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AttualitàDall'ItaliaIn EvidenzaLavoro & Sindacato

Il COAPI incontra il Sottosegretario La Pietra: ‘si ai tavoli di approfondimento tematico sulla crisi’

Il Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani rende noto che una delegazione del Coapi incontra sottosegretario all’agricoltura La Pietra: “Saranno attivati tavoli tecnico politici sulle questioni emerse nella Campagna di mobilitazione 99 giorni per salvare l’agricoltura e la pesca italiane”. Il COAPI invita il Sottosegretario La Pietra nella Sala del Parlamento Europeo a Roma il 28 giugno

L’incontro – circa due ore – è stato molto proficuo ed ha investito tutte le questioni sollevate dal Coapi con il sottosegretario La Pietra che, sulla base di documenti di proposte che in parte sono stati già consegnati, si è reso disponibile ad aprire tavoli di confronto tecnico politico sui diversi temi sollevati con la campagna dei 99 giorni per salvare l’agricoltura e la pesca italiane”.

Lo ha affermato Gianni Fabbris (uno dei portavoce del COAPI) dopo che nel primo pomeriggio di oggi il Sottosegretario all’agricoltura, Sen. Patrizio Giacomo La Pietra, ha ricevuto nella sede del Ministero per l’Agricoltura la Sovranità Alimentare e le Foreste, una delegazione del Coapi, così composta: Gianni Fabbris (Altragricoltura), Antonello Nudo (UNIAGRI – Avellino), Pasquale D’Agostino (Rete Interregionale Salviamo Allevamento di Territorio), Nunzio Stoppiello (Rete dei Pescatori del Mediterraneo – Marineria di Manfredonia), Angelo Distefano (Partite Iva – ALPA Lazio), Alessandro Novelli (COSPA ABRUZZO).

Sette i temi individuati dalla campagna del COAPI in corso dal 5 aprile e che proseguirà con una manifestazione finale il 13 luglio prossimo. “Diritto al Reddito per le aziende, i salariati, le famiglie rurali”, “No all’indebitamento di sistema”, “Con i pescatori italiani”, “Per un Commercio Giusto”, “Diritto di impresa e Tutela Ambientale”, “Democrazia Sindacale”, “PAC, PES e Mediterraneo”. Per ognuno di questi focus, si stanno tenendo giornate di mobilitazione interregionali che stanno producendo altrettanti documenti di proposte e analisi.

Abbiamo presentato al Governo la campagna dei 99 giorni del Coapi, esprimendo un giudizio positivo per le aperture da parte dell’Esecutivo, che ha messo all’ordine del giorno il tema della crisi – ha dichiarato Fabbris a margine dell’incontro – ma siamo anche consapevoli che 40 anni di scelte che hanno piegato l’Italia alla deriva delle politiche della globalizzazione neoliberista non si rimontano con la bacchetta magica e che questo elemento oggettivo investa sia la responsabilità del governo, chiamato a proporre misure nuove e coraggiose, sia al Parlamento, chiamato a elaborare riforme strutturali e di sistema, sia le stesse forze sociali in campo, chiamate a contribuire ad un progetto nuovo per l’Agroalimentare italiano”.

La Campagna dei 99 giorni del Coapi si pone un primo obiettivo che è quella di trovare risposte di sistema, per soddisfare le esigenze degli agricoltori e dei cittadini e l’incontro con il Sottosegretario è stata l’occasione sia per presentare i documenti di proposte già elaborati sia per delineare gli ulteriori obiettivi (vedi: https://coapi.sovranitalimentare.it/wp-content/uploads/2024/05/99-giorni_documento.pdf).

Tre le proposte al Governo sottoposte al Sottosegretario La Pietra per dare sostanza al tavolo di crisi aperto dal Governo e avanzare nel confronto con gli agricoltori e i pescatori in mobilitazione” chiarisce il Coordinamento “la prima è quella di aprire tavoli di confronto tecnico politico sui 7 focus a fondamento della Campagna dei 99 giorni più la misura d’emergenza europea sull’indebitamento, misura avanzata anche dallo stesso Governo e che, per noi, introduce il tema delle misure straordinarie da adottare di fronte alla crisi”.

In secondo luogo, sulle scelte Europee, tema caro al Governo che sostiene la necessità di un cambiamento di indirizzo importante, il Coordinamento sottolinea come sia importante verificare il merito e gli orientamenti e, per questo, “Abbiamo proposto al Sottosegretario di partecipare al confronto che terremo il 28 giugno nella sala del Parlamento europeo a Roma sulla base delle proposte che abbiamo avanzato per cambiare le scelte europee”.

Terzo punto affrontato, il Decreto Agricoltura ora in discussione al Senato della Repubblica: “Il confronto ha riguardato sia il metodo che alcune proposte emendative – sostiene ancora il Coordinamento – come quelle, per esempio, della definizione dei costi di produzione; il Coapi, dopo l’audizione al Senato che Gianni Fabbris ha tenuto la scorsa settimana, sta terminando il lavoro di scrittura di alcune modifiche per proporle ai Senatori che entro martedi mattina dovranno depositarle. Proposte che, in uno spirito di confronto e scambio, il Coordinamento invierà anche al Ministero dell’Agricoltura per le valutazioni del caso anche in ragione del fatto che lo stesso Ministero sarà chiamato ad esprimere il parere”.

Fabbris con la delegazione del COAPI ed il sottosegretario La Pietra si sono accomiatati restando d’intesa che sarà mantenuto uno scambio di informazioni sui temi da affrontare nei tavoli tecnici.

Vedi e approfondisci: https://coapi.sovranitalimentare.it/articoli/il-coapi-incontra-il-sottosegretario-la-pietra-si-ai-tavoli-di-approfondimento-tematico-sulla-crisi/

(Mimmo Pelagalli – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

AttualitàDalla CampaniaIn EvidenzaTempo libero, sport, cultura, fede, salute, curiosità, eccetera.

Pollena Trocchia. ‘Archi di crisi’: sabato al Comune, dalle ore 18, presentazione del nuovo numero di ‘Opinio Juris’

È in programma nel pomeriggio di sabato la presentazione del numero “Archi di crisi” della rivista “Opinio Juris”, periodico di geopolitica, diritto e affari internazionali che nella sua versione cartacea ha esordito lo scorso marzo e che dopo tre volumi è arrivato a questa nuova pubblicazione dedicata ai conflitti, latenti o manifesti, vecchi o nuovi, che infiammano il mondo.
L’appuntamento è a partire dalle ore 18 presso l’aula consiliare “Falcone – Borsellino” di corso Umberto I: dopo i saluti istituzionali di Carlo Esposito, sindaco di Pollena Trocchia, Domenico Nocerino, direttore di Opinio Juris, e Chiara Ferro, dottoranda dell’Università Federico II di Napoli, illustreranno i principali argomenti toccati nelle oltre cento pagine dell’ultimo numero del periodico, ricche di approfondimenti, focus sulle cause dei conflitti, ipotesi di possibili scenari.
«Ospitiamo spesso nell’aula consiliare –ha detto il sindaco Carlo Esposito- incontri culturali, momenti di confronto e riflessione su tematiche anche di grande importanza, come in questo caso.
Come Amministrazione comunale supportiamo sempre iniziative che possano e sappiano far crescere la comunità locale.
In quest’occasione affronteremo il tema delle guerre che insanguinano un mondo sempre più in bilico e lontano dalla pace, un argomento purtroppo di grande attualità: invito tutta la cittadinanza a partecipare».
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
AttualitàCaserta e SannioDalla CampaniaIn EvidenzaLavoro & Sindacato

Caserta. ‘Softlab’: lavoratori disperati al Ministero con UGL per aprire ‘un tavolo di crisi’

Softalab, Marino (Ugl): “Incassa soldi pubblici ma continua a pagare in ritardo gli stipendi.

E’ paradossale la situazione che i lavoratori della Softlab stanno vivendo in questi mesi.

Nonostante l’azienda abbia incassato 12 milioni di euro da Invitalia, i lavoratori ricevono ancora stipendi con notevole ritardo.

Giovedì 27 luglio i lavoratori della Softlab hanno scioperato sotto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per chiedere la convocazione del tavolo di crisi.

E’ stato chiesto alle istituzioni un maggior interessamento in termini di monitoraggio sull’andamento della crisi aziendale. Non basta più garantire liquidità all’azienda così come fatto con il prestito di Invitalia.

C’è bisogno che l’azienda elabori e presenti alle parti sociali, in sede ministeriale, un piano industriale che possa garantire il futuro di tutti i lavoratori attualmente in forza alla Softlab”, dichiara Luigi Marino (nella foto), Vice Segretario Nazionale della Ugl Metalmeccanici.

Ad oggi le sedi Campane hanno commesse che coprono meno di un terzo dell’organico.

Sono evidenti i problemi finanziari aziendali che si percepiscono anche attraverso le dichiarazioni dell’azienda che ha affermato che da questo mese non anticiperà nemmeno la CIGS che scadrà il prossimo dicembre.

Siamo molto preoccupati per le sorti della Softlab, per la mancata trasparenza del management aziendale che da anni fornisce numeri che non trovano riscontro con la realtà.

Il momento della verità è arrivato. Se non si cambia passo subito, il prossimo anno temiamo possa calare il sipario” conclude Marino.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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Lazio. Gruppo cattolico ‘on line’ alla stregua di una setta: periodo di crisi per il cattolicesimo?

Nel 2023 il Cattolicesimo vive il suo momento di peggiore crisi, con l’avvento di internet vi è stata una moltiplicazione di diverse realtà variamente costituite, molto spesso svincolate dalla Chiesa ufficiale: una di queste è un gruppo di preghiera online, non riconosciuto da nessun ente ecclesiastico, rivolto ai soli giovani con un account instagram come principale interfaccia, forte di diverse migliaia di followers, e con un più ristretto gruppo telegram ad esso afferente, la cui principale web manager risiede nel basso Lazio.

Preghiera del Rosario, appuntamenti di eventi serali online tenuti più volte a settimana con catechesi di vari sacerdoti e testimonianze di laici più o meno noti del mondo cristiano, ed il focus posto sul tema dell’amore finalizzato al fidanzamento e al matrimonio secondo l’insegnamento della Chiesa Cattolica, sono il cuore della loro attività ma dietro questa facciata pulita i vertici (composti da sole donne) nascondono manovre che forse di cristiano non hanno veramente nulla.

Donne laiche adescano uomini, spacciandosi per guide spirituali

Con un format evidentemente studiato a tavolino e col passare dei mesi adattato e rimodellato su varie contingenze, le laiche organizzatrici, svincolate da qualsiasi direzione spirituale, hanno configurato il gruppo come uno spazio d’incontro tra uomini e donne, dove però sono unicamente loro a gestire le personalità emergenti da mettere “in vetrina”, a decidere i contenuti, le modalità e lo svolgimento della preghiera, spesso e volentieri non in linea con i dettami della Chiesa e, in particolare, chi è gradito e può rimanere tra gli eletti del gruppo telegram e chi invece è sgradito e fatto ritenere perfino “pericoloso” oppure non più “utile” e dunque estromesso ed escluso, dopo un’accurata azione ingiuriosa a proprio danno. Ad un’osservazione attenta non sfugge che il format confezionato ad hoc era ed è funzionale all’adescamento di uomini, su cui ricade il loro particolare riguardo, celate dietro una corona del rosario ed asservendo lo spazio di preghiera online a “luogo” protetto dove mostrarsi all’oggetto delle loro attenzioni.

Alcuni “fedeli” umiliati e buttati fuori

A caratterizzare l’impronta di queste donne, una conduzione del tutto autoritaria, sorda a riflessioni e proposte alternative provenienti dagli altri membri, frequenti ammonimenti verbali ai componenti del gruppo sulla buona etichetta da adottare durante le dirette con gli ospiti, misure coercitive volte a reprimere qualsiasi obiezione possibile: tanti elementi ed episodi susseguitisi nei mesi mostrano come le “guide”, abili ad assumere pose e sguardi trasudanti pietà e raccoglimento, hanno aumentato in maniera mirata il loro controllo sul gruppo e sui singoli, in particolare anche per far passare sotto silenzio l’eliminazione di diversi ragazzi, considerati di disturbo, che per mesi hanno partecipato con assiduità ed interesse. Un’azione di mobbing, in particolare, fu perpetrata a danno di una componente del gruppo verbalmente aggredita ed umiliata durante lo svolgersi della preghiera quotidiana, e successivamente diffamata dalla cerchia dei fedelissimi ed infine eliminata dal gruppo, facendole terra bruciata intorno, senza alcuna possibilità di difendersi. Anche altri membri, senza valido motivo, sono stati buttati fuori dal gruppo, subendo lo stesso trattamento.

Dunque, un gruppo di preghiera cattolico strumentalizzato per il perseguimento di fini opposti a quelli che dovrebbero orientare chi segue Cristo, una conduzione che dietro la stucchevole patina di cattoliche ferventi nasconde dispotismo, presunzione, invidie, gelosie, maldicenza ed autoreferenzialità, un modo molto “free-style” di modificare a proprio piacimento la dottrina della Chiesa ed infine un’efficace strategia di marketing volta ad incanalare visualizzazioni, likes e followers per il proprio tornaconto personale.

Chi volesse approfondire la fede cattolica, per avere aiuto a trovare o ristabilire la relazione con Dio, farà bene a discernere chi seguire per non cadere nell’ingannevole trappola di una setta.

(Chiara Sara Manzi – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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Osservasalute su “Cattivi stili di vita e crisi del Ssn”. Ricciardi: “Rischio tempesta perfetta in un Paese sempre più spaccato”

A rischio la salute degli italiani, colpita da cattivi stili di vita e poca prevenzione, nonché da un irrefrenabile invecchiamento della popolazione che vede, in assenza di una quota sufficiente di nuovi nati (nel 2021 sono stati poco più di 400mila, 4.500 in meno rispetto al 2020), l’età media superare i 46 anni per arrivare nel 2050 ad oltre 50 anni. Tutto ciò rischia di entrare in rotta di collisione con un Ssn sempre più fragile e sotto-finanziato, specie se lo si confronta con i sistemi sanitari dell’Ue. È quanto emerge, in estrema sintesi, dal Rapporto Osservasalute 2022 – curato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane operativo nell’ambito di Vihtali, spin off dell’Università Cattolica presso il campus di Roma – presentato oggi presso l’Ateneo.

Nel 2022 la spesa sanitaria pubblica si è attestata a 131 miliardi (6,8% del Pil); la spesa a carico dei cittadini a circa 39 miliardi (2% del Pil). Una spesa pubblica significativamente più bassa della media Ue (Italia al tredicesimo posto), sia in termini di valore pro capite (2.609 euro vs 3.269 euro), sia in rapporto al Pil (9,6% vs 10,9%). La spesa pro capite in Germania tocca i 4.831 euro, ma anche Olanda, Austria e Svezia superano i 4mila euro. Rispetto al Pil, Francia e Germania sono i Paesi con l’incidenza più alta, superiore al 12%.

Ancora elevata la mortalità evitabile e riconducibile ai servizi sanitari (amenable mortality) – nel periodo 2018-2019 pari a 63,98 per 100mila mentre era 65,53 nel biennio 2016-2017. Nonostante la diminuzione complessiva, è ancora molto alta la quota di decessi attribuibili a tumori e malattie cardiocircolatorie che si sarebbero potuti evitare se le condizioni che li hanno causati fossero state intercettate per tempo con campagne di screening.I valori di decessi più bassi tra le regioni si registrano nella PA di Trento (46,42 per 100mila); i più alti in Campania (81,41 per 100mila). L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 si è tradotta, da una parte, in ritardo e conseguente sostanziale riduzione dell’offerta dei programmi di screening da parte delle Asl; dall’altra, in riduzione di adesione da parte della popolazione. Per quanto riguarda la copertura dello screening per il tumore del colon-retto i valori più alti si registrano fra i residenti al Nord (67%), ma è più bassa fra i residenti del Centro (56%) e soprattutto di Sud e Isole (25%). Ampia la variabilità fra regioni: copertura più elevata in Friuli-Venezia Giulia con il 73%, più bassa in Calabria con solo il 10%.

Le mamme più anziane d’Europa. L’Italia ha anche un altro triste primato, figlio di un welfare scarno che non aiuta le famiglie: è il Paese in Europa con la percentuale più alta di madri di 35-40 anni, il 35,4%, ovvero oltre una neomamma su tre. Inoltre, il 12% della popolazione, quasi 6 milioni di adulti, è obesa; tra questi oltre il 15% soffre di diabete. Più di un terzo non pratica attività fisica. Tra il 2020 e il 2021 si riscontra anche un crollo dello sport tra bambini e adolescenti.

Italiani sempre più depressi: dal 2016 il volume prescrittivo dei farmaci antidepressivi ha registrato un progressivo aumento che tra il 2017 ed il 2021 è arrivato a +10,4% con un ulteriore +2,4% nel 2021, anno nel quale il consumo di antidepressivi è stato di 44,6 dosi giornaliere ogni mille abitanti. Infine i pesticidi: nel 2022, nelle acque superficiali sono stati rinvenuti nel 55,1% dei punti di monitoraggio; la maggiore presenza di pesticidi in Umbria (94,1%), Puglia (86,4%), Sicilia (81,6%).

Il settore della sanità sta uscendo faticosamente dalla crisi generata dalla pandemia. Non siamo ancora in grado di stabilire quali ‘danni collaterali’ alla salute degli italiani abbia causato l’emergenza sanitaria – fa notare il direttore scientifico di Osservasalute Alessandro Solipaca -. Quel che è certo è che

non ci sarà un aumento consistente del finanziamento ordinario del Ssn da parte dello Stato, come testimonia lo stanziamento previsto nel Def 2023 che prevede, per il 2025, 135 miliardi di euro e, per il 2026, 138 miliardi di euro.

Si tratta di stanziamenti che lasciano sostanzialmente invariata la quota di ricchezza nazionale allocata sulla sanità pubblica, il 6,2% del Pil”.

foto Università Cattolica

Per Walter Ricciardi, direttore di Osservasalute e ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica, campus di Roma, nonché presidente del Mission Board for Cancer della Commissione Ue,

“In Italia si corre il rischio di avere una tempesta perfetta.

Da un lato l’aumento dei fattori di rischio per diverse malattie legati sia alla demografia della popolazione, sia all’epidemiologia con un importante aumento delle malattie croniche; dall’altro il deterioramento forte di un Ssn che riesce sempre meno a garantire anche i servizi essenziali. Si allungano le liste d’attesa, mentre i pronto soccorso sono sempre più affollati e sempre più in ritardo, loro malgrado, nel dare risposte tempestive ai cittadini”.

“Bisogna che salute e sanità diventino una priorità per i decisori

– aggiunge Ricciardi – cosa che in questo momento non è, bisogna anche che la popolazione diventi più consapevole di questa emergenza sanitaria, perché molto spesso i cittadini si rendono conto di questo deficit assistenziale solo quando hanno un problema di salute. Bisognerebbe cercare di garantire alla più grande opera pubblica del Paese, che è il Servizio sanitario nazionale, adeguati finanziamenti e supporto in tutte le regioni italiane”. Ed è proprio in occasione dei 20 anni di Osservasalute che emerge con evidenza dirompente come “le disuguaglianze regionali in termini di assistenza sanitaria siano aumentate nel tempo, il che determina una sempre più forte spaccatura del Paese in cittadini di serie A e cittadini di serie B”.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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Governo in forte crisi economica… ma per armare l’Ucraina i soldi escono sempre: sbotta Pedicini

Armi all’Ucraina, Pedicini (MET): “Mancano i soldi per i poveri, ma non per la guerra e le banche”.

L’intervento in aula dell’europarlamentare Greens-Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale dopo il suo voto contrario alla risoluzione Asap: “In Ucraina non dobbiamo inviare munizioni, ma soluzioni.

Il diritto internazionale dice che l’invasione russa è illegale, esattamente come l’invasione Nato in Iraq, in Serbia in Libia e in Siria. Sono tutte guerre illegali, volute da ricchi, combattute da poveri e pagate da cittadini ancora più poveri. Perciò questa guerra, in realtà, è la solita guerra tra poveri”.

Lo ha dichiarato, nel corso del suo intervento in aula, l’europarlamentare del Gruppo Greens-Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini, nell’illustrare le ragioni del suo voto contrario alla risoluzione Asap (Act in Support of Ammunition Production”, la legge a sostegno della produzione di munizioni con la possibilità di utilizzo dei fondi del Pnrr.

Non ci sono soldi, ma l’Europa ha salvato le banche nelle crisi bancarie, non ci sono soldi, ma gli stati membri hanno subito risposto alla richiesta della Nato, per uno sforzo bellico fino al 2% del Pil.

E se si trovano i soldi per il Covid, la pesante burocrazia impedisce di assorbire quelle risorse nelle aree più povere del nostro Continente.

In questo momento, ci sono milioni di cittadini europei che non hanno la possibilità di mettere il cibo a tavola.

Però questa Unione Europea ha il denaro per le banche, ha il denaro per la guerra, ma non ha il denaro per i suoi poveri cittadini.

Per questo motivo ho votato ‘no’ alla risoluzione Asap

. Noi in Ucraina non dobbiamo inviare munizioni, dobbiamo inviare soluzioni.

Non dobbiamo esportare democrazia – ha concluso Pedicini – dobbiamo esportare diplomazia”.

(Giuseppe Porzio – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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Governo. Autonomia, Pedicini (MET): ‘Ora che tutti l’hanno bocciata, Zaia minaccia la crisi’

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L’europarlamentare Greens/Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale: “Non consentiremo che il Sud sia ridotto a merce di scambio dalla Lega”.

Ora che anche i tecnici del Senato hanno certificato che l’Autonomia Differenziata condannerà il Sud alla povertà, alla Lega non è rimasto altro che l’arma del ricatto: o si fa questa riforma o viene meno la maggioranza e va in crisi il Governo.

Nella sua intervista alla Stampa, il governatore veneto Zaia cala del tutto la maschera, tradendo una volta per tutte i propositi suoi e del suo partito”. Lo dichiara l’europarlamentare Greens/Efa e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini, che rincara:

“Finalmente sarà chiaro a tutti che la priorità, per questi signori, non è certo l’interesse del Paese, ma soltanto trattenere sempre più risorse al Nord, a scapito del Mezzogiorno d’Italia.

Una strategia contro la quale è necessario mobilitarsi, sotto ogni bandiera, per impedire ad ogni costo la ‘secessione dei ricchi’, perché se dovessero riuscirci, non resterebbe che la separazione.

Non consentiremo che i popoli del Sud siano ridotti dalla Lega a merce di scambio per la tenuta del Governo”.

(Giuseppe Porzio, Accredited Parliamentary Assistant – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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Papa all’udienza: “L’Europa intera è in crisi”

“Anche oggi, la libertà è minacciata. Come? Soprattutto con i guanti bianchi, da un consumismo che anestetizza, per cui ci si accontenta di un po’ di benessere materiale e, dimentichi del passato, si galleggia in un presente fatto a misura d’individuo”. È il monito di Papa Francesco, durante la catechesi dell’udienza di oggi, in cui ha ripercorso le tappe del suo recente viaggio in Ungheria e ha affidato a Maria “la martoriata Ucraina”, esortando a pregare il rosario per la pace, in questo mese di maggio.

“Questa è la persecuzione pericolosa della mondanità”, ha aggiunto a braccio: “La porta avanti il consumismo”. “Ma quando l’unica cosa che conta è pensare a sé e fare quel che pare e piace, le radici soffocano”, il grido d’allarme del Papa: “È un problema che riguarda l’Europa intera, dove il dedicarsi agli altri, il sentirsi comunità, la bellezza di sognare insieme e di creare famiglie numerose sono in crisi, l’Europa intera è in crisi”. Di qui l’importanza di riflettere “sull’importanza di custodire le radici, perché solo andando in profondità i rami cresceranno verso l’alto e produrranno frutti”. “Chiediamoci, anche come popolo”, l’invito di Francesco: “Quali sono le radici più importanti della mia vita Dove sono radicato? Ne faccio memoria, me ne prendo cura”.

“Costruire ponti di pace tra popoli diversi”.

È questa, per il Papa, “la vocazione dell’Europa, chiamata, quale pontiere di pace, a includere le differenze e ad accogliere chi bussa alle sue porte”. “Bello, in questo senso, il ponte umanitario creato per tanti rifugiati dalla vicina Ucraina, che ho potuto incontrare, ammirando anche la grande rete di carità della Chiesa ungherese”, l’omaggio di Francesco. “Il Paese è poi molto impegnato nel costruire ponti per il domani”, ha sottolineato il Papa: “È grande la sua attenzione per la cura ecologica – e questa è una cosa molto bella dell’Ungheria –  e per un futuro sostenibile, e si lavora per edificare ponti tra le generazioni, tra gli anziani e i giovani, sfida oggi irrinunciabile per tutti”. Per il Papa, inoltre, “ci sono ponti che la Chiesa, come emerso nell’apposito incontro, è chiamata a tendere verso l’uomo d’oggi, perché l’annuncio di Cristo non può consistere solo nella ripetizione del passato, ma ha sempre bisogno di essere aggiornato, così da aiutare le donne e gli uomini del nostro tempo a riscoprire Gesù”. “Costruire ponti, ponti di armonia, ponti di unità”, l’invito a braccio a proposito della “bellezza di creare ponti tra credenti”, che in Ungheria “lavorano bene insieme”.

“Superare il rischio del disfattismo e la paura del domani, ricordando che Cristo è il nostro futuro”,

ha esordito Francesco definendo quello ungherese “un popolo coraggioso e ricco di memoria”. “Ho visto tanta gente semplice e laboriosa custodire con fierezza il legame con le proprie radici”, ha testimoniato il Papa: “E tra queste radici ci sono anzitutto i santi: santi che hanno dato la vita per il popolo, santi che hanno testimoniato il Vangelo dell’amore, santi che sono stati luci nei momenti di buio; tanti santi del passato che oggi esortano a superare il rischio del disfattismo e la paura del domani, ricordando che Cristo è il nostro futuro”. “Le solide radici cristiane del popolo ungherese sono state però messe alla prova”, il riferimento alla storia del popolo magiaro: “La loro fede è stata provata al fuoco. Durante la persecuzione ateista del ‘900, infatti, i cristiani sono stati colpiti violentemente, con vescovi, preti, religiosi e laici uccisi o privati della libertà. Ma mentre si tentava di tagliare l’albero della fede, le radici sono rimaste intatte: è restata salda una Chiesa nascosta, con tanto clero ordinato in segreto, che testimoniava il Vangelo lavorando nelle fabbriche, mentre le nonne evangelizzavano nel nascondimento”. “In Ungheria quest’oppressione comunista era stata preceduta da quella nazista, con la tragica deportazione di tanta popolazione ebraica”, ha ricordato Francesco: “Ma in quell’atroce genocidio tanti si distinsero per la resistenza e la capacità di proteggere le vittime, e questo fu possibile perché le radici del vivere insieme erano salde. Così i comuni legami di fede e di popolo hanno aiutato il ritorno della libertà”.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)