Che prezzi! a luglio l’inflazione in Italia è aumentata dello 0,4% su base mensile e dell’1,3% su base annua

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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)
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«Il Tar della Campania respinge il ricorso presentato dall’avvocato Orazio Pascale contro il Puc del nostro Comune. Ancora una volta voglio tranquillizzare cittadini e tecnici: il Piano urbanistico di Curti, approvato in Consiglio il 19 luglio del 2021, continua ad essere pienamente valido ed operativo».
Queste le parole del sindaco di Curti, Antonio Raiano, che commenta la sentenza numero 02221/2024 del Tribunale
Amministrativo della Campania dello scorso 5 aprile, con la quale viene rigettata l’istanza presentata dall’avvocato Pascale, in quanto non esistono profili di illegittimità che porterebbero all’annullamento del Puc.
Inoltre, si legge nella sentenza, ‘la discrezionalità dell’amministrazione nell’adozione di scelte di pianificazione generale è amplissima ed è sindacabile dal giudice amministrativo solo in presenza di eccesso di potere attraverso travisamento, sviamento o irragionevolezza‘.
«Siamo – continua il primo cittadino di Curti Raiano – molto soddisfatti dalla sentenza del Tar, anche se eravamo
estremamente tranquilli in quanto certi della bontà delle procedure adottate dall’Ufficio Tecnico 2.
La decisione del giudice amministrativo va a smentire, caso mai ce ne fosse bisogno, quanto falsamente dichiarato
pubblicamente e a più riprese soprattutto dal consigliere Domenico Massaro, che ci aveva accusato addirittura di ‘illegalità’ generando, come suo solito, un po’ di confusione tra i cittadini.
Si chiude, finalmente, questo fastidioso capitolo. Nonostante le complicanze fisiologiche che tipicamente si incontrano in sede di approvazione del Puc, siamo andati avanti per la nostra strada, evitando sia sanzioni da
parte della Corte dei Conti sia un quasi probabile commissariamento ad acta.
Un sindaco deve sempre ascoltare ciò che gli chiedono i cittadini e assumersi le responsabilità che gli competono; solo gli stupidi non cambiano idea e noi ci siamo resi conto che Curti e i suoi residenti volevano un nuovo Piano urbanistico, e sono sempre più convinto che la scelta adottata nel 2021 è stata quella giusta per il bene comune, che
alla fine è l’unica cosa che conta, il resto -conclude Raiano- sono chiacchiere».
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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Il Comune risarcisce il pedone inciampato sul marciapiede. E ciò perché a causare la caduta è una mattonella che “balla”, cioè che appare in linea con il resto della pavimentazione ma che una volta calpestata va a inclinarsi, determinando l’infortunio del viandante. È quanto emerge dalla sentenza 1282/21 pubblicata dalla terza sezione civile della Corte di appello di Bari. Bocciato il ricorso proposto dall’Amministrazione comunale, che non riesce a fornire la prova del fortuito: è confermata la decisione del tribunale che liquida alla signora un risarcimento di oltre 24 mila euro. Nessun dubbio che l’incidente possa essere ricondotto nell’alveo della responsabilità da cose in custodia ex articolo 2051 Cc: il danno si verifica al contatto con la pubblica via compresa nel perimetro urbano. La responsabilità del Comune risulta oggettiva: è provato il nesso causale fra la cosa in custodia, cioè il marciapiede, e la caduta del pedone. Non giova all’Amministrazione dedurre che la danneggiata avrebbe assunto una condotta negligente o comunque inadeguata: si sarebbe infatti avventurata in un’area dissestata e dunque avrebbe dovuto mettere in conto la possibilità di inciampare su di una mattonella instabile, mentre poteva scegliere un’altra direzione. La tesi del Comune, tuttavia, è confutata dalle foto prodotte agli atti: il marciapiede risulta sì caratterizzato da piccole intercapedini o sconnessioni, ma non può essere considerato dissestato al punto da costituire un pericolo evidente e indurre il pedone a procedere in una direzione diversa. A smentire la difesa dell’ente, peraltro, provvedono i testimoni escussi, fra i quali l’agente della polizia municipale intervenuto sul posto: il vigile conferma l’anomalia esistente sul marciapiede, al punto da segnalarla all’ufficio lavori pubblici del Comune, che si attiva per la riparazione del tratto interessato. Ad avviso del Collegio di legittimità, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D’Agata, Presidente dello “Sportello dei Diritti”, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “Non si può quindi pretendere dal pedone un’accortezza ben più ampia di quella ordinariamente esigibile, mentre la responsabilità dell’Amministrazione deve essere valutata con maggior rigore per l’affidamento che l’utente ripone nella sicurezza delle aree demaniali destinate al transito pedonale”.
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Alle ore 20.20 circa di ieri gli equipaggi delle Volanti intervenivano presso una struttura di accoglienza per stranieri sita in via Faelli 1 ove era stato soccorso in stato di incoscienza un 21enne nato in Bangladesh, incensurato e regolare sul territorio nazionale, ospite della struttura di accoglienza.
L’uomo, che presentava una profondissima ferita alla gola, veniva rinvenuto cadavere dagli operatori del 118 intervenuti sul posto.
L’immediata attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile permetteva di accertare, anche grazie alle testimonianze raccolte dagli ospiti del C.A.S, come alle precedenti ore 20.00, la vittima era stata aggredita, senza un motivo apparente, da un soggetto, indicato come ulteriore ospite della struttura, affetto da disturbi psichici
Subito dopo l’omicidio, l’autore del grave fatto di sangue lasciava l’appartamento a piedi facendo perdere le proprie tracce.
Dopo aver comunicato alle Sale Operative delle Forze dell’Ordine la descrizione del presunto autore sulla base degli elementi acquisiti sul posto, le ricerche si concludevano intorno alle ore 04.15 allorquando un equipaggio della Compagnia dei Carabinieri di Parma – Sezione Radiomobile intercettava il soggetto sul quale gravavano gravi indizi di commissione del reato in questione.
L’uomo in questione, in palese stato confusionale, è stato avvistato nei pressi del locale nosocomio.
Ciò premesso, ricostruita la dinamica dello svolgimento degli eventi, militari dell’Arma dei Carabinieri unitamente a personale della Squadra Mobile procedevano congiuntamente al fermo di indiziato di delitto ed, espletate le formalità di rito, l’indagato veniva condotto presso la locale casa circondariale a disposizione dell’A.G procedente.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Parma che dovrà esaminare gli atti ai fini della procedura di richiesta di convalida del fermo.
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Dalla responsabilità dell’Europa nel salvare vite umane alla valorizzazione dei minori non accompagnati come risorsa per l’Italia. Sono alcune delle proposte che la Comunità di Sant’Egidio sottopone in queste ore all’attenzione delle istituzioni, perché le migrazioni siano affrontate come un fenomeno strutturale e non più come una emergenza.
“Basta morti in mare, la priorità è salvare vite umane. L’Europa si disinteressa e scarica tutto sull’Italia. Sui salvataggi in mare l’Europa deve essere messa di fronte alle proprie responsabilità, aiutando finanziariamente l’Italia. I fondi ci sono”: è la prima delle proposte per una immigrazione regolare illustrate da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, durante una conferenza stampa che si è svolta oggi a Roma. Facendo riferimento alle ultime normative Impagliazzo ha anche chiesto di “tornare a portare le persone nei porti sicuri più vicini, perché così si aggiunge sofferenza a sofferenza”.
“Bisogna smettere di pensare all’immigrazione come ad una emergenza e mettere in campo invece politiche a medio e lungo termine, perché il fenomeno è strutturale”.
Anche se i numeri sono alti – 131.000 persone sbarcate da inizio anno – “sono sempre più bassi delle 181.000 persone arrivate nel 2016 con la crisi siriana. L’accoglienza di 5 milioni di ucraini in Europa ha dimostrato che si può gestire bene il fenomeno”.
Appello ai Paesi Ue, “più reinsediamenti”. Altra richiesta è l’aumento dei reinsediamenti (o resettlement) di chi fugge dalle guerre: “Le cifre sono ancora troppo basse a causa dell’egoismo di alcuni Paesi europei, che non hanno accolto nessuno”.
Accoglienza diffusa in piccoli centri. Per quanto riguarda l’Italia si chiede di favorire l’accoglienza in piccoli centri e diffusa sui territori, anziché in grandi centri sovraffollati, dando priorità allo studio della lingua italiana e alla formazione professionale.
Minori non accompagnati, “investire su di loro con scuola e lavoro”. Un capitolo particolare riguarda i minori non accompagnati, circa 20.000 attualmente nei centri (su 30.000 arrivi): “Un Paese che soffre per la denatalità e lo spopolamento delle aree interne, con mancanza di forza lavoro in alcuni settori, potrebbe investire su questi giovani, favorendo l’inserimento scolastico e l’avviamento al lavoro. Non sprechiamo questa occasione! Altrimenti fuggiranno tutti all’estero o rischieranno di delinquere perché hanno bisogno di mandare soldi alla famiglia”. Impagliazzo ha inoltre invitato a “rendere più rapide” le procedure burocratiche per l’affido di questi minori (attualmente 4.800 sono accolti in famiglie italiane), “tutte buone pratiche da allargare”.
Decreto flussi, “ampliare la quota per le badanti”. Pur apprezzando l’ampliamento del decreto flussi, che prevede 450.000 ingressi dal 2023 al 2025, risulta troppo irrisoria, quindi da aumentare, la quota riservata alle badanti (9.500 ingressi): “E’ sproporzionata rispetto alle necessità delle famiglie italiane, visto che la nostra popolazione è sempre più anziana”. Tra l’altro, ha ricordato Impagliazzo, “migliaia di persone che hanno chiesto la regolarizzazione nel 2020 non l’hanno ancora ottenuta per serie problematiche burocratiche, che potrebbero essere superate semplicemente con un decreto”. Un’altra richiesta riguarda il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero, ad esempio per gli infermieri, di cui c’è grande carenza in Italia.
La famiglia siriana. Presenti in sala tanti rifugiati accolti dalla Comunità di Sant’Egidio nell’ambito dei corridoi umanitari: afgani, siriani, africani sub-sahariani. Tra loro una famiglia siriana con quattro figli: il più piccolo ha 3 anni, la maggiore 10 anni. “Veniamo da Homs, la nostra casa è stata distrutta, come tutta la città – raccontano i genitori, Marua e Abdel Karim -. Siamo partiti con un visto per l’Egitto poi siamo andati in Libia, dove siamo stati dieci anni. Lì la vita è molto difficile e complicata. Ci sono tanti rapimenti, violenze, se ci si rifiuta di fare quello che vogliono ti uccidono”. Come è accaduto al fratello di Marua, a soli 33 anni: “Lo abbiamo trovato morto in casa”. Sono arrivati 9 mesi fa con i corridoi umanitari dalla Libia. Ora il loro sogno è di far studiare i figli e restare in Italia. “Per noi la cosa più importante è che i nostri figli crescano in un luogo sicuro e vadano a scuola. Insciallah”.
Gil arriva invece dal Camerun, dove è fuggito nel 2019 a causa della situazione politica. Era tra quelli che manifestavano in piazza contro la corruzione. E’ riuscito ad andare a studiare geografia in una università a Cipro. Però mantenersi agli studi senza un lavoro non è facile. Ha deciso così di spostarsi nella parte greca di Cipro, dove è avvenuto l’incontro con la Comunità di Sant’Egidio, che lo ha inserito nei corridoi umanitari. “Sono qui da soli 4 mesi – dice provando a mettere in pratica le lezioni di italiano che sta seguendo -. L’Italia è un buon Paese, mi sono sentito accolto a braccia aperte. Voglio imparare bene la lingua per integrarmi meglio. Mi piacerebbe continuare i miei studi e fare ricerca in quell’ambito, anche per contribuire al futuro del mio Paese”.
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Asti – Nella notte tra martedì e mercoledì gli operatori della Squadra Volanti della Questura di Asti hanno intensificato l’attività di vigilanza nella zona della stazione ferroviaria di Asti.
Poco prima delle 2.00 in questa Piazza Marconi i poliziotti procedevano al controllo di un’autovettura Fiat Punto di colore rosso con a bordo tre occupanti: un italiano di 24 anni, con precedenti di polizia, un cittadino turco di 20 anni ed uno pachistano di 40.
I tre sono parsi da subito nervosi ed insofferenti per il controllo, riferendo agli agenti che avevano fretta di tornare a casa poiché avevano appena finito di lavorare.
I tre uomini venivano sottoposti a perquisizione personale estesa al veicolo alla ricerca di armi o strumenti atti all’effrazione. La perquisizione personale dei tre soggetti dava esito negativo mentre quella all’autovettura consentiva di rinvenire, occultato dietro un borsone, un bastone di legno della lunghezza di circa settantacinque centimetri con un’impugnatura artigianale fatta con del nastro adesivo.
E solo allora il 24enne alla guida dell’auto confessava che il bastone era il suo e gli serviva per difesa personale poiché poco prima aveva litigato con una persona.
Il bastone veniva sequestrato ed il 24enne veniva segnalato per porto abusivo di strumenti atti ad offendere.
Il controllo sistematico delle aree frequentate da soggetti dediti a compiere reati in determinate zone della Città, come la stazione ferroviaria, consente alle Forze di Polizia di prevenire e contenere quei fenomeni devianti e quelle manifestazioni delinquenziali che incidono in maniera evidente sulla sicurezza dei cittadini. I controlli effettuati fanno parte di una costante attività di intervento che, oltre a rendere concreta la percezione di sicurezza da parte dei cittadini, si rende indispensabile per garantire una tranquilla e pacifica forma di convivenza civile
(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)