Teleradio-News ♥ mai spam o pubblicità molesta

'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

Teleradio-News ♥ mai spam o pubblicità molesta
AttualitàCaiazzo & DintorniCaserta e SannioCronacaPolitica, economia, giustizia

Piedimonte Matese. Scandalo ‘Sanitopoli’: saranno scarcerati a breve Domenico Ferraiuolo e Orlando Cesarini?

Teleradio News ♥ Sempre un passo avanti, anche per te!
 cosentino-15x11-microfono-11ferraiuolo-10x15-domenico-pd-piedimonte-1Ottobre dovrebbe essere il mese utile per capire se verrà concessa la scarcerazione

ferraiuolo-cesarini-15x9-ecc-ospedale-ce-1jpgall’ex segretario del Pd Domenico Ferraiuolo (nella foto a sinistra), imputato insieme ad Orlando Cesarini, Gabriele D’Antonio e altri (foto in basso a destra), come da allegato elenco, nel procedimento penale scattato ad inizio di questo anno per un presunti intrecci all’ospedale civile di Caserta, con la camorra.

Ferraiuolo è in attesa dell’udienza della Cassazione che già lo ha scarcerato, annullando l’ordinanza di custodia cautelare e rimandando gli atti al Riesame che però ha ritenuto di lasciare il politico matesino ancora in carcere a Poggioreale, insieme a Orlando Cesarini, mentre D’Antonio è libero.
Anche Angelo Polverino è stato scarcerato dai giudici: la stessa decisione è stata adottata anche per altri tre dei 24 indagati, in totale, dell’ultima tranche sulla cosiddetta “sanitopoli casertana”.
I magistrati del Riesame hanno dichiarato decadute anche le ordinanze nei confronti di Antonio Maddaloni e Umberto Signoriello, che lavoravano in ospedale, e di Giuseppe Raucci.
DI SEGUITO L’ELENCO DI TUTTE E PERSONE COINVOLTE:
 
BOTTINO Francesco Alfonso classe 1942, ex Direttore Generale AORN S. Anna e S.Sebastiano; CANGIANO Vincenzo classe 1982, imprenditore, socio ODEIA SrL; CESARINI Orlando classe 1946 imprenditore, socio ODEIA SrL; CIOFFI Salvatore classe 1948, imprenditore individuale; D’AMICO Remo classe 1957, nullafacente; D’ANTONIO Gabriele classe 1968, amministratore unico ODEIA SrL; DELLA MURA Antonio classe 1958 imprenditore individuale; DONCIGLIO Raffaele classe 1967, imprenditore, socio R.D. COSTRUZIONI; FERRAIUOLO Domenico classe 1975, imprenditore, socio ODEIA SrL; FESTA Bartolomeo classe 1949, Direttore UOC Ingegneria Ospedaliera AORN S.Anna e S.Sebastiano; FRANCHINI Roberto classe 1960, consulente IVS ITALIA SpA; FRESE Nicola classe 1948, dipendente AORN S.Anna e S.Sebastiano; GASPARIN Giuseppe classe 1950, ex Direttore Amministrativo ASL CE; IANNONE Luigi classe 1977, imprenditore individuale; MADDALONI Antonio classe 1977, dipendente AORN S.Anna e S.Sebastiano, figlio dell’ex Prefetto Paolo MADDALONI, candidato sindaco a Caserta; MAGLIULO Antonio classe 1953, consigliere provinciale Caserta – gruppo PDL-Forza Italia; MARTINO Paolo classe 1968, dipendente AORN S.Anna e S.Sebastiano; PALOMBI Mario classe 1963 , imprenditore individuale; POLVERINO Angelo classe 1957 , ex consigliere regionale gruppo PDL-Forza Italia; PORPORA Giuseppe classe 1969 , imprenditore, socio KOME’ SrL; RANFONE Rocco classe 1970 , dipendente IVS ITALIA SpA; RAUCCI Giuseppe classe 1956, dipendente AORN S.Anna e S.Sebastiano; SIGNORIELLO Umberto classe 1969, dipendente AORN S.Anna e S.Sebastiano; ZAGARIA Elvira classe 1965, casalinga; BASILICATA Giacinto, 57 anni, di Caserta; COVI Gerardo, 48 anni di Casoria; CUTILLO Alfonso, 51 anni di San Nicola la Strada; DE PALMA Ida, 50 anni di San Bartolomeo in Galdo (Benevento); PICCOLO Giuseppe, 35 anni, Casapesenna; RICCIUTO Domenico Silvano, 51 anni di Caserta; TUFARELLI Nicola, 49 anni di Pompei.
 “GOMORRA” CONTROLLAVA L’AZIENDA OSPEDALIERA
Le mani di Gomorra sulla sanità. Un intero ospedale di Caserta, con i suoi affari, i suoi appalti e le sue nomine, in ostaggio di un gruppo politico-criminale.
Un boss dei casalesi, l’ex primula rossa Michele Zagaria, ormai rinchiuso al 41 bis, che “riusciva a controllare e a gestire, in regime di assoluto monopolio, lavori e concessione di appalti o servizi ” anche in via diretta all’interno del presidio.
Ovvero: dalla manutenzione degli immobili e dalla sicurezza degli ascensori, all’affidamento diretto del bar e alla gestione delle macchinette distributrici di bevande e snack.
È l’inquietante scenario ipotizzato dall’operazione della Procura antimafia, battezzata “Croce Nera”, in corso in queste ore da parte della Dia, nelle province di Napoli, Caserta e Verona.
La struttura sanitaria al centro dell’indagine è l’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta, in cui sono stati anche captati discorsi e incontri che dovevano rimanere segreti, attraverso intercettazioni audio e video ambientali.
Coinvolti politici, imprenditori, manager e dipendenti pubblici, insieme a camorristi provenienti da pericolose fazioni.
E rispunta sia il nome di Nicola Cosentino (nella foto  destra), sia quello del defunto ex ras della Regione, Antonio Fantini e di Clemente Mastella.
Ventiquattro persone travolte dal blitz, eseguito dal vertice Dia, il vicequestore Giuseppe Linares.
L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli, su richiesta dei pm Anna Maria Lucchetta (l’indagine era stata avviata dal pm Antonello Ardituro, oggi al Csm) coordinati dall’aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli, prevede il carcere per dieci di loro, e gli arresti domiciliari per altre quattordici.
Gravissime ovviamente le accuse, a vario titolo contestate: associazione di stampo mafioso, corruzione, turbata libertà del procedimento, abuso d’ufficio aggravato dal metodo mafioso.
Tra i destinatari di un’ordinanza di arresti domiciliari, l’ex direttore generale dell’azienda, Francesco Bottino, un manager già coinvolto in un’altra inchiesta abuso d’ufficio su presunte infiltrazioni negli appalti di aziende (quelle dell’imprenditore Angelo Grillo), ritenute legate alla camorra; Giuseppe Gasparin, ex direttore amministrativo ed ex sindaco di Caserta, il consigliere regionale Pdl Angelo Polverino (anch’egli già colpito in un’analoga tranche investigativa).
Fra i destinatari di un’ordinanza di custodia in carcere figura l’ingegnere Bartolomeo Festa, direttore dell’Unità operativa complessa di Ingegneria ospedaliera, ovvero a capo di un ufficio che i magistrati non esitano a definire “centro nevralgico delle attività criminali“; oltre a numerosi imprenditori che avrebbero usufruito del diktat del boss per ottenere lavori e appalti, in cambio di mega tangenti da girare al clan di Zagaria.
Tra gli arrestati anche la moglie del padrino, Elvira Zagaria, a sua volta sposata ad un omonimo, Francesco Zagaria (poi deceduto), il quale attraverso un suo uomo: l’ex manager Luigi Annunziata, pure scomparso, avrebbe assunto “il controllo dei procedimenti amministrativi di assegnazione dei lavori pubblici nell’ospedale, dando vita a un cartello di imprese mafiose, ancora oggi operante”.
L’ex sottosegretario all’Economia e coordinatore del Pdl in Campania, Nicola Cosentino, è stato “referente politico del sistema criminale operante nell’ospedale di Caserta dal 2008 “fino al momento del suo arresto, avvenuto nel marzo 2013“.
E’ quanto emerso dall’indagine della Dda di Napoli.
Il sodalizio criminale oggi disarticolato, così ricostruiscono la vicenda i pm partenopei, nasce nel 2006, quando Francesco Zagaria, cognato dell’allora latitante e in quel momento uno dei capi del clan dei Casalesi Michele Zagaria, “supportato politicamente dal segretario politico dell’Udeur regionale dell’epoca, riuscì a far nominare un suo uomo di fiducia quale dirigente generale del ‘S. Anna e S. Sebastiano’, Luigi Annunziata, recentemente scomparso“.
Da quel momento, secondo l’ordinanza cautelare, Francesco Zagaria assunse il controllo delle assegnazione dei lavori pubblici nell’ospedale casertano, dando vita ad un cartello di imprese mafiose ancora oggi operante.
Secondo la ricostruzione condivisa dal gip, nel 2006 vi fu “un duplice avvicendamento politico-mafioso” all’interno dell’ospedale di Caserta determinato “dall’implosione dell’Udeur e conseguentemente alla caduta del Governo Prodi“: nel 2008 gli Zagaria “cercarono e trovarono la necessaria copertura politica nel Pdl campano e, più in particolare, nel suo (allora) capo indiscusso, Nicola Cosentino, rimasto referente politico del sistema criminale operante nel nosocomio casertano fino al momento del suo arresto, avvenuto nel marzo 2013”.
È lo stesso Zagaria, cognato del padrino omonimo, che per gli inquirenti aveva il compito di “truccare i bandi di gara e gli atti ad essi equipollenti, per favorire gli imprenditori del clan.
I quali, a loro volta, periodicamente dovevano versare parte dei guadagni così ottenuti nelle mani degli Zagaria“.
Valore complessivo degli appalti ritenuti truccati: quasi 5 milioni di euro.
Sequestrate anche quattro ditte, mentre a carico di undici indagati è stato notificato un decreto di sequestro preventivo su 18 immobili, 11 terreni, 3 vetture e diverse quote societarie per oltre 12 milioni di euro.

(News archiviata in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Teleradio News ♥ Sempre un passo avanti, anche per te!

Teleradio News

tel. (+39) 0823 862832; 333 148 1414 - 393 2714042 - 334 539 2935; mail to: info@tr-news.it - info@teleradio-news.it - http://teleradionews.info - web: www.tr-news.it - htps://www.teleradio-news.it e vari siti web collegati

Lascia un commento