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Attualità

E in commissione Antimafia la politica fa il “cane da guardia” del giornalismo. INCHIESTA PARLAMENTARE SUL CASO “DOSSIERAGGI” – Sentito Fittipaldi direttore di “Domani”. Rastrelli “Ma Lei in che modo è diventato direttore?” DI ANTONIO MASSARI 23 APRILE 2024

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CASO STRIANO

E in commissione Antimafia la politica fa il “cane da guardia” del giornalismo. INCHIESTA PARLAMENTARE SUL CASO “DOSSIERAGGI” – Sentito Fittipaldi direttore di “Domani”. Rastrelli “Ma Lei in che modo è diventato direttore?”

DI ANTONIO MASSARI
23 APRILE 2024

Se in altri paesi il giornalismo è considerato il “cane da guardia del potere”, ieri a Palazzo San Macuto, è stato il “potere” a muoversi come il “cane da guardia” del giornalismo. “La presente inchiesta” esordisce la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, dinanzi al direttore di Domani, Emiliano Fittipaldi, “non è sorta per nostra iniziativa, ma scaturisce dalle sollecitazioni che i procuratori Giovanni Melillo e Raffaele Cantone hanno rivolto alla Commissione”. Verissimo. Altrettanto vero che non hanno scelto loro di convocare il direttore del quotidiano che conta ben tre cronisti indagati per aver concorso con il finanziere Pasquale Striano nell’accesso abusivo alle banche dati della Dna. La questione è nota.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha nei fatti chiesto alla Procura di Roma di individuare la fonte delle notizie, che riguardavano i suoi compensi, pubblicate dal quotidiano diretto da Fittipaldi. Poi la procura di Perugia (competente per territorio) ha individuato il finanziere Pasquale Striano (è indagato per accesso abusivo al sistema informatico in concorso con l’ex procuratore aggiunto della Pna Antonio Laudati). Striano era il responsabile dell’ufficio segnalazioni operazioni sospette (Sos) della Procura nazionale antimafia. È l’estrema sintesi dello scandalo “dossieraggi” (nel quale la Procura non ha mai stato contestato alcun dossier, né corruzioni, mandanti o associazione per delinquere).

Ieri la Commissione antimafia ha interrogato Fittipaldi e quel che colpisce non sono le risposte, ma le domande. Colosimo gli chiede se all’interno della sua redazione abbia avviato una riflessione etica, un cambio di rotta, se l’editore Carlo De Benedetti sia intervenuto.

Fittipaldi risponde quel che dovrebbe essere ovvio: ai suoi cronisti chiede solo di trovare notizie vere, verificate, d’interesse pubblico e di sentire le persone coinvolte nei loro articoli affinché possano raccontare la propria versione. Quindi nessuna riflessione etica, né interventi dell’editore.

Il vice presidente Mauro D’attis (FI) ha un sospetto: “Striano per quantità di filestrasferiti sembra quasi uno della redazione”. “Uno Stato che chiede notizie sulle fonti” obietta Fittipaldi “rende difficile l’esercizio del giornalismo, ma comunque: Striano non faceva parte della redazione, aveva rapporti con dei cronisti, lo dico solo perché è agli atti”. Poi aggiunge: “Ci siamo occupati di Crosetto come nuovo potente, probabile ministro, le mie fonti in Leonardo mi hanno dato le cifre dei suoi compensi e ho cercato di verificarle. Per Crosetto denunciare è un diritto, certo, ma non lo trovo opportuno: si tratta di individuare le fonti di un giornalista. E qui, rispetto alla libertà di stampa, c’è anche la responsabilità della magistratura. E se ogni volta un ministro cerca di individuare le fonti, dobbiamo forse smettere di cercare notizie?”.

Sergio Rastrelli (Fd’I) chiede: “Com’è diventato direttore? Il suo predecessore Stefano Feltri è scaduto in maniera normale? C’è stata un’accelerazione? Conosce le logiche dell’avvicendamento? Nella scelta del suo editore può aver influito l’esistenza della vicenda giudiziaria”. Fittipaldi replica che la sua nomina è antecedente alla divulgazione dell’inchiesta su Striano. Poi aggiunge: “Banalmente, accade che un vice direttore diventi direttore”.

Per Gianluca Cantalamessa (Lega) il comportamento di Striano è “aberrante”: un “attacco alla democrazia” nel quale “gli unici ad avere un ritorno sono i giornalisti”. È una “anomalia”, continua, che a Striano, finanziere della Dna, i cronisti non chiedessero notizie sulla mafia, ma “sui politici”. Una “anomalia”. Poi punzecchia (facendo riferimento agli articoli sulla Lega): “Qualcuno, in malafede, potrebbe dire: solo su alcune parti politiche”. Fittipaldi replica di aver pubblicato notizie sul Pd e di averle cercate pure su Elly Schlein: “Su di lei non le abbiamo scritte perché non le abbiamo trovate”. A Maurizio Gasparri invece interessa solo sapere se Fittipaldi abbia mai conosciuto l’ex Procuratore nazionale antimafia, oggi parlamentare del M5S e componente della Commissione, Federico Cafiero De Raho. Risposta deludente: “No”.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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