Ailano, Raviscanina, Pratella, Prata Sannita, Valle Agricola: da 5 piccoli Comuni nasce una città?

Matese: verso l’unione di cinque comuni per razionalizzare le spese e contrastare lo spopolamento.

Il tempo dei campanili è finito, l’alternativa è la cancellazione dei centri minuscoli. Ailano, Raviscanina, Pratella, Prata Sannita e Valle Agricola. Sono questi i cinque centri, caratterizzati da contiguità territoriale, che potrebbero unirsi in una sola realtà amministrativa. Un’unione di comuni per contare di più, migliorare i servizi, razionalizzare la spesa, con un occhio a una maggiore legalità e trasparenza. Quasi ottomila abitanti in tutto, un numero che inizia a essere importante per farsi ascoltare, una città, demograficamente parlando, seconda solo a Piedimonte Matese, nell’arco della catena del Matese.

La proposta arriva da Ailano e parte dall’analisi di alcuni fattori.

“Le dimensioni di molti piccoli comuni -spiega l’assessore e vice sindaco Giovanni Cantelmo (nella foto a destra)- sono ormai incompatibili con le esigenze attuali. Esiste un problema organizzativo: basta farsi un giro per gli enti per rendersi conto che i dipendenti sono in affanno, sommersi da adempimenti e normative in continua evoluzione.

La soluzione – aggiunge – non è quella delle convenzioni tra più enti poiché aumentano i problemi.

Facciamo un esempio: funziona meglio un solo ufficio tecnico con un solo geometra a tempo parziale poiché lavora su più centri o un ufficio con due geometri a tempo pieno e un ingegnere dirigente, magari a contratto, che sovrintende e coordina? Lo stesso vale per i servizi finanziari, tributari o di ragioneria“.

C’è anche un problema di ottimizzazione di costi e di efficienza e, se si parla di appalti, di trasparenza e legalità:

“Che senso ha – sostiene ancora Cantelmo – che cinque comuni tra i 900 e i 1500 abitanti svolgano cinque gare diverse per il servizio mensa scolastica, per la manutenzione degli impianti o per la raccolta rifiuti?

Il controllo del territorio, inoltre, non potrà mai essere efficace con un solo vigile e con mezzi di servizio obsoleti sui quali è impossibile effettuare la manutenzione per vincoli di bilancio”.

In realtà gli sprechi sono sotto gli occhi di tutti come la nascita di diverse aree industriali nel giro di pochi chilometri destinate a restare quasi inutilizzate o l’atavico costume di usare la politica per creare clientele:

“Non è più tempo di coltivare il proprio orticello, né di impuntarsi su sterili problemi campanilistici – conclude il vicesindaco –e da amministratori dovremmo sentirci colpevoli a non sollevare tali problemi. La proposta ha, naturalmente, funzione di stimolo collettivo ed è pensata sull’affinità territoriale ed amministrativa poiché sono convinto che una realtà di 7, 8mila abitanti possa aumentare le opportunità ed i servizi ai cittadini“.