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soccorso

FORMIA HA UN NUOVO PRONTO SOCCORSO

Inaugurato il nuovo blocco centrale del pronto soccorso dell’Ospedale Dono Svizzero di Formia. Un intervento fortemente voluto dalla Regione Lazio reso possibile grazie ai fondi stanziati appositamente.

KappaelleNet

(Fonte: Kappaelle.net – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Capua. Omette il soccorso a due persone in motorino investite con la sua Audi: denunciato 63enne di Bellona

Nel corso della mattinata di giovedì 11 luglio, i carabinieri della sezione radiomobile di Capua hanno denunciato in stato di libertà un 63enne di Bellona (CE) che, nella serata dell’8 luglio scorso, in Capua, via Santa Maria Capua Vetere, alla guida di un’Audi A4 SW, dopo aver colliso con un motociclo Piaggio Beverly, con in sella due persone, è fuggito omettendo di prestare soccorso ai centauri rimasti lievemente feriti.

Alla identificazione del conducente dell’Audi, i militari dell’Arma sono giunti attraverso l’acquisizione e la visualizzazione delle immagini dei sistemi di video sorveglianza presenti nella zona che hanno permesso loro di provare che alla guida della predetta autovettura, al momento del sinistro stradale, vi era il proprietario il 63enne.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Allevatori: dopo 19 giori di sciopero della fame lunedì tornano al ministero; e Fabbris al Pronto Soccorso

XIX giorno di sciopero della fame degli allevatori. Fabbris di nuovo al Pronto Soccorso; da lunedì a Roma.

Domenica 5 maggio 2024, Gianni Fabbris, al suo diciannovesimo giorno di sciopero della fame, ha accusato diversi problemi fisici oltre che per due volte un mancamento e, dopo che è intervenuto il medico al presidio, è stato chiesto l’intervento dei sanitari del 118.

Accertata l’emergenza e i valori pressori molto bassi i sanitari alle ore 10 circa hanno trasportato Fabbris in ambulanza al Pronto Soccorso dell’ospedale di Aversa.

Qui, il personale medico ha operato terapie via flebo ed eseguiti gli accertamenti del caso. Al termine, Fabbris ha chiesto di poter tornare al Presidio presso la NCO dove è rientrato intorno alle 16.30 in compagnia di Sebastiano Lombardo (l’allevatore siciliano coordinatore della Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di territorio che sta accompagnando lo sciopero della fame dopo averlo fatto per la prima settimana a Roma) e Adriano Noviello (presidente dell’Associazione di Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, allevatore casertano e anch’egli in sciopero della fame fino a domenica scorsa).

Al presidio, domenica sera, il Coordinamento degli allevatori valuterà le condizioni di Fabbris anche in ragione della annunciata iniziativa a Roma davanti al Ministero dell’Agricoltura, dove si sposterà lo sciopero della fame previsto dal tardo pomeriggio del 6 maggio.

Sarà per Fabbris il ventesimo giorno di sciopero della fame per chiedere ai Ministri Lollobrigida e Schillaci risposte non più rinviabili.

Vedi e approfondisci: https://altragricoltura.net/articoli/nuovo-malore-per-fabbris-al-diciannovesimo-giorno-di-sciopero-della-fame-domani-si-torna-a-roma/

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Soccorso telefonico, non più confusione: da matedì 30 aprile ‘112’ è il numero unico in tutta l’Italia

Da mercoledì mattina è attivo il 112, numero unico europeo di emergenza (Nue) che assicura l’accesso ai diversi servizi di soccorso.

Come ricorda Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, adesso è questo il numero di telefono attivo in tutta Italia.

Il Nue 112 è un servizio che permette, con un unico numero, di richiedere urgentemente l’intervento di: forze di polizia, carabinieri, vigili del fuoco, assistenza sanitaria – servizio emergenza medica 118; assistenza in mare.

Si tratta, dunque, di uno strumento di coordinamento che consente, da un lato, di fare filtro attivo sulle chiamate in arrivo (si stima che circa il 40% di esse sia rappresentato da scherzi, errori o chiamate improprie, come ad esempio le richieste di informazioni “Call taking”).

In questo modo, quindi, alle centrali operative giungono solo le effettive telefonate di emergenza.

Dall’altro, convoglia in un unico numero tutte le linee 112, 113, 115 e 118.

Di conseguenza, le chiamate arriveranno a una centrale unica di risposta (Cur), dove operatori opportunamente formati si occuperanno di smistarle poi alla centrale operativa competente (in base al tipo di emergenza e del territorio competente).

La Cur è presidiata da una pattuglia di  operatori preparati per coprire i tre turni nell’arco delle 24 ore, 7 giorni su 7.

Da martedì 30 aprile 2024, data di entrata in servizio del Nue, componendo qualsiasi numero di emergenza si entrerà in contatto con l’operatore della centrale unica di risposta del 112 che prenderà in carico la chiamata.

L’operatore, avvalendosi di un modernissimo software capace di fornire l’esatta localizzazione del chiamante ed eventualmente utilizzando un sistema di traduzione simultanea per telefonate in lingua straniera e un sistema di messaggistica per le persone sorde, una volta individuata l’esigenza, trasferirà la telefonata direttamente all’ente competente: carabinieri, polizia, vigili del fuoco, emergenza sanitaria, capitaneria di porto: il tutto in una manciata di secondi (meno di un minuto).

Le singole linee di chiamata sopra menzionate rimangono comunque attive, ma vengono reindirizzate al call center del Nue, che appunto si occupa di raccogliere la telefonata e: identificare chi chiama; individuare la sua localizzazione (geolocalizzazione); capire la tipologia di emergenza; inoltrare la chiamata alla centrale operativa di competenza.

La chiamata al Nue 112 è gratuita sia da telefonia fissa che mobile ed è possibile effettuarla anche con un telefono senza Sim, bloccato o senza credito telefonico.

Il servizio è disponibile in più lingue e accessibile anche alle persone non udenti.

Inoltre il Nue potrà essere attivato anche tramite l’App gratuita “Where Are U”, che invia i dati di localizzazione e la tipologia di intervento richiesto automaticamente alla centrale unica di risposta, anche senza la necessità di avviare la chiamata in voce.

Come già detto, chiunque comporrà un qualsiasi numero di emergenza in Italia, verrà dapprima indirizzato alla Cur Nue 112 e successivamente la richiesta di soccorso verrà inoltrata alla centrale operativa del 118, dove operatori sanitari, da sempre altamente qualificati e di grande esperienza gestiranno la richiesta di soccorso, effettuando il dispatch opportuno inviando se necessario i mezzi di soccorso più idonei o più vicini in base alla tipologia di patologia presumibilmente riscontrata.

Pertanto l’utente sarà messo in collegamento con due operatori, dapprima quello del Nue e successivamente quello della centrale operativa del 118, ma tale switch in nessun modo andrà a inficiare la qualità e la tempistica dei soccorsi, anzi la sinergia tecnico-operativa che verrà fuori tra i sistemi Nue e quelli del 118 permetteranno di implementare ulteriormente gli standard qualitativi delle prestazioni di soccorso.

Per tale motivo la centrale operativa del 118 conserverà, nonostante il Nue, le sue specifiche peculiarità, rappresentando il centro unico ed esclusivo del coordinamento a livello sovra provinciale per la gestione degli eventi riguardanti l’emergenza sanitaria – che comprende tutte le fasi inerenti il sistema di soccorso, quali: ricezione della chiamata; intervista telefonica; attribuzione codice di gravità; scelta del mezzo di soccorso; istruzione all’utente sulle manovre da effettuare pre-arrivo dei mezzi di soccorso; supporto informativo ai soccorritori fino all’arrivo sul target.

Ora, quindi, un nuovo importante servizio a favore del cittadino, dice Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Allevatori: malore per Fabbris ricoverato al pronto soccorso nel XII giorno di sciopero della fame

Gli allevatori: ‘Andiamo avanti“.

Dopo due giorni di visibile affaticamento, Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento unitario SalviamoleBufale e presidente onorario della Confederazione Altragricoltiura, non è riuscito a partecipare alla Conferenza Stampa che si è tenuta oggi 28 aprile 2024 alle ore 12 davanti all’ingresso principale del Ministero della Salute in Piazza Castellani presso il camper in cui, insieme ad Adriano Noviello è al dodicesimo giorno di sciopero della fame.

I sanitari dell’ambulanza del 118 intervenuti su richiesta del personale di polizia in servizio presso il presidio, hanno riscontrato un forte calo dei valori pressori (100 su 48) ed hanno, quindi, accompagnato Fabbris al Pronto Soccorso dell’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli, dove è stato sottoposto ad una serie di accertamenti anche in ragione delle diverse patologie di cui è portatore, essendo diabetico ed iperteso.

Dopo essere stato sottoposto a trattamento ricostituente con delle flebo, i sanitari hanno raccomandato a Fabbris la “ripresa dell’alimentazione” consigliandogli, comunque, di tornare in Pronto Soccorso nel caso di “perdita o alterazione di coscienza, anuria o se altro peggioramento”.

Fabbris, che nel giro di dodici giorni di sciopero della fame ha già perso circa dieci Kg, è tornato al Presidio annunciando che tornerà ad assumere cibo solo se e quando il Governo avrà dato risposte positive alle richieste degli allevatori.

In particolare, il portavoce della Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio e del Coordinamento in Difesa delle Bufale, sottolinea l’urgenza che il Governo proceda ad assumere l’atto di nomina del Commissario Nazionale sulla BRC e la TBC e che i ministri della Salute e dell’Agricoltura assicurino l’apertura di un confronto di merito per garantire agli allevatori ed alle comunità coinvolte sia della soluzione dei problemi sanitari sia del rilancio dei sistemi di allevamento.

La prevista conferenza stampa (vedi il video nella pagina dedicata) si è comunque tenuta ed è stata aperta Adriano Noviello allevatore bufalino casertano e presidente dell’Associazione di Tutela Allevamento Bufala Mediterranea (anch’egli in sciopero della fame dal 17 aprile).

Noviello, con toni forti ed accorati, dopo aver ricordato il lungo percorso degli allevatori prima nel Casertano e poi in tutto il Sud Italia ed aver sottolineato come ormai le loro ragioni siano sempre più riconosciute sia nelle sedi giudiziarie (le recenti sentenze del Consiglio di Stato ne sono un evidente esempio) che in quelle politiche e amministrative, ha richiamato gli impegni della politica nazionale ad affrontare e risolvere una questione che colpisce tutto il SUD Italia e la grande maggioranza dei suoi allevatori. “Perchè” si chiede Noviello “nel caso della Peste suina al Nord nel giro di qualche settimana è stato nominato un Commissario Nazionale (quando ancora erano accertati solo poche decine di casi) ed ora si è arrivati a stanziare ingenti risorse mentre per la BRC e la TBC che interessa le Regioni Meridionali con centinaia di migliaia di casi da trent’anni non si procede ancora? Quali interessi lo impediscono?”

Noviello ha annunciato e illustrato la petizione nazionale rivolta ai due Ministri, il cui lancio operativo è solo rinviato a lunedì 29 aprile, parte di una campagna di solidarietà nazionale che chiama tutte le realtà agricole e della pesca insieme a tutti i cittadini a sostenere una vertenza che, ormai, va ben oltre gli interessi dei soli allevatori meridionali per assumere un grande valore per tutti gli agricoltori italiani e per quanti cittadini hanno a cuore la difesa del nostro patrimonio agroalimentare.

Molte le associazioni e le realtà che sono fra le proponenti della campagna. Alcune le ha richiamate nel suo intervento Peppe Pagano, referente di Libera Caserta e del Comitato Don Peppe Diana insieme alle oltre trenta associazioni e sindacati già promotori della Rete alleata con gli allevatori (nella mattinata di domenica è arrivato il messaggio di solidarietà e forte sostegno della CNA Agroalimentare Nazionale inviato dalla sua Presidente Francesca Petrini), altre si stanno aggiungendo in queste ore.

Significativa la presenza e l’intervento di Angelo Distefano, presidente de Le Partite Iva – Popolo Produttivo, che ha annunciato l’adesione e il sostegno attivo del COAPI, il Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani impegnato in queste settimane, sulla scia delle mobilitazione dei mesi scorsi contro la crisi, nella campagna di mobilitazione avviata il 5 aprile denominata “99 giorni per salvare l’agricoltura e la pesca italiane”.

Distefano, uno dei portavoce del movimento nazionale degli agricoltori e dei pescatori insieme a Fabbris, ha rivolto un forte appello a quanti sono in mobilitazione: “Se il Governo Nazionale, dopo aver promesso, non da seguito agli impegni con gli allevatori in vertenza da tre anni, come possiamo pensare di risolvere problemi generali per il comparto agroalimentare?

Per questo la vertenza degli allevatori meridionali deve diventare un impegno di tutti e il banco di prova, sia della nostra unità che della reale volontà del Governo“.

Vedi l’album fotografico, il video e approfondisci: https://altragricoltura.net/articoli/malore-per-fabbris-al-pronto-soccorso-per-accertamenti-gli-allevatori-andiamo-avanti/

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Landau (Caritas Europa), “una missione congiunta di ricerca e soccorso nel Mediterraneo” e “cessate il fuoco umanitario” a Gaza

(da Grado) – Dal 2014 ad oggi almeno 20.000 persone sono morte nel Mar Mediterraneo e i numeri aumentano giorno dopo giorno. Mentre nel mondo 108 milioni di persone sono costrette a lasciare le loro case a causa di guerre, persecuzioni, violenze, violazioni dei diritti umani. “La questione sta prendendo sempre meno spazio sui media a livello europeo, ma questo non può essere accettato e deve finire. L’Europa deve forse parlare di nuovo di una missione congiunta europea di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo”. È l’appello lanciato da monsignor Michel Landau, presidente di Caritas Europa, durante la seconda giornata del 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane in corso fino all’11 aprile a Grado, in provincia di Gorizia. Il presidente di Caritas Europa, network di 49 organizzazioni in 46 Paesi europei che interloquiscono con i responsabili politici nazionali ed europei in difesa dei poveri e vulnerabili, si è rivolto ai 600 delegati da 218 Caritas diocesane descrivendo una situazione mondiale ed europea attraversata da intensi cambiamenti dovuti a guerre, pandemie, cambiamenti climatici, migrazioni. Tutto ciò in vista delle elezioni europee che si svolgeranno l’8 e 9 giugno prossimo.  Caritas Europa ha anche diffuso nei mesi scorsi un memorandum ai candidati con cinque priorità, tra cui il salario minimo per i lavoratori, la difesa del welfare, dei diritti dell’infanzia e dei migranti e rifugiati. Mentre su Gaza monsignor Landau chiede, in questa intervista al Sir, “un cessate il fuoco umanitario” che consenta di far entrare gli aiuti in sicurezza.

Ci approssimiamo alle elezioni europee, che tipo di società auspica Caritas Europa

La chiave è mettere la dignità delle persone al centro. Non vogliamo una Europa che divide le persone e la società ma una Europa convinta delle importanti sfide che abbiamo davanti da affrontare solo insieme. Paragonati agli Stati Uniti o Cina o India ogni Paese europeo è piccolo  e se vogliamo avere un futuro dobbiamo averlo insieme. Non è sempre semplice. C’è una ricchezza di tradizione e storia. Ma penso che possiamo utilizzarla come fonte per crescere insieme.

Penso che abbiamo bisogno di più Europa e non meno Europa e più Caritas e non meno Caritas.

Tra le sfide per il continente europeo c’è il conflitto in Ucraina. Il Papa ha chiesto un negoziato, voi come Caritas siete impegnati sul campo in prima linea, accanto alla popolazione.

Prima di tutto abbiamo un chiaro mandato umanitario. Noi siamo accanto alle persone e questo è il grande vantaggio della rete Caritas che opera sul campo e rimane vicini alle popolazioni. Per me è stato molto toccante durante questo periodo, vedere come gli operatori delle Caritas in Ucraina spesso devono lavorare da un bunker. Come Caritas coordiniamo tutti questi sforzi per dare risposte efficienti alle persone che soffrono, questo è il primo dovere in situazione di conflitto. Supportiamo anche gli ucraini nei Paesi limitrofi e sappiamo che si sta facendo molto.

Speriamo e preghiamo che ci sarà presto una pace frutto della giustizia.

Intanto a Gaza si è arrivati a oltre 30.000 morti ma l’Europa ha assunto finora una posizione piuttosto debole. Cosa chiedete?

Anche qui il nostro dovere è rimanere vicino ai sofferenti.

Chiediamo che coloro che hanno bisogno di aiuto umanitario abbiamo accesso a questo tipo di sostegno. Non mancano i mezzi manca l’accesso.

E noi speriamo che ci sarà accesso per rendere possibile l’aiuto. Allo stesso tempo non dobbiamo dimenticare che ci sono ancora ostaggi e devono essere liberati, senza condizioni. Speriamo che ci sarà una soluzione che venga dall’interno e non da fuori. Chiediamo un cessate il fuoco umanitario il prima possibile. Dopo l’atto di terrorismo del 7 ottobre c’è stata così tanta sofferenza. Uno dei sopravvissuti dell’Olocausto ha detto: “Non esiste sangue ebreo, sangue cristiano, sangue musulmano, solo sangue umano”. E’ importante ribadire questo concetto.

Le migrazioni continuano a sfidare l’Europa. Cosa pensa del Patto per la migrazione e dell’approccio dell’Unione europea in materia

Da parte della Chiesa c’è abbastanza preoccupazione su questo nuovo accordo. Da un lato è importante raggiungere un accordo ma ci sono ancora molte questioni aperte. Penso si possa coniugare la cura degli esseri umani e la difesa dei confini in Europa. E’ importante andare alle radici delle cause delle migrazioni, che non sono state ancora affrontate abbastanza. Non ci sono prospettive nei Paesi da cui provengono i migranti. Il punto chiave è: chi ha bisogno di sicurezza deve trovarla.

Spiace che il meccanismo di Dublino non sia cambiato, perché attualmente è disfunzionale.

E la proposta di un meccanismo di solidarietà basato sul denaro e non sulla condivisione dei compiti, che invece  apprezzeremmo di più. E deve essere un compito europeo porre fine alle morti nel Mediterraneo, le iniziative private delle Ong sono lodevoli ma non bastano.

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Nave portacontainer urta ponte lungo un chilometro e la struttura crolla: decine di auto in acqua. Secondo i servizi di soccorso mancano almeno sette persone

VIDEO – I media locali hanno riferito che una grande nave portacontainer battente bandiera di Singapore, la Dali, si è schiantata contro un molo.Poco prima della collisione, si vede nel video che il traffico veicolare sta ancora attraversando il ponte. Secondo i Vigili del Fuoco locali mancano sette operai edili e tre o quattro veicoli. La collisione è avvenuta intorno all’1.30 ora locale. Il Francis Scott Key Bridge, lungo 1 chilometro, costruito nel 1977 sul fiume Patapsco a sud-est della Città, è completamente crollato, secondo le immagini dei media locali. Il ponte, rileva Giovanni D’Agata, Presidente dello “Sportello dei Diritti”, fa parte della circonvallazione attorno alla metropoli di Baltimora. Ecco il video del momento in cui crolla il ponte disponibile all’indirizzo: https://www.itemfix.com/v?t=t9xw6h&jd=1

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Napoli. Villa Betania: due casi di violenza al Pronto Soccorso, interviene l’UGL: alla vigilia della giornata nazionale!?

Giornata contro la violenza sugli operatori della Sanità, Giuliano (UGL): “Sono patrimonio del SSN. Curiamoci di loro con fatti concreti.

Aver istituito la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari, di cui martedì 12 marzo 2024 ricorre la terza edizione, è certamente un gesto di rispetto e sensibilizzazione nei loro confronti. Essere però arrivati a segnare sul calendario questa data rende perfettamente l’idea dei rischi che i professionisti della salute corrono nello svolgimento delle loro funzioni” dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della UGL Salute.

Ancora ieri a Napoli si sono verificati due casi di violenza all’interno del pronto soccorso del CTO e di Villa Betania. In nessun angolo d’Italia – prosegue il sindacalista – gli operatori possono oggi lavorare in assoluta sicurezza.

Abbiamo contato morti, feriti in modo grave. E spesso ai segni sul corpo gli aggrediti devono aggiungere ferite psicologiche difficilmente rimarginabili che sono una delle cause principali dell’abbandono del SSN. Ben venga allora la Giornata dedicata alla sicurezza, ma le parole non possono più bastare.

La UGL prenderà parte all’evento che il Ministero della Salute ha organizzato per martedì a Roma. Ascolteremo con attenzione ogni singolo intervento – dice ancora il Segretario – ma ribadiamo, come già fatto in passato incontrando il Ministro Schillaci, che sia arrivato il momento dei fatti.

La presenza in ogni presidio di posti di pubblica sicurezza è una necessità imprescindibile. Proponiamo anche l’attivazione di pulsanti di allarme, collegati con le forze di polizia, da azionare a fronte di aggressioni.

Il potenziamento di servizi di videosorveglianza in funzione 24 ore su 24 è un’altra richiesta e pensiamo sia arrivato il momento di prevedere, per gli operatori impegnati nei servizi più a rischio, una body cam personale che scoraggi qualsiasi tipo di aggressione. Rilanciamo anche l’idea di istruire i professionisti con corsi di autodifesa personale.

Gli operatori, ricordiamolo, sono un patrimonio unico del nostro SSN. Loro ci curano, noi tutti siamo obbligati a curaci di loro” conclude Giuliano.

(Fabrizio Fabbri – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

SE TI FERISCI A SANTA MARIA MENTRI RAGGIUNGI IL PRONTO SOCCORSO A CASERTA MUORI / Aveta e Crisileo al ministro Schillaci: “Mancata tutela del diritto costituzionale alla salute”






Ospedale Melorio, sos di Aveta e Crisileo al ministro Schillaci: “Mancata tutela del diritto costituzionale alla salute”

 

 

Mancata tutela del diritto costituzionale alla salute, rischio di sprechi di risorse pubbliche per reparti nuovissimi e non occupati, sofisticate attrezzature inutilizzate negli ambulatori di medicina specialistica. Sono le motivazioni che hanno spinto Raffaele Aveta e Italo Crisileo, consiglieri comunali di “Alleanza per la città – M5S” a Santa Maria Capua Vetere, a scrivere al ministro della Salute, Orazio Schillaci, sollecitando la sua attenzione sul progressivo depauperamento dell’Ospedale Melorio, specialmente dopo la trasformazione in Presidio Covid e la chiusura del pronto soccorso.

«Abbiamo deciso di appellarci al ministro – spiega Aveta – pur essendo ben consapevoli della divisione delle competenze tra le varie istituzioni, perché in questo caso riteniamo che sia violato un principio fondamentale dettato dalla Costituzione: circa 150mila cittadini dell’area sammaritana sono stati privati di un presidio di pronto soccorso, ma anche degli ambulatori di Oculistica e Gastroenterologia, pur dotati di sofisticate attrezzature. In previsione c’è anche la chiusura del reparto Utic di Cardiologia, peraltro funzionante e pienamente operativo».

«Già più volte – continua Crisileo – abbiamo investito della problematica il direttore generale dell’Asl, ottenendone solo vaghe ed evasive risposte. E, a parte la drastica riduzione del livello assistenziale nel territorio sammaritano, qualcuno dovrà pur spiegarci come mai vengono effettuati lavori di ristrutturazione per posti letto che restano vuoti e comprate apparecchiature che restano inutilizzate».

«C’è anche – conclude Aveta – un evidente problema di utilizzo delle risorse pubbliche ed è anche per questo che insistiamo nel chiedere la riattivazione del pronto soccorso, con almeno sei posti di osservazione breve, il potenziamento della chirurgia multidisciplinare, l’attivazione di quattro posti di terapia intensiva, la riattivazione degli ambulatori di Gastroenterologia ed Oculistica, nonché l’immediata utilizzazione dei posti letto già completati al terzo piano, disponibili per tutte le attività connesse alla Pneumologia (10 posti), la Lungodegenza (28 posti) e la Terapia subintensiva (13 posti), per un totale di 51 posti letto».

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Caserta. Coldiretti in soccorso degli allevatori bufalini: ‘in arrivo i ristori per il triennio 2020-2022’

Sono in arrivo i ristori per le aziende bufaline danneggiate dalla diffusione della rucellosi e della tubercolosi in Provincia di Caserta”.

Lo annunciano il direttore di Coldiretti Campania, Salvatore Loffreda (nella foto in alto), e il direttore di Coldiretti Caserta, Giuseppe Miselli (foto in basso), che esprimono soddisfazione per l’attuazione del decreto 660331 del 29 novembre 2023 del Ministero Agricoltura e Sovranità alimentare che prevede i ristori.

Si tratta – dicono Loffreda e Miselli – di aiuti indispensabili per far fronte alla necessità di ripopolare gli allevamenti. Finalmente arriva una risposta concreta alle richieste che abbiamo avanzato come Coldiretti già dal 2019 sia al Ministero che alla Regione Campania. Questa prima parte copre gli anni dal 2020 al 2022. 

Un risultato – aggiungono Loffreda e Miselli – frutto dell’attività costante ai tavoli istituzionali per difendere un comprato importante della Provincia di Caserta e della Regione Campania: come Coldiretti Campania al tavolo verde della Regione Campania, avevamo già chiesto da tempo un risarcimento per il mancato reddito da riconoscere agli allevatori che hanno subito abbattimenti negli anni precedenti”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

VENETO, PRIMO AVVISO PER MEDICI DA IMPIEGARE NEI PRONTO SOCCORSO

Azienda Zero Veneto ha pubblicato il primo avviso di procedura comparativa per la predisposizione di elenchi di medici idonei a prestare attività presso le strutture di pronto soccorso. Potranno candidarsi anche i medici in pensione.

KappaelleNet

(Fonte: Kappaelle.net – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Castelvolturno. Cane abbandonato soccorso dai Carabinieri che poi denunciano una coppia

I Militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Castel Volturno (CE), hanno proceduto a recuperare un cane abbandonato da parte di una coppia, che trasferitasi dalla propria abitazione in Castel Volturno (CE), aveva lasciato sul posto l’animale.

Il cane è risultata essere una femmina, dell’età di circa un anno, sprovvista di microchip, ed in apparente buono stato di salute.

Il piccolo cane, dopo essere stato accudito dagli stessi militari, è stato recuperato dal Servizio Veterinario ASL competente che ha provveduto a fornire tutte le cure necessarie e propedeutiche all’affidamento presso il canile convenzionato finalizzate all’adozione dell’animale.

La coppia che ha abbandonato sul posto il cane è stata deferita in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Siria e Turchia. L’impegno delle Caritas nel soccorso e nella ricostruzione a un anno dal terremoto

Un anno fa, il 6 febbraio 2023, alle 4.17 del mattino, un terremoto di magnitudo 7,9 su abbatteva sulla zona al confine tra la Turchia e la Siria. Seguivano molteplici scosse di assestamento, tra cui una molto forte (7,7) e una ulteriore di magnitudo 6,4 il 21 febbraio. In Turchia si piangono 50mila vittime. 9,1 milioni le persone colpite dagli effetti del sisma, 4 milioni gli sfollati, 214mila gli edifici distrutti o inagibili. In Siria 6mila morti, 8,8 milioni di persone colpite, 350mila sfollati, 28mila edifici distrutti o danneggiati. Il tutto si aggiunge agli effetti di quasi 13 anni di guerra.

In Turchia. La Caritas nazionale – insieme a Caritas Anatolia e sostenuta da Caritas Istanbul e Izmir – è attiva fin dai primi istanti. La risposta all’emergenza si è inizialmente concentrata sulla distribuzione di aiuti alimentari e di kit igienici e sulla messa a disposizione di alloggi. In seguito l’azione Caritas si è sviluppata puntando al miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie sfollate, fornendo gli alloggi temporanei delle attrezzature necessarie, come ventilatori, frigoriferi, stufe a legna ed elettriche. Fino a dicembre 2023 Caritas Turchia aveva distribuito oltre 6.280 pasti, 4.422 pacchi alimentari e 5.201 articoli per l’igiene. 121 famiglie hanno ricevuto materiale scolastico e 221 famiglie sussidi per pagare l’affitto. La Caritas ha distribuito alle popolazioni colpite 1.798 ventilatori, 9.444 pacchi di legna e carbone e 336 apparecchi per il riscaldamento. Sono stati installati 73 container prefabbricati e sono in corso attività di supporto abitativo.
La già precaria situazione umanitaria è stata aggravata dalle inondazioni che hanno devastato il Paese negli ultimi mesi e hanno ulteriormente prostrato la popolazione sfollata a causa del terremoto. “Caritas Turchia – dice la direttrice sr. Nazaret Vergara – conosce la vicinanza di Caritas Italiana da molto tempo. Ancora più intensamente dopo il terremoto. Sia con gli operatori sul campo che entrano in contatto diretto con la popolazione, i rifugiati, le famiglie colpite, sia per l’assistenza tecnica in diversi ambiti di lavoro. Una vicinanza sempre rispettosa della nostra identità e delle nostre scelte. Lo spirito di collaborazione in cui lavoriamo con Caritas Italiana è espressione di una vera fratellanza, nell’effettivo servizio ai vulnerabili e nel rispetto della nostra identità cristiana, aperta al dialogo e alla solidarietà con tutti”.

In Siria. Già duramente provata da quasi 13 anni di guerra, la Caritas nazionale ha subito mobilitato i team degli uffici regionali e nazionali nel soccorso alla popolazione con la distribuzione di beni primari: cibo, acqua potabile e generi di prima necessità (coperte, indumenti pesanti, kit igienici ecc.). La distribuzione è avvenuta in 71 centri di accoglienza comunitari presenti nelle aree interessate dal sisma, in particolare in quelli delle zone di Aleppo e di Lattakia. Sono stati offerti 8.486 pacchi alimentari, 8.736 kit igienici, 2.950 pacchi di acqua potabile, 750 materassi e 10.133 coperte. Molti di questi centri sono stati allestiti dalle parrocchie locali, che hanno accolto gli sfollati. Le famiglie sono state aiutate con circa 10mila interventi. “Ringrazio di cuore Caritas Italiana – dice Riad Sargi, direttore esecutivo di Caritas Siria – per il suo contributo determinante nel sostenere la popolazione siriana, fin da quando è scoppiata la guerra e poi soprattutto dopo il terremoto di febbraio. Ci sono vicini dal primo istante, con un supporto che si prolungherà negli anni, finanziario, tecnico e pastorale, vicini a coloro che hanno avuto vittime e subito danni. Questa vicinanza ci rafforza nel nostro impegno di animazione della comunità e di riconciliazione nella popolazione”.

L’impegno di Caritas Italiana. Al di là degli aiuti materiali, Caritas Italiana sostiene le comunità colpite incoraggiandole a prendere in mano la loro situazione e ad essere protagoniste del processo di ricostruzione del tessuto sociale e relazionale. Si è resa presente con operatori in loco e con due missioni – in Turchia e in Siria – guidate dal direttore don Marco Pagniello. “La comunità cristiana turca – dice don Marco –, pur essendo una piccola minoranza, dà testimonianza di solidarietà con tutti, senza distinzioni di appartenenza religiosa. È segno concreto anche per noi di prossimità e fratellanza. In Siria sono soprattutto i giovani a portare un messaggio di speranza e di impegno. Pur in una situazione di estrema difficoltà ho visto ovunque persone impegnate con convinzione a dare il proprio contributo alla costruzione del bene comune. Vogliamo restare in ascolto della loro testimonianza e trasformare i nostri aiuti in uno scambio di doni. Grazie di cuore a tutti i donatori! Non deve calare il silenzio su queste situazioni”.

Donazioni e progetti. Caritas Italiana (al 31 dicembre 2023), impegnata nei due Paesi con specifici progetti di accompagnamento, sviluppo ed emergenza da oltre un decennio, ha raccolto per Turchia e Siria 13.067.814,08 euro. Questa cifra comprende 1,5 milioni di contributo della CEI (fondi 8xmille) e le donazioni giunte attraverso la Colletta nazionale del marzo 2023. Le uscite per Turchia e Siria ammontano a 3.405.017,30 euro (di cui 1.253.514.11 per la Turchia e 2.151.503.19 per la Siria). Questa cifra comprende i fondi spesi, quelli trasferiti in loco e le risorse accantonate per Caritas Italiana (5% delle offerte non CEI). I restanti 9.662.796,78 euro comprendono fondi già stanziati ma non ancora spesi né trasferiti e fondi che sono destinati a progetti ancora da definire. Da tenere sempre conto che gli interventi in caso di catastrofi come un terremoto si svolgono sulla base di una progettazione pluriennale e dunque i fondi raccolti vengono messi a disposizione man mano che le progettualità lo richiedono.

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Pineta Grande Hospital, infermiera aggredita al Pronto Soccorso, 7 giorni di prognosi.






Pineta Grande Hospital, infermiera aggredita al Pronto Soccorso, 7 giorni di prognosi.

Un’infermiera è stata aggredita al Pronto Soccorso del Pineta Grande Hospital di Castel Volturno. L’episodio si è verificato ieri, 7 gennaio, alle ore 2.00 circa. L’infermiera R.I., in servizio al Pronto Soccorso, invitava il paziente a rientrare nell’ambulatorio per ulteriori accertamenti. Il paziente, visibilmente agitato, reagiva strattonando l’infermiera, procurandole una distorsione al braccio e facendola cadere a terra.

Il tutto davanti ai pazienti presenti, ai loro familiari e al personale in servizio che tempestivamente hanno calmato il paziente e hanno soccorso l’infermiera aiutandola a rialzarsi per accompagnarla nell’ambulatorio ortopedico per le cure del caso.

Per l’infermiera 7 giorni di prognosi a seguito di trauma contusivo distorsivo al polso e alla spalla sinistra.

Un altro episodio, che si aggiunge a quelli degli ultimi giorni noti alla cronaca, che richiama la necessità di ulteriori interventi nell’ottica di proteggere e permettere a medici, infermieri e a tutto il personale sanitario, di lavorare in piena sicurezza.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Nocera Inferiore. Ospedale, personale carente, rischia di chiudere il pronto soccorso, interviene VIllani (5 Stelle)

M5S, Villani: “Emergenza sanitaria nell’agro nocerino: è assurdo che il pronto soccorso dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore rischi la chiusura per mancanza di personale”.

La Coordinatrice del Movimento 5 Stelle in provincia di Salerno, Virginia Villani, sollecita interventi immediati per evitare il collasso del servizio sanitario nell’Agro nocerino.

“Il Movimento 5 Stelle esprime profonda preoccupazione per la situazione critica del Pronto Soccorso dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, che rischia la chiusura a causa della grave carenza di personale medico ed ausiliario. 

La mancanza di personale, tra medici e ausiliari, è emersa chiaramente nelle richieste urgenti dei dirigenti del nosocomio dell’Agro, che hanno lanciato un appello a tutti i responsabili di reparto affinché segnalino eventuali disponibilità per garantire la copertura dei turni nel Pronto Soccorso.

La situazione, aggravata da pensionamenti, ferie o dimissioni volontarie, pone a serio rischio la continuità del servizio essenziale di assistenza sanitaria di emergenza.

In caso di difficoltà del Pronto Soccorso di Nocera Inferiore o di Sarno, la popolazione dell’Agro si troverebbe priva di un presidio fondamentale per l’assistenza medica di emergenza.

Con la chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Scafati, i cittadini sarebbero costretti a raggiungere l’Ospedale di Salerno o strutture della Provincia di Napoli, generando gravi disagi e rischi per la salute pubblica”.

A denunciarlo è la Coordinatrice provinciale del Movimento 5 stelle in provincia di Salerno Virginia Villani.

Chiediamo al Governatore De Luca  -conclude Villani- di adottare misure immediate per affrontare questa emergenza, urgono assunzioni di nuovo personale, abbiamo bisogno delle stabilizzazioni per valorizzare le competenze trasversali dei lavoratori già in servizio”.

(Nicola Arpaia – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)