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incidenti

Vigili del fuoco al lavoro per due incidenti nel casertano. Un morto e diversi feriti in questo tragico pomeriggio di sangue sulle strade

Caserta 05 Agosto 2024

Altri due incidenti stradali hanno impegnato i Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Caserta in questa giornata. Il primo incidente si è verificato verso le ore 16:00, dove è intervenuta la squadra della sede Centrale, di nuovo sull’autostrada A1, al Km 715+500 nel comune di Capua in direzione Nord. Immediatamente giunti sul posto i Vigili del Fuoco hanno trovato un’autovettura che, dopo aver tamponato un’altra automobile, saltava le barriere che dividono le due carreggiate dell’arteria stradale finendo la sua corsa nelle corsie con il senso di marcia contrario, verso Sud. Fortunatamente, in quel momento, i veicoli che procedevano nell’altra corsia erano distanti e riuscivano a frenare senza ulteriori tamponamenti. I feriti sono stati soccorsi e trasportati in ospedale dal 118.
Il secondo incidente, avvenuto verso le ore 17:30, ha visto coinvolte due automobili in uno scontro frontale sulla SS Sannitica nel comune di Valle di Maddaloni, al Km 20+300. I Vigili del Fuoco, provenienti sempre dalla sede centrale del Comando, sono immediatamente intervenuti tagliando le lamiere delle auto e liberando i feriti. Purtroppo per uno di essi il 118 ,presente sul posto con un’ambulanza,non poteva fare altro che constatarne il decesso. Successivamente i Vigili del Fuoco hanno messo in sicurezza i veicoli per le operazioni di rimozione.

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Simeone: Inalazione da corpo estraneo causa 5% morti bimbi sotto 4 anni Il pediatra: “80% di questi incidenti avviene in presenza di un adulto”






Simeone: Inalazione da corpo estraneo causa 5% morti bimbi sotto 4 anni
Il pediatra: “80% di questi incidenti avviene in presenza di un adulto”

Roma – “La Guida ‘Mamma, papà, mi proteggete?’, già uscita nel 2022, è un manuale per la prevenzione degli incidenti domestici e contiene anche le manovre salvavita. È una guida pensata per i pediatri, ovvero il pediatra generalista, il pediatra di famiglia e il pediatra ospedaliero. È un testo in cui vengono illustrate le guide anticipatorie che i pediatri dovrebbero conoscere per sostenere le famiglie nella prevenzione degli incidenti domestici ma è anche una guida pensata soprattutto per i genitori, che nelle sue pagine possono trovare importanti dettagli, aiuti e suggerimenti per la prevenzione dei loro bambini, sia negli ambienti indoor che outdoor”. Lo ha affermato Giovanni Simeone, pediatra di famiglia a Mesagne, in provincia di Brindisi, intervistato dalla Dire in occasione della seconda giornata di lavori del XXXVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps), che si chiude domani al Palazzo degli Affari di Firenze.

“La Guida- ha proseguito- è fatta anche di una serie di video che possono liberamente essere scaricati dalle famiglie dal sito della Sipps. In questi filmati sono inoltre illustrate le manovre di disostruzione da corpo estraneo e le manovre Rcp, la rianimazione cardiopolmonare, sia del lattante che del bambino più grande e, per chi ha competenze nel farlo, le modalità per l’utilizzo del defibrillatore automatico. In ogni caso si tratta di uno strumento davvero utile che copre una serie di aspetti: si va dall’annegamento all’inalazione di un corpo estraneo, dal viaggio in automobile alla prevenzione delle zoonosi. Il nostro consiglio è che i genitori scarichino la guida, la leggano e la utilizzino”.
Gli incidenti domestici “più frequenti che abbiamo registrato- ha poi informato il pediatra- sono soprattutto quelli dell’inalazione da corpo estraneo, che riguarda il 5% delle morti dei bambini al di sotto dei 4 anni di età. Dai siti europei che cercano di monitorare questo aspetto emerge che quasi l’80% di questi incidenti avviene quando è presente un adulto, che non è dunque a conoscenza dei pericoli insiti nel mondo che circonda il proprio bambino, soprattutto in casa”.
Questo, ha concluso Simeone, è un aspetto “a cui noi puntiamo molto, così come nella Guida dedichiamo una grande attenzione I ‘tagli sicuri’, ovvero il modo in cui deve essere presentato il cibo, le modalità con cui offrirlo ai bambini, soprattutto all’inizio del divezzamento”.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Casteldaccia (PA). Strage sul lavoro, 5 morti; Sinalp Sicilia: continua la crescita degli incidenti mortali

La Sicilia ancora costretta a piangere i suoi figli.

A Castedaccia l’ennesima tragedia sul lavoro vede cinque lavoratori perdere la vita.

Morti, uno dietro l’altro, dopo essersi calati in un tombino dell’impianto fognario della città.

Sei operai sono rimasti intrappolati, e 5 sono morti, mentre stavano eseguendo dei lavori nelle fognature e avrebbero respirato esalazioni tossiche delle acque nere.

Sembrerebbe che questi lavoratori fossero dipendenti di un’impresa che stava lavorando in subappalto.

Da tempo il Sinalp -dichiara il suo Segretario Regionale Andrea Monteleone- denuncia un abuso di questo sistema di lavoro che avvantaggia solo le grandi aziende, meglio se multinazionali, a totale discapito delle piccole realtà imprenditoriali che si ritrovano a dover lavorare con regole che tutelano solo le “necessità” delle imprese e purtroppo non tutelano o tutelano in maniera eccessivamente blanda, i lavoratori coinvolti in un sistema degli appalti sbagliato e che non esalta il sistema della sicurezza.

La tragedia di Casteldaccia risponde a uno schema deleterio che si è ripetuto troppo spesso in questi ultimi anni e si è moltiplicato da quando, con l’art. 119 del D.Lgs. n. 36/2023, è stato reintrodotto il subappalto.

A questo si aggiunga l’ormai atavica carenza di Ispettori negli Ispettorati del Lavoro che di fatto ne annullano il ruolo e l’azione di prevenzione sulla sicurezza nelle imprese, e abbiamo chiuso il cerchio delle vittime sul lavoro.

Il Sinalp si unisce all’immenso dolore che ha colpito le famiglie dei cinque uomini che erano in quel cantiere per guadagnarsi il “pane” per i loro familiari e per poter dare un futuro ai propri figli.

Ci auguriamo che il Governo nazionale ma anche il Governo regionale per quanto di sua competenza, agiscano affinchè la pletora di norme sulla sicurezza e la tutela dei lavoratori vengano veramente rispettate e le sanzioni realmente applicate.

Non abbiamo bisogno di ulteriori leggi sulla sicurezza, ma che vengano realmente applicate quelle esistenti.

Il sistema degli Ispettorati del Lavoro territoriale ha una sua logica solo se le loro “piante organiche” siano complete e correttamente formate.

(Dr. Franco Lipari – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Incidenti sul lavoro. Anmil: “Cinque nuove vittime vanno ad allungare l’inaccettabile lista di morti”

In tragico incidente sul lavoro avvenuto a Casteldaccia, nel Palermitano, sono purtroppo cinque gli operai che hanno perso la vita. Un sesto è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Policlinico di Palermo, dopo essere stato intubato. Uno è illeso. Stavano effettuando lavori fognari per conto dell’Amap, la società che gestisce le condotte idriche e fognarie a Palermo. I sette operai erano impegnati nella manutenzione di un impianto di sollevamento delle acque fognarie per conto dell’Amap. Durante l’attività, alcuni di loro hanno cominciato ad accusare malori, probabilmente a causa di un’intossicazione da idrogeno solforato, che può provocare irritazioni alle vie respiratorie e soffocamento. Uno dei lavoratori è riuscito a dare l’allarme; gli altri sei sono rimasti intrappolati e sono svenuti a causa delle esalazioni. I soccorsi sono stati immediati grazie all’intervento dei Vigili del fuoco e dei sanitari del 118, che hanno cercato di rianimare i lavoratori sul posto. Purtroppo, per cinque di loro non c’è stato nulla da fare. Secondo notizie raccolte dall’Anmil, sei operai, dei sette coinvolti, erano dipendenti della ditta Quadrifoglio group srl di Partinico (Palermo). La ditta lavorava su mandato della municipalizzata palermitana Amap che si occupa della gestione idrica in città e in alcuni comuni della provincia. Un settimo operaio sarebbe un interinale dell’Amap.

“Non sappiamo come sia effettivamente accaduto, ma è un fatto che oggi cinque famiglie, inaspettatamente, non potranno più abbracciare un proprio caro il cui cuore si è fermato per esalazioni che sono state letali e per l’ennesima volta ci si chiede come sia potuto accadere”, dichiara il presidente nazionale dell’Anmil, Zoello Forni. “Ma quanto vale la vita di un lavoratore e quanto siamo disposti ad accettare che intere famiglie piangano e si trovino in gravi difficoltà a causa della mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, quella che dovrebbe essere costituzionalmente garantita”, si chiede il presidente dell’Anmil. “La nostra Associazione si stringe alle famiglie dei cinque operai che oggi hanno perso la vita a Casteldaccia, l’ennesima tragedia che poteva essere evitata e che va ad allungare l’inaccettabile lista di morti sul lavoro e siamo pienamente partecipi al dolore dei loro familiari, ai quali già da ora l’Anmil offre la sua vicinanza e disponibilità – prosegue Forni – affinché siano loro riconosciute tutte le prestazioni a cui hanno diritto da parte dell’Inail, anche se nulla potrà mai compensare tale perdita”. Forni evidenzia: “Come Associazione di persone che hanno subìto direttamente o indirettamente le conseguenze di un incidente sul lavoro e di una malattia professionale, ben conosciamo la sofferenza di questi momenti, essendo invalidi del lavoro, orfani e vedove di vittime del lavoro e questo ennesimo triste evento ci dà modo di ricordare la gravità degli infortuni lavorativi, spesso neanche citati dalla stampa perché non così clamorosi, un fenomeno che non accenna a diminuire come confermano gli ultimi Open Data dell’Inail”.

(Foto ANSA/SIR)

In piena sintonia con il presidente nazionale Forni, il presidente dell’Anmil di Palermo, Salvatore Malaponti: “L’Anmil si stringe alle famiglie degli operai che hanno perso la vita nell’incidente. In questo momento c’è un disastro in cinque famiglie, è venuto meno il pilastro della famiglia, il sostegno economico, è come un sisma che ha raso al suolo una casa, ma dico di più: che ha lacerato la comunità intera.

Queste cinque nuove vittime vanno ad allungare l’inaccettabile lista di morti sul lavoro, dato incomprensibile: anziché mitigare, ridurre gli incidenti, ogni giorno contiamo nuovi infortuni e nuove vittime.

Quando vediamo un cantiere che non è in regola e non lo denunciamo stiamo ferendo una famiglia e tutto un territorio”.

Malaponti snocciola al Sir alcuni dati: “Nei primi tre mesi del 2024 in Sicilia sono stati denunciati 6.635 incidenti, con un aumento dello 0,8% rispetto al 2023. E 10 di questi infortuni sono stati mortali, un bilancio nei primi tre mesi dell’anno già molto pesante. L’Anmil si batte per la sicurezza nei luoghi di lavoro e crede molto nell’impatto che possono avere le testimonianze. Anche oggi sono appena tornato da Messina dove abbiamo organizzato una giornata sulla prevenzione e sicurezza dei luoghi di lavoro, dove ho portato la mia testimonianza per far sì che i circa 80 ragazzi delle terze classi dell’istituto tecnico nautico Caio Duilio di Messina capissero l’importanza della prevenzione, che non deve interessare solo gli ambienti di lavoro: la cultura della prevenzione deve riguardare ogni nostra azione, ogni luogo, ogni momento della nostra vita. Infatti, sia la nostra vita sia il nostro corpo devono essere salvaguardati da qualsiasi rischio possa esserci sul territorio”.

Su quanto è successo a Casteldaccia, Malaponti non si sbilancia: “Le indagini riveleranno cosa è successo esattamente, ma è prematuro dire cosa è successo. Solo una cosa è evidente: anche se non sappiamo ancora di cosa si tratta, qualcosa non ha funzionato, se è successa l’immane tragedia di oggi. Noi abbiamo norme sulla sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro che partono dal 1956. Ci sono sempre state normative in Italia sulla sicurezza e siamo arrivati al testo unico del 2008, malgrado questo aumentano sempre i morti sul lavoro, significa che probabilmente i modelli di previsione contenute in queste normative non sono adeguati alle circostanze che possono accadere. Per questo le testimonianze, già nelle scuole, non solo superiori, ma anche elementari e medie, sono importanti perché possiamo insegnare la cultura della prevenzione nei lavoratori di domani in modo più incisivo rispetto all’oggi”.

Il presidente dell’Anmil di Palermo non ha dubbi: “Di fronte all’interminabile lista di morti, ci dobbiamo fermare a riflettere tutti, dalle aziende ai lavoratori, per capire come migliorare l’approccio al lavoro e fermare questa strage o anche infortuni che facciano perdere una parte del corpo al lavoratore. Morti e gravi infortunati incidono pesantemente sulle famiglie e sulla comunità.

Oggi è facile esprimere il cordoglio, bisogna invece impegnarsi per la salvaguardia della vita umana e delle famiglie. Altrimenti abbiamo perso una battaglia”.

Malaponti porta la sua testimonianza diretta: “Sono infortunato da 42 anni: ho perduto l’arte superiore destro a livello di scapolo-omerale nel 1982, avevo 17 anni e oggi ne ho 59. Facevo l’escavatorista: sono stato seppellito sotto sei metri di terra mentre stavo scavando un pozzo e nelle operazioni di recupero ho perso l’arto destro. Sono stato 70 giorni in ospedale, di cui 30 in prognosi riservato per una cancrena avanzata. Io vivo le difficoltà ogni giorno, come la mia famiglia di origine. Quando sento di morti o di incidenti gravissimi, rivivo quel momento tragico. Questa mia storia e la mia dimensione personale le metto a disposizione della comunità. Agli studenti di stamattina ho raccontato la mia storia, mettendoli in guardia dal pensiero dell’infallibilità. È pericoloso pensare che a noi non accadrà mai niente: quando a 17 anni mi sono calato in quel pozzo e non ho valutato il rischio a cui andavo incontro, ho avuto l’incidente, che è stato una strada di non ritorno, ha lasciato un segno indelebile. Ecco, ho detto ai ragazzi di non pensare di essere i Superman di turno, di sentirsi sempre sicuri di sì, perché ci sono variabili che non possiamo prevedere. Dobbiamo avere rispetto del nostro corpo, amarci un po’ di più”.

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Primo Maggio. Giordano (Ugl) insiste sul lavoro insicuro: ‘Sono ancora tanti gli incidenti mortali’

A poche ore dal primo maggio, l’Ugl Matera si prepara all’evento che, inevitabilmente, è di festa, ma anche e soprattutto  riflessione di rilanciare un tema: quello della sicurezza nei luoghi di lavoro che è sempre di estrema attualità”.

Lo riferisce il Segretario Provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano per il quale, “il nostro principale obiettivo dell’intera confederazione Ugl è continuare a difendere i diritti dei lavoratori. In occasione della Festa dei lavoratori del primo maggio, riteniamo sia più che mai importante sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni cruciali come la sicurezza sui luoghi di lavoro, i salari bassi e la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, come sancito dall’articolo 46 della Costituzione italiana.

A conferma di quanto il tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro rimanga sempre assolutamente centrale nel nostro Paese – aggiunge Giordano – anche per quest’anno, Ugl non mobiliterà i propri quadri sindacali, e rinuncerà al classico comizio e corteo, proprio per focalizzare l’attenzione sull’immane tragedia che devasta il mondo del lavoro e le famiglie colpite da questi lutti.

Aumentano le denunce di malattia professionale

Nel territorio regionale, nel settore industria e servizi quello con più della metà delle denunce di infortuni resta alto, aumentano pure in agricoltura e pubblica amministrazione. La fascia d’età più interessata è tra i 55 e 59 anni.

A livello di genere, riguardano gli uomini per oltre il 60%. Tra le province, 2.488 le denunce nel potentino, 1.591 nel materano.

Ci sono poi i dati relativi ai morti sul lavoro: ne sono stati denunciati 12. Otto nel settore industria e servizi, quattro in agricoltura. È prioritario investire sulla prevenzione e sulla formazione per porre fine all’inaccettabile strage sui luoghi di lavoro, rafforzando, al contempo, i controlli e le sanzioni.

L’Ugl, inoltre, auspica la prosecuzione del tavolo di confronto con il Governo per discutere delle politiche industriali e occupazionali indispensabili per incentivare il ‘matching’ tra domanda e offerta di lavoro. In Basilicata sono quasi 600 le denunce di infortuni registrate nei primi due mesi di quest’anno. E sono ancora tanti gli incidenti mortali. Per tale evento, l’Ugl Matera, in occasione del Primo Maggio 2024, parteciperà attivamente ai due giorni di dibattito come da calendario:

SPAZIO WEGIL, LARGO ASCIANGHI 5, ROMA

Festa dei lavoratori 2024:

30 aprile 2024 – ORE 9.30 – 18.30.

I TEMI DEL LAVORO, dibattito su: POLITICA DI GENERE FAMIGLIA; INFRASTRUTTURE E TRASPORTI; INTELLIGENZA ARTIFICIALE; TRANSIZIONE ENERGETICA; NUOVI LAVORI E NUOVE FORME DI RAPPRESENTANZA; POLITICHE INDUSTRIALI E PRIVATIZZAZIONI; SANITÀ WELFARE DISABILITÀ; SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO; CONTRATTAZIONE POLITICHE SALARIALI PARTECIPAZIONE BILATERALITÀ.

1 MAGGIO 2024 – ORE 11.00.
Presentazione della ricerca Piepoli-Ugl L’ANALISI DEL LAVORO; intervengono: Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl; Livio Gigliuto, Presidente Istituto Piepoli S.p.A.; Gian Piero Joime, Docente di Economia Ambientale – Università Marconi di Roma; Istituto, Stato e Partecipazione: Andrea Patrizi, Giuslavorista.
Modera: Ida Molaro, Giornalista parlamentare Mediaset; Associazione Giornaliste Italiane.

segui la diretta su: facebook.com/unionegeneralelavoro .

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Incidenti sul lavoro. Di Giusto: “Servono le giuste competenze per i controlli”

Sono ancora vive negli occhi le immagini del crollo, a Firenze, della trave di un centro commerciale in costruzione. Cinque gli operai morti. Ma ogni giorno, secondo i dati diffusi dall’Inail, in Italia perdono la vita quasi tre persone sui luoghi di lavoro che si sommano a quelle che subiscono gravi infortuni o si ammalano. A mancare più che i controlli sulla sicurezza, sono le giuste competenze di coloro che svolgono le valutazioni, secondo il presidente della Commissione dell’Albo nazionale dei tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, Maurizio Di Giusto. Sebbene il ministero della Salute abbia subito precisato come l’Ispettorato nazionale del lavoro, in virtù di un concorso bandito dal precedente governo, abbia assunto 850 nuove risorse, il problema, come rileva Di Giusto, sono le competenze possedute dagli stessi controllori.

Presidente, maggiori controlli basterebbero a diminuire le tragedie sul lavoro?
In questi casi, di solito, viene data una ricetta magica: aumento dei controlli e inasprimento delle sanzioni. Il problema però è che ci sono circa 2.900 tecnici per la prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro che lavorano nelle Asl per 4 milioni e mezzo di aziende. Il controllo in un’impresa richiede accertamenti approfonditi, competenze scientifiche e tecniche specifiche dei processi esaminati. La responsabilità degli accertamenti non può prevedere una valutazione basata esclusivamente sulla compilazione di una check list in mano. Quando discutiamo di competenze, lo facciamo con giustificato rigore. Per esempio, il percorso per diventare tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro prevede un corso di laurea universitario proprio, seguito da una formazione avanzata che approfondisce ulteriormente i temi della prevenzione e della salute pubblica. L’inasprimento delle pene non serve. Dobbiamo invece mirare a una maggiore disciplina. La sanzione dovrebbe essere un deterrente mentre il sopralluogo dovrebbe essere, oltre al momento dell’accertamento, anche un’occasione di formazione e di confronto fra l’organo di controllo e l’impresa.

In una nota avete detto che le ultime politiche “hanno portato ad assumere, presso gli organi deputati alla vigilanza, personale senza alcuna conoscenza certificata della sicurezza”. A chi vi riferite?
All’Ispettorato nazionale del lavoro un anno fa sono entrati per concorso laureati generici senza competenze specifiche, ai quali, dopo la selezione, l’Ispettorato ha impartito un corso di poche settimane. Questo non può e non deve essere sufficiente. Quando sono richiesti accertamenti complessi, che richiedono tempo e analisi approfondite, non ci si può accontentare di una semplice verifica della presenza o assenza di documentazione. Si deve invece entrare nel dettaglio dei processi di valutazione e gestione del rischio, analizzare i processi organizzativi, verificare la conformità delle macchine, delle attrezzature, dei dispositivi di protezione individuale e così via. Tali compiti implicano una responsabilità significativa per chi li esegue, verso i soggetti la cui salute deve essere preservata. Di sicuro, in questo modo, sono aumentati i controlli che oggi, sulla base della modifica all’articolo 13 del decreto legislativo 81 del 2008, sono fatti anche dall’Ispettorato del lavoro senza però la garanzia di possedere le stesse competenze che le Asl e i professionisti che in tali servizi operano, già dal 1978 con l’istituzione del Servizio sanitario nazionale, dato che la sicurezza sul lavoro è un problema di salute.

A Firenze c’erano molte ditte in subappalto. Ciò è la normalità nei cantieri?
Il problema non sono tanto i subappalti, quanto la loro estremizzazione o il numero delle imprese che possono essere al contempo presenti. Un problema riguarda la corretta valutazione delle interferenze in un cantiere, che deve essere coordinata dall’impresa principale, quella committente, con le imprese esecutrici. L’organo di vigilanza fa la verifica della gestione delle possibili interferenze, cioè i rischi che ciascuna impresa può provocare su un’altra. Per fare un esempio, un elettricista porta un rischio elettrico in un qualsiasi cantiere. Ogni impresa porta un rischio aggiuntivo nell’interferire con le altre. La valutazione delle interferenze viene controllata nei cantieri ma bisogna anche ricordare che un cantiere è dinamico e cambia di giorno in giorno.

Quanti sono i tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro in Italia
I tecnici della prevenzione, iscritti all’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche (Tsrm e Pstrp), sono 14mila. Accanto all’igiene e alla sicurezza nei luoghi di lavoro altri colleghi si specializzano nella protezione ambientale nella sanità pubblica e nella sicurezza alimentare. Il 45% è libero professionista o lavora nelle aziende private. È una professione richiesta: le aziende che assumono i tecnici della prevenzione come liberi professionisti scoprono una risorsa e capiscono che investire in salute e sicurezza sia un risparmio a medio e lungo termine anche dal punto di vista economico, oltre alla maggiore garanzia di sicurezza e salute dei lavoratori. Se ci fossero più incentivi, anche le piccole imprese capirebbero come investire in sicurezza sia una linea di ricchezza perché un infortunio costa molto all’azienda.

Avete elaborato delle proposte per il miglioramento del sistema salute e sicurezza sul lavoro che presenterete al governo.
A settembre scorso, abbiamo presentato a Rimini, all’interno del terzo Congresso nazionale della Federazione nazionale degli ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, un documento di posizionamento pubblico in cui elenchiamo 11 punti che vogliono essere di partenza. Ci basiamo sul fatto che quando si parla di salute e sicurezza si dovrebbe parlare di sinergia dal punto di vista economico e sociale fra più sistemi. La nostra Costituzione riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto: tra queste condizioni è essenziale la garanzia di salute dei lavoratori. Anche per questo, la sicurezza sul lavoro è una questione di salute.

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Assicurazioni auto RCA, incidenti in calo ma tariffe in rialzo: interviene lo ‘Sportello del Cittadino’

Aumenti tariffari RcAuto. Lo “Sportello dei Diritti”: i sinistri diminuiscono, quindi è tutta colpa delle compagnie. Ivass e Antitrust intervengano sulle “perizie fatte in casa” e da incompetenti e sul brokeraggio delle riparazioni. Noi pronti agli esposti.

La patata bollente degli aumenti tariffari RCAuto arriva sul tavolo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy forse troppo tardi nonostante i ripetuti avvertimenti dello Sportello dei Diritti” e di alcune associazioni di categoria, in particolare, di Federcarrozzieri e di Aiped (Associazione italiana periti estimatori danni) che se fossero state ascoltate in tempo da chi dovrebbe vigilare, su tutti Ivass (l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), Antitrust e proprio il dicastero di competenza, non avrebbe conosciuto rincari pari al 7,1 % al novembre 2023, rispetto a novembre dell’anno precedente.

Prezzi ben oltre il tasso d’inflazione e ben più alti rispetto alle medie europee, oltre il 27 % in più rispetto all’area comune, che perciò appaiono ancor più inaccettabili anche alla luce delle denunce apparse nei mesi scorsi sulle nuove modalità di gestione dei sinistri da parte delle assicurazioni.

Perché a parere dello Sportello dei Diritti”, anche per l’ultra quarantennale esperienza del suo presidente Giovanni D’Agata, funzionario nei servizi sinistri di primario gruppo multinazionale operante con una grande quota di mercato nel panorama nazionale dell’RcAuto, la causa prima dei rialzi sta nella scellerata scelta da parte di numerose compagnie di affidarsi per la stima dei danni a quelle che in un comunicato apparso qualche mese fa definivamo, non a caso, perizie “fatte in casa” nate nel periodo d’emergenza da “Covid – 19” o anche quelle svolte da rider.

Si, i fattorini delle perizie. Le prime si svolgono a mezzo app o videoperizie da remoto a mezzo delle quali è il danneggiato stesso a fotografare o videoriprendere il proprio veicolo e a trasmetterne i contenuti digitali alle compagnie o società all’uopo dedicate.

Le seconde, a mezzo di veri e propri fattorini “sottopagati”, non iscritti al Ruolo Nazionale Periti Assicurativi, che, come gli addetti delle consegne a domicilio, si recano sul posto allo scopo di effettuare fotografie dei veicoli danneggiati o da verificare.

L’ultima, sciagurata strategia, ma forse la più ingannevole, è quella d’indirizzare gli assicurati – tramite dei veri e propri broker e, quindi, con l’inevitabile richiesta di costi d’intermediazione che vanno a ricadere sui premi – presso strutture riparative convenzionate comunicando capziosamente che le officine sarebbero incaricate di svolgere la quantificazione dei danni.

Insomma, delle trovate per abbattere i costi delle perizie ma, che alla fine, vanno a svantaggio della qualità di un servizio indispensabile nel sistema del RCAuto: ossia la stima e il controllo e la valutazione dei danni che fa la differenza sul costo medio dei sinistri e sulla possibilità di sventare i tentativi di frode.

Tutte prassi che però sono illecite in quanto, com’è noto e come ricordato in un recente comunicato dell’AIPED “Associazione Italiana Periti Estimatori Danni), “l’attività peritale è disciplinata dagli art. 156, 157 e 158 del Codice delle Assicurazioni Private.

Tali norme prevedono che l’accertamento e la stima dei danni alle cose derivanti dalla circolazione costituiscono attività professionale riservata agli iscritti al RNPA (ndr Ruolo Nazionale Periti Assicurativi) e come tale non possono essere svolte che da persone fisiche e non da società alle quali è inibita l’iscrizione al ruolo Consap.

Ed allora, Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti”, si chiede perché sinora non siano ancora intervenuti gli organi di vigilanza, su tutti Ivass e Antitrust, a verificare la legittimità di queste pratiche e se tra le compagnie vi sia un’intesa, più o meno tacita, volta a legittimarle.

L’unica certezza è che in questo clima d’incertezza e nell’inerzia delle autority a pagarne siano i consumatori e tutto un mercato che sta vivendo la palpabile conseguenza di aumenti tariffari che non appaio giustificati da alcun ulteriore indice economico.

Proprio per tali ragioni, la nostra associazione sta depositando esposti ai due organi di vigilanza affinché si faccia luce su queste prassi affinchè ne controllino la correttezza e la corrispondenza alle leggi vigenti anche di mercato”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Incidenti sul lavoro, troppi morti; Giordano (Ugl Matera): ‘É una piaga sociale che richiede azioni urgenti’

Il corpo dell’ultimo disperso nel cantiere di via Mariti a Firenze è stato recuperato dai vigili del fuoco, affidato all’autorità giudiziaria per l’identificazione e il riconoscimento nell’istituto di Medicina legale dove ci sono le salme degli altri quattro lavoratori deceduti nel crollo del 16 febbraio.

Questa tragedia riaccende i riflettori sul tema della sicurezza sul lavoro.

L’Italia secondo gli ultimi dati Inail, non può consolarsi: le cifre nel rapporto riferiti al 2023 affermano che, prosegue ininterrottamente la strage sui luoghi di lavoro, una piaga sociale che uccide lavoratori e che distrugge le famiglie”.

Lo dichiara con immensa tristezza Pino Giordano, Segretario Provinciale dell’Ugl Matera, dopo il recupero del V° operaio morto nel cantiere di un supermercato in costruzione a Firenze.

Per Ugl Matera “il nostro territorio lucano è in zona rossa per incidenza di incidenti sul lavoro di circa il 30% rispetto alla media nazionale relativamente al 2023. Una enumerazione che non è per niente ammissibile. La scarsa o inesistente attenzione al tema della sicurezza sul lavoro, che viene messa in atto in ogni singola attività lavorativa, è un tratto comune che lega la maggioranza dei casi.

Come sindacato – prosegue Giordano – riteniamo che vada intensificato il lavoro fra istituzioni, parti sociali e datoriali per definire le proposte volte a implementare gli investimenti sulla sicurezza, rafforzare le norme di contrasto al caporalato e al lavoro nero, potenziare il coordinamento delle banche dati e degli organi di vigilanza e aumentare l’organico del personale ispettivo indispensabile per effettuare i controlli a 360°.

O non si rispettano le norme e i protocolli o questi non ci sono. In entrambi i casi non si può parlare di fatalità. Di fronte a questi numeri che la nostra provincia registra è intollerabile parlare di tragica fatalità: a tutti noi italiani –aggiunge Giordano – il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci dà insegnamento sostenendo che, le morti sul lavoro siano un oltraggio alla convivenza civile, e per l’Ugl Matera è così.

Da anni attraverso manifestazioni e mobilitazioni, l’Ugl porta all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni il drammatico fenomeno delle cosiddette ‘morti bianche’ e per dire basta infortuni mortali sul lavoro.

Il tema della sicurezza – conclude Giordano –  deve continuare ad essere sempre al centro dell’agenda politica e rappresentare la priorità in un Paese che fonda la propria Costituzione sul diritto al lavoro”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Polizia Stradale, 2023: bilancio anomalo: diminuiscono gli incidenti, ma aumentano le infrazioni

Il 2023 si è rivelato un anno di impegno costante per la Polizia Stradale, con un aumento del 2% delle pattuglie rispetto al 2022.

Le attività di controllo hanno coinvolto 1.934.385 persone, segnando un aumento significativo rispetto all’anno precedente.

Nel 2023, controlli più rigorosi della Polizia Stradale riducono gli incidenti, ma aumentano le violazioni del Codice stradale.
Polizia Stradale, bilancio 2023: incidenti in calo, vittime e feriti ridotti
Un dato positivo emerge analizzando gli incidenti stradali: da gennaio a dicembre 2023, sono stati rilevati 609 incidenti in meno rispetto al 2022, con una diminuzione complessiva del 1.3%.
Gli episodi mortali sono scesi a 449 rispetto ai 521 dell’anno precedente, rappresentando un calo del 13.8%. Inoltre, le vittime e i feriti sono diminuiti rispettivamente del 17.1% e del 2.7%.
Tuttavia, c’è un lato negativo in questo bilancio. Le infrazioni rilevate sono aumentate del 26%, raggiungendo la cifra di 1.791.320. In particolare, le violazioni per eccesso di velocità hanno quasi raddoppiato, registrando un preoccupante aumento del 75%. Le multe comminate sono salite, insieme ai punti patente decurtati, che hanno toccato i tre milioni, quasi un milione in più rispetto al 2022.
Intensificazione dei controlli: autoscuole e officine nel mirino
La Polizia Stradale non si è limitata ai controlli sulle strade, ma ha esteso la sua attività alle autoscuole e alle officine. Nel periodo fino al 30 novembre 2023, sono state controllate numerose strutture, rilevando quasi duemila infrazioni, di cui 132 di carattere penale.
Oltre ai controlli e alle sanzioni, la Polizia Stradale ha svolto un ruolo attivo nella prevenzione e comunicazione. Con oltre 200.000 ragazzi coinvolti in attività formative, la Polizia stradale ha cercato di aumentare la consapevolezza sui pericoli legati a comportamenti di guida imprudenti. Iniziative come IcaroBiciscuolaChirone e molte altre hanno contribuito a promuovere la cultura della legalità e la sicurezza stradale.
Il bilancio del 2023 della Polizia Stradale presenta una realtà contrastante: da un lato, la riduzione degli incidenti e delle vittime rappresenta un successo, mentre dall’altro, l’aumento delle infrazioni per eccesso di velocità solleva preoccupazioni sulla sicurezza stradale. Un equilibrio delicato che richiede ulteriori sforzi per garantire la sicurezza sulle strade del Paese.

(Christian Luca Di Benedetto – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Caserta. Cisal, ‘must’ per il 2024: contrasto a incidenti sul lavoro e discriminazione di genere

Il prossimo anno ci vedrà militarmente impegnati nel contrasto agli incidenti sul lavoro ed alla discriminazione di genere“.

E’ quanto ha dichiarato questa mattina il Segretario della Cisal Caserta Ferdinando Palumbo a margine di un incontro durante il quale il sindacato di Via Unità Italiana ha tracciato un bilancio dell’ultimo semestre.

Riguardo al fenomeno delle morti bianche la Campania aveva chiuso il 2022 con la media di un morto ogni 4 giorni” ha argomentato il sindacalista “media tristemente confermata nei primi nove mesi del 2023, quando sono stati registrati 57 decessi.

Per noi sarà determinante aprire qualsivoglia tavolo di trattativa portando quest’argomento all’ordine del giorno e ricercando il più ampio coinvolgimento delle forze sindacali, sociali e politiche poiché nessuna esclusione giova alla causa“.

Riflettori accesi anche sulla parità di genere.

Per Marianna Grande, responsabile alle pari opportunità, “non è un’utopia promuovere le cosiddette azioni positive anche nei comparti privati, nel contempo sarà determinante segnalare ai datori di lavoro sia in maniera palese che in forma anonima, col determinante ausilio delle strutture sindacali di riferimento, comportamenti sconvenienti, violenti o peggio ancora allusivi“.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

RUBRICA ACI A CURA DEL DIRETTORE MARINO PERRETTA: LE STIME SUGLI INCIDENTI NEL PRIMO SEMESTRE 2023 DI ACI-ISTAT

 

Stime ACI-ISTAT su incidenti stradali nel primo semestre 2023

16.11.2023

Incidenti 79.124 (-1%), morti 1.384 (-2,5%), feriti 106.493 (-0,9%)

Le stime ACI-ISTAT – relative ai primi sei mesi del 2023 – evidenziano, rispetto allo stesso periodo del 2022, una diminuzione molto limitata del numero degli incidenti stradali con lesioni a persone (79.124; -1,0%) e dei feriti (106.493; -0,9%), e una diminuzione più significativa delle vittime entro il trentesimo giorno (1.384, -2,5%).

In media, nei primi sei mesi del 2023, ogni giorno si sono verificati 437 incidenti, con 7,6 morti e 588 feriti.

Nel confronto con i primi sei mesi del 2019 – anno di riferimento per il decennio 2021-2030 per la sicurezza stradale – si rileva un calo del 5,4% degli incidenti stradali, del 9,0% dei feriti e del 9,8% dei morti. Nel confronto con il primo semestre 2022, le vittime diminuiscono soprattutto sulle autostrade (-9,7%), seguono le strade extraurbane (-3,3%) e le strade urbane (-0,1%).

Rispetto ai primi sei mesi del 2019, nel primo semestre 2023 le vittime diminuiscono in misura significativa, ancora, sulle autostrade (-24,1%) mentre sulle strade urbane ed extraurbane il calo è stimato pari al 7 e 9%.

Per quanto riguarda le percorrenze autostradali, il dato cumulato dei primi sei mesi del 2023, registra una crescita del 5,4% di veicoli/km percorsi sulla rete, rispetto allo stesso periodo temporale dello scorso anno.

Questo risultato è sostanzialmente riconducibile all’incremento delle percorrenze dei veicoli leggeri, la cui crescita rispetto al 2022, è stata del +7,1%, mentre i volumi per i veicoli pesanti hanno fatto registrare solo un lieve aumento (+0,6%).

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Attività di prevenzione e contestuale educazione alla guida sicura, per evitare gli incidenti stradali dovuti all’uso di alcool, droghe e distrazioni. – Questura di Roma

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La Polizia Stradale è impegnata in tutto il territorio nazionale in una corposa attività preventiva iniziata il 7 ottobre scorso e che si concluderà il 19 novembre, giornata in memoria delle vittime della strada. Compito della Polizia Stradale è, in particolare, quello di presidiare, nei fine settimana, le diverse province italiane insieme ai medici della Polizia di Stato con l’obiettivo di scoraggiare e prevenire la guida in stato di alterazione che continua a rappresentare una delle principali cause di incidentalità. Sul punto i dati Istat riferiti al 2022 evidenziano un andamento abbastanza piatto. In sostanza non si rileva una verticalizzazione verso il basso del dato numerico degli incidenti. Anche l’andamento per l’anno 2023 si conferma senza particolari variazioni.

L’Italia ha aderito al progetto mondiale ed europeo del dimezzamento del numero di morti entro il 2030 ed azzeramento nel 2050. In questa direzione sono orientati gli sforzi operativi della Polizia Stradale che guarda con particolare attenzione alle giovani generazioni. Relativamente a queste ultime un focus ha evidenziato che altra causa di incidentalità è la distrazione. Anche su questo fronte l’impegno della polizia stradale è alto e costante. Non a caso proprio ai giovani sarà dedicata la giornata conclusiva, in ciascuna provincia italiana, di questa campagna preventiva.

Il prossimo weekend il personale specializzato della Polizia Stradale di Roma sarà impegnato in controllo dedicati, anche a scopo educativo, in zona Ostiense. Analoghi servizi continueranno anche nelle prossime settimane.

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(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

RUBRICA ACI A CURA DEL DIRETTORE MARINO PERRETTA: RICERCA ACI-ISTAT SU INCIDENTI. MORTI E FERITI TORNANO A LIVELLI PRE PANDEMIA

ACI-ISTAT: incidenti, morti e feriti tornano a livelli pre-pandemia

10.10.2023

ACI-ISTAT: gli incidenti stradali 2022 nelle 107 province italiane

incidenti, morti e feriti tornano ai livelli pre-pandemia

165.889 INCIDENTI (454 al giorno) – 3.159 MORTI (8,7/g.) – 223.475 FERITI (612/g.)

 

VITTIME DELLA STRADA (Valori assoluti)

male: ROMA (+33), LATINA (+18), NOVARA E FOGGIA (+15)

bene: BRESCIA (-20), MODENA (-17), FORLI’-CESENA E VENEZIA (-16)

 

VITTIME DELLA STRADA (Percentuali)

male: ORISTANO (+180%), AOSTA (+150%), NOVARA (+79%)

BENE: VIBO VALENTIA (-67%), BIELLA (-63%), REGGIO CALABRIA E GORIZIA (-60%)

 

INDICE MORTALITÀ

più alto della media nazionale: MATERA, FOGGIA, NUORO, VERCELLI

più basso della media nazionale: SAVONA, PRATO, GENOVA, LA SPEZIA, MONZA BRIANZA, BIELLA, MILANO, GORIZIA

 

MOBILITÀ DOLCE

(Le differenze percentuali sono calcolate in rapporto al 2021)

MONOPATTINI: 2.929 INCIDENTI, 16 MORTI (+77,8%)

BICICLETTE: 15.981 INCIDENTI, 185 MORTI (-6,8%)

BICICLETTE ELETTRICHE: 1.113 INCIDENTI, 20 MORTI (+53,8%)

PEDONI: 18.384 INCIDENTI, 485 MORTI (+3%)

 

Nel 2022, sulle strade italiane, si sono registrati 165.889 incidenti con lesioni a persone (151.875 nel 2021, +9,2%; 172.183 nel 2019, -3,7%), che hanno causato 3.159 decessi (2.875 nel 2021, +9,9%; 3.173 nel 2019, -0,4%) e 223.475 feriti (204.728 nel 2021, +9,2%; 241.384 nel 2019, -7,4%). In media, rispettivamente, 454 incidenti, 8,7 morti e 612 feriti ogni giorno

Le statistiche provinciali – elaborate da ACI e Istat – mostrano un ritorno dell’incidentalità stradale ai livelli pre-pandemia del 2019.

Rispetto al 2019 – anno scelto come riferimento per l’obiettivo 2030 – 53 province su 107 hanno fatto registrare un aumento del numero dei morti sulle strade. In altre 53, invece, tale numero è diminuito. In una sola provincia (Lodi), infine, il numero dei morti è rimasto stabile.

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RUBRICA ACI A CURA DEL DIRETTORE MARINO PERRETTA: AUMENTANO INCIDENTI STRADALI NEL 2022 A CASERTA, SALGONO FERITI, 6 MORTI IN MENO RISPETTO AL 2021

 

Incidenti Stradali nella Provincia di Caserta nel 2022: Dati Preoccupanti

Nell’anno 2022, la Provincia di Caserta ha affrontato una situazione preoccupante in termini di incidenti stradali, morti e feriti. I dati, riportati comune per comune, mettono in evidenza la necessità di rafforzare ulteriormente la sicurezza stradale e promuovere una guida responsabile in tutta la provincia.

Incidenti e Vittime

Un totale di 1.375 incidenti stradali si sono verificati nel 2022, coinvolgendo varie tipologie di strade, dalla zona urbana alle autostrade. Questi incidenti hanno purtroppo causato gravi conseguenze per i residenti della provincia. I dati indicano che:

Nella provincia di Caserta, 47 persone hanno perso la vita a seguito di incidenti stradali nel 2022.
2.101 persone sono rimaste ferite, alcune delle quali in modo grave.
Questi numeri richiamano l’attenzione sulle necessità di implementare ulteriori misure di sicurezza stradale per ridurre il numero di incidenti e vittime sulle strade casertane.

Analisi dei Dati Comunali

Esaminando i dati per ciascun comune della provincia, emergono alcune situazioni particolarmente critiche:

Aversa ha registrato il numero più elevato di incidenti (80), insieme al maggior numero di morti (2) e feriti (101) nell’anno 2022. Questo sottolinea la necessità di rafforzare la sicurezza stradale in questa area densamente popolata.

Altri comuni, come Maddaloni e Marcianise, hanno registrato numeri significativi di incidenti, con rispettivamente 95 e 123 incidenti, e 1 morto ciascuno.

La città di Caserta, il capoluogo provinciale, ha registrato il numero più alto di incidenti (129) e il secondo numero più alto di morti (1) dopo Aversa. La sicurezza stradale in una città così popolata dovrebbe essere una priorità.

Alcuni comuni, invece, hanno registrato un basso numero di incidenti, ma è comunque essenziale mantenere elevati standard di sicurezza.

La sicurezza stradale è una questione di estrema importanza per tutta la provincia di Caserta, non solo per ridurre il numero di incidenti e vittime, ma anche per promuovere una migliore qualità della vita. Campagne di sensibilizzazione, rafforzamento delle misure di controllo e miglioramenti infrastrutturali sono alcune delle azioni che potrebbero contribuire a migliorare la situazione.

È responsabilità di tutti i cittadini e delle autorità locali lavorare insieme per garantire strade più sicure e prevenire futuri incidenti. La sicurezza stradale dovrebbe essere una priorità costante per proteggere la vita e il benessere di tutti i residenti della provincia di Caserta.


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Polizia di Stato: attività di prevenzione, e contestuale educazione alla guida sicura, degli incidenti stradali dovuti all’uso di alcool, droghe e distrazioni – Questura di Catanzaro

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Ha preso avvio nel fine settimana appena trascorso la campagna di prevenzione sulla sicurezza alla guida di veicoli promossa dalla Polizia Stradale su tutto il territorio nazionale che si protrarrà fino al prossimo 19 novembre, giornata in memoria delle vittime della strada.

In questa prima fase, sono state 23 le province interessate e, tra queste Catanzaro, dove nella notte tra il 6 e 7 ottobre sono state impegnate 3 pattuglie della Polizia Stradale unitamente a personale dell’Ufficio Provinciale Sanitario della Questura.

L’attività è stata coadiuvata anche da personale del locale Compartimento ANAS che ha provveduto a creare un restringimento di carreggiata all’altezza del posto di controllo garantendo agli utenti in transito ed agli operatori impegnati di operare in assoluta sicurezza.

In particolare, i servizi di controllo che si sono svolti su un tratto della Strada Statale 106 ricadente nel territorio provinciale, sono stati particolarmente orientati alla verifica delle condizioni psicofisiche dei conducenti di veicoli, alterate dall’uso di sostanze stupefacenti, psicotrope o sotto l’influenza di bevande alcoliche.

Complessivamente sono stati controllati 30 veicoli, identificate 56 persone, delle quali 31 sottoposte a controllo precursori sostanze alcoliche e droga.

Prosegue intenso l’impegno della Polizia Stradale con l’obiettivo di scoraggiare e prevenire la guida in stato di alterazione che continua a rappresentare una delle principali cause di incidentalità.


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Attività di prevenzione, e contestuale educazione alla guida sicura, degli incidenti stradali dovuti all’uso di alcool, droghe e distrazioni. – Questura di Ravenna

Da oggi e per i prossimi 5 fine settimana la Polizia Stradale sarà impegnata in tutto il territorio nazionale in una corposa attività preventiva che si concluderà il 19 novembre giornata in memoria delle vittime della strada. In particolare, la Polizia Stradale presidierà le diverse province italiane insieme ai medici della Polizia di Stato con l’obiettivo di scoraggiare e prevenire la guida in stato di alterazione che continua a rappresentare una delle principali cause di incidentalità. Sul punto i dati Istat riferiti al 2022 evidenziano un andamento abbastanza piatto. In sostanza non si rileva una verticalizzazione verso il basso del dato numerico degli incidenti. Anche l’andamento per l’anno 2023 si conferma senza particolari variazioni.

L’Italia ha aderito al progetto mondiale ed europeo del dimezzamento del numero di morti entro il 2030 ed azzeramento nel 2050. In questa direzione sono orientati gli sforzi operativi della Polizia Stradale che guarda con particolare attenzione alle giovani generazioni. Relativamente a queste ultime un focus ha evidenziato che altra causa di incidentalità è la distrazione. Anche su questo fronte l’impegno della polizia stradale è alto e costante. Non a caso proprio ai giovani sarà dedicata la giornata conclusiva, in ciascuna provincia italiana, di questa campagna preventiva.


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ATTIVITÀ DI PREVENZIONE, E CONTESTUALE EDUCAZIONE ALLA GUIDA SICURA, DEGLI INCIDENTI STRADALI DOVUTI ALL’USO DI ALCOOL, DROGHE E DISTRAZIONI IL PUNTO DEL DIRETTORE CENTRALE DEL SERVIZIO POLIZIA STRADALE DR F. MASTRAPASQUA – Questura di Lecco

Controlli

Da domani e per i prossimi 5 fine settimana la Polizia Stradale sarà impegnata in tutto il territorio nazionale in una corposa attività preventiva che si concluderà il 19 novembre giornata in memoria delle vittime della strada. In particolare, la Polizia Stradale presidierà le diverse province italiane insieme ai medici della Polizia di Stato con l’obiettivo di scoraggiare e prevenire la guida in stato di alterazione che continua a rappresentare una delle principali cause di incidentalità. Sul punto i dati Istat riferiti al 2022 evidenziano un andamento abbastanza piatto. In sostanza non si rileva una verticalizzazione verso il basso del dato numerico degli incidenti. Anche l’andamento per l’anno 2023 si conferma senza particolari variazioni.

L’Italia ha aderito al progetto mondiale ed europeo del dimezzamento del numero di morti entro il 2030 ed azzeramento nel 2050. In questa direzione sono orientati gli sforzi operativi della Polizia Stradale che guarda con particolare attenzione alle giovani generazioni. Relativamente a queste ultime un focus ha evidenziato che altra causa di incidentalità è la distrazione. Anche su questo fronte l’impegno della polizia stradale è alto e costante. Non a caso proprio ai giovani sarà dedicata la giornata conclusiva, in ciascuna provincia italiana, di questa campagna preventiva.

Di seguito il link con il video della campagna di prevenzione:

https://www.poliziadistato.it/pressarea/Share/link/6fcc8ed2-6431-11ee-a305-736d736f6674


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