MUSICA PER TUTTI IL LABORATORIO DELL’ACCADEMIA MUSICALE YAMAHA ALL’ISTITUTO MATTIA DE MARE A SAN CIPRIANO D’AVERSA

«Musica per tutti è il laboratorio della Yamaha all’istituto comprensivo Mattia De Mare di San Cipriano d’Aversa, diretto dalla dirigente Antonella Cerrito. I bambini hanno la possibilità di imparare a suonare la tastiera». Così la professoressa Mena Santacroce, direttrice dell’Accademia Yamaha con sede a Caserta e San Nicola la Strada.
E aggiunge: «L’obiettivo principale del laboratorio, oltre a quello di fare amare la musica, è quello dello sviluppo dell’orecchio musicale, una capacità che non abbandonerà i bambini per tutta la vita. In ambiente giocoso e divertente i piccoli imparano a coordinare esercizi di ritmo, imparano a cantare e a suonare melodie insieme ai loro compagni. Il laboratorio di tastiere è permanente e attrezzato con 25 tastiere grazie a una convenzione stipulata tra l’istituto comprensivo De Mare, l’Accademia Musicale Città di Caserta e la Yamaha Music Branch Italia».
Per il terzo anno consecutivo il laboratorio ha visto la partecipazione di più di cento bambini tra scuola materna ed elementare. Quest’anno le lezioni sono state tenute dal maestro Carmine Dente, abilitato alla metodologia Yamaha, che con grande professionalità e dedizione ha coinvolto i bambini con lezioni giocose e stimolanti. «Al termine delle lezioni – dice poi la professoressa Santacroce – si è tenuto un saggio alla presenza dei genitori, che hanno potuto verificare attraverso le esibizioni dei loro figli la validità del metodo e la grande valenza educativa». Le parole della dirigente dell’istituto De Mare: «Musica per tutti in collaborazione con l’Accademia Musicale Yamaha di Caserta, diretta sapientemente dalla professoressa Mena Santacroce, è un progetto ambizioso che avvicina gli alunni al linguaggio universale della musica. Da quest’anno vede poi la partecipazione degli alunni della scuola dell’infanzia». E ancora: «È un progetto che si inserisce nell’ampia e variegata offerta formativa del nostro istituto. Ha registrato un’ottima ricaduta sui percorsi formativi degli alunni e ha ottenuto la totale e piena soddisfazione delle famiglie che hanno contribuito alla sua realizzazione. Gli alunni, oltre ad apprendere in modo giocoso il linguaggio musicale, partendo dalla pratica prima ancora che dalla teoria, hanno potuto sviluppare talenti e migliorare le capacità relazionali contribuendo a creare un ambiente e un contesto di apprendimento sereno e stimolante. Per noi è un vero fiore all’occhiello ed è un’assoluta novità sul territorio. Dalla collaborazione con l’Accademia è nata un’esperienza positiva che mi auguro possa continuare e crescere nel tempo».
L’Accademia ha sede a Caserta alla via Caduti sul Lavoro 110 (0823/325824) e a San Nicola la Strada alla via Napoli 8 (0823/422193).
L’articolo MUSICA PER TUTTI IL LABORATORIO DELL’ACCADEMIA MUSICALE YAMAHA ALL’ISTITUTO MATTIA DE MARE A SAN CIPRIANO D’AVERSA proviene da BelvedereNews.
(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
Che immagine potente, quella della fucina! Luogo rovente in cui si forgia, non senza rischio, qualcosa di formidabile — chiave della prosperità di una comunità. È tanto divertente notare la differenza con la più semplice officina, a cui anche il nonno maneggione ha adibito una stanza, e che bazzichiamo quando l’automobile manda un rumore strano, o quando ci si è storta la ruota della bicicletta.
‘Fucina’ in effetti deriva dal latino officina — arcaicamente opificina, che così si nota essere peraltro sorella dell’opificio, che però ha iniziato ad essere un ambiente più altolocato, stabilimento industriale, o per lo svolgimento di arte raffinata. Potremmo aggiungerci che qui s’incontra anche l’ufficio, in quanto officium è contrazione di opificium, ma non impelaghiamoci. Si tratta comunque di laboratori — opus è il termine latino più comune per ‘lavoro’ — e però c’è laboratorio e laboratorio.
Che la fucina, fornace e luogo della fornace, non sia un posto come gli altri, è chiaro praticamente da sempre. Anche chi ci lavora ha uno status particolare — il fabbro è il prototipo del protagonista di una fiaba di antichità remota (certi studi la riportano all’Età del Bronzo) comunemente classificata come ‘Il fabbro e il diavolo’. In questa narrazione il fabbro riesce, grazie a poteri speciali, a mettere in scacco demoni di vario genere — ne esistono decine, centinaia di versioni, ma gira e rigira è anche la materia prima per il Faust.
L’officina ci dà l’idea di un locale attrezzato per trasformazioni e riparazioni, e certo è un genere di bottega in cui può risuonare qualche clangore — anche se le piante officinali non si trovano nell’officina meccanica, ma nel silenzio in quella farmaceutica.
Nella fucina invece le trasformazioni sono estreme e univoche: le braci rosseggiano e affocano l’aria, sprizzano baleni corruschi, le energie che agiscono rendono i materiali incandescenti — fusi, travasati, percossi, raffreddati — e i prodotti che escono da questo turbine di violenze elementali hanno proprietà eccezionali, addirittura preternaturali, rutilanti e resistenti come sono. Si capisce bene che succede qualcosa di grosso, qui, e che senz’altro si gioca sullo stesso piano di spiriti e demoni.
Ecco, presa in metafora la fucina ci rende la meraviglia di un luogo in cui si crea o raffina qualcosa di formidabile. È un qualcosa di materia sottile: idee, talenti, ingegni, professioni, opere alte (non solo roba positiva eh, anche maligna). Posso raccontare di come la collega sia una fucina di idee, di come quell’associazione sia stata una fucina d’intelletti di prim’ordine, di una piccola comunità che è una fucina di poeti o di opere d’arte, di un giornale che è una fucina di menzogne.
Anche se noi nelle fucine non mettiamo piede, di solito, continuiamo così a frequentarle idealmente — profondissimo il solco tracciato nell’immaginario. E nelle nostre narrazioni, più o meno fantasiose, continuano ad essere luoghi fondamentali.