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‘Stato di san Giorgio’, teocratico ma ‘farlocco’. Altro che ‘Fontana di Trevi: è questa la truffa del secolo

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Flat tax al 5% e titoli nobiliari: l’isola (Antartica) che non c’è. Altro che Fontana di Travi venduta da Totò!

È LO “STATO TEOCRATICO DI SAN GIORGIO” 

12 arresti. Pure un ex generale della Gdf: “garantivano” sgravi, documenti e niente vaccini: 700 i raggirati, in due hanno “comperato terreni” al Polo Sud!

In attesa di capire quante delle mirabolanti promesse elettorali sopravviveranno a questa calda estate italiana, c’è un posto nel mondo in cui una flat tax (e al 5%) è in vigore già da anni: nel Sovrano Stato Teocratico Antartico di San Giorgio. Ma non cercatelo sulle cartine. Anche se in molti ci hanno creduto, non esiste.

Questa storia, premette lo stesso giudice che ha firmato l’ordinanza che ieri ha portato all’arresto delle (sedicenti) massime “autorità” sangiorgesi (12 arresti e 30 indagati), è “al confine tra il penalmente rilevante e il ridicolo”, una “manifestazione di grottesca cialtroneria”. Tutto nasce dalla trovata di Damiano Bonventre, 70 anni, siciliano di Alcamo, carismatico ex ufficiale della Croce Rossa.

Nel 2011 si inventa un microstato, sulla falsariga della più nota Isola delle Rose, ma, secondo la Procura di Catanzaro, con meno idealismo. Bonventre promette di realizzare i sogni proibiti dell’uomo della strada, a cominciare dall’eliminazione delle tasse: “Non c’è l’Iva se sei di Sangiorgio!”, esulta uno degli indagati. I servizi dello stato teocratico variano a seconda dei bisogni: restituisce patenti agli ubriachi; consente a padri separati l’espatrio dei figli minori; dà asilo a medici e avvocati radiati. Ai No Vax concede asilo politico: nella repubblica sangiorgese, ça va sans dire, non c’è obbligo vaccinale

Bonventre, eloquio pomposo, sempre in giacca e cravatta, si presenta con finti titoli aristocratici e il paravento di un ennesimo ente inesistente, l’Istituto superiore di nobilità. Agli aspiranti cittadini mostra una mappa del Polo Sud e quattro scarabocchi che indicano i confini rivendicati.

Per dare un tocco di credibilità alle impeccabili supercazzole si porta dietro copie di gazzette ufficiali, sentenze di organi anch’essi inventati (negli atti compare una magistrale Corte europea di diritto arbitrale con sede a Ragusa) e fogli di cancelleria del tribunale di Napoli. “Tutto per dimostrare che lo stato esisteva e si potevano avere dei benefici dall’adesione – racconta Alessandro Rappa, suo ex segretario personale, non indagato – Per quanto ho visto, tantissima gente ci credeva”.

Lo Stato ha proprie istituzioni di governo e millanta un “accordo di cooperazione commerciale” con l’Ecowas (Economic community of western African States). La strana geografia si divide tra basi operative a Catanzaro, Cosenza, Teramo e (ovviamente) Alcamo, e sedi legali in Svizzera e a Malta.

La guida suprema si circonda di un manipolo di fedeli. Fra loro c’è un ex maresciallo dei carabinieri ligure, Emanuele Frasca, e un ex generale della Guardia di Finanza, Mario Farnesi, cofondatore dello stato teocratico che a un certo punto anima una fronda di scissionisti, che provano a replicare un’entità parallela.

Della classe dirigente fa parte anche Roberto Petrella, medico abruzzese espulso dall’albo per propaganda No Vax e poi anche finito ai domiciliari per omicidio colposo, dopo la morte di un paziente a cui aveva consigliato un preparato a base di funghi. Petrella reclutava altri medici radiati dall’ordine italiano.

Può sembrare incredibile, ma in una decina d’anni 700 persone ci cascano: pagano fra i 300 e i 1000 euro per documenti diplomatici o terreni inesistenti; nei conti dell’organizzazione transitano 400mila euro. A intascare i proventi sono in pochi. E chi porta nuove tessere ha diritto a una percentuale.

Persone mosse da interessi poco puliti convivono con genuini idealisti: “C’è gente che ha addirittura fatto scadere i documenti italiani – racconta Laura Di Bella, testimone non indagata – facendosi dichiarare irreperibile appositamente, per poi utilizzare i documenti dello Stato di San Giorgio”. Uno degli indagati, Fabrizio Barberio, si vanta persino di aver fatto passare dei panetti di droga in un aeroporto spagnolo con quei documenti.

Il 29 aprile del 2021 a Catanzaro la Digos fa irruzione nella casa di una coppia di nomadi, anche loro parte della variopinta combriccola. Ai poliziotti esibiscono senza molto successo documenti diplomatici sangiorgesi, rivendicando l’extraterritorialità di 275 grammi di marijuana. È l’inizio della fine.

E per il sedicente Stato una pessima pubblicità. Bonventre fa diffondere dall’avvocato Anna Maria Mazzaglia, definita dal giudice “più un’utopista che una delinquente”, un comunicato in cui esclude il coinvolgimento di propri “cittadini” nella vicenda.

Ma la perdita di credibilità è ormai irreversibile. E non è l’unico scandalo. A complicare le cose ci si mettono anche due faccendieri maltesi: Charles Attard, detto Carmelo, “direttore generale delle entrate fiscali”, e Philip Chircop. Hanno il delicato compito di ripulire il denaro, ma sono talmente svelti che svuotano i conti correnti dello stato teocratico, insomma “truffano i truffatori”.

C’è spazio per un ultimo colpo di scena, la stangata finale: la finta vendita di una vera isola greca, Kouneli. È il caso che dà il titolo all’indagine, che ipotizza reati che vanno dall’associazione a delinquere, alla truffa, fino al riciclaggio: “L’isola che non c’è”. Una favola che, come lo stato teocratico, non esisteva nella realtà.

 

(Di Marco Grasso – Fonti: Fatto Quotidiano -Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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