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ragazza

Sesso tra lo spacciatore e la sua ragazza: caporale dell’Esercito davanti al giudice per l’omicidio del pusher





Aversa – Non sopportava più che la sua compagna pagasse con rapporti sessuali le dosi di droga che Paolo Menditto le forniva. Per questo, ha affrontato Menditto e lo ha accoltellato con rabbia, tanto da infiggergli ben 19 coltellate, provocandone la morte. Sono bastate poche ore di indagini affinché i magistrati della procura di Napoli Nord emettessero un provvedimento di fermo, eseguito da personale della squadra mobile di Caserta e del commissariato di Aversa, nei confronti di Paolo Scarano, 34 anni, incensurato di Casal di Principe, ma residente a Parete, militare dell’esercito (caporale) in servizio a Roma, gravemente indiziato di essere l’autore dell’omicidio aggravato ai danni di Paolo Menditto, 55 anni, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine per i suoi precedenti per reati contro il patrimonio e inerenti agli stupefacenti. Anche il militare a quanto pare faceva assunzioni e di stupefacenti.

La polizia ha arrestato Scarano – difeso dall’avvocato Giuseppe Cipullo – nei pressi della stazione ferroviaria di Aversa ma era stato consigliato dalla sorella a costituirsi per poi confessare il tutto. Insomma, la gelosia covata insieme alla rabbia e, soprattutto i sentimenti che provava nei confronti della sua compagna, avrebbero portato il giovane a mettere in atto una sorta di punizione per Menditto, anche se, a quanto risulta, l’incontro tra i due uomini doveva essere chiarificatore. Qualcosa è sfuggito di mano e la rabbia è sfociata in un omicidio.

La scoperta del corpo senza vita di un uomo c’era stata giovedì: i vigili del fuoco del distaccamento di Aversa, avevano ricevuto una segnalazione relativa a Paolo Menditto, cinquantacinquenne, residente nel rione delle case popolari, le cosiddette “palazzine” di via Filippo Saporito. Si lui non si avevano più notizie da due giorni. Dopo aver eseguito l’accesso nell’abitazione al secondo piano del Fabbricato 2, scala B, dove la vittima viveva, i vigili del fuoco avevano trovato l’uomo riverso sul pavimento del soggiorno, privo di vita, con numerose ferite (almeno 19 ad un primo esame visivo del cadavere) su tutto il corpo.

Sul posto erano giunti gli agenti del commissariato di Aversa e della squadra mobile di Caserta che avevano accertato il decesso per ferite da arma da punta e taglio al torace, ai fianchi, all’addome e a una spalla. Le indagini, coordinate dai magistrati della procura della repubblica presso il tribunale di Napoli Nord, anche grazie alle immagini di alcune videocamere di videosorveglianza, hanno portato all’individuazione del presunto autore dell’omicidio che è stato rintracciato alla stazione ferroviaria di Aversa. Questa circostanza, ossia l’esistenza di un concreto pericolo di fuga ha determinato i presupposti affinché il pubblico ministero emettesse il provvedimento di fermo, eseguito dalla polizia. In virtù del suo stato di ex militare, per il momento, sarebbe stato associato nel carcere militare di Capua. Gli investigatori hanno potuto accertare che le motivazioni del gesto compiuto dal ventiseienne, anche sulla base delle dichiarazioni rese al magistrato, sarebbero da ricondurre a motivi passionali.

Infatti, il presunto autore dell’accoltellamento avrebbe ferito a morte la vittima a causa della gelosia determinata dai rapporti occasionali che la fidanzata dell’indiziato aveva con la vittima in cambio di dosi di stupefacenti. Mentre si attendono i risultati dell’autopsia disposta dai magistrati della procura aversana, i poliziotti sono ancora alla ricerca dell’arma del delitto. Rimane, poi, da determinare se il giovane si sia recato nell’abitazione della vittima con l’intenzione di farla finita oppure se volesse convincere Paolo Menditto a non avere più rapporti con la sua fidanzata e, soprattutto, a non fornirgli più lo stupefacente, pare crack, e la discussione sia, poi, degenerata.

(da Il Mattino)

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Donna perseguita l’ex fidanzato e la sua nuova ragazza. Eseguito dalla Polizia di Stato nei suoi confronti il provvedimento di divieto di avvicinamento – Questura di Asti

Indagini della Polizia di Stato di Asti per una violenza sessuale

Asti – Nelle ultime settimane, una donna astigiana, quarantanovenne, non avendo minimamente tollerato la fine di una breve relazione con il suo ex fidanzato, aveva iniziato a porre in essere condotte sempre più allarmanti nei suoi confronti e nei confronti della nuova fidanzata.

In particolare aveva iniziato dapprima a minacciare l’ex telefonicamente, dicendo che lo avrebbe fatto arrestare, fino ad aggravare sempre di più le sue condotte, un’escalation, in cui la donna ha dato luogo ad una vera e propria persecuzione. L’astigiana ha iniziato a seguire l’ex compagno e la nuova fidanzata dappertutto, aggredendoli ed insultandoli ed in un’occasione anche sputandogli addosso.

Nell’ultimo episodio, particolarmente allarmante, la donna, avendo notato l’ex fidanzato in compagnia con la nuova ragazza, lo ha letteralmente investito con la propria auto, cagionandogli delle lesioni; lesioni che in un’altra circostanza aveva cagionato anche alla nuova compagna, sbattendola contro ad un muro.

Nelle due vittime si era creato un vero e proprio stato d’ansia e di paura, che li ha indotti a denunciare tutte le condotte vessatorie da loro subite, in molte delle quali avevano contattato tempestivamente la Polizia.

In considerazione del grave quadro indiziario emerso nei confronti dell’autrice delle condotte sopra evidenziate, la Procura della Repubblica di Asti ha richiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale di Asti la misura cautelare del divieto di avvicinamento alle due vittime, provvedimento tempestivamente eseguito dalla Squadra Mobile della Questura di Asti.


(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

• Omicidio Gelsomina Verde: altri due arresti, dopo 19 anni. La ragazza, 22 anni, morì nel 2004 dopo essere stata sequestrata, torturata, uccisa con tre colpi di pistola alla testa e data alle fiamme da un commando camorristico





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1° aggiornamento all’articolo: Vitulazio-Bellona – Due comunità distrutte dal dolore, muore centauro 18enne, gravemente ferita la ragazza che era con lui

Dall’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta apprendiamo che la salma del 18enne Antonio Lubrano è stata traslata nell’Istituto di Medicina Legale dello stesso nosocomio per essere sottoposta all’esame autoptico. Chi riuscirà a trovare parole di conforto per la mamma Ilaria ed in papà Raffaele? NON ci sono parole… solo preghiere.
Mentre la ragazza, non ancora maggiorenne, questo il motivo per cui omettiamo il nominativo, è in rianimazione sempre nell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.
Le nostre preghiere per Antonio e la nostra vicinanza a quanti soffrono per la nascita al Cielo del giovane vitulatino.
I nostri auguri di pronta e definitiva guarigione per la giovane ricoverata.
Seguono ulteriori aggiornamenti.

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Vitulazio-Bellona – Due comunità distrutte dal dolore, muore centauro 18enne, gravemente ferita la ragazza che era con lui

Durante la notte appena trascorsa un grave incidente stradale ha provocato il decesso di un giovane 18enne di Vitulazio, mentre la ragazza in sua compagnia, residente a Bellona, è ricoverata all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. L’incidente è avvenuto verso le 2.00 di questa notte lungo la via Appia, nei pressi della località “Spartimento”. Sul posto sono intervenute le Forze dell’Ordine ed i medici del 118 per svolgere i compiti di loro competenza. Cosa ha provocato l’incidente è in fase di accertamento. Segue aggiornamento.

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Caserta, ucciso a 17 anni: “Lite per una ragazza





 

 

FERMATO UN 20ENNE

Caserta, ucciso a 17 anni: “Lite per una ragazza”

DI VIN. IUR.
1 LUGLIO 2023

Aveva appena 17 anni Giuseppe Turco, sarebbe diventato maggiorenne a ottobre. È stato ucciso in una piazza a Casal di Principe (Caserta), colpito da almeno otto coltellate sferrate da un idraulico di origini marocchine di 20 anni. È stato ammazzato per una lite iniziata sui social e sfociata in una rissa in pubblico, davanti a un bar di piazza Villa, nella serata di giovedì scorso. Motivo della lite: una ragazza, contesa da entrambi. Giuseppe è spirato all’ospedale Pineta Grande. Il suo assassino, fermato dai carabinieri dopo una breve fuga, aveva dei precedenti: in passato era stato denunciato perché trovato in possesso di una pistola davanti a un negozio. Ora è accusato di omicidio volontario. Davanti al pm di Napoli Nord si è difeso dicendo di aver colpito per difendersi. Il coltello non è stato ritrovato. “Ora il vicepremier Salvini deve intervenire – ha detto al Mattino Raffaele Turco, il padre della vittima – non è possibile morire a 17 anni per colpa di un ragazzo con precedenti penali”.

T

 

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Milano. Omicidio Tramontano: spunta un carrello portapacchi e un video in cui Impagnatiello pulisce le macchie di sangue

Omicidio Tramontano. Spuntano un carrellino portapacchi e un video in cui Impagnatiello pulisce le macchie di sangue.
Oggi l’autopsia sul corpo di Giulia.
A Sant’Antimo, Napoli, fiaccolata per ricordare la ragazza.
• Sempre a Sant’Antimo – il paese di Giulia Tramontano – un uomo di 44 anni, due figli già sposati, sospettava che il proprio genero e la propria nuora avessero una relazione tra loro, e li ha ammazzati.
• Attorno alle 20.30 di mercoledì tre persone si sono affrontate a colpi di accetta in piazza Saffi a Forlì.
• In provincia di Cuneo un uomo di 59 anni è stato travolto da un sacco contenente oltre 1.200 chili di zucchero. Morto schiacciato.
• In Francia un siriano richiedente asilo ha accoltellato 2 adulti e 4 bambini in un parco giochi. Tutti pensavano a un islamico, ma invece no: è cristiano.

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NON FU SUICIDIO MA OMICIDIO TANTO RITIENE LA MAMMA DELLA RAGAZZA MORTA





INCHIESTA PER OMICIDIO

Tiziana Cantone, la famiglia: “No all’archiviazione”

DI VINCENZO IURILLO
3 GIUGNO 2023

Tiziana Cantone avrebbe potuto in qualsiasi momento afferrare lo schienale della panca ginnica dove fu trovata morta, impiccata a una pashmina, e così scongiurare il soffocamento, e sul suo collo agì una forza di peso notevolmente inferiore rispetto a quella che si sarebbe determinata “appendendosi in modo verticale”. Sono alcune delle conclusioni della perizia dell’ingegnere e consulente di parte Mario Scipione con la quale l’avvocato Gianluca Condrò – legale della mamma di Tiziana, la signora Maria Teresa Giglio, che non ha mai creduto al suicidio della figlia – si oppone alla seconda richiesta di archiviazione del fascicolo per omicidio contro ignoti formulata dal pm di Napoli Nord, Giovanni Corona. Ce ne fu già una prima, ma il Gip la rigettò ordinando al pm un esperimento giudiziale affinché si analizzasse l’attrezzo, la pashmina e la posizione in cui la Cantone fu trovata. La procura però non l’ha svolto e così l’avvocato Condrò ora invoca l’avocazione delle indagini alla Procura Generale

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Milano. Ritrovato il corpo di Giulia Tramontano: messo alle strette, il fidanzato ha confessato l’omicidio

Il barman confessa: «La ragazza L’ho uccisa io».

Il corpo di Giulia Tramontano, la ragazza scomparsa alle porte di Milano, è stato trovato. Il fidanzato ha confessato di averla ammazzata.

Alessandro Impagnatiello, 30 anni, barman dell’Armani Bamboo di Milano – rooftop di proprietà di Re Giorgio di via Manzoni – è indagato per omicidio volontario aggravato, occultamento cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale.

Ha ammazzato la fidanzata, Giulia Tramontano, 29 anni, incinta al settimo mese, scomparsa da Senago tra sabato e domenica.

Nella serata di ieri tracce di sangue della donna sono state trovate nel loro appartamento della coppia, in via Novella 14, a Senago.

Il suo cadavere è stato ritrovato intorno all’una di questa mattina, grazie ai cani molecolari: era in via Monte Rosa, sempre a Senago, nascosto in una intercapedine dietro un edificio che ospita alcuni box. Interrogato dai magistrati, l’uomo ha confessato: «Sì, ho ucciso io Giulia».

Giulia aveva scoperto che Alessandro la tradiva, aveva una relazione parallela con una ragazza straniera. Le due donne avevano avuto anche un confronto, proprio nella giornata di sabato. Forse lui l’ha uccisa durante una lite.

Il fidanzato ha confessato di averla ammazzata. Secondo mia moglie – che credo interpreti il pensiero di tante altre mamme – non sarebbe necessario un processo e sarebbe inutile condannarlo all’ergastolo. Ma andrebbe subito ucciso in una camera a gas.

Credo che abbia ragione e nonostante la mia esperienza di cronista giudiziario (con all’attivo oltre 300 delitti raccontati nei miei libri con i relativi processi) debbo convenire che qualcosa non funziona e che molte leggi sarebbero da rivedere.

Perchè – ci si domanda – dovremmo spendere,  tempo e soldi per fare un processo ad un individuo reo confesso?

Perchè dovremmo dare la possibilità all’avvocato difensore di inventare una malattia psichiatrica

Perchè la collettività dovrebbe sobbarcarsi l’onere di mantenerlo per tutta la vita in carcere?

Piuttosto dare un aiuto, un contributo per mantenere i figli rimasti orfani e cancellare per sempre il nome di questo soggetto (non mi va di chiamarlo uomo) dalla società cosiddetta civile (ma che civile non sembra essere) se tollera e protegge simili mostri?

(Ferdinando Terlizzi, Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

S.Maria C.Vetere. Sparatoria in zona Anfiteatro: ragazza ferita, arrestato 23enne

E’ fuori pericolo, dopo un intervento chirurgico al quale è stata sottoposta nell’ospedale di Caserta, la ventenne R.I., ferita alla testa da un colpo di pistola esploso da un suo vicino di casa tra sabato e domenica notte.

L’episodio, che avrebbe potuto sfociare in tragedia, è accaduto nel Parco Quadrifoglio di Santa Maria Capua Vetere dove un 23enne, Francesco Neiviller, è stato arrestato dopo una notte di fuga.

Domenica si è costituito ai carabinieri e ha indicato anche il posto dove aveva gettato l’arma.

Tutto sarebbe nato da un diverbio tra il ragazzo e la giovane ferita, pare sua fidanzata, nel quale sarebbe poi intervenuto il padre della ragazza, Franco I. 45enne con precedenti penali.

Inizialmente, a causa di notizie distorte diffuse sui social e rimbalzate con altre informazioni errate da blog locali, si era detto che si trattasse di genero e suocero ma, come riporta oggi la stampa cartacea, sia il giovane che la famiglia della ragazza sono condomini dello stesso parco in due stabili diversi.

Per Neiveller è scattato l’arresto in carcere per tentato omicidio.

Il giovane arrestato, figlio di un gestore di una stazione di servizio, orginario di Napoli e poi a Castelvolturno, fu ucciso durante una rapina a Cellole, da un cittadino tedesco poi condannato.

(Fonte: CasertaSette – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Questura di Venezia: POLIZIA DI STATO DI VENEZIA – AEROPORTO MARCO POLO: RINTRACCIATA RAGAZZA MINORENNE SCOMPARSA NEL BRESCIANO.

La Polizia di Stato di Venezia, grazie all’operato degli agenti della Polizia di Frontiera dell’Aeroporto “Marco Polo” di Venezia – Tessera, nella serata del 19 aprile ha rintracciato una ragazza minorenne scomparsa nel bresciano nella mattinata del medesimo giorno.

I poliziotti, impegnati nella consueta attività di controllo dei passeggeri in transito presso l’aerodromo, hanno fermato una giovane la quale, in evidente stato confusionale, si aggirava presso lo scalo aereo priva di ogni documento e bagaglio.

Dalle prime domande poste alla ragazza, non è sembrato emergere nessun riferimento circa la sua identità (eccezion fatta per il suo nome di battesimo), il luogo da dove provenisse né tantomeno dove volesse recarsi.

La ragazza è stata pertanto accompagnata presso il pronto soccorso dell’aeroporto al fine di sincerarsi sulle sue condizioni psicofisiche e nell’immediatezza sono iniziate da parte degli uomini della Polizia di Frontiera le prime attività di indagine, interfacciandosi anche con le altre Forze di Polizia, volte a risalire ad eventuali segnalazioni/denunce di scomparsa che fossero da ricondurre alla giovane.

L’attività di indagine degli operatori della Polizia di Frontiera è giunta ad una svolta soltanto nella giornata successiva quando, grazie anche all’analisi di vari social network e di internet, i poliziotti sono riusciti a risalire all’identità della ragazza la quale, contrariamente a quanto aveva affermato, aveva solo 17 anni, pertanto minorenne, e risultava essersi allontanata dalla sua abitazione sita in un piccolo comune del bresciano, nella mattinata del 19 aprile.

La madre della ragazza, già dal giorno della scomparsa, esattamente il 19 aprile c.a., aveva lanciato l’allarme rivolgendo un appello anche nel corso di una trasmissione televisiva, oltre a formalizzare regolare denuncia presso la stazione dei Carabinieri della sua città.

Pertanto gli uomini della Polizia di Frontiera, dopo aver verificato l’esito delle proprie ricerche e confermato la corrispondenza della ragazza con la minorenne di cui era stata denunciata la scomparsa presso la Stazione dei Carabinieri, hanno infine contattato la madre la quale, nella mattinata del 21 aprile, è stata accompagnata dai poliziotti dalla propria figlia, la quale è stata affidata alle cure ed all’affetto del genitore mettendo un lieto fine alla vicenda.

(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)