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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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Scambio prigionieri Usa-Russia. Von der Leyen: “Grande gioia per cittadini innocenti e onesti democratici”. Il sollievo dell’Unione europea

“L’Unione europea è sollevata dal rilascio e dal trasferimento alla libertà, fuori dalla Russia e dalla Bielorussia, di numerosi prigionieri politici, tra cui cittadini dell’Ue, facilitati dalla Turchia”. Lo ha scritto in una nota l’alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell in una nota diffusa quando i prigionieri politici erano in nottata sugli aerei che da Ankara li riportavano in libertà. “Gli attivisti, i difensori dei diritti umani e i giornalisti rilasciati sono stati ingiustamente perseguitati e imprigionati dai regimi russo e bielorusso per motivi politici e trattenuti in condizioni intollerabili”, dice ancora Borrell.

Sono 16 i prigionieri rilasciati da Russia e Bielorussia: oltre al reporter americano del Wall Street Journal Evan Gershkovichche, che a luglio era stato condannato a 16 anni di carcere per spionaggio, tra i liberati c’è Paul Whelan, ex marine statunitense, in carcere dal 2018, l’attivista Oleg Orlov, presidente del Board della Ong Memorial premiata nel 2022 con il Nobel per la Pace, Lilia Tchanycheva e Ksenia Fadeyeva, Ilia Yashin, Vadim Ostanin attivisti legati alla figura di Alexei Navalny. E poi Vladimir Kara-Mourza, russo-britannico, che stava scontando 25 anni di carcere per “tradimento” e diffusione di “false informazioni” sul conflitto in Ucraina, Alexandra Skotchilenko, condannata a 7 anni per aver sostituito le etichette dei prezzi in un supermercato con le denunce dell’attacco russo all’Ucraina, la giornalista di Radio Free Europe/Radio liberty Alsu Kurmasheva, l’oppositore Andrei Pivovarov, il politologo russo-tedesco Dieter Voronin, come russo-tedeschi sono anche il 19 enne Kevin Lick, condannato nel 2023 a quattro anni di carcere per “alto tradimento” e l’avvocato Herman Moijes, il cittadino tedesco Patrick Schobel, arrestato a gennaio con l’accusa di traffico di droga e infine il medico militare tedesco Rico Krieger, condannato a morte in Bielorussia con l’accusa di “terrorismo”. “I prigionieri politici e tutti coloro che sono ancora ingiustamente detenuti nelle prigioni russe e bielorusse devono essere rilasciati immediatamente e incondizionatamente”, conclude Borrell nella sua nota.

Soddisfazione è stata espressa in un messaggio su X anche dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen:

“Questo è un momento di grande gioia per tutti coloro che hanno combattuto per loro”, ha scritto,

esprimendo soddisfazione per “il rilascio di cittadini innocenti dall’Ue e dagli Usa e di onesti democratici russi tenuti prigionieri in Russia”, ha scritto la presidente. “Il Cremlino li ha scambiati con criminali e assassini condannati. Questo mostra la netta differenza”, ha aggiunto.

L’elenco dei rilasciati dall’Occidente comprende infatti sei presunti agenti e spie dei servizi segreti russi, come Vadim Krassikov, condannato nel 2021 a Berlino all’ergastolo per l’omicidio di un georgiano della minoranza cecena, la coppia di spie russe Artiom Doultsev e Anna Doultseva, arrestate alla fine del 2022 in Slovenia, che tornano in Russia insieme ai due figli, Pavel Roubtsov, arrestato dai servizi segreti polacchi nel febbraio 2022, Mikhail Mikushin, arrestato nell’ottobre 2022 in Norvegia, e l’hacker Roman Seleznev, condannato nel 2017 a 27 anni di carcere per frode con carte bancarie.

Anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha postato un messaggio per dire la sua soddisfazione per “il rilascio, atteso da tempo, di Evan Gershkovich, Alsu Kurmasheva e altri dissidenti e giornalisti, detenuti illegalmente dalla Russia”. Per Metsola,

“la loro libertà non avrebbe mai dovuto essere messa a repentaglio”.

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(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

La via Appia è Patrimonio mondiale dell’UNESCO, esulta Cangiano (FdI): ‘grande opportunità per Caserta e la Campania’

«Un altro importantissimo riconoscimento arriva per la nostra Regione, per la nostra Provincia e per la ricchezza del patrimonio artistico e culturale che ci caratterizza.
Oggi è infatti arrivata l’ufficialità: la Via Appia, ‘Regina Viarum’, è stata riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
La decisione è stata ratificata nel corso della 46esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco e vede nella Via Appia il sessantesimo sito italiano che può ufficialmente fregiarsi di un riconoscimento così importante.
Merito del Ministro Sangiuliano che, insieme alle 4 Regioni attraversate dalla Regina Viarum, ha fortemente voluto candidarla.
Ed oggi la storia ci dice che, ancora una volta, il Ministro Sangiuliano ci ha visto giusto.
La Via Appia, che collega Roma a Brindisi, attraversa Lazio, Campania, Basilicata e Puglia.
Ma soprattutto è per noi casertani una presenza costante, scenario di una storia millenaria che ci appartiene e che ci racconta.
Da Sessa Aurunca a Mondragone. Da Capua a Santa Maria Capua Vetere: le testimonianze di un periodo storico che ora pesa ancora più nella responsabilità di saperlo tutelare, valorizzare e trasmettere a chi verrà dopo di noi.
Senza perdere l’occasione di legare a questo riconoscimento l’opportunità di far conoscere ogni angolo di bellezza della Regione e soprattutto della nostra Provincia. Grazie davvero al Ministro Gennaro Sangiuliano. Che si dimostra profondamente innamorato di questa nostra bellissima nazione».
Lo dichiara Gimmi Cangiano, deputato campano di Fratelli d’Italia.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Lutto Paolo Pininfarina, per il Presidente dell’Automobile Club Italia Sticchi Damiani, è ”Grande perdita per il mondo dell’auto”

“Apprendo con dolore della scomparsa di Paolo Pininfarina, un’altra grande perdita colpisce il mondo e la cultura dell’auto a pochi giorni da quella di Marcello Gandini” – il commento di Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia.

“Con la sua capacità e visione ha, con energia, affrontato le profonde trasformazioni dell’industria automobilistica mantenendo alta la cifra stilistica della Pininfarina e conquistando nuovi riconoscimenti nel design dell’auto, nell’arredamento e nell’architettura – ha continuato il presidente dell’ACI.

Grazie alla sua opera Pininfarina è tutt’oggi protagonista. Personalmente, unitamente a tutto l’Automobile Club d’Italia, mi stringo alla mamma Giorgia, alla moglie Ilaria e ai suoi 5 figli in questo grave lutto”.

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(Fonte: CasertaSette Blog – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Roma. Tennis, ‘Grande Slam’, l’Effetto Sinner: è boom di richieste per i biglietti, ormai introvabili

Uno studio di Lost in Tennis registra il boom delle richieste e le difficoltà di reperimento dei biglietti per il Grande Slam: ma gruppi di appassionati si organizzano per seguire e trovare i biglietti ormai introvabili.

RC’è un Effetto Sinner anche per i biglietti per assistere alle partite del Grande Slam. Un recente studio della piattaforma Lost in Tennis ha messo in luce infatti la difficoltà di reperire i biglietti del Grande Slam. Difficoltà di reperimento che esisteva già da un po’ di tempo, ma accentuatasi ancora di più oggi, con migliaia e migliaia di tifosi di Sinner disposti a seguirlo in giro per il mondo.

Lo studio di Lost in Tennis rivela dettagli cruciali sulle sfide che tifosi e appassionati di Sinner, e del tennis in generale, devono affrontare per garantirsi un posto, ormai privilegiato, sul campo centrale dei prestigiosi tornei del Grande Slam. Tornei che vanno dall’Australian Open, il Roland-Garros, Wimbledon e lo US Open, e che che si giocano rispettivamente a Melbourne, Parigi, Londra e New York.

Gli atleti e le rivalità del Grande Slam sono il cuore pulsante del Grande Slam. Giocatori di diverse generazioni competono su questi campi, dando vita a scontri epici e rivalità che sono rimaste e resteranno nella memoria collettiva di questo sport.

Pochi biglietti e domanda elevata, il motivo dei biglietti introvabili.

In prima battuta, l’analisi di Lost in Tennis (www.lostintennis.com) evidenzia che, in media, i fan devono aspettarsi di pagare almeno € 91,58 per match previsti sul campo Centrale nel primo giorno degli Slam, con prezzi a partire dai 41,68 € per l’Australian Open sino ai 120 € del Roland Garros, con in mezzo Wimbledon e US Open.

La situazione cambia radicalmente quando si prende di mira un posto per la finale maschile del torneo.

L’analisi rivela che il costo medio dei biglietti sul campo Centrale si attesta a € 465,35, con prezzi che partono dai 322,17 € per Wimbledon sino ai 603,23 € dell’Australian Open, con in mezzo Roland Garros e US Open.
Tuttavia lo studio di Lost in Tennis sottolinea che queste medie nascondono le reali difficoltà legate all’acquisto dei biglietti. La domanda supera largamente l’offerta e la competizione è altissima: nella realtà dei fatti è pressoché quasi impossibile ottenere il biglietto del campo centrale ai prezzi forniti nei canali ufficiali dei tornei.

Perché ci si va a scontrare con situazioni paradossali.

“Per esempio, per ottenere il biglietto sul campo centrale del Roland Garros attraverso i canali ufficiali, e quindi al prezzo da loro ufficialmente stabilito, bisogna partecipare ad una sorta di ‘click day’ che si svolge circa due mesi prima dell’evento (13 marzo 2024, dalle ore 10), dove si troveranno connesse centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo, tutte nello stesso momento e tutte con la stessa intenzione. Il risultato è ovvio: quasi impossibile garantirsi il biglietto nella quantità e nelle modalità preferite, trovando magari disponibilità per quel campo in giorni diversi dalla propria preferenza oppure trovando il biglietto per un campo secondario anziché il Centrale”, spiega Schirru.

Per lo US Open di New York si ripete grosso modo la stessa dinamica.

Ancora diverso il caso di Wimbledon, dove è stato previsto un vero e proprio meccanismo cervellotico. A Wimbledon non è ufficialmente possibile acquistare online il biglietto (tranne un caso specifico, il Ballot), ma solo alla biglietteria all’ingresso della struttura il giorno dell’evento: gli appassionati di tutto il mondo si ritrovano in fila – alcuni prendono parte alla “Queue” anche dalla notte prima – per avere una chance di accedere alla struttura e accaparrarsi un posto nel Centrale.

I biglietti del centrale messi a disposizione sono solo 500, su 15.000 posti di capienza. Gli altri biglietti vengono venduti in anticipo tramite altri canali come “Debenture Tickets” oppure attraverso il “Ballot”, una sorta di estrazione che garantisce la prelazione nell’acquisto di un biglietto.

Grande Slam Tour: nascono i gruppi organizzati di appassionati, per viaggiare e reperire i biglietti

Per rendere questa esperienza il più accessibile gli appassionati della piattaforma Lost in Tennis mettono a disposizione la propria esperienza al servizio degli altri appassionati, e dopo numerose richieste si stanno organizzando con dei pacchetti viaggio per i tornei del Grande Slam, con biglietti inclusi (grazie alla collaborazione con il tour operator Moondoo).

Appassionati che con anni di esperienza alle spalle hanno ideato soluzioni complete per gli altri appassionati, che includono biglietti garantiti, alloggio di qualità e tour della città. Tutto il necessario insomma per vivere un’esperienza tennistica indimenticabile accompagnati da un coordinatore in loco.

“Comprendiamo appieno le difficoltà legate all’acquisto dei biglietti del Grande Slam e la complessità nell’organizzazione di un viaggio verso questi eventi iconici. Le informazioni sono frammentate e spesso ufficiose, si trovano per la maggior parte in lingua inglese. Le location dei tornei non sono necessariamente dietro l’angolo e bisogna coordinarsi con la logistica di questi spostamenti. Ci sono per giunta tantissimi siti web che attuano comportamenti truffaldini e contribuiscono a rendere più complicato il tutto. Per questo da appassionati abbiamo creato dei pacchetti viaggio sicuri, che mirano a semplificare questo processo, offrendo agli appassionati un modo comodo ed efficiente di vivere con emozione i tornei del Grande Slam”, dice Michele Schirru, fondatore di Lost in Tennis.

Il Grand Slam Tour offre così la possibilità di visitare insieme ad altri appassionati le mete del grande slam, come Parigi, Londra, New York, Melbourne, sedi dei rispettivi tornei: Roland Garros, Wimbledon, Us Open, Australian Open.

I pacchetti viaggio proposti dalla piattaforma prevedono un numero di persone compreso tra 8 e 15 partecipanti: “Il nostro primo viaggio è in partenza per il Roland Garros di Parigi a maggio 2024, seguiranno immediatamente Wimbledon a Londra e poi lo US Open di New York”, conclude Schirru.

Gli interessati possono trovare tutte le informazioni necessarie alla pagina www.lostintennis.com/grand-slam-tour o richiederle alla mail tennis@micheleschirru.it o al numero WhatsApp 371 344 9011.

Riguardo Lost in Tennis

Lost in Tennis è la community italiana per gli appassionati di tennis e gli agonisti che vogliono migliorare il proprio gioco, per scalare le classifiche. La community è stata fondata nel 2022 da Michele Schirru, marito e papà di due fantastici bimbi, grande appassionato e istruttore di tennis.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Editori (in)puri: chi controlla la ‘grande Stampa’ e perché?

Fiat, cliniche & C.: a che serve il quarto potere.

CHI CONTROLLA LA STAMPA (E PERCHÉ)  

Editori (im)puri. Gli Agnelli coprono il regalo Stellantis ai francesi, Angelucci e la sanità privata, Caltagiorne che vuole Generali: così i signori dei giornali fanno gli affari loro.

La polemica è esplosa “grazie” alla visibilità della presidente del Consiglio che accusa Repubblica di titolare “L’Italia in vendita” mentre il suo editore, la famiglia Agnelli guidata da John Elkann, conduce un processo di disinvestimento dall’Italia. La presidente del Consiglio, ovviamente, rigira la situazione a proprio vantaggio, ma non si occupa seriamente del rapporto incestuoso tra i giornali e i loro proprietari. Un rapporto che evidenzia una sequenza di conflitti, di gestioni indebite, di pressioni sulle stesse redazioni stremate dalla crisi nelle edicole e su cui, quindi, si può intervenire con più agilità.

Elkann

Il giornale diretto da Maurizio Molinari è quello maggiormente sotto i riflettori. Carlo Calenda, nell’intervista a fianco, sottolinea che il suo obiettivo non è mai stato il quotidiano quanto l’utilizzo strumentale che ne fanno i leader della sinistra politica e sindacale. Ma chi segue la carta stampata sa bene quale sia il rapporto con la proprietà. Mentre tutti titolano da tempo che “Stellantis lascia l’Italia”, su Repubblica si possono leggere titoli come questo: “Stellantis apre l’hub dell’economia circolare, Elkann: ‘La buona politica crea opportunità di sviluppo’” (23 novembre 2023). Oppure, mentre la cassaforte di famiglia Agnelli, Exor, acquista il controllo nella sanità di Lifenet Healthcare, il giornale offre ai suoi lettori prelibatezze simili: “Inaugurati i nuovi spazi del Piccole Figlie Hospital. Investiti dal Gruppo Lifenet 2,5 milioni di euro” (28 aprile 2023).

Angelucci

Della famiglia Angelucci si è già detto quasi tutto, anche perché sembra affetta da bulimia per quanto riguarda i giornali. Con la finanziaria Tosinvest infatti controlla i giornali di centrodestra, Libero e il Tempo, ma anche il gruppo Corriere del centro Italia (Umbria, Siena, Arezzo, Viterbo e Rieti) e da poco ha acquisito il controllo dello storico Il Giornale della famiglia Berlusconi. Il capostipite Antonio si è fatto eleggere per quattro legislature, senza passare quasi mai per le aule parlamentari, fino all’approdo alla Lega di Salvini, genero di uno dei suoi migliori amici, Denis Verdini.

Il cuore dei suoi interessi sono le cliniche e la più importante è certamente il San Raffaele di cui prima dell’elezione è stato presidente l’attuale governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca. Nel 2023, in occasione della discussione sulla manovra di Bilancio, il gruppo Pd alla Regione Lazio ha accusato Rocca di “favorire i privati ai danni della sanità pubblica”.

Caltagirone

La famiglia guidata da Francesco Gaetano Caltagirone, imprenditore e finanziere di riferimento a Roma, controlla direttamente Il Messaggeroil Mattino di Napoli e il Gazzettino di Venezia. Un piccolo impero editoriale. Per capire certi rapporti incestuosi vale la storia degli articoli dedicati dal Messaggero ai tram di Roma. Una campagna durata mesi con almeno un articolo al giorno contro uno dei mezzi di trasporto più puliti e rapidi definito invece “anacronistico, se non dannoso”. Obiettivo della campagna, il progetto della linea Termini-Vaticano-Aurelio visto come concorrenziale alla prosecuzione della Metro C, su cui è impegnata anche la Vianini Lavori del Gruppo Caltagirone. Come già segnalato sul Fatto da Vincenzo Bisbiglia, “i lavori alla Tva dovrebbero durare due anni, mentre per portare la linea C all’ombra del Cupolone ci vorrà almeno un decennio. Con costi ben più elevati”. Meglio evitare la prima opera per magari far decollare la seconda. Caltagirone è stato citato recentemente dal Financial Times a proposito del ddl Capitali in cui è prevista la norma che premia chi detiene azioni per 10 o più anni con un diritto di voto 10 volte superiore a quello degli azionisti a breve termine. “Il beneficiario più evidente del disegno di legge emendato – ha scritto il Ft – è il miliardario Francesco Gaetano Caltagirone, azionista di rilievo di due dei più potenti gruppi italiani di servizi finanziari, Generali e Mediobanca”. La chiosa del quotidiano finanziario – motivato nel suo attacco da altri corposi interessi – è cristallina: “Caltagirone è anche un alleato chiave per il governo della Meloni: possiede giornali influenti in regioni dove il suo sostegno è forte”. Il sostegno al governo è tale che da quando è in ballo l’Autonomia differenziata uno strenuo oppositore di questa, Gianfranco Viesti, non scrive più sul Messaggero ed è diventato una firma del Fatto.

Romeo

Anche se i quotidiani in questione, l’Unità e Il Riformista hanno piccole tirature, qui le contraddizioni non mancano. Il Gruppo Romeo ha avuto diversi rapporti con la Pubblica amministrazione da cui ha avuto corposi appalti, come dimostra il caso Consip. In seguito a questi rapporti ha avuto una serie di guai giudiziari. E da cosa sono uniti l’Unità il Riformista? Da una linea iper-garantista che non fa sconti ai magistrati, anzi li vorrebbe mettere in un cantuccio, buoni e sottoposti al potere politico. Lo stesso che i giornali, poi, accarezzano o addirittura impersonano. Come noto, infatti, il Riformista è diretto da Matteo Renzi, ma Romeo cerca anche di tenere un rapporto diretto con il Pd tramite l’Unità, anche se recentemente quest’ultima ha chiesto in prima pagina le dimissioni di Elly Schelin. Troppo poco renziana.

Confindustria…

…e altri poteri. Tra i vari conflitti poco indagati ci sono quelli che riguardano i vari big dell’imprenditoria. Il più evidente di tutti è il rapporto del Sole 24 Ore, il più influente quotidiano economico, con la Confindustria che ne detiene la proprietà. Una newsletter edita dal quotidiano Il PostCharlie, si è divertita a segnalare le volte che sul giornale salmonato appaiono le dichiarazioni del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: praticamente ogni giorno. L’Eni, poi, controlla una importante agenzia di informazione, l’Agi, diretta fino a pochi mesi fa da Mario Sechi (direttore di Libero nonché ex portavoce di Meloni) e gira la notizia che Agi possa essere venduta agli Angelucci (ancora loro).

Infine Cairo

Il proprietario del gruppo Rcs (Corriere della Sera e Gazzetta dello sport) e di La7, ma anche del Torino calcio, formalmente è un editore puro. Ma è lui a generare autonomamente i conflitti. Prima avviando una campagna per chiedere più fondi pubblici per il calcio, poi buttando lì, in una trasmissione radiofonica, l’idea di una sua candidatura a sindaco di Milano. Una battuta che in politica, però, significa inviare un messaggino diretto ai vari protagonisti. Non siamo al Citizen Kane di Quarto Potere, per carità, anche perché in Italia le cose sono sempre più farsesche.

(DI SALVATORE CANNAVÒ – Fonti: Fatto Quotidiano – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

‘Grande Fratello Napoletano’: da marzo 12 Tiktoker in una casa per una live unica da 8 milioni di follower

Via al Grande Fratello Napoletano: il web sfida la TV; da marzo 12 tiktoker partenopei “rinchiusi” nella casa.

Dalle 20 alle 3 di notte ogni giorno per tre settimane maxi-live di cento ore per 8 milioni di follower.

Primi inquilini: Rita De Crescenzo, Laura la Divina, Loredana Fiorentino,  Enzo Bambolina, Mucella, Francesca Squillace.

Produzione Max Adv di Massimiliano Triassi: “Esperimento social mai realizzato”
E’ una sfida a colpi di follower quella che partirà a marzo sul web napoletano. Dodici Tiktoker napoletani per otto milioni di follower; cento ore di live, cinque al giorno per tre settimane.

La “casa dei figli di mouse” è un nuovo format dedicato al mondo dei social che partirà a metà marzo con la produzione Max Adv di Massimiliano Triassi. Un gruppo di concorrenti partenopei dovrà trascorrere cinque ore al giorno per tre settimane all’interno di una casa completamente isolata dal mondo esterno.

 Il focus principale è incentrato sulla convivenza in casa dei personaggi. I partecipanti previsti sono 12 che quotidianamente dal lunedì al venerdì alle 20,00 per tre settimane si riuniranno in casa dividendosi i compiti di gestione, pulizia, riordino, cucina etc. Vivranno insieme fino alle 3 del mattino del giorno seguente, ovviamente senza cellulari. Saranno le live de “La casa dei figli di Mouse” a trasmettere le immagini sui profili dei 12 tiktoker secondo un esperimento mai provato prima.

Il tutto arricchito dai vari imprevisti e dalle serate a tema organizzate (pigiama party- Karaoke – balli di gruppo etc.). All’interno della casa tra i personaggi sono anche previsti: il confessore – lo psicologo – la sessuologa e tante altre figure particolari per arricchire il programma.

Resi noti i nomi dei primi “inquilini”, tiktoker da oltre 8 milioni di follower: Rita De Crescenzo, Laura la Divina, Loredana Fiorentino, Mucella, Francesca Squillace. Nei prossimi mesi si darà notizia degli altri partecipanti.  Ad Enzo Bambolina il compito, all’interno della casa, di introdurre le varie tematiche della giornata e fare da “confessore” di singoli partecipanti.

La produzione è di Max Adv di Massimiliano Triassi. Il programma è scritto da Daniele Violante e Fabio Ruffo. E poi ancora venti tra operatori e assistenti, dirette simultanee sui vari profili tiktoker per un investimento tecnologico orientato solamente verso il social. “Quello che stiamo lanciando – afferma Massimiliano Triassi – è un esperimento che mette al centro il web. Un nuovo prodotto che punta tutto sui live social considerando l’altissima partecipazione su Tik Tok di fan che seguono quotidianamente le vicende dei nostri protagonisti”. “La condivisione delle live dà poi il senso del moltiplicatore con tantissimi follower che si possono aggiungere nel corso del programma”.

Quattordici format regionali, due nazionali, documentari, talk comici, di informazione, programmi di intrattenimento generalista, di approfondimento, il calcio visto con l’occhio del tifoso e con quello dissacrante di un gruppo di autori che è ormai l’ossatura portante di Max Adv.

La società di produzione che fa capo a Massimiliano Triassi, produttore napoletano che ha fatto di Napoli, della creatività, e della squadra di autori tre pilastri fondamentali per la crescita. Diciassette anni sulla breccia per 500.000 minuti di produzione.

Nella stagione 2023/2024 sono confermati 14 format regionali, 2 nazionali e tante altre attività televisive e una stagione. Confermatissimo il talk “La Notizia in Comune”. Salute protagonista in “Benessere”. Riproposte anche le interviste di “Approdiche” e le gag di “The Mast. Ancora  “Zit com”“E che serata”, il varietà che lancia i nuovi talenti dello spettacolo partenopeo; “‘A Ricetta”, la sfida tra imprenditori, professionisti e casalinghe dietro i fornelli per passione. Il mondo del calcio visto in maniera dissacrante in “Ultimo Stadio”. Skoppiati e Sartù rappresentano il meglio della comicità napoletana e non solo.

Ultima produzione televisiva di successo rodata sul rinomato social Tik Tok “Figli di Mouse”, dove le persone comuni che vogliono raccontare le loro vicende personali hanno una tribuna moderata da un conduttore pronti ad ospitare sfoghi ed inviti alla riappacificazione. Format Nazionali “T’apparamm”, a tutte le liti c’è una soluzione, e infine, “Amatevi, al matrimonio ci pensiamo noi” dedicato a quanti vorrebbero sposarsi ma le condizioni economiche non lo permettono e raccontano storie d’amore che vivranno il lieto fine.

Si tratta di uno sforzo produttivo molto impegnativo fatto di quattordici format frutto delle idee della nostra squadra di autori e attori ” spiega il produttore televisivo Massimiliano Triassi, che aggiunge:

Il momento non è facile per nessuno ma tutte queste produzioni hanno ormai un pubblico talmente radicato e interessato che ripartiremo con una nuova stagione più ricca e articolata di quelle precedenti per le quali non resta che ringraziare i canali televisivi regionali campani e non solo

(Gianluca Agata – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Napoli. ‘Sagra del Ragù’ e premi per i veri partenopei venerdì 8 in Piazzetta del ‘Grande Archivio’

L’8 dicembre Prima ‘Sagra del Ragù’ a Napoli e Premio ‘Vivi Napoli’ ad alcuni difensori della ‘napoletanità, Piazzetta del ‘Grande Archivio’ cibo e tammorre.

Venerdì 8 dicembre si terrà la prima edizione della ‘Sagra del Ragù‘, al centro storico di Napoli, organizzata dalla Locanda ‘il Seggio del Popolo’, a Piazzetta del Grande Archivio dalle ore 14 alle ore 19.

Prima però si terrà il Premio ‘Vivi Napoli’ dalle 12 alle 14, che sarà consegnato a chi si è distinto nel tempo ‘in difesa della napoletanità‘.

L’iniziativa della Sagra del Ragú è un laboratorio vero, ossia quello di trasformare il turismo in una esperienza napoletana, far rivivere i nostri culti e far vivere in modo tradizionale la città prima agli stessi napoletani e poi ai ‘forastieri’ – dichiara Gigi Lista, blogger e proprietario della locanda ‘Il Seggio del Popolo‘ -.
Faremo una premiazione dalle 12 alle 14 per chi si è distinto per il grande senso di napoletanità e per la difesa della nostra cultura.

Dopo ci sarà una festa che dura fino alle 19 prima che cominci la partita del Napoli. Balli, maschere, festa, musica, la sagra che avrà come media partner, l’Identitario, ci sarà anche un tour di Boundless, l’agenzia di gestione turistica per fare conoscere le arti napoletane, per poi finire arrivare al cuore della sagra con il suo protagonista il ragù, insieme al vino ‘Ciglio del Gatto‘. Insomma, contro i ‘panini di plastica’ a 3 euro, c’è un fiume in piena di napoletanità che darà ufficialmente l’avvio, come si faceva un tempo, nel giorno dell’Immacolata nostra grande Protettrice, l’8 dicembre, alle festività natalizie. Ci sarà cibo e vino a volontà, l’evento è aperto a tutti“.

Saranno quindi premiati alle 12: il maestro Vincenzo Capuano presidente dell’Associazione Botteghe di San Gregorio Armeno, Antonio Lucidi de L’Altra Napoli Onlus, Edoardo Vitale di Sud e Civiltà, lo scrittore  Francesco AmodeoSilvana Reale Influencer di ‘Napoli Reale’, l’Influencer Amedeo Palumbo ed infine Antonio Esposito di Largo Maradona. Introdurrà: Vincenzo Capozzoli di Boundless Housing.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Reati su minori. Terre des Hommes: “Nuovo record in Italia, 6.857 nel 2022, +10% in un anno. Aumentano i crimini sessuali”

Ennesimo record di reati a danno di minori in Italia nel 2022: sono stati 6.857, con un drastico aumento del 10% dal 2021, quando il dato aveva superato per la prima volta quota 6mila. Il peggioramento maggiore riguarda le violenze sessuali, cresciute del 27% in un anno: da 714 nel 2021 sono passate a 906 lo scorso anno, per l’89% ai danni di bambine e ragazze. I dati, elaborati dal Servizio Analisi criminale della Direzione centrale Polizia c riminale, sono stati resi noti dalla Fondazione Terre des Hommes nel Dossier indifesa “La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo” 2023, in occasione della Giornata mondiale delle bambine (11 ottobre). Il documento è stato presentato venerdì 6 ottobre a Roma, al MAXXI Museo delle Arti del XXI Secolo, alla presenza di Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza; Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza; Oleksandra Romantsova, direttrice esecutiva del Centro per le libertà civili di Kiev, premio Nobel per la pace 2022; Donatella Vergari, presidente di Terre des Hommes Italia.

I reati su minori continuano ad aumentare e segnare nuovi record:

“Se nel 2021 era stata superata per la prima volta quota 6mila casi, nel 2022 il balzo è così grande da spingere il numero verso i 7mila (6.857)”.

A confermare la tendenza di crescita è il dato su 10 anni: “Dal 2012 (5.103 reati) al 2022 i crimini a danni di minori sono aumentati del 34%”. Nel corso degli anni, precisa il Dossier, “la grande prevalenza di bambine e ragazze tra le vittime non solo è confermata ma anch’essa aumentata, in particolare nei reati a sfondo sessuale”: “Sono state l’89% (sul totale di 906 casi) tra le vittime di violenza sessuale nel 2022, erano l’87% l’anno precedente (su 714) e l’85% (su 689) nel 2012, mentre nel 2022 sono state il 65% (su 37) le bambine vittime di prostituzione minorile mentre erano state il 60% (su 77) nel 2012”. La prevalenza di vittime di sesso femminile persiste anche in altre fattispecie di reato, “come maltrattamento di familiari e conviventi minori (53%), detenzione di materiale pornografico (71%), pornografia minorile (70%), atti sessuali con minorenne (79%), corruzione di minorenne (76%), violenza sessuale aggravata (86%)”. Lo squilibrio a danno del genere femminile in varie fattispecie di reato, in particolare in quelli considerati “spia” delle violenze di genere, è confermato anche sulla popolazione presa nel suo complesso: nei dati dello stesso Servizio Analisi criminale, “le ragazze e donne sono oltre l’82% delle vittime di maltrattamenti contro familiari e conviventi, oltre il 92% di violenze sessuali”.

Nei confronti di minori, “aumentano su base annuale i reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare (551 casi nel 2022, +10% dal 2021), abuso dei mezzi di correzione o disciplina (345 casi, +17%), maltrattamenti contro familiari e conviventi (2.691 casi, +8%), sottrazione di persone incapaci (290 casi, +8%), abbandono di persone minori o incapaci (550 casi, +13%), detenzione di materiale pornografico (72 casi, +9%), atti sessuali con minorenne (430 casi, +4%), violenza sessuale aggravata (697 casi, +13%)”. Calano, invece, alcune fattispecie di reato: “L’omicidio volontario consumato in un anno diminuisce del 37% (da 19 casi del 2021 a 12 casi del 2022) e nel confronto su base decennale si registra un -33%. In discesa anche la prostituzione minorile con -14% (da 43 a 37 casi), mentre il dato è sceso del 52% dal 2012. La pornografia minorile è diminuita del 10% (da 187 a 169), ma dal 2012 al 2022 è aumentata del 56%. Un calo si registra anche per la corruzione di minore, -21% in un anno (da 136 a 107 casi) e -20% dal 2012 nonostante si tratti di un reato legato alla sfera dei reati a sfondo sessuale, che, invece, sono in crescita”.

“I dati relativi al 2022 sono elevati; alla preoccupazione per la crescita tendenziale degli indicatori, abbastanza costante negli ultimi anni, va aggiunto l’allarme per le possibili e gravi conseguenze che derivano da tale forma di violenza;

le giovanissime vittime rischiano di diventare adulti che porteranno per sempre nella loro anima orribili e, spesso, invisibili cicatrici”,

ha dichiarato, nel rapporto di Terre des Hommes, Stefano Delfini, direttore del Servizio Analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. “Per affrontare questo fenomeno è necessario un esame accurato e un approccio complessivo, che prendano le mosse da un’effettiva conoscenza del fenomeno, nelle sue dimensioni e nelle sue tendenze evolutive. In particolare, è fondamentale riservare la massima attenzione alle violenze e agli abusi sui minori online non solo nella prevenzione e nel contrasto, ma anche nell’attività di supporto alle vittime e nella predisposizione di campagne informative mirate a rimuovere quegli ostacoli socioculturali per debellare il fenomeno nel prossimo futuro”, ha aggiunto.

“Alla luce del nuovo, tristissimo, record nei dati e degli aumenti di violenza sessuale e sessuale aggravata, vicende come lo stupro di Palermo appaiono come una cartina di tornasole della cultura patriarcale, maschilista, prevaricatrice e violenta che riduce il corpo di una donna a un ‘pezzo di carne’, in violenze nate per essere mostrate e che sembrano volere imprimere il sigillo del potere maschile, individuale e di gruppo”, ha affermato Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes. “Se vogliamo invertire la rotta – ha osservato -, dobbiamo costruire una risposta organica, sistemica, diffusa che affronti di petto questa situazione inaccettabile. Qualcosa in termini legislativi si è fatto, con l’introduzione del Codice Rosso, ma manca un piano di intervento di lungo periodo sulla parità di genere a scuola. Manca la volontà di introdurre, finalmente, materie come l’educazione sessuale e all’affettività, all’uso ‘etico’ dei media digitali. E

i ragazzi dovranno mettersi in gioco più di tutti: se la violenza di genere riguarda tutti e tutte, il violento è sempre o quasi sempre maschio”.

Oltre ai dati relativi al nostro Paese, il Dossier offre uno sguardo più ampio sulla condizione delle bambine e delle ragazze in tutto il mondo, facendo emergere dati allarmanti in molti ambiti. Le mutilazioni genitali continuano ad aumentare nel mondo, mentre questa violenza che sottrae il futuro alle bambine riguarda anche l’Europa. I dati mostrano anche il dramma dei matrimoni precoci e forzati, delle gravidanze precoci e della loro forte relazione con lo stupro per le vittime più giovani, delle violenze sessuali, del mancato diritto all’istruzione. Tra i Paesi del mondo raccontati dal dossier, l’Afghanistan “dei” talebani, l’Iran e le lotte delle donne per i loro diritti, il Sudan e l’Ucraina in guerra.

Dall’11 ottobre partirà anche la nuova campagna di comunicazione e raccolta fondi di Terre des Hommes che con l’hashtag #MettitiNeiSuoiPanni invita tutti e tutte a mettersi nei panni delle bambine e ragazze che subiscono violenza, per superare discriminazioni di genere, facili giudizi e stereotipi che alimentano la cultura dello stupro e ostacolano il pieno godimento dei diritti e della libertà per bambine e ragazze. La campagna #MettitiNeiSuoiPanni è stata ideata e realizzata da Acne – A Deloitte business.

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Gmg 2027 a Seul. Padre Bordo (missionario): “Grande opportunità per sentirci parte della Chiesa universale”

“Una grande gioia, un dono che Papa Francesco fa alla Chiesa di Corea”. Padre Vincenzo Bordo è entusiasta della Gmg coreana nel 2027, annunciata a Lisbona dallo stesso Bergoglio al termine della Giornata mondiale della gioventù svoltasi in Portogallo. Il missionario originario di Piansano (Viterbo) svolge il suo ministero nel Paese asiatico da 33 anni e ha realizzato la “Casa di Anna”, uno spazio accogliente per i poveri, i senzatetto, gli anziani soli, le persone emarginate della periferia di Seul. È impegnato nella pastorale e accompagna molti giovani, per i quali ha un occhio di riguardo speciale. Tra le sue iniziative per sostenere le attività caritative ha scritto il libro “Chef per amore” (Edizioni Cvs), che viene presentato oggi a Roma, ore 16.00, all’Ambasciata della Repubblica di Corea presso la Santa Sede. Nel volume racconta le vicende al fianco degli ultimi, compresa l’avventura di una mensa che ogni giorno sforna 500 pasti per chi non ha da mangiare.

Padre Vincenzo, come è stata accolta in Corea la notizia della Gmg di Seul?
C’è un grande entusiasmo. Per i cattolici sarà l’opportunità di incontrare moltissimi giovani di ogni continente e anche di sentirci parte della Chiesa universale. È stata davvero una bella sorpresa per tutti. E anche per il Paese sarà un onore e una gioia accogliere la gioventù della Gmg.

Quale il volto della Chiesa coreana oggi?
Nel corso del tempo la comunità cristiana coreana ha avuto un bello sviluppo, vivace, giovanile. Il Covid però ha profondamente segnato il Paese, e la secolarizzazione avanza rapidamente in questa nazione ad elevata tecnologia. Ora possiamo notare un calo alla partecipazione della messa: un processo che si sta progressivamente accelerando.

E la gioventù in Corea del Sud?
Vede, la società coreana è fortemente orientata all’economia e l’obiettivo di tutti sembrano essere solo i soldi. Fare soldi, far carriera. I valori tradizionali stanno scomparendo, mentre è sempre più chiaro che i soldi da sé non danno la felicità e neppure offrono un senso pieno alla vita. Il modello capitalista preme sulla vita dei nostri ragazzi. Ecco perché vedo con grande favore la Gmg, come occasione per tornare a riflettere sulla propria esistenza, su quella della comunità, riscoprendo i valori veri. Un’opportunità per tornare a pregare e incontrare Dio.


Il Paese e le sue autorità collaboreranno con la Chiesa per organizzare la Gmg?
Al momento siamo ancora troppo lontani dal 2027, non si è ancora programmato nulla ovviamente. Ma in genere la società e il governo coreano sanno accettare le sfide e lavorare per fare cose belle. Sono certo che i giovani che arriveranno a Seul saranno accolti come si deve. Anche perché le autorità in genere sono disponibili a collaborare per eventi che danno lustro alla nazione. Occorrerà impegno da parte di tutti e noi ce la metteremo tutta.


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Guerra del grano: le “concessioni” di Putin e il Nord Africa come “grande perdente”

Un’elargizione gratuita di 50mila tonnellate di grano, dirette in sei Paesi africani “amici”: Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea. È l’annuncio di Vladimir Putin per l’Africa, dopo la sospensione della Black Sea Grain Initiative, accordo che consentiva alle navi provenienti dall’Ucraina un passaggio sicuro verso il Sud. Putin lo ha annunciato in apertura del summit Russia-Africa, in corso a San Pietroburgo. Restano però fuori da questa “elargizione” molti Paesi del Nord Africa e del Corno d’Africa, Egitto in primis. Soprattutto resta l’incognita sul futuro di gran parte del continente africano che dipendeva all’80% dall’Ucraina per gli approvvigionamenti alimentari.

Un filone di pane in Repubblica Centrafricana è un lusso: pochissime persone nella capitale Bangui possono permettersi di comprarlo. “Sapete quanto costa questo pane?”, chiede suor Elvira Tutolo delle missionarie di santa Giovanna Antida Thouret, inviandoci la foto di una baguette via whatsapp. “Un euro e sessanta!”. Il pane in Centrafrica è per gli occidentali: la gente comune è troppo povera per mangiarlo e le abitudini alimentari sono completamente diverse. Si mangia il fufu, una polenta preparata con la farina di manioca e il mais e si consuma molta verdura. “La manioca è la base dell’alimentazione africana: si mescola con la farina di frumento”, spiega don Giovanni Piumatti, per anni nel Kivu, in Repubblica Democratica del Congo. “Tuttavia il grano, fin dai tempi biblici, è prezioso per l’Egitto, il Medio Oriente e tutto il Nord Africa”, dice il fidei donum.

La guerra in Ucraina, la sospensione della Black Sea Grain Initiative e l’aumento dei prezzi dei generi alimentari peggioreranno le condizioni dei già poveri. A rimetterci sarà soprattutto il Nord del continente africano – Egitto, Algeria, Tunisia in primis – e il misero Corno d’Africa, con il Sudan e la Somalia che soffrono già terribilmente per guerre e siccità.
“L’Africa è il grande perdente di questa crisi”, dicono i nostri missionari. “Quando vai al mercato e vedi i prezzi raddoppiati, non solo quelli della farina, allora cominci a piangere…”, confida fratel Riccardo Racca, missionario in Sierra Leone. “Sì, anche qui la crisi del grano si fa sentire, soprattutto sui prezzi della farina: un sacco da 50 kg è passato in meno di tre mesi da 30 a 60 euro. E considerate che 60 euro corrisponde ad un salario medio mensile per i fortunati che hanno un lavoro fisso – spiega – Il prezzo del pane è raddoppiato e così molti generi alimentari di prima necessità”.

Anna Insogna, comboniana a Nampula in Mozambico, racconta: “Per ora non stiamo percependo molta differenza rispetto ai mesi scorsi, ma alcuni mesi fa c’è stato un improvviso calo e non si trovava più farina al mercato”.

Il collasso della Black Sea grain initiative (con il niet della Russia alle esportazioni di grano dall’Ucraina) riguarderà solo marginalmente l’Africa Subsahariana ma avrà “conseguenze importanti sulla sicurezza alimentare della parte più sofferente del continente”. Questo prevede padre Jorge Alberto Bender, francescano e agricoltore in Mozambico. L’accordo sul grano era stato negoziato dalla Turchia e dalle Nazioni Unite a luglio del 2022 per consentire alle navi che trasportavano fertilizzanti e prodotti agricoli di lasciare i porti ucraini, passando attraverso rotte sicure, fino allo stretto del Bosforo. Era stato così possibile far arrivare dall’Ucraina 32,8 milioni di tonnellate di mais e grano. Oltre la metà diretto nei Paesi in via di sviluppo, anche sotto forma di donazioni da parte del World Food Programme, che ne aveva ricevute 313 tonnellate destinate ad Etiopia, Kenya e Somalia. La Somalia ha ricevuto 84mila tonnellate di grano nel 2022, rispetto alle 31mila del 2021. Nel Paese fallito, minacciato da Al Shabab, braccio armato delle Corti islamiche, gli aiuti alimentari sono tutto.
“Il blocco si farà sentire purtroppo in Somalia, che importava già prima della guerra il 90% del grano da Russia e Ucraina, ed è un Paese già devastato dal conflitto e dalla siccità”, prevede padre Jorge Bender. Il missionario di origini argentine è tra i promotori di una fazenda agricola senza padroni nella savana mozambicana.

Somalia, Etiopia e Kenya, dice padre Jorge, stanno già affrontando la peggiore siccità degli ultimi decenni nel Corno d’Africa. Inoltre, secondo i dati divulgati dal Global agricultural information network (Gain), in Egitto si prevede un aumento delle importazioni di grano del 2,9% dovuto ad un incremento della popolazione: da dove far arrivare tutto il necessario se non da Ucraina e Russia

“Per ridurre la dipendenza dal grano importato, alcuni paesi africani hanno deciso di coltivarne di più ed essere meno dipendenti dalle importazioni – dice ancora padre Jorge – Nello Zimbabwe ad esempio, il governo ha collaborato con il settore privato e ha convinto i proprietari di aziende agricole e gli investitori a coltivare più grano”. Ma questa è un’eccezione. E non riguarda di certo il Corno d’Africa con l’assenza totale di imprenditori privati.
“Non so cosa succederà con la sospensione della Black Sea grain initiative e non so se la Russia da sola sostituirà l’Ucraina nell’export di grano – argomenta Fra’ Ettore Marangi, missionario francescano a Nairobi – so però che sta succedendo qualcosa di gravissimo da noi in Kenya: la moneta è in caduta libera. Ci sono continue manifestazioni di protesta e in alcuni posti le auto sono sparite dalla circolazione per il caro carburanti; l’inflazione del mondo occidentale sta colpendo l’Africa. Da quando sono qui, ossia da dieci anni a questa parte, questo mi pare il momento peggiore”.

(*) Popoli e Missione

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Libri. Grande Guerra: ne “Il segreto del tenente Giardina” l’incrocio delle storie perdute

Battaglie e pace, amore e armi, lontananze che divengono legami su cui nulla può il tempo. La letteratura di guerra smentisce uno dei luoghi comuni della società dei consumi: che cioè la scrittura, l’atto del vergare parole e quello di leggerle siano dimensioni passive e non utili. A che cosa, verrebbe da chiedere. Il libro, di qualsiasi sostanza esso sia fatto, serve a mantenere il ricordo contro l’oblio, a rimemorare quelle minime tracce di umano sotto le ondate delle invasioni, delle distruzioni, dei massacri degli inermi e dei bambini, dei lager. Di chi guarda attraverso la crepa di un muro crollato sperando che il bombardamento sia finito. Contro l’oggi di una società di massa in cui dettano legge le richieste di mercato, l’immagine stereotipata, il bel corpo. Astenersi cercatori di ragioni.Omero e Virgilio hanno cantato l’epica dello scontro ma anche del dolore e del rispetto. Shakespeare ha ripreso antiche storie italiane per consegnare alla memoria un amore che vola più alto degli odi tra famiglie e ne diviene pacificatore. Tolstoj ha narrato l’apparente epica della cometa napoleonica mettendola a contatto con quella di nobili in fuga da se stessi e dalla loro appartenenza aristocratica, arrivando alla celebrazione della non resistenza al male.
La guerra è inenarrabile per il suo orrore individuale e collettivo, ma nello stesso tempo la sua narrazione riesce a offrire un briciolo – che può divenire una montagna – di senso se penetra nelle esperienze reali dei singoli che altrimenti sarebbero scomparsi senza lasciare traccia. E quella traccia invece riesce a dare il concreto senso della continuità e della ragione -anche quella dei sentimenti- che altrimenti andrebbero perduti nella rassegnazione che tanto non c’è niente da fare, e da dire.
Il recente libro di Giovanni Grasso, “Il segreto del tenente Giardina” (Rizzoli, 224 pagine, 19 euro), è un’altra testimonianza di come la letteratura consenta la durata e la memoria del senso stesso delle cose: l’incontro del nostro oggi che si avvia a riscoprire altri incontri, e arriva al nucleo fondante di quel significato profondo tra le trincee della prima guerra mondiale, tra persone di classi sociali abissalmente distanti ma legate dalla intuizione che è altro a tenere vivo il senso delle cose, altro che si chiama rispetto, ammirazione reciproca, partecipazione, empatia, onestà, nonostante tutto.
Un uomo e una donna si incontrano nel corso della testarda ma anche casuale ricerca di Luce della verità sulla morte in guerra del bisnonno di lei, che se ne tornerebbe volentieri a fare l’architetto di grido a Parigi, ma ha promesso alla nonna di interessarsi di quel mistero. Come è morto davvero il fante Antonio e dove è stato sepolto?
Ma le ricerche umane non sono mai a senso unico e uno dei pregi di questa storia è proprio la consapevolezza narrata di questa mescolanza continua di destini. Sarà così che altri segreti emergeranno dalle storie scritte e da quelle vissute, come quella del giornalista Marco che si trova coinvolto nella ricerca di Luce e in un’altra richiesta di significato, legata al suicidio del padre.
È così che la Grande guerra, gli incontri causali – lo sono davvero? -, le lettere scritte a mano o dettate ad altri da eroi analfabeti e poi nascoste, la provincia tiburtina, la Sicilia, le Dolomiti e Parigi diventano vita, “proustiana recherche”, storia con la maiuscola e quella dei piccoli eroi di tutti i giorni. Che grazie anche a questo libro trovano voce e significato.

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Venezia. ‘Le Vele d’Epoca in Laguna’: grande Trofeo del Principato di Monaco

X Trofeo Principato di Monaco  – Le Vele d’Epoca in Laguna –  COPPA BNL BNP PARIBAS WEALTH MANAGEMENT –  Grande vela d’epoca a Venezia  per il Trofeo Principato di Monaco

Conto alla rovescia per il via al Trofeo Principato di Monaco le Vele d’Epoca in Laguna Coppa BNL BNP Paribas Wealth Management.

La regata, evento promosso da Anna Licia Balzan, Console Onorario del Principato di Monaco a Venezia, onorerà il suo decennale schierando sulla linea di partenza barche ricche di storia e con molti anniversari importanti.

La decima edizione del Trofeo, che beneficia dei patrocini del Comune di Venezia e della Marina Militare, in questi giorni si è arricchita con altre iscrizioni di grande interesse: Atena della Compagnia della Vela, un Sangermani varato nel 1973 su progetto di Sparkman & Stephens, che in laguna onorerà i suoi primi cinquanta anni di vita sul mare. Palaia Tyche, un cantiere Apollonio che di anni ne festeggia 60; questa barca, progettata dall’inglese Alan Buchanan, è armata da Sebastiano Chiggiato, nipote del noto yacht designer Artù Chiggiato. La storia e le opere di questo architetto navale veneziano, nato nel 1902, sono state raccontate nel libro “Le barche di Artù”. Iscritto anche l’ultracentenario schooner aurico Morwenna, varato nel 1914 in Inghilterra dal cantiere Stow & Son su progetto di Linton Hope. La barca, lunga quasi 20 metri fuori tutto, aveva partecipato al Fastnet nel 1932 e successivamente è stata restaurata dal Chantier du Guip di Brest per poi arrivare in Mediterraneo nel 2013. Il piano velico è ancora quello originale dell’epoca.

Tra le barche più piccole Persefone, lunga 6 metri, restaurata dal suo stesso armatore, Marco Dissera Bragadin del Diporto Velico Veneziano. Il progetto è di Carlo Sciarrelli, il maestro triestino della progettazione di barche classiche scomparso nel 2006. Non poteva mancare una delle più antiche imbarcazioni ancora naviganti in Mediterraneo: Santa Maria Nicopeja, costruita in Normandia nel 1901 e restaurata dal cantiere Luca Casaril di Venezia.

Grazie alla collaborazione con il Salone Nautico e Vela Spa la flotta sarà ormeggiata all’interno dell’Arsenale dal 23 al 26 giugno. Sabato 24 e domenica 25 il via alle due regate da disputarsi nelle acque antistanti il Lido di Venezia. Domenica mattina verso le 11, prima della seconda prova, i concorrenti sfileranno per la tradizionale veleggiata nel Bacino San Marco visibile dal pubblico lungo le rive.

La direzione sportiva dell’evento sarà come sempre affidata a Mirko Sguario, presidente e fondatore dello Yacht Club Venezia e si svolgerà in collaborazione con il Circolo Velico PortodiMare e con il patrocinio di A.I.V.E. Associazione Italiana Vele d’Epoca.

A questa decima edizione partecipa per la prima volta lo sponsor American Express e confermano il loro sostegno sostegno marchi importanti come Diadora, Villa Sandi, Nature’s, Vhernier, Canella.

Sito web: YachtClubVenezia
Per informazioni e iscrizioni: consmonaco.venise@gmail.com / info@ycvenezia.com
Ufficio Stampa X Trofeo Principato di Monaco
Sandro Bagno          bagnosandro@gmail.com                          Mob.+39 339 5089835
Paolo Maccione        maccione.paolo@gmail.com                      Mob.+39 347 4218095

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – photo Matteo Bertolin – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Grande successo per l’evento “Oltre le Barriere”: Una giornata indimenticabile di inclusione e divertimento

L’evento “Oltre le Barriere” si è concluso con un trionfo di gioia, inclusione e momenti indelebili. La giornata è stata davvero indimenticabile, come recita il sottotitolo, e siamo estremamente orgogliosi di annunciare il grande successo di questa iniziativa.
Tantissimi bambini ci hanno onorato con la loro presenza, portando con sé tutta la gioia e l’entusiasmo di partecipare a un evento inclusivo. “Oltre le Barriere” è stato pensato proprio per loro, per consentire a ogni bambino e ragazzo di vivere una giornata speciale, senza distinzioni o barriere di alcun tipo.
L’ampia varietà di attività offerte ha reso questa giornata unica ed emozionante. I gonfiabili, il dj set, il mago simpaticissimo, il trampoliere, lo sputa fuoco, il teatro dei burattini e lo spettacolo finale di musica combinata ai fuochi freddi senza rumori sono stati solo alcuni degli elementi che hanno catturato l’attenzione e l’immaginazione dei partecipanti. Ogni attività è stata appositamente progettata per consentire a ogni bambino e ragazzo di goderne in tranquillità e serenità.
In particolare, i gonfiabili interattivi sono stati studiati appositamente per essere utilizzati in maniera inclusiva, garantendo a tutti i partecipanti l’opportunità di divertirsi e interagire in un ambiente sicuro e stimolante. La musica è stata sempre moderata, creando un’atmosfera piacevole e coinvolgente senza sovraffollamenti sonori.
L’organizzazione dell’evento è stata curata nei minimi dettagli, con la presenza costante di decine di operatori specializzati che hanno seguito ogni operazione. La loro dedizione e competenza hanno contribuito a garantire un’esperienza sicura e appagante per tutti i partecipanti.
Desideriamo ringraziare di cuore le associazioni SMCV al Centro e Ciò che vedo in Città – SMCV per la loro preziosa collaborazione fianco a fianco. Insieme, abbiamo lavorato instancabilmente per realizzare un evento che lasciasse un segno indelebile nella vita di ogni bambino presente. La sinergia tra le nostre associazioni ha reso possibile la creazione di momenti magici e ricordi che rimarranno nel cuore di tutti coloro che hanno partecipato.
Un ringraziamento speciale va anche al Comune e ai nostri partner, WindTre SMCV, Cardio1, Polisanitaria Iodice e Sogert, una menzione d’onore alla Croce Rossa Italiana ed alla Protezione Civile. Grazie alla loro preziosa collaborazione e supporto, siamo riusciti a offrire una giornata di divertimento, spensieratezza e soprattutto di inclusione. Questa sinergia è stata fondamentale per la realizzazione di un evento così importante.
Organizzazione di Volontariato “Ciò che vedo in Città – SMCV”
• Sede Legale: Via Pierantoni n.54 – 81055 Santa Maria Capua Vetere (CE)
• Tel.347.9834217.
• www.ciochevedosmcv.it – pec: ccvic@pec.ciochevedoincittasmcv.it
• Cod. Fiscale: 94018500614

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(Fonte: DeaNotizie – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

II° Memorial Franco Lauro Festa grande con la Lauro City Run  





II° Memorial Franco Lauro
Festa grande con la Lauro City Run

Le strade del borgo irpino inondate da circa 400 runner, tra cui il fratello del giornalista Rai, Salvatore Lauro. A vincere la gara podistica di 10km è stato l’italo-marocchino El Jebli dell’Atl.Vomano. Francesca Maniaci (Atl.Marcianise) la prima donna a tagliare il traguardo. Salvatore Lauro: “Questo evento ci aiuta a tenere vivo il suo ricordo”

 

 

Il suo cognome è sempre stato un eco delle sue origini, Franco Lauro. Il Memorial in onore del giornalista Rai, tra i volti più noti dell’Italia sportiva tra la fine degli anni 90 e quel maledetto 2020, è giunto alla sua seconda edizione. Le gare podistiche erano una sua passione, condivisa con il fratello Salvatore Lauro, anche quest’anno in gara insieme ad altri 400 runner tra le strade del borgo irpino. La 10km, organizzata dalla Polisportiva Giovani Lauro con il patrocinio del Comune, è partita e si è conclusa, come lo scorso anno, sotto l’Arco di Fellino, mentre le premiazioni sono avvenute in Piazza Principe Lancellotti. Di seguito i risultati della gara di domenica 18 giugno 2023.

Podio generale
La seconda edizione della LCR ha visto il successo dell’italo-marocchino Hajjaj El Jebli dell’Atletica Vomano con un tempo di 31‘ 37’’, che ha eguagliato il record ottenuto nella prima edizione da Yahya Kadiri (Carmax Camaldolese), arrivato stavolta secondo a 4 secondi dal campioneTerzo classificato Aziz Lakriti della Podistica Normanna. La classifica maschile completa: https://bit.ly/3PlgKSO

Podio femminile
Nella categoria femminile, primo posto per Francesca Maniaci dell’Atletica Marcianise con un tempo di 37’13’’, staccando di oltre 4 minuti la compagna di team Teresa Stellato e migliorando di circa 3 minuti il record precedente (Travaglio 2022, 40’04’’). Sul podio anche Katiuscia Capua dell’Atletica San Nicola. Qui la classifica femminile completa: https://bit.ly/46dgTNQ

Podio Società
Per la categoria squadre, ancora un successo per la Running Saviano con 9105 punti, davanti all’Avellino Runner (4174 pt) e alla Podistica Vesuviana (2866 pt).
La classifica completa https://bit.ly/42NC5r3

PREMIAZIONI

Arrivato il momento delle premiazioni, la Polisportiva Giovani Lauro – rappresentata da Luigi Amelio, Gianluca Capano e Giovanni Addeo – ha consegnato una targa d’onore alla famiglia Lauro, rappresentata dalla mamma Maria Catapano, dal fratello Salvatore Lauro e dalla compagna Francesca Mezzo. Poi si è passati alla premiazione dei vincitori, delle squadre e infine ai premi di categoria.

DICHIARAZIONI

Le parole del fratello di Franco Lauro, il primario Salvatore Lauro, visibilmente commosso al termine della gara: “Devo ringraziare la Polisportiva Giovani Lauro. Uno dei più grandi valori è il ricordo delle persone che abbiamo amato e questo evento mantiene vivo il ricordo di mio fratello Franco. Siamo sempre stati appassionatissimi di sport e quando posso continuo a gareggiare la domenica mattina, ho fatto tante Maratone e 10km e non potevo certo mancare oggi. Ovunque vada in giro per l’Italia, raccolgo affetto e attestati di stima per quello che franco ha fatto e rappresentato per lo sport italiano”.

Le parole della compagna di Franco Lauro, Francesca Mezzo: “Nel paese in cui è nato suo padre (Giovanni Lauro, ndr) lui tornava spesso per le festività ed erano i soli momenti in cui restavamo lontani. Ho visto questo splendido paese per la prima volta lo scorso anno in occasione della prima edizione e sono felice di tornare ogni volta. Sentire il suo nome urlato da tutti i partecipanti è un’emozione indescrivibile”.

Le parole del sindaco di Lauro, Rossano Boglione: “Franco era solito tornare qui spesso, in particolare nelle pause estive, per ritrovare parenti e amici. Per noi è un motivo di grande orgoglio poter ricordare il suo nome questo Memorial a lui intitolato. Ringrazio la Polisportiva Giovani Lauro e il determinante lavoro svolto dall’avvocato Amelio per la realizzazione dell’intera manifestazione. Il Memorial è giunto alla seconda edizione ed è un segno della nostra gratitudine a Franco Lauro, un concittadino di cui siamo e saremo sempre orgogliosi”.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

L’uomo di Arcore (di Stelio W. Venceslai): La morte di Berlusconi, peraltro, mette fine a un grande equivoco: stare a destra strizzando l’occhio al centro e alla sinistra moderata. I giochi sono aperti e sulle ceneri di un grande uomo si scateneranno tutte le ambizioni e le rivalità possibili.





L’uomo di Arcore

(di Stelio W. Venceslai)

L’improvvisa scomparsa di Silvio Berlusconi risveglia molte memorie. Ha segnato in modo indelebile la storia della Repubblica, nonostante la sua spregiudicatezza e le critiche feroci e gli odi che ha suscitato.

Ora le polemiche si sono spente e amici e nemici fanno a gara nell’esaltare le sue qualità. Come tutti i grandi uomini era pieno di difetti che, però, piacevano agli Italiani che vedevano in lui il prototipo del successo, del gusto dell’avventura, del piacere delle donne. Un uomo come loro, assurto ai fastigi dal potere venendo in fondo dal nulla ma armato d’intelligenza creatrice.

Quella che a molti, purtroppo manca, soprattutto in politica.

Qualunque cosa abbia attratto il suo interesse si è trasformato in un’operazione di successo: lo sport, con il Milan, l’edilizia con Milano 1 e Milano 2, la televisione, con la fine del monopolio e l’avvento delle televisioni private, la politica, con il centro-destra, sdoganando Gianfranco Fini e la Lega, il governo, il più lungo della Repubblica, la sua politica estera, con i Russi nella NATO e così via.

La sua morte apre un grande vuoto nella politica italiana i cui effetti si vedranno nel tempo.Al momento nulla cambierà. Forza Italia, forte del 7% del consenso dell’elettorato e del suo consistente gruppo parlamentare, continuerà ad esistere e a dare il suo appoggio al governo Meloni. Ma la scomparsa di un leader del calibro di Berlusconi si farà sentire.

Forza Italia si è sempre caratterizzata per la sua visione centrista che, probabilmente, darà luogo ad altre conseguenze. La sua classe dirigente, ad eccezione di qualcuno, non è stata particolarmente brillante, schiacciata dalla personalità del suo capo. Il vuoto, al centro, si farà sentire anche se cercheranno di approfittare di questa situazione i piccoli partiti centristi che si muovevano più o meno nell’area di Forza Italia (i cattolici di Rotondi e Zamagni, i liberali democratici di Lupi e quelli di Toti e così via.)

La foresta del centro sarà ancora di più oggetto delle mire di esploratori interessati a conquistare la roccaforte dell’astensionismo, come Italia Viva di Renzi o Azione di Calenda. La polarizzazione politica in atto, tuttavia, non sembra dare grandi speranze ai cercatori del centro. Taluni vogliono un centro orientato verso sinistra, altri verso destra e la prova del fuoco sarà offerta dalle prossime elezioni europee.

La morte di Berlusconi avrà effetti anche sull’Unione europea. La tornata elettorale europea, presumibilmente, vedrà degli sconvolgimenti nella composizione dei gruppi al parlamento europeo con un probabile cambio delle maggioranze e un ruolo diverso del gruppo dei conservatori. La Meloni sta operando in questo senso per sovvertire la cosiddetta formula von der Layen.

Assisteremo a numerosi passaggi da un gruppo parlamentare ad un altro, soprattutto verso Fratelli d’Italia. La Lega non sarà la grande beneficiaria dell’eredità politica di Berlusconi.

Ci sarà un grande rimescolamento di carte dentro Forza Italia e sarà una successione molto difficile. Taviani potrebbe essere il candidato più probabile ma è difficile che lasci l’incarico al Ministero degli Affari Esteri. I candidabili sono molti: Gasbarri, Cattaneo, Miccichè, la Ronzulli, la Bernini, Schifani, Mulè e così via. Forse, sui metterà in gioco anche la Fascina.

Immagino che ci sarà un primo periodo di transizione, con tre o cinque persone preposte al riassetto del movimento. Poi, anche in base alle varie “fughe”, ci saranno cambiamenti, con un nuovo presidente o Segretario di partito. Il partito-azienda si trasformerà in un partito vero e proprio, con molte incognite sul suo futuro.

È troppo presto per fare previsioni.

La morte di Berlusconi, peraltro, mette fine a un grande equivoco: stare a destra strizzando l’occhio al centro e alla sinistra moderata. I giochi sono aperti e sulle ceneri di un grande uomo si scateneranno tutte le ambizioni e le rivalità possibili.

Entrato nella storia del Paese, rimarrà nella memoria di tutti coloro che ha beneficato con il lavoro e con la sua personale carità. Un merito straordinario, indipendentemente dalle critiche feroci che ha suscitato per il suo modo di essere.

Ho conosciuto Silvio Berlusconi ad Arcore, nel lontano 1992, quando, osteggiato dal fratello Paolo e, in fondo, da tutta la famiglia, meditava di entrare in politica. Era incerto tra l’abbandonare l’Italia e il restarvi. Allora non ci capimmo e, forse, fu un bene per tutti.

Decise di restare e il resto è noto.

 

 

Roma, 12/06/2023

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)