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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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Al Teatro Augusteo debutta “L’arte della truffa” con Biagio Izzo

“L’arte della truffa” è il nuovo spettacolo di Biagio Izzo, scritto da Toni e Augusto Fornari, che cura anche la regia, in programma da domenica 12 maggio fino al 19 e poi il 22 e il 24 maggio al Teatro Augusteo di Napoli. In prima nazionale Biagio Izzo sarà protagonista di una commedia brillante che, tra momenti paradossali, comici ed emozionanti, farà assistere alla consumazione di una truffa …a fin di bene. Con Izzo in scena anche Carla Ferraro, Roberto Giordano, Ciro Pauciullo, Arduino Speranza e Adele Vitale. Le scene sono di Massimo Comune, il disegno luci di Luigi Raia, le musiche del Gruppo SMP, i costumi di Federica Calabrese e la produzione esecutiva di Giacomo Monda. La commedia racconta della vita di Gianmario e della moglie Stefania che viene sconvolta dall’arrivo del fratello di lei, Francesco, che la coppia è costretta a prendere in casa per fargli ottenere gli arresti domiciliari. Gianmario, integerrimo uomo d’affari, è preoccupato che la presenza del cognato, noto truffatore, possa nuocere ai rapporti che lui intrattiene con alti prelati del Vaticano, per i quali lavora. Ma un imprevisto rovescio finanziario porta Gianmario ad aver bisogno delle ‘arti’ del cognato, accettando in qualche misura le sue ‘regole’, da sempre criticate, ma ora indispensabili per salvare la sua reputazione di grande uomo d’affari.

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Caserta. ‘Truffa dello specchietto’ sventata dalla mancata vittima: fermati e arrestati tre malviventi

Continua senza sosta l’azione dei Carabinieri della Compagnia di Caserta volta alla prevenzione e repressione dei reati contro la persona e il patrimonio nel centro cittadino e nei comuni limitrofi.

Poco dopo la mezzanotte di sabato è giunta alla Centrale Operativa, attraverso il numero di emergenza “112”, una richiesta di aiuto da parte di una donna che riferiva di essere stata fermata da un uomo in via Acquaviva, dove stava transitando, a bordo della sua autovettura, insieme al marito ed alla figlia.

La stessa con voce tremante denunciava che l’uomo, dall’apparente età di 50 anni, dopo aver colpito con un arnese lo specchietto della loro macchina inscenava il danneggiamento del suo cellulare a causa del colpo fintamente ricevuto.

Nell’immediato lo stesso chiamava un suo complice che pretendeva dal marito un risarcimento di 650 euro per il telefonino distrutto.

Al rifiuto del coniuge i due lo minacciavano di morte, asserendo che poi gli avrebbero portato via anche la macchina.

In seguito a tale minaccia, gli aggressori costringevano le vittime a risalire in auto per raggiungere il più vicino sportello bancomat dove avrebbero prelevato il denaro preteso.

A distanza ravvicinata, a bordo di una Fiat Panda, i due, unitamente a un terzo complice alla guida, seguivano la loro auto senza perderli di vista.

È stato in quel frangente che, giunti in Piazza Dante, la donna impaurita ha chiamato i Carabinieri con il suo cellulare.

Nel frattempo i malviventi, accortisi della telefonata, hanno accelerato repentinamente la marcia procedendo in via Battisti e allontanandosi.

Il carabiniere della Centrale Operativa, nell’immediato, ha diramato le ricerche inviando due autoradio dell’Arma in supporto.

L’auto dei fuggitivi è stata così intercettata dopo pochi minuti in San Nicola La Strada dai militari della locale Stazione dove, dopo un rocambolesco inseguimento, è stata bloccata.

Gli occupanti della Panda di colore bianco, un 54enne di Santa Maria Capua Vetere, un 52enne di Caserta e un 41enne di Acerra, tutti già noti alle forze dell’ordine, sono stati accompagnati in caserma.

L’immediata perquisizione dell’autovettura a loro in uso, risultata oggetto di furto, ha consentito di rinvenire al suo interno anche alcuni oggetti da scasso.

Quanto rinvenuto è stato sottoposto a sequestro mentre i tre sono stati fermati, arrestati e accompagnati presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione della competente autorità giudiziaria.

Dovranno rispondere di tentata estorsione, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

‘Caso Soumahoro’: sulla ‘truffa a danno anche di Organi Pubblici’ interviene la direzione sindacale CISAS

Continua la sceneggiata in casa Soumahoro con famiglia allargata.

Tante le polemiche per la truffa a danno anche degli Organi pubblici da parte delle varie cooperative familiari.

I dipendenti delle suddette cooperative, non retribuiti, si rivolsero alla Uil territoriale, che sembra abbia stipulato anche una conciliazione con le varie cooperative, mai rispettata dalla famiglia Soumahoro.

Non si comprende il motivo per cui successivamente la Uil non sarebbe intervenuta per il mancato rispetto dell’avvenuta conciliazione, il cui verbale sicuramente sarà stato depositato presso l’ispettorato del lavoro, come previsto.

Sembra che tutti ora siano in attesa della conclusione della lunga sceneggiata del grande regista Soumahoro, che allegramente ha raggirato gli italiani, anche politicamente.

(Direzione CISAS – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

‘Truffa ‘Doc Pellet’, l’associazione ‘Codici’ (parte civile costituita) informa: il processo si apre a gennaio

Torna alla carica l’associazione “Codici” in merito ad una truffa legata all’acquisto di pellet.

La vicenda risale alla fine del 2018 ed il prossimo gennaio si aprirà il processo, che vede l’associazione impegnata in qualità di parte civile al fianco di decine di consumatori che acquistarono la merce senza mai riceverla.

Rinvio a giudizio per tutti: è quanto stabilito, nell’udienza che si è tenuta lunedì presso il Tribunale di Velletri, dal Gup Emiliano Picca in merito al processo per la truffa del pellet che ha coinvolto la società Doc Pellet del Gruppo Ca.Ox. Srl.

In aula c’era anche l’associazione Codici, impegnata come parte civile nella difesa di decine di consumatori vittime del raggiro.

Il processo a carico degli imputati, tutti legati alla società, inizierà il 22 gennaio – annuncia Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e questa è senz’altro una buona notizia.

Considerando il tempo trascorso, dimostra infatti che la vicenda va avanti e non si è arenata, e che non bisogna arrendersi”.

I fatti risalgono alla fine del 2018. Con l’avvicinarsi dell’inverno, aumentano sul web le offerte di pellet. All’epoca tra quelle online attirò l’attenzione di molti consumatori quella pubblicata dalla società Doc Pellet del Gruppo Ca.Ox. Srl.

Di fronte ai prezzi estremamente convenienti – ricorda Giacomelli – in tanti decisero di fare un ordine. Vennero creati anche dei gruppi d’acquisto. Nel giro di poche settimane, però, quello che sembrava un affare si trasformò in un incubo per i clienti.

Superata la data prevista per la consegna, chi contattò telefonicamente la società per avere aggiornamenti sull’ordine trovò solo un messaggio registrato, generico e praticamente inutile. Nessuna risposta nemmeno alle richieste di rimborso.

In molti casi la merce non fu mai consegnata. Nessuna traccia del pellet pagato e nemmeno dell’azienda, perché chi si recò presso la sede legale, situata a Roma, non trovò nessun ufficio riconducibile alla società.

Una brutta sorpresa, ma anche la conferma che c’era qualcosa che non andava. Avviammo un’azione legale per tutelare i consumatori. Ci siamo costituiti in qualità di parte civile ed ora siamo pronti per il processo, in cui ci batteremo affinché le vittime vengano risarcite”.

In attesa delle prossime tappe del processo per la truffa Doc Pellet, l’associazione Codici coglie l’occasione per mettere in guardia i consumatori dalle offerte di pellet che circolano sul web. Passano gli anni, ma le truffe sono sempre in agguato.

Prima di procedere ad un ordine è bene verificare l’affidabilità del venditore, cercando ad esempio recensioni di altri clienti e controllando dati essenziali quali la sede legale della società. È bene, inoltre, utilizzare metodi di pagamento
sicuri, che forniscano un minimo di protezione.

Attenzione poi al prezzo:  quando è particolarmente scontato, allora è meglio diffidare, perché nessuno regala niente.

Ancora oggi l’associazione Codici raccoglie segnalazioni per problemi con l’acquisto di pellet. In caso di mancata
consegna del prodotto o di rimborso negato è possibile richiedere assistenza telefonando al numero 065571996 oppure inviando un’e-mail all’indirizzo “segreteria.sportello@codici.org”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

S.Felice a Cancello. ‘Truffa dello specchietto’ sventata dai carabinieri che denunciano un giovane

I militari della Stazione di Cancello hanno deferito, in stato di libertà, un 23enne di Napoli, ritenuto responsabile di tentata truffa ai danni di un 29enne.

Il denunciato, alle ore 12.00 del 27 luglio u.s., in San Felice a Cancello, ricorrendo ad artifizi e raggiri, avrebbe simulato il danneggiamento dello specchietto retrovisore sx dell’autovettura Opel Mokka, a lui in uso, da parte di un 29enne alla guida di un’Audi A 3.

Per il truffatore la vittima, durante una manovra di svolta avrebbe urtato, con lo specchietto dx della propria auto, quello sx della Opel Mokka causandone la rottura. A seguito di ciò avrebbe richiesto l’immediato pagamento del danno, a suo dire di € 160.

Dopo aver convinto la vittima a corrispondergli la cifra pattuita si è offerto di accompagnarlo allo sportello bancomat per prelevare il denaro.

L’operazione però non è andata a buon fine visto che quest’ultimo, poco prima di intascare i 160 €, alla vista dei carabinieri in transito in quell’area, si è dato alla fuga.

A quel punto il 29enne, accortosi del raggiro, ha denunciato l’accaduto.

I militari dell’Arma dopo aver accertato che l’auto in uso al truffatore era stata noleggiata con falsi documenti hanno acquisito tutte le informazione necessarie all’identificazione del fuggitivo che è stato identificato grazie al riconoscimento fotografico da parte della vittima.

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Truffa, perde 282mila euro: “Credevo d’aiutare un amico”

Ha versato in tutto 282mila euro, attraverso bonifici, credendo di aiutare un suo ex compagno di classe in difficoltà. In realtà dietro il nome di lui, che si faceva vivo sui social, si celavano quattro nigeriani che si spacciavano per il suo amico. La donna, oggi 55enne, svizzera, libera professionista di famiglia benestante, nel 2016 stava vivendo un periodo di crisi: “Mi ero da poco separata. Quando sono stata contattata da colui che credevo essere il mio ex compagno di scuola, mi sono fatta coinvolgere sentimentalmente. E gli ho dato i soldi che chiedeva”, ha raccontato. La donna è rimasta vittima di una cosiddetta truffa ‘romantica’, per la quale si è rivolta alla Finanza. E ora si è costituita parte civile, tutelata dall’Avvocato Helmut Bartolini, nel processo che vede imputati i quattro nigeriani: Bright Ikiarokhale e Gild Gpdson Ebhohimhen, domiciliati a Reggio, Adebanke Agunbiade e Murphy Goodnews Oaamwonyi (Carpenedo di Venezia e Quinto di Treviso). Tutto comincia con una richiesta di amicizia su Facebook: lui raccontava di lavorare su una nave da crociera dall’America e l’Australia e di avere la necessità di liberarsi di tutti i beni di valore a bordo, a causa di un imminente attacco pirata, del valore di 750mila dollari. Alla donna è stato chiesto di riceverli versando 3.500 euro per l’invio. Poi, a nome di una fantomatica società di spedizioni, le hanno domandato ulteriori somme, molto più alte, giustificandole come tasse e spese che l’amico avrebbe dovuto sostenere negli alberghi in Australia e poi per tornare in America: così, dal settembre al novembre 2016, le hanno spillato quasi 300mila euro.
Davanti al Giudice Silvia Semprini, ieri è stato sentito un investigatore della Finanza: ha evidenziato che gli imputati erano sconosciuti al fisco o titolari di società che fatturavano poche migliaia di euro, cifre assai lontane da quelle a più zeri che circolavano sui loro conti correnti. Nel caso di Ebhohimhen, erano stati accreditati fino a 754mila euro, anche da altri soggetti. Il teste ha riferito di aver trovato riscontro dei bonifici fatti dalla donna, il cui denaro risulta essere stato prelevato, mentre al momento dei controlli i depositi dei nigeriani erano azzerati. Dopo il controesame delle difese (Avvocati Alessandro Conti, Marco Barile, Marco Vassallo e Pasquale Crea), il processo è stato rinviato a settembre.

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Polizia di Stato: truffe agli anziani. Denunciati tre soggetti ritenuti responsabili di truffa del “finto nipote”, restituiti i gioielli – Questura di Teramo

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Controllati e denunciati, nel pomeriggio del 16 giugno scorso, da personale della Squadra Mobile della Questura di Teramo tre giovani per aver consumato una truffa aggravata a Campli (TE).
L’autovettura a bordo della quale i tre viaggiavano era nel mirino degli investigatori che erano arrivati ad essa attraverso attività info-investigativa e controlli mirati del territorio che avevano consentito di accertare il suo utilizzo per consumare truffe agli anziani.
L’autovettura in questione veniva intercettata dai poliziotti al casello A24 di Basciano, in fuga ad altissima velocità, subito dopo aver messo a segno il colpo; la stessa veniva inseguita e fermata con l’ausilio di Personale della Polizia Stradale di Avezzano sull’A25 all’interno di un’area di servizio nel territorio di Magliano de Marsi (AQ).
Nel corso della perquisizione veicolare effettuata nelle more del controllo, i poliziotti della Squadra Mobile di Teramo hanno rinvenuto all’interno della stessa ben occultata dietro i sedili posteriori, un orologio, anelli ed una collana in oro provento di una truffa portata a termine poco prima nel comune di Campli (TE) ai danni di un’anziana signora.
Poco prima un complice dei tre si era, per telefono, spacciato per il figlio e palesandole uno stato di imminente necessità economica per risolvere urgenti problemi le riferiva che di lì a poco si sarebbe recato a casa sua un suo amico al quale avrebbe dovuto consegnare soldi e oro.
Consegna che la vittima ben raggirata effettuava salvo, successivamente, rendersi conto di essere stata truffata.
Nell’occasione uno dei tre giovani aveva convinto l’anziana signora, vedova, a togliersi dal dito anche la fede nuziale in oro, assicurandole che gli sarebbe stata restituita successivamente. I monili trafugati della truffa consumata venivano successivamente riconsegnati all’anziana donna.


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Viterbo: napoletani in trasferta tentano truffa agli anziani ma vengono arrestati in flagranza – Questura di Viterbo

Truffa anziani: arrestati dalla Polizia di Stato

Attività della Polizia di Stato

 

NEL POMERIGGIO DI IERI DUE NAPOLETANI VENTENNI SONO STATI ARRESTATI IN FLAGRANZA DI REATO, A VITERBO, DAL PERSONALE DELLA POLIZIA DI STATO DELLA QUESTURA DI VITERBO, PER TENTATA TRUFFA AI DANNI DI UNA DONNA DI 82 ANNI. IN PARTICOLARE, NELLA TARDA MATTINATA PRECEDENTE LA SIGNORA HA RICEVUTO LA TELEFONATA, TIPICA IN QUESTI CASI, DEL FALSO INCIDENTE STRADALE IN CUI ERA RIMASTO VITTIMA UN FAMILIARE.

L’UOMO AL TELEFONO, PRESENTANTOSI COME MARESCIALLO DEI CARABINIERI, PRIMA HA RACCONTATO CHE IL FIGLIO DELLA DONNA AVEVA PROVOCATO UN INCIDENTE E POI LE HA PASSATO UN ALTRO INTERLOCUTORE, QUALIFICATOSI COME UN SEDICENTE AVVOCATO, IL QUALE LE HA CHIESTO DI PAGARE UNA SOMMA DI DENARO DI ALMENO 5MILA EURO PER RISOLVERE VELOCEMENTE LA SITUAZIONE. LA DONNA, CHE AVEVA VISTO QUALCHE GIORNO PRIMA SUL PROGRAMMA TELEVISIVO “LA VITA IN DIRETTA” UN SERVIZIO SULLE TRUFFE AGLI ANZIANI, HA CAPITO DI ESSERE STATA INDIVIDUATA COME POTENZIALE VITTIMA E COSI’, ALLA RICHIESTA DEI TRUFFATORI DI CONTARE AL TELEFONO IL DENARO DISPONIBILE, HA PRESO UN’AGENDINA E SFOGLIANDOLA PAGINA PER PAGINA HA FATTO FINTA DI CONTARE I SOLDI, FACENDO CREDERE AI DUE MALFATTORI DI ESSERE RIUSCITI A CARPIRNE LA BUONA FEDE, TANTO DA RIUSCIRE AD OTTENERE UNO SCONTO DOPO AVER RIFERITO LORO DI AVERE A PORTATA DI MANO SOLTANTO LA META’ DELLA SOMMA.

UNA VOLTA FINTO DI ACCONSENTIRE A RICEVERE IL COLLABORATORE DEL SEDICENTE AVVOCATO PER CONSEGNARGLI QUANTO PATTUITO, LA DONNA HA CHIAMATO IL NUMERO UNICO DI EMERGENZA 112 E HA RACCONTATO TUTTO AGLI OPERATORI DELLA SALA OPERATIVA DELLA QUESTURA DI VITERBO. A QUEL PUNTO E’ STATO ALLERTATO IL DISPOSITIVO DI CONTROLLO DEL TERRITORIO E AVVIATA L’ATTIVITA’ INVESTIGATIVA DEGLI AGENTI IN BORGHESE DELLA SQUADRA MOBILE DIRETTA DAL DOTT. EMANUELE VACCARO. L’APPOSTAMENTO HA PERMESSO DI INDIVIDUARE E POI DI CATTURARE SIA IL GIOVANE CHE SI ERA PRESENTATO DI FRONTE ALL’ABITAZIONE, CITOFONANDO INSISTENTEMENTE ALLA SIGNORA, SIA IL COMPLICE CHE LO STAVA ASPETTANDO IN AUTO POCO DISTANTE IL QUALE, VISTOSI SCOPERTO, HA TENTATO DI DARSI ALLA FUGA, MA E’ STATO SUBITO BLOCCATO IN SICUREZZA DA UNA VOLANTE DELL’UFFICIO PREVENZIONE GENERALE E SOCCORSO PUBBLICO, DIRETTO DAL DOTT. RICCARDO BARTOLI.

I DUE GIOVANI SONO STATI ARRESTATI E TRADOTTI PRESSO IL CARCERE DI VITERBO, A DISPOSIZIONE DELL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA IN ATTESA DEL PROCESSO PER DIRETTISSIMA CHE AVRA’ LUOGO DOMANI MATTINA. SONO IN CORSO ULTERIORI ACCERTAMENTI PER VERIFICARE SE GLI STESSI SIANO RESPONSABILI DI ALTRE TRUFFE IN QUESTO TERRITORIO.

RIMANE ALTA L’ATTENZIONE DA PARTE DELLA QUESTURA DI VITERBO SUL FASTIDIOSO FENOMENO DELLE TRUFFE CON L’ORGANIZZAZIONE DI MIRATI INCONTRI DEDICATI AGLI ANZIANI E AI LORO ACCOMPAGNATORI. IN CASO DI QUALSIASI DUBBIO IL CONSIGLIO E’ QUELLO DI ALLERATRE CON IMMEDIATEZZA LE FORZE DI POLIZIA.

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Sorpresi con oltre 1000 euro e con preziosi di ingente valore, denunciati dalla Polizia di Stato per truffa aggravata ai danni di un’anziana

La Polizia di Stato di Caserta ha denunciato tre soggetti, originari del napoletano, poiché ritenuti responsabili, in concorso, di truffa aggravata, commessa in danno di un’anziana donna.

Nel dettaglio, gli operatori della Sottosezione Polizia Stradale di Caserta Nord, nel corso dei predisposti servizi di vigilanza lungo le arterie autostradali, nel percorrere la carreggiata sud dell’A/1, procedevano al controllo di una vettura con a bordo tre persone.

Durante il controllo, tre persone, di cui due con precedenti specifici di polizia per reati contro il patrimonio, apparsi particolarmente insofferenti, venivano trovati in possesso della somma totale di circa euro 1000, di cui non riuscivano a giustificare la provenienza.

Alla luce di tali risultanze, gli operanti estendevano il controllo anche all’abitacolo dell’autovettura e rinvenivano, ben occultati nelle intercapedini di componenti del veicolo, diversi monili in oro.

Le successive indagini consentivano ai poliziotti di accertare che i malfattori, poche ore prima, a Fiumicino, avevano truffato un’anziana signora di 82 anni, ingannata telefonicamente da uno sconosciuto che la informava di un imminente pericolo di vita del figlio. Con uno stratagemma, un complice presentatosi presso l’abitazione della donna si era fatto consegnare il denaro ed i gioielli.

Grazie ad una sinergica attività di polizia tra la Polizia Stradale di Caserta nord e l’Arma dei Carabinieri di Roma, si appurava che effettivamente i gioielli e il denaro rinvenuti erano tutti provento della truffa in danno della donna.

Al termine dell’attività di polizia giudiziaria, i tre soggetti venivano denunciati per il reato di truffa aggravata, mentre tutta la refurtiva rinvenuta, riconosciuta come propria dall’anziana donna, veniva sequestrata in attesa della restituzione all’avente diritto.

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Latte AVARIATO, rinvio a giudizio per TRUFFA

Latte di bufala ‘allungato’ con latte vaccino. Per questo la titolare di un’azienda zootecnica, fornitrice appunto di latte, è finita sotto processo per truffa nei confronti di un caseificio di Santa Maria Capua Vetere che si riforniva da lei.

Secondo quanto accertato dalla procura sammaritana, il latte che veniva venduto al caseificio come ‘bufala’ avrebbe contenuto una ingente quantità di latte vaccino. Di qui da un lato avrebbe violato il contratto posto in essere tra le due società dall’altro avrebbe truffato il caseificio in quanto, come dimostrato dalle fatture di vendita, avrebbe indotto in errore il titolare del caseificio della città del Foro procurandosi un ingiusto profitto pari al valore commerciale del latte venduto di qualità inferiore rispetto a quello pattuito.

Da qui il rinvio a giudizio con immediato disposto dal pm Pontillo. Il processo è fissato dinanzi al giudice Davide Valenziano. Alla prima udienza si costituiranno parte civile gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo per la vittima mentre l’imputata – M.R., 60enne di San Tammaro – è difesa dall’avvocato Vincenzo D’Angelo.

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Cassazione, più tutela per i consumatori vittime di truffa informatica

Più tutela per i consumatori vittime di truffa informatica. Accolto il ricorso del cliente che aveva rottamato il computer: spetta all’istituto provare la riconducibilità del pagamento al legittimo titolare. La banca risponde infatti della clonazione della carta anche se il legittimo titolare non ha dimostrato di aver tenuto le credenziali riservate. È quanto affermato dalla Corte di Cassazione che, ha accolto il ricorso del cliente che si era visto clonare la carta e nonostante avesse rottamato il computer. Insomma, spetta all’istituto provare la riconducibilità del pagamento al legittimo titolare. Per i Giudici di legittimità, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “Tema di responsabilità della banca, ovvero dell’erogatore del corrispondente servizio, in caso di operazioni effettuate a mezzo di strumenti elettronici, anche al fine di garantire la fiducia degli utenti nella sicurezza del sistema (il che rappresenta interesse degli stessi operatori), è del tutto ragionevole ricondurre nell’area del rischio professionale del prestatore dei servizi di pagamento, prevedibile ed evitabile con appropriate misure destinate a verificare la riconducibilità delle operazioni alla volontà del cliente – la possibilità di un’utilizzazione dei codici di accesso al sistema da parte dei terzi, non attribuibile al dolo del titolare o a comportamenti talmente incauti da non poter essere fronteggiati in anticipo: ne consegue che, anche prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. n. 11 del 2010, attuativo della Dir. n. 2007/64/CE relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, l’erogatore di servizi, cui è richiesta una diligenza di natura tecnica, da valutarsi con il parametro dell’accorto banchiere, è tenuto a fornire la prova della riconducibilità dell’operazione al cliente. In questo caso, la corte territoriale ha violato la regola di riparto dell’onere della prova perché ha addossato al cliente l’onere della prova della diligenza nel contegno di utilizzatore del sistema informatico, laddove invece spettava al prestatore del servizio di pagamento provare la riconducibilità dell’operazione al cliente. Le conseguenze sfavorevoli del fatto rimasto ignoto (relativo al contegno del cliente) all’esito dell’istruzione della causa sono state così fatte ricadere sul cliente anziché su Poste Italiane. Alla enunciata regola sull’onere della prova dovrà attenersi il giudice del merito in sede di rinvio.

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Tenta “truffa dello specchietto”, Polizia di Stato denuncia 37enne. – Questura di Caserta

Tenta “truffa dello specchietto”, Polizia di Stato denuncia 37enne.

La Polizia di Stato di Caserta, nell’ambito dei servizi del controllo del territorio, ha denunciato una persona di 37 anni di origini partenopee, responsabile di tentata truffa realizzata attraverso la tecnica della cosidetta “truffa dello specchietto”.

In particolare, agli agenti della Squadra Volante di Caserta era stata segnalata un’autovettura con un uomo a bordo che si aggirava con fare sospetto in aree residenziali della città. Gli operatori, dopo ricerche nella zona segnalata, rintracciavano il veicolo in località “Falciano” mentre il soggetto alla guida poneva in essere la truffa nei confronti di un malcapitato, che raccontava agli operatori intervenuti di aver ricevuto una richiesta di pagamento di denaro a fronte della dichiarata rottura dello specchietto retrovisore.

Fermato dai poliziotti, l’uomo veniva condotto negli uffici della Questura e, al termine degli accertamenti di rito che consentivano di risalire ai numerosi precedenti da cui lo stesso era gravato, veniva deferito alla competente  Autorità Giudiziaria per  tentata truffa. Veniva, inoltre, avviato l’iter del procedimento amministrativo per l’irrogazione della misura di prevenzione del Foglio di Via Obbligatorio.

 

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Truffa ad un’anziana – Questura di Ancona

LA POLIZIA SMASCHERA L'ENNESIMA TRUFFA AGLI ANZIANI

Nel pomeriggio di ieri, verso le ore 15.30, le Volanti sono intervenute in via Ascoli Piceno, dove era stato segnalato un furto in appartamento, ai danni degli anziani genitori della richiedente. Giunti prontamente sul posto, i poliziotti prendevano contatti con l’istante, la quale riferiva agli operatori che la madre non ritrovava più una somma di danaro ( 500,00 euro), un orologio ed alcuni monili. Insospettita dal fatto chiedeva l’intervento della Polizia di Stato, riferendo agli operatori che il giorno precedente l’addetta alle pulizie dell’abitazione del piano superiore aveva bussato alla porta della casa dei suoi, raccontando che una chiave le era caduta sul balcone, facendosi quindi accompagnare sul luogo, mentre un complice approfittando della distrazione, si infilava nell’appartamento derubando gli anziani ignari del raggiro. La presente è solo l’ennesima modalità posta in essere da vigliacchi criminali, per approfittarsi di persone anziane, per carpirne la buona fede e farne oggetto di reato. La Polizia di Stato, da sempre accanto alle fasce deboli, invita i cittadini a parlare con i propri anziani, familiari, vicini di casa, per metterli in guardia da possibili raggiri. Bastano pochi consigli per aiutare a difendersi. Con l’avvicinarsi del periodo estivo, il pericolo di truffe ai loro danni è maggiore a causa del parziale svuotamento delle città. Le persone della c.d. “ Terza età” sono quelle che rimangono più sole. Ricordiamoci di loro e magari cerchiamo di dedicarli qualche ora del nostro tempo per accompagnarli nelle commissioni, come fare la spesa o ritirare la pensione. La Questura di Ancona, nell’ottica di contrastare le più comuni modalità di approccio truffaldino nei riguardi degli anziani, con la collaborazione della Confartigianato, ha ideato una brochure particolarmente intuitiva, con richiami in dialetto, volta a destare l’attenzione del lettore su alcune situazioni che possono favorire il raggiro e quindi esporre la vittima al reato, minorandone la difesa “Non aprire la porta…”, “Non dare confidenza per strada…”, “ Non fornire informazioni personali al telefono…”, sono alcuni degli avvertimenti formulati, per tutelare i nostri Anziani – patrimonio della collettività- per rinnovare l’attenzione dei nostri Nonni sui pericoli che possono incrociare, anche nello svolgimento di banali commissioni quotidiane o mentre sono in casa. Il Questore di Ancona: “ Esserci sempre, esserci insieme” per migliorare la qualità della vita della nostra comunità”.

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SI FINGE PER IL NIPOTE E LE CHIEDE DEI SOLDI PER EVITARE UNA DENUNCIA, 94ENNE VITTIMA DI UNA TENTATA TRUFFA SOCCORSA DALLA POLIZIA DI STATO. – Questura di Perugia

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Era stata contattata da un utente sconosciuto, il quale spacciandosi per suo nipote le aveva chiesto del denaro per pagare una multa, informandola che altrimenti sarebbe stato denunciato alle Forze dell’Ordine. La donna – una cittadina italiana di 94 anni – era si era quindi portata presso l’abitazione del figlio, residente nell’appartamento situato al piano inferiore, per prendere le chiavi della cassaforte che si trovava nel seminterrato. Il figlio, notato lo strano atteggiamento della madre, insospettito anche dalle risposte evasive di quest’ultima, ha quindi invitato la moglie a seguire con discrezione la 94enne nel suo appartamento. È stato in quel momento che la donna, constatato che si stava consumando una truffa, ha subito allertato il marito, il quale, sopraggiunto sul posto, appurato che la conversazione era ancora in corso, ha risposto al telefono e chiesto le generalità all’interlocutore che, vistosi scoperto, ha immediatamente riagganciato. A quel punto, aveva deciso di chiedere aiuto agli agenti della Polizia di Stato che hanno invitato la vittima a recarsi presso gli uffici del Commissariato di Assisi per formalizzare la denuncia. Sono tutt’ora in corso gli accertamenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico finalizzati all’individuazione dell’autore della tentata truffa.

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Ennesima   truffa agli anziani scoperta dalla Polizia di Stato. – Questura di Frosinone

Stradale rep foto

Nel pomeriggio di ieri sull’autostrada A/1 gli agenti della Sottosezione Polizia Stradale di Cassino procedevano al controllo di una Fiat Panda con a bordo due individui. 
Poiché gli stessi non davano contezza circa il loro viaggio, si procedeva ad un accurato controllo, che portava al rinvenimento nella parte sottostante del cruscotto dell’auto di una bustina in plastica contenente 1.450 euro in contanti e numerosi preziosi. 
Sicuri dell’ennesima truffa agli anziani, gli agenti effettuavano ulteriori accertamenti, grazie anche alla collaborazione dei Carabinieri di Poggio Moiano (Rieti), che davano conferma della provenienza di quanto rinvenuto.
Sempre la solita storia, la signora riceveva una telefonata da un uomo che spacciandosi per suo nipote le chiedeva di consegnare ad un giovane che si stava  recando presso la sua abitazione una somma di denaro necessaria alla copertura di  una multa, non pagata nei termini previsti pertanto aumentata di importo. 
La malcapitata consegnava denaro e gioielli stimati successivamente per un valore di oltre 20.000 euro
Il più giovane dei due fermati è stato identificato dalla   vittima come colui al quale erano stati consegnati i valori.  
I due truffatori su disposizione dell’A.G., sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa delle determinazioni successive.  
La Polizia di Stato è costantemente impegnata, anche con campagne informative dedicate, a tutelare i cittadini più fragili proprio come gli anziani, presi spesso di mira da gente senza scrupoli. 
 

(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)