare né dalla parte dello Stato né da quelle delle Brigate Rosse. “Pensatori” che definirono molto generosamente le BR come composte da “compagni che sbagliano”. Solo l’unità delle forze politiche democratiche, dei sindacati e dei rappresentanti delle categorie sociali riuscì a resistere a quello scontro ed alla tremenda onda d’urto della violenza proletaria, pseudo rigeneratrice della nazione.

Per ironia della sorte, alla fine, così come non furono pochi quelli che non pagarono un caro prezzo per questa collaborazione morale e fattuale con quell’ambiente, ce ne furono altrettanti che finirono, invece, a dirigere giornali, reti televisive e aziende di Stato riciclandosi nelle fila di quegli stessi partiti e di quelle stesse istituzioni che pure avrebbero voluto sbaragliare o radere al suolo.

Tony Negri, a differenza di queste mosche cocchiere della rivoluzione, non si riciclò mai ma scontò dodici anni di galera. Comunque siano andate le cose, non credo che Negri sarà rimpianto, né che la sua lezione abbia lasciato emerite e durevoli tracce.

La storia lo ricorderà solo per l’erroneo e tragico credo politico e per la scia di lutti e di sangue che n’è derivata.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)