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parlamentare

E in commissione Antimafia la politica fa il “cane da guardia” del giornalismo. INCHIESTA PARLAMENTARE SUL CASO “DOSSIERAGGI” – Sentito Fittipaldi direttore di “Domani”. Rastrelli “Ma Lei in che modo è diventato direttore?” DI ANTONIO MASSARI 23 APRILE 2024






CASO STRIANO

E in commissione Antimafia la politica fa il “cane da guardia” del giornalismo. INCHIESTA PARLAMENTARE SUL CASO “DOSSIERAGGI” – Sentito Fittipaldi direttore di “Domani”. Rastrelli “Ma Lei in che modo è diventato direttore?”

DI ANTONIO MASSARI
23 APRILE 2024

Se in altri paesi il giornalismo è considerato il “cane da guardia del potere”, ieri a Palazzo San Macuto, è stato il “potere” a muoversi come il “cane da guardia” del giornalismo. “La presente inchiesta” esordisce la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, dinanzi al direttore di Domani, Emiliano Fittipaldi, “non è sorta per nostra iniziativa, ma scaturisce dalle sollecitazioni che i procuratori Giovanni Melillo e Raffaele Cantone hanno rivolto alla Commissione”. Verissimo. Altrettanto vero che non hanno scelto loro di convocare il direttore del quotidiano che conta ben tre cronisti indagati per aver concorso con il finanziere Pasquale Striano nell’accesso abusivo alle banche dati della Dna. La questione è nota.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha nei fatti chiesto alla Procura di Roma di individuare la fonte delle notizie, che riguardavano i suoi compensi, pubblicate dal quotidiano diretto da Fittipaldi. Poi la procura di Perugia (competente per territorio) ha individuato il finanziere Pasquale Striano (è indagato per accesso abusivo al sistema informatico in concorso con l’ex procuratore aggiunto della Pna Antonio Laudati). Striano era il responsabile dell’ufficio segnalazioni operazioni sospette (Sos) della Procura nazionale antimafia. È l’estrema sintesi dello scandalo “dossieraggi” (nel quale la Procura non ha mai stato contestato alcun dossier, né corruzioni, mandanti o associazione per delinquere).

Ieri la Commissione antimafia ha interrogato Fittipaldi e quel che colpisce non sono le risposte, ma le domande. Colosimo gli chiede se all’interno della sua redazione abbia avviato una riflessione etica, un cambio di rotta, se l’editore Carlo De Benedetti sia intervenuto.

Fittipaldi risponde quel che dovrebbe essere ovvio: ai suoi cronisti chiede solo di trovare notizie vere, verificate, d’interesse pubblico e di sentire le persone coinvolte nei loro articoli affinché possano raccontare la propria versione. Quindi nessuna riflessione etica, né interventi dell’editore.

Il vice presidente Mauro D’attis (FI) ha un sospetto: “Striano per quantità di filestrasferiti sembra quasi uno della redazione”. “Uno Stato che chiede notizie sulle fonti” obietta Fittipaldi “rende difficile l’esercizio del giornalismo, ma comunque: Striano non faceva parte della redazione, aveva rapporti con dei cronisti, lo dico solo perché è agli atti”. Poi aggiunge: “Ci siamo occupati di Crosetto come nuovo potente, probabile ministro, le mie fonti in Leonardo mi hanno dato le cifre dei suoi compensi e ho cercato di verificarle. Per Crosetto denunciare è un diritto, certo, ma non lo trovo opportuno: si tratta di individuare le fonti di un giornalista. E qui, rispetto alla libertà di stampa, c’è anche la responsabilità della magistratura. E se ogni volta un ministro cerca di individuare le fonti, dobbiamo forse smettere di cercare notizie?”.

Sergio Rastrelli (Fd’I) chiede: “Com’è diventato direttore? Il suo predecessore Stefano Feltri è scaduto in maniera normale? C’è stata un’accelerazione? Conosce le logiche dell’avvicendamento? Nella scelta del suo editore può aver influito l’esistenza della vicenda giudiziaria”. Fittipaldi replica che la sua nomina è antecedente alla divulgazione dell’inchiesta su Striano. Poi aggiunge: “Banalmente, accade che un vice direttore diventi direttore”.

Per Gianluca Cantalamessa (Lega) il comportamento di Striano è “aberrante”: un “attacco alla democrazia” nel quale “gli unici ad avere un ritorno sono i giornalisti”. È una “anomalia”, continua, che a Striano, finanziere della Dna, i cronisti non chiedessero notizie sulla mafia, ma “sui politici”. Una “anomalia”. Poi punzecchia (facendo riferimento agli articoli sulla Lega): “Qualcuno, in malafede, potrebbe dire: solo su alcune parti politiche”. Fittipaldi replica di aver pubblicato notizie sul Pd e di averle cercate pure su Elly Schlein: “Su di lei non le abbiamo scritte perché non le abbiamo trovate”. A Maurizio Gasparri invece interessa solo sapere se Fittipaldi abbia mai conosciuto l’ex Procuratore nazionale antimafia, oggi parlamentare del M5S e componente della Commissione, Federico Cafiero De Raho. Risposta deludente: “No”.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Provvedimenti in materia di comunicazione politica della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni






Comune di Napoli – Provvedimenti in materia di comunicazione politica della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni
















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Provvedimenti in materia di comunicazione politica della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni


(Fonte: Comune di Napoli – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Caserta. Giampiero Zinzi ha aderito all’Intergruppo parlamentare del Patrimonio Italiano

A sostegno del patrimonio italiano, insieme a Giglio Vigna e Pucciarelli della Lega, l’On. Giampiero Zinzi, 41 anni, di Caserta, deputato della Camera eletto nelle liste della Lega, ha aderito all’Intergruppo Parlamentare del Patrimonio Italiano.
L’intergruppo è presieduto da Cristina Rossello, 63 anni, nata a Finale Ligure, avvocato patrimonialista tra i più importanti d’Italia, deputata alla Camera eletta nelle liste di Forza Italia; Ilaria Cavo, 51 anni, nata a Genova, giornalista televisiva, deputata alla Camera eletta nelle liste di Noi Moderati e vice presidente della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo; Maria Grazia Frija, 50 anni, nata a La Spezia, deputata alla Camera eletta nelle liste di Fratelli d’Italia; Alessandro Giglio Vigna, 40 anni, di Ivrea (Torino), deputato della Camera eletto nelle liste della Lega, presidente della XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea; Stefania Pucciarelli, 57 anni, nata a Sarzana (La Spezia), senatrice eletta nelle liste della Lega, già sottosegretario del Ministero della Difesa e attuale presidente della Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani; Daniela Ternullo, 49 anni, di Melilli (Siracusa), senatrice eletta nelle liste di Fratelli d’Italia, segretario del Consiglio di Presidenza del Senato; Giulio Terzi di Sant’Agata, 78 anni, di Bergamo, senatore eletto nelle liste di Fratelli d’Italia, presidente della IV Commissione per le Politiche dell’Unione Europea e in passato ministro degli affari esteri.
Presidente onorario è stato nominato Giuliano Urbani che con il governo guidato da Silvio Berlusconi rivestì l’incarico di ministro dei beni culturali.
Segretario generale è invece Ivan Drogo Inglese presidente dell’ente Stati Generali del Patrimonio Italiano e rappresentante di interessi del patrimonio presso la Camera dei Deputati.
L’intergruppo, tra l’altro, organizza alla Camera dei Deputati il premio “Donne del Patrimonio” che rappresenta un importante riconoscimento per le dirigenti, imprenditrici, professioniste e rappresentanti delle istituzioni che si sono distinte nella valorizzazione del patrimonio italiano.
Inoltre, in occasione dei vent’anni del Codice dei Beni Culturali (Legge 42/2004) è impegnato nel raccogliere pareri, proposte e suggerimenti per un aggiornamento del testo.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

‘Le vesti lacere della DC’: argute considerazioni dell’ex parlamentare casertano Vincenzo D’Anna

Il Vangelo di Giovanni racconta che la tunica del Cristo in croce fu contesa dai suoi carnefici. Ora questa veste era senza cucitura, tessuta per intero dall’alto in basso. Perciò i soldati dissero tra loro: “Non la stracciamo, ma tiriamo a sorte a chi tocchi”.

Insomma è storia antica, parafrasata in politica dagli eredi di quella che un tempo fu la Democrazia Cristiana, ossia da quella miriade di sedicenti successori del patrimonio storico ed ideologico della Libertas.

Per lo più soggetti che di quella grande tradizione poco si curano, anche per oggettivi limiti culturali, finendo per azzuffarsi sulla spartizione e la detenzione del simbolo che per decenni ha rappresentato la Dc. Un coacervo di giudizi intentati e discussi nei tribunali con tanto di sentenze in forza delle quali ciascuno di essi reclama di essere in “possesso” dello scudo crociato. Quest’ultimo altro non era che lo stemma del Comune di Caltagirone che don Luigi Sturzo prese a prestito allorquando, agli albori del secolo scorso, fondò il partito popolare italiano lanciando l’appello ai “Liberi e Forti” con il quale indicava le linee programmatiche ed ideologiche che avrebbero ispirato l’azione dei cattolici che intendevano cimentarsi in politica.

Un impegno, il loro, a lungo impedito dal “Non expedit” che Papa Pio IX emanò dopo la presa di Porta Pia che portò all’annessione dei territori dello Stato Pontificio al Regno d’Italia e la conseguente designazione di Roma a Capitale d’Italia. In sintesi il divieto rappresentava una forma di ritorsione nei confronti del neonato Stato unitario, una formula di dissuasione o di divieto utilizzata dal Papato nel momento in cui intendeva soddisfare ragioni di opportunità, ossia che la fattispecie non giovasse o non convenisse ai fedeli ed alla Chiesa stessa.

Sciolti, successivamente, i partiti politici dal regime dittatoriale di Mussolini, finiti esuli, incarcerati oppure assassinati i loro leader (come accadde al deputato socialista Giacomo Matteotti ucciso da una squadraccia fascista), anche il partito popolare scomparve dalla scena. Fu ricostituito solo dopo la caduta del fascismo con il nome di Democrazia cristiana sotto la guida di un gruppo di parlamentari, intellettuali e partigiani cattolici capeggiati da Alcide De Gasperi che fu poi capo del governo per un lungo periodo ricostruendo e sollevando il Belpaese dalle macerie materiali, morali ed economiche della guerra.

Per quasi mezzo secolo la Dc rappresentò il partito più votato e quello che più di tutti si ritrovò al timone del Paese. A quello storico movimento si devono le riforme post belliche: sia quelle costituzionalmente previste, sia quelle relative alla collocazione internazionale dello Stivale nel consesso delle nazioni occidentali liberal democratiche e ben dentro il patto atlantico (la Nato), in un’epoca in cui il mondo era diviso da una “cortina di ferro” che separava le due superpotenze: Usa da una parte e Urss dall’altra.

Una storia finita ingloriosamente, travolta dagli scandali scaturiti dal finanziamento occulto ai partiti in un mare di diffusa corruttela che si era elevata a sistema e che aveva visto l’arricchimento personale di molti leader di partito. Dopo Tangentopoli a nulla è valsa la trasformazione (quasi una sorta di ritorno al passato) in partito popolare della Dc e le successive scissioni in altri schieramenti satelliti. In disparte ogni altra opportuna riflessione critica sulle cause ideali e politiche che ne determinarono la crisi.

Una cosa è certa: quello che ne scaturì, all’atto pratico, nella cosiddetta Seconda Repubblica, fu la nascita di piccoli potentati che non solo si contesero a lungo il simbolo e l’eredità ideale della gloriosa creatura degasperiana, ma anche il grande patrimonio di cui pure era dotata la Dc: qualcosa come cinquecento immobili!! A cominciare dai cinquantamila metri quadrati di Palazzo Sturzo all’Eur, sede amministrativa del partito. Di converso la mole dei debiti con le Banche ammontava a cento miliardi di vecchie lire, soldi spesi per mantenere la massiccia rete di sedi e di sezioni presenti un po’ in tutta Italia.

La necessità era quella di fronteggiare il più forte partito comunista d’Europa, quel Pci che riceveva finanziamenti occulti dal Pcus russo. E tuttavia questa necessità reale rappresentava il viatico per imboccare la strada della corruzione sistematica del clientelismo di massa, la trasfigurazione di un’eredità politica alta e nobile è finita negli anni Settanta del secolo scorso.

Milioni di onesti militanti, di elettori devoti dello scudo crociato hanno assistito a questo “cupio dissolvi”, alla vergogna della fine ingloriosa di una storia nobile. Di recente, un reportage televisivo ha messo a nudo la babele delle sigle e dei simboli e la misteriosa scomparsa dei miliardi di proprietà del vecchio partito. Una mortificazione, una ferita che si è riaperta per tutti coloro che alla “croce” hanno guardato con fede non certo per spartirsi simbolo e proprietà come le vesti di Gesù!

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Redattore di Latina Oggi insultato sui social da ex parlamentare. La solidarietà di Cdr e Stampa Romana






Redattore di Latina Oggi insultato sui social da ex parlamentare. La solidarietà di Cdr e Stampa Romana

«Pubblicare una foto del genere mi fa schifo! GIORNALISTA TERRORISTA, vergogna»: questa la frase pubblicata dal politico a commento dello scatto relativo ad un fatto di cronaca. «Una vicenda che conferma il clima difficile in cui molti cronisti sono costretti ogni giorno», rilevano i rappresentanti sindacali.

«L’ex parlamentare della Lega Francesco Zicchieri ha postato sulla sua pagina social un grave insulto al redattore di Latina Oggi Alessandro Marangon: “Pubblicare una foto del genere mi fa schifo! GIORNALISTA TERRORISTA, vergogna”, questa la frase pubblicata a commento della foto della pagina del quotidiano che riportava una notizia di cronaca avvenuta, ossia la reazione violenta di un uomo arrestato per reati gravi e che ha dato in escandescenze prima del rito direttissimo previsto in Tribunale, dove poi è stato prelevato dagli operatori del 118». È quanto riportano, in una nota congiunta, il Cdr di Latina Oggi e l’Associazione Stampa Romana.

«La foto – proseguono – è stata scattata in un luogo pubblico, all’esterno del Tribunale di Latina, ritrae un fatto di cronaca ed è stata una scelta redazionale quella di pubblicarla, così come il contenuto dell’articolo riporta un fatto di cronaca giudiziaria. La persona arrestata è molto in vista a Terracina, la stessa città di Zicchieri e del collega giornalista. A rendere ancora più grave l’episodio sono state le decine di commenti e insulti postati sotto la frase di Zicchieri. Una vicenda che, purtroppo, conferma il clima difficile in cui molti cronisti sono costretti ogni giorno ad operare nel Lazio e in provincia di Latina».

Ricordando che «l’Osservatorio del ministero dell’Interno sulle minacce all’informazione vede da tre anni il Lazio al primo posto», i rappresentanti sindacali esprimono, infine, «al collega Alessandro Marangon la solidarietà del Cdr di Latina Oggi, della sezione provinciale del sindacato dei giornalisti e di tutta l’Associazione Stampa Romana».

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

• Il parlamentare di Fdi Emanuele Pozzolo s’è presentato con una pistola a una festa di capodanno a cui era presente il sottosegretario alla giustizia Delmastro. È accidentalmente partito un colpo che ha ferito a una coscia il genero di un uomo della scorta di Delmastro. Le opposizioni chiedono le dimissioni. Meloni è furiosa






QUASI TUTTI FANATICI, OPPORTUNISTI E MAFIOSI GLI UOMINI CHE GOVERNANO L’ITALIA UNA SQUADRA PRONTA A DARE PURGHE A TUTTI…

CHE NON SIA TROPPO TARDI?????

 

 

MARTEDI’ 2 GENNAIO 2024
Clamoroso

Soldi che gli italiani hanno depositato all’estero: 196,5 miliardi, otto volte la manovra della Meloni (vedi le Buste paga)

In prima pagina

• Il parlamentare di Fdi Emanuele Pozzolo s’è presentato con una pistola a una festa di capodanno a cui era presente il sottosegretario alla giustizia Delmastro. È accidentalmente partito un colpo che ha ferito a una coscia il genero di un uomo della scorta di Delmastro. Le opposizioni chiedono le dimissioni. Meloni è furiosa

• Nel suo discorso di fine anno Mattarella ha parlato della violenza sulle donne, dell’importanza del voto, del caro-affitti, di salute, della guerra e delle armi

• La Corte suprema israeliana ha bocciato l’elemento chiave della riforma di Netanyahu. Ovvero l’emendamento che toglieva ai giudici il potere di ribaltare i provvedimenti del governo

• Gli Houthi minacciano l’escalation nel mar Rosso. Attaccheranno chiunque si schiererà dalla parte degli americani

• L’esercito israeliano ha ritirato cinque brigate dalla Striscia di Gaza. È primo ritiro significativo ma la guerra sarà ancora lunga. Alcune truppe verranno spostate per combattere Hezbollah

• Da ieri l’Italia ha assunto formalmente la presidenza del G7. A giugno, in Puglia, si terrà il vertice

• Zelens’kyj promette che il nemico verrà devastato, mentre Putin dice che verrà spazzato via, e lancia più di 90 droni contro varie città dell’Ucraina

• I fedelissimi di Vannacci stanno fondando un partitino anti-Nato che liberi «l’Europa dalla morsa egemonica degli Usa»

• Un calendario di 13 mesi tutti di 28 giorni. Questa è l’ultima idea lanciata da Beppe Grillo sul suo blog

• Domani ci sarà l’interrogatorio di garanzia di Tommaso Verdini. Stando a Rep, gli amici della Inver puntavano a posizioni apicali nelle società per il ponte sullo stretto di Messina

• Tra domani e venerdì iniziano i saldi. Si stima un giro d’affari di 4,8 miliardi di euro

• Il primo nato dell’anno si chiama Valerio ed è venuto alla luce all’ospedale Cristo Re di Roma

• Uno studio della Camera rivela che una donna su cinque è costretta a lasciare il lavoro dopo aver messo al mondo un figlio

• Uno studente su sei lascia la scuola prima del diploma

• Un terremoto di magnitudo 7.5 ha fatto tremare il Giappone: più di 30 morti sotto le macerie e migliaia di sfollati anche per il rischio tsunami

• Trump vola nei sondaggi. Batte Biden e i candidati alle primarie

• Il leader dell’opposizione sudcoreana Lee Jae-myung è stato accoltellato al collo oggi mentre parlava con i giornalisti. È grave

• Il prossimo 14 gennaio, dopo 52 anni di regno, Margrethe II di Danimarca abdicherà in favore del figlio Frederik. Il Daily mail sostiene che la regina faccia un passo indietro per una storia di corna del futuro re• Ieri un tribunale di Dacca, la capitale del Bangladesh, ha condannato a sei mesi di carcere Muhammad Yunus, inventore del microcredito e vincitore del premio Nobel per la Pace nel 2006

• Le avvocate di Fandaj Bujar, il kosovaro accusato di aver ucciso a coltellate Vanessa Ballan, hanno presentato ricorso. Secondo loro la telefonata al 112 in cui diceva di aver fatto una brutta cosa non era una confessione

• A febbraio Pietro Genovese, che nel giugno del 2019 investì Gaia e Camilla su corso Francia a Roma, dovrà rispondere del reato di evasione. Quando era ai domiciliari non avrebbe risposto ai carabinieri

• C’è una nuova pista per sparizione della piccola Kata, svanita nel nulla lo scorso giugno dall’ex hotel Astor di Firenze. Si ipotizza il sequestro come “vendetta trasversale” per un abuso sessuale subito da un’altra bimba

• Il ciclista australiano Rohan Dennis ha ucciso la moglie Melissa Haskins, anche lei ciclista, investendola

• Benjamin Kiplagat, mezzofondista ugandese, semifinalista nei 3.000 siepi alle Olimpiadi di Londra 2012, è morto accoltellato in Kenya da due criminale

• Nella notte di capodanno un uomo è stato sgozzato con una bottiglia rotta durante una lite e una donna è morta con un proiettile in testa mentre festeggiava con i famigliari il nuovo anno. Il numero totale dei feriti è di 274

• Vittorio Emanuele Parsi è uscito dal coma ma le sue condizioni restano gravissime

• Sono morti il giornalista Paolo Graldi (81 anni) e l’uomo più anziano d’Italia Tripoli Giannini (111 anni)

• A un anno dalla morte di Pelè il Cristo redentore di Rio è stato vestito con le sue maglie

Titoli
Corriere della Sera: Putin lancia la nuova offensiva
la Repubblica: Capodanno con la pistola
La Stampa: Sparo al veglione di Delmastro: un ferito
Il Sole 24 Ore: Borse: la carica 2024 delle società tech, / in 257 pronte ad approdare ai listini
Avvenire: Guerre, violenze e pace / la nostra responsabilità
Il Messaggero: «Pa, scatti decisi dal capoufficio»
Il Giornale: Sparo al veglione / dalla pistola / di un deputato
Qn: La forza del gruppo
Il Fatto: Delmastro e l’altro FdI / Capodanno col botto
Libero: C’è una pistola anche in Fdi
La Verità: In Vaticano arrivano venti di guerra
Il Mattino: «Libertà è il voto, non i social»
il Quotidiano del Sud: Imparare dai vecchi e cambiare con i giovani
il manifesto: Ciao poveri
Domani: Mattarella: «Basta armi e violenza» / Spari e feriti alla festa di Delmastro

IN TERZA PAGINA
L’economia russa ha messo l’elmetto (Taino)
Tutti d’accordo con Mattarella (Serra)
Mai un mondo così insicuro da 80 anni (Bongiorni)
Un brindisi a Macron che salva il vino (Langone)
IN QUARTA PAGINA
LE PARTITE AUMENTANO

MA A PAGARE SONO I CALCIATORI
di Enrico Currò
Continua a leggere

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

L’anno nuovo e i venditori di almanacchi: editoriale dell’ex parlamentare casertano Vincenzo D’Anna

 

“La vita futura è attraente, perché ce la fingiamo lieta con l’immaginazione”.

Finisce così il “Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere” di Giacomo Leopardi, presente nelle Operette Morali. Una storia che si ripete da secoli, con i classici auguri di prosperità e di benessere che ci si scambia, puntualmente, in vista del nuovo anno. Dalla penna del grande poeta di Recanati nasce un “botta e risposta” tra un comune viandante ed un venditore il quale gli offre almanacchi e calendari e che, tanto per invogliarlo a comprare, si dice sicuro che l’anno che sta per entrare sarà senz’altro migliore di quello che sta per andarsene. Parliamoci chiaro: di questi tempi non compriamo più calendari che contengano oroscopi, previsioni e massime bene auguranti capaci di allietare, con propizie previsioni, i giorni a venire. Questa è l’era in cui il giorno, l’ora ed i secondi vengono scanditi da orologi precisissimi (e spesso pregiati) e da computer corredati di varie e vaste informazioni. Le previsioni meteorologiche ci arrivano con largo anticipo e si è arrivati finanche a precisare l’ora nella quale il tempo muterà, volgendo al peggio oppure al meglio. I moderni esorcismi, i vaticini, la mistica del prevedere il futuro, si celebrano con ben altri rituali: cenoni, feste da ballo, champagne e leccornie culinarie; oppure indossando lingerie di colore rosso, regalando corni e simboli apotropaici (in oro o in prezioso corallo). La sostanza tuttavia resta la stessa per tutti i comuni mortali: ciascuno tenta di indirizzare al bene il proprio incombente futuro e tutto inclina verso l’artificiosa creazione di uno stato d’animo allegro e rivolto ad auspicare rosee future previsioni di vita. Non è bastato il progresso tecnologico e merceologico, le tante altre opportunità e comodità offerte all’uomo del terzo millennio, per estinguere l’ancestrale timore del futuro, ossia che questi possa portarci nefaste conseguenze. Sono infatti ancora migliaia coloro i quali si affidano alla lettura degli astri, che consultano maghi e sensitivi, che stanno attenti a non compiere azioni “mala auguranti” come, ad esempio, passare sotto una scala, vedersi la strada attraversata da un gatto nero, oppure si affidano a rituali scaramantici come cospargere di sale gli ambienti e dotarsi di amuleti contro il malocchio. Insomma: timori e superstizioni non hanno ancora abbandonato l’umanità, quella che oggi esplora il cosmo, quella che manipola il codice genetico, quella che seleziona gli embrioni, quella che affida la propria esistenza all’intelligenza artificiale, quella che vive in una società digitale. Sissignore, abbiamo ancora bisogno di certezze, di almanacchi e delle previsioni ottimistiche di chi ce li propina, anche attraverso la pubblicità commerciale che ci invade perpetuamente. Come per l’uomo delle palafitte, la paura maggiore rimane quella della morte e subito dopo quella della povertà, dei cataclismi che oggi hanno il volto dello stravolgimento della natura, dell’ambiente, del clima e, ahinoi, anche delle guerre che insanguinano il mondo!! Tuttavia insieme alla voglia di vivere, ci assale anche la malinconia di un passato che ritorna alla mente, debitamente e fisiologicamente selettivo, verso le cose belle già vissute . Ci mancano, infatti, coloro che abbiamo perduto, gli affetti familiari, gli amici e, quel che è peggio, parte dell’idealità e della progettualità che sostanzialmente erano presenti in noi da giovani. Qualità, queste ultime, che si corroborano in coloro che di anni ne hanno ancora molti innanzi a sé, molto meno per quanti sono consapevoli di aver già vissuto il meglio e consumato quasi tutto il proprio tempo a disposizione. Insomma la tragedia della presa di coscienza sulla caducità dell’esistenza. Jean Paul Sartre, il padre dello esistenzialismo, scriveva che “la vita si scrive solo in bella copia”: è questo il dramma di cui prende coscienza chi ha già vissuto molto. I più giovani credono illusoriamente di poter recuperare opportunità, sentimenti, emozioni e traguardi personali più avanti negli anni, riscrivendo, in tal modo, nuovamente la propria vita. La disillusione sarà ancora più cocente in loro nel momento in cui scopriranno che non è’ possibile tornare indietro,peraltro frastornati dai rapidi cambiamenti delle mode, della scala dei valori esistenziali, dell’etica pubblica e degli stili di vita. D’altronde viviamo totalmente immersi in una società liquida e come tale fluida finanche nei generi sessuali, con il risultato, per le nuove leve, di correre il rischio di non avere né certezze nel presente ne’ punti di riferimento nel passato. Se un auspicio va fatto è che nasca un nuovo Umanesimo culturalmente e moralmente degno di quello passato, non schiavo di un mondo in mano alle potenza ed alla dipendenza delle macchine. In ogni caso tutte le stagioni della vita hanno il loro fascino, per chi la propria vita sa allargarla più che allungarla. Buon anno a tutti.

(di Vincenzo D’Anna, già parlamentare – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Roma. Alzheimer: il Governo approva il rifinanziamento: esulta la parlamentare Annalisa Patriarca (Forza Italia)

La deputata e co-presidente dell’Intergruppo: “Impegno per ricerca scientifica e assistenza a pazienti e famiglie.

L’approvazione dell’emendamento, presentato dai relatori in commissione Bilancio, per il rifinanziamento del fondo per l’Alzheimer è un’ottima notizia”.

Lo ha detto Annarita Patriarca, deputato di Forza Italia, componente dell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio e co-presidente dell’Intergruppo Parlamentare per le neuroscienze e l’Alzheimer.

Si tratta di una misura che va nella direzione di una sempre maggiore consapevolezza nell’importanza di investire nella ricerca e di sostenere i pazienti e le loro famiglie.

Ringrazio oltre i relatori, il ministro della Salute Orazio Schillaci e tutto il Governo per la sensibilità e l’impegno con cui stanno trattando la lotta alle malattie neurodegenerative.

Il lavoro di sensibilizzazione e di confronto tra decisori politici, comunità scientifica e rappresentanti delle associazioni, portato avanti in questi mesi dall’intergruppo, continuerà con maggiore determinazione per incentivare tutte le iniziative che saranno necessarie al fine -conclude- di sviluppare e promuovere la ricerca scientifica e tutte le misure di assistenza ai pazienti e alle loro famiglie”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Scandalo post covd: due arresti ‘importanti’ nel ‘business’ delle mascherine importate

Inchiesta mascherine: arrestati l’ex capo dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna e l’ex  parlamentare della Lega Gianluca Pini.

Secondo l’accusa Minenna facilitava lo sdoganamento delle merci in cambio di un posto nella Lega e della conferma del suo ruolo.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Salerno. Rossella Sessa, già parlamentare, lascia anche Azione per ‘riordinare le idee’

Dopo una esaltante esperienza quale parlamentare di Forza Italia ed una più breve in “Azione”, Rossella Sessa (nella foto) lascia anche il partito di Calenda e Carfagna motivando così la propria decisione:

“La mia seppur breve esperienza in Parlamento ha rappresentato il culmine della mia, militanza politica.

L’ho fatto con senso di responsabilità e senso del dovere rispettando i principi cardini del partito azzurro.
Al momento della caduta del Governo Draghi ho fatto la scelta di lasciare Forza Italia seguendo i miei principi e la convinzione per cui quel governo andasse sostenuto fino all’ultimo giorno.
Diverse sono le stagioni della vita, dopo otto mesi di impegno nella realtà di Azione ho deciso di chiudere la mia esperienza con il Partito e affrontare un momento di riflessione che, di sicuro,  mi aiuterà a fare più chiarezza e mettere in ordine le mie idee.
Ringrazio il Presidente Mara Carfagna che ha sempre creduto in me, ringrazio il Segretario Carlo Calenda, ringrazio il mio caro amico nonché coordinatore provinciale Gigi Casciello e tutti gli amici di Azione”.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Governo ‘a trazione nordista’, l’euro parlamentare Pedicini denuncia: ‘Scippano altri soldi al Sud’

Pedicini (MET): “Scippano altri soldi al Sud per rimediare ai ritardi del Pnrr”.

Interrogazione dell’europarlamentare Greens/Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale: “Il governo congela i fondi di Coesione per dirottarli nelle grandi opere al Nord.

Un nuovo, ennesimo furto è pronto per essere perpetrato ai danni dei cittadini del Mezzogiorno d’Italia. Per ovviare all’assoluta incapacità di spesa del Pnrr entro il 2026, il governo Meloni ha pensato bene di realizzare i progetti che rischiano di saltare utilizzando i fondi della Politica di Coesione.

Parliamo di un tesoretto pari a 126 miliardi di euro, assegnato dall’Europa all’Italia, di cui il 75% è destinato alle regioni del Sud.

Di questa somma, il 70% è stato ora congelato dal Governo italiano con l’idea di dirottarlo su progetti che erano invece a valere sui fondi del Piano di ripresa. L’ennesima scelta che impedirà ai territori del Mezzogiorno di ridurre il gap con il resto d’Europa”.

Lo denuncia l’europarlamentare Greens/Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini, che sulla questione ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea.

A pagare sono sempre i cittadini delle aree meno sviluppate del Sud, che hanno già subito la sottrazione di oltre mille miliardi di spesa pubblica in 20 anni, a cui è stata destinata meno della metà delle risorse del Pnrr ottenute dall’Italia, a fronte di almeno l’80% dovuto, e che ora rischiano di vedersi scippati anche soldi che gli erano già stati assegnati di diritto.

Per questo – conclude Pedicini – ho depositato un’interrogazione con la quale ho chiesto alla Commissione Ue se ritiene legittima la manovra del Governo di dirottare risorse della Politica di Coesione da investimenti strategici nel Sud Italia, su opere che dovrebbero essere invece a carico dello Stato centrale, per la gran parte previste al Nord, osteggiando le giustificate rivendicazioni di spesa dei governatori delle Regioni del Meridione”.

(Giuseppe PorzioAccredited Parliamentary Assistant – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)