• Esselunga, la catena di supermercati, è sott’indagini per false fatture e falsi contratti d’appalto per la manodopera per un totale di 221 milioni di euro. Di ieri il sequestro preventivo di 48 milioni.
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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)
Entro 5 gg ci saranno gli interrogatori di garanzia alla presenza dei difensori –
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I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Santa Maria C.V., su richiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di un assessore del Comune di Caserta, due Dirigenti ed un dipendente dello stesso Comune oltre ad un imprenditore operante nella provincia di Caserta, indagati per | reati di corruzione e falsità in atti pubblici.
Il citato provvedimento cautelare riflette gli esiti di un’attività investigativa coordinata dalla Procura Sammaritana e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta e ha censito — nella fase delle indagini preliminari – un quadro caratterizzato da condotte delittuose che avrebbero alterato o turbato il normale e lecito andamento degli affidamenti di lavori pubblici del Comune di Caserta.
L’indagine ha consentito, altresì, di accertare (in fase meramente investigativa e in assenza di contraddittorio) un grave quadro indiziario in ordine agli affidamenti dei lavori pubblici del citato Comune.
Durante tutto l’arco temporale in cui gli indagati sono stati monitorati si è assistito a collusioni finalizzate a indirizzare l’esecuzione e la gestione di affidamenti di lavori in cambio di promesse o dazioni di utilità.
Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli odierni indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva e che la misura cautelare è stata adottata senza il contraddittorio ,che avverrà innanzi al Giudice che potrà anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli indagati.
Il contenuto dell’indagine, illustrato nel corso di conferenza stampa tenuta alle ore 9 di giovedì 13 giugno presso gli Uffici della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, sarà oggetti di ulteriore comunicato.
Per accedere a un video della brillante operazione giudiziaria, cliccare sulla foto oppure sul seguente link:
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(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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All’esito di un’attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Aversa hanno dato esecuzione a due ordinanze emesse dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta di questa Procura.
In particolare, la prima ordinanza dispone la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di F.A., G.A., G.B., G.R.; la misura degli arresti domiciliari per G.B. e P.G. e l’obbligo di dimora nei confronti di G.L..
La seconda ordinanza, invece, dispone l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per S.G. e G.B. – tutti cittadini italiani tra i 26 e i 55 anni di età.
L’attività investigativa ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti delle persone sottoposte alle indagini in ordine alla costituzione e partecipazione ad un’associazione a delinquere composta da otto persone e finalizzata alla commissione di un numero indefinito di reati contro il patrimonio, in particolare furti aggravati ai danni di apparecchi destinati alle telecomunicazioni e ricettazione, alcuni di questi commessi evadendo dagli arresti domiciliari.
La complessa attività d’indagine veniva avviata in seguito ai numerosi furti di cavi di rame verificatisi nella provincia di Caserta, tra i mesi di febbraio e agosto 2023, ai danni degli apparati di trasmissione di proprietà delle compagnie telefoniche e, in particolare, dei moduli RRU (Radio Remote Unit), installati presso le antenne degli operatori presenti sul territorio, con danni di decine di migliaia di euro per le aziende e di numerosi disservizi per l’utenza.
Le investigazioni, condotte attraverso le intercettazioni telefoniche, i servizi di osservazione, controllo e pedinamento, le analisi dei tracciati gps e la visione delle immagini dei sistemi di sorveglianza pubblici e privati, hanno consentito di raccogliere gravi elementi di colpevolezza nei confronti delle persone sottoposte alle indagini e indiziate di appartenere al gruppo criminale, nonché di raccogliere un grave quadro indiziario circa la loro partecipazione ai furti dei cavi di rame e di componenti elettronici sottratti agli apparati RRU.
II prosieguo dell’attività di indagine ha permesso di raccogliere gravi elementi circa l’esistenza di un accordo criminale tra i destinatari delle misure, i quali sono indiziati di essersi dotati di un proprio sistema organizzativo e di divisione dei ruoli, che gli ha consentito di raggiungere una notevole capacità criminale, considerato l’elevato numero di furti portati a termine.
Le indagini consentivano, inoltre, di raccogliere gravi indizi riguardo alla partecipazione ai furti di alcuni degli indagati i quali, nonostante fossero ristretti agli arresti domiciliari, più volte evadevano per prendere parte alle attività criminali del gruppo.
In data odierna, all’atto dell’esecuzione dei provvedimenti, in un terreno di proprietà di uno degli indagati – successivamente sottoposto a sequestro – sono stati rinvenuti pezzi di RRU in fase di semilavorazione.
Inoltre, presso l’abitazione di un altro indagato, sono stati rinvenuti oltre 30 Kg di TLE; pertanto si è proceduto ad autonomo arresto anche per tale titolo di reato.
Per video della brillante operazione giudiziaria, cliccare sulla foto oppure sul seguente link: [video_player file=”https://www.teleradio-news.it/wp-content/uploads/2024/03/Video-Operazione-Aversa-Logo-19032024-1.mp4″]https://www.teleradio-news.it/wp-content/uploads/2024/03/Video-Operazione-Aversa-Logo-19032024-1.mp4
(PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il Tribunale di Napoli Nord, IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA Dott.ssa Maria Antonietta Troncone – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
Continuano in maniera serrata i servizi antidroga da parte dei carabinieri della Compagnia di Caserta nei pressi della villetta comunale di San Nicola la Strada, alle porte della città di Caserta.
I Carabinieri della Stazione di San Nicola la Strada, nella tarda serata di lunedì, hanno sorpreso e bloccato in largo rotonda tre gambiani di età compresa tra i 25 e i 31 anni, mentre stavano cedendo hashish ad alcuni avventori.
Il blitz dei carabinieri è scattato dopo pochi minuti di osservazione dei tre pusher, di cui due impegnati anche nell’attività di vedetta e indirizzamento degli acquirenti, ai quali, con movimenti rapidi e sincronizzati, previa corresponsione di denaro, consegnavano alcune dosi di hashish.
I gambiani, che non si erano accorti della presenza dei militari, sono stati sorpresi dal loro arrivo e, in quel frangente, uno di loro ha cercato di scappare a piedi venendo però rincorso e bloccato dopo un centinaio di metri. Durante la fuga l’uomo ha tentato di disfarsi, lasciandole cadere sull’erba, di alcune banconote da 10 euro provento dell’attività di spaccio.
Tutti e tre i fermati, già noti alle forze dell’ordine, sono stati bloccati e accompagnati in caserma dove sono stati arrestati. Dopo le formalità di rito sono stati tradotti presso la casa circondariale di Santa maria Capua Vetere. Dovranno rispondere di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.
Durante il servizio sono stati identificati anche tre giovani acquirenti, subito segnalati alla Prefettura di Caserta per le relative violazioni amministrative. Le dosi di hashish acquistate dagli stessi, per un totale di circa 6 grammi, sono state recuperate e sottoposte a sequestro.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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La Polizia di Stato in osservanza ai servizi disposti dal Questore Lucio Pennella ha intensificato durante la settimana i controlli preventivi sia in cento città che nelle località rivierasche ancora oggi affollate di turisti.
In particolare, con l’ausilio di pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine Emilia Romagna Orientale di Bologna, le Volanti hanno setacciato la zona dei giardini Speyer e stazione ferroviaria ove sono state identificate 350 persone e controllati n. 73 veicoli.
L’Ufficio Immigrazione è stato interessato per le verifiche dei presupposti di permanenza sul territorio nazionale, emanando 4 provvedimenti di espulsione nei confronti di altrettanti cittadini stranieri non aventi titolo.
Inoltre, il personale della Polizia di Stato è prontamente intervenuto presso uno stabilimento balneare, su richiesta di due ragazze, identificando e denunciando all’Autorità Giudiziaria un uomo che molestava le stesse con atteggiamenti inopportuni e riprendendole con il proprio cellulare. Allo stesso, in evidente stato di ubriachezza, è stata contestata anche la relativa violazione amministrativa e, in ragione della sua pericolosità il Questore ha emesso la misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno dal Comune di Ravenna.
Ancora, nella mattinata di venerdì è stata arrestata una 38enne con vari precedenti per reati contro il patrimonio che è stata fermata su richiesta dei titolari di un supermercato, dopo aver tentato di asportare varia merce, in specie le testine di ricambio degli spazzolini elettrici, per un valore di circa 250 euro, mentre nello stesso pomeriggio è stato controllato e deferito all’autorità Giudiziaria per possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso, un uomo che, a bordo di una bicicletta si aggirava con fare sospetto tra le numerose altre biciclette in sosta in questa piazza Anita Garibaldi, procedendo al sequestro di ben 15 attrezzi da scasso custoditi in una borsa di tela.
(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
Proseguono a Ravenna servizi mirati straordinari di vigilanza e controllo predisposti dal Questore di Ravenna, Lucio Pennella, presso la stazione ferroviaria, le aree adiacenti a viale Farini e la zona dei giardini Speyer al fine di prevenire e contrastare i reati predatori ed il crimine diffuso.
Coinvolti in tale intensificazione del controllo del territorio equipaggi della Sezione Volanti, pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Bologna e della Squadra Mobile nonché un team di cinofili con cane antidroga.
Le attività, negli ultimi due mesi, hanno portato all’identificazione di ben 500 persone, a 10 denunce in stato di libertà per reati contro il patrimonio, nonché all’emissione di due decreti di espulsione con accompagnamento alla frontiera nei confronti di cittadini extracomunitari irregolari sul territorio nazionale e dediti alla commissione di reati.
Estrema attenzione è stata rivolta al fenomeno del consumo di droghe sempre più diffuso tra i giovani. A tal riguardo sono stati sequestrati 2 etti di hashish e sanzionati diversi trasgressori per l’illecita detenzione ad uso personale di sostanze stupefacenti.
Sono stati effettuati numerosi controlli di veicoli, circa 200, sia su strada che dinamici; lo scopo è quello di verificare la regolare copertura assicurativa, nonché la liceità del mezzo in uso e la legittimità della merce detenuta.
Nella giornata di mercoledì è stato tratto in arresto un cittadino italiano molesto ed in forte stato di alterazione alcolica, resosi responsabile del delitto di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.
Negli ultimi giorni, inoltre, è stato emessa dal Questore la misura di prevenzione personale del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel Comune di Ravenna per un periodo di tre anni nei confronti di un soggetto deferito all’autorità giudiziaria per reati contro la persona. Provvedimento di fondamentale importanza quest’ultimo per impedire la compromissione della sicurezza urbana a coloro che in determinati luoghi sono abitualmente dediti a traffici delittuosi.
L’obiettivo primario di tali attività è il contrasto di qualsivoglia fenomeno di illegalità e degrado, nonché il conseguente innalzamento del livello di sicurezza pubblica al fine di garantire la vivibilità e il decoro della città, mediante la costante presenza della Polizia di Stato al servizio della comunità.
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Nei giorni scorsi personale della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Vigevano ha dato esecuzione a due ordini di carcerazione.
Nello specifico venerdì 7 luglio Z.A. cittadino italiano di 48 anni, è stato tratto in arresto in esecuzione ad ordinanza di carcerazione emessa dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Pavia, con la quale veniva disposta la condanna definitiva residua ad anni 3 e mesi 6 di reclusione per reati rapina, porto abusivo di armi e lesioni personali, commessi nell’anno 2019. Considerato che i reati per cui si è proceduto sono ostativi alla concessione di misure alternative alla detenzione, al termine delle formalità di rito il soggetto è stato tradotto presso la Casa di Reclusione di Vigevano.
Il giorno seguente, sabato 8 luglio, è stato tratto in arresto K.A.M.A, cittadino egiziano di anni 26, rintracciato presso il abitato di Vigevano. L’arresto è stato eseguito in esecuzione ad Ordinanza di carcerazione emessa dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Pavia, con la quale veniva disposta la condanna definitiva residua di anni 2 e mesi 1 e giorni 29 di reclusione per i reati estorsione, violenza privata, rapina e porto abusivo di armi, commessi nell’anno 2022. Anche in questo caso i reati per cui si è proceduto sono risultati ostativi alla concessione di misure alternative alla detenzione, pertanto al termine delle formalità di rito il soggetto è stato anch’esso tradotto presso la Casa di Reclusione di Vigevano.
Nei giorni scorsi personale della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Vigevano ha dato esecuzione a due ordini di carcerazione.
Nello specifico venerdì 7 luglio Z.A. cittadino italiano di 48 anni, è stato tratto in arresto in esecuzione ad ordinanza di carcerazione emessa dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Pavia, con la quale veniva disposta la condanna definitiva residua ad anni 3 e mesi 6 di reclusione per reati rapina, porto abusivo di armi e lesioni personali, commessi nell’anno 2019. Considerato che i reati per cui si è proceduto sono ostativi alla concessione di misure alternative alla detenzione, al termine delle formalità di rito il soggetto è stato tradotto presso la Casa di Reclusione di Vigevano.
Il giorno seguente, sabato 8 luglio, è stato tratto in arresto K.A.M.A, cittadino egiziano di anni 26, rintracciato presso il abitato di Vigevano. L’arresto è stato eseguito in esecuzione ad Ordinanza di carcerazione emessa dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Pavia, con la quale veniva disposta la condanna definitiva residua di anni 2 e mesi 1 e giorni 29 di reclusione per i reati estorsione, violenza privata, rapina e porto abusivo di armi, commessi nell’anno 2022. Anche in questo caso i reati per cui si è proceduto sono risultati ostativi alla concessione di misure alternative alla detenzione, pertanto al termine delle formalità di rito il soggetto è stato anch’esso tradotto presso la Casa di Reclusione di Vigevano.
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Una nuova serie di interventi da parte della Polizia di Stato volti al contrasto dei reati predatori: 2 arresti in flagranza e un fermo di polizia giudiziaria.
Ha tentato la fuga in ascensore ma, aperte le porte al piano terra, ha scoperto i poliziotti che lo stavano aspettando: un tunisino 36enne è stato così arrestato dagli agenti della Squadra Volanti e del Distretto Aurelio. Il ragazzo, vistosi scoperto, ha provato a spintonare i poliziotti per darsi alla fuga ma è stato bloccato nell’androne del condominio. L’uomo è stato immediatamente riconosciuto dalle vittime e, nelle sue tasche, è stata ritrovata la refurtiva appartenuta ad una turista straniera che, in quel momento, dimorava presso un B&b all’interno della palazzina, in via M. Bragadin.
In zona Tor Marancia 2 addetti ad un supermercato di via A. Ambrosini hanno individuato un uomo che, nascosto tra le pedane del magazzino, aveva a tracolla un borsone con della probabile refurtiva. Si sono quindi precipitati nel locale e, dopo una colluttazione con calci e pugni, sono riusciti a bloccarlo fino all’arrivo degli agenti dell’VIII Distretto Tor Carbone, che hanno provveduto ad arrestare il 22enne di origine romene.
“Sbrigate a damme l’incasso e na siringa, calcola che in tasca c’ho na pistola, altrimenti ve sparo”, così si è rivolto al farmacista un 42enne romano che, in via delle Palme, zona Centocelle, ha tentato di “svuotare” la cassa dell’esercizio. Fuggito, è stato presto rintracciato dagli agenti del Reparto Volanti mentre tentava di nascondersi dietro la vegetazione di una via limitrofa. I poliziotti intervenuti lo hanno riconosciuto grazie alle descrizioni dei testimoni ed alle immagini della farmacia e lo hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto. A seguito di perquisizione personale non è stata trovata nessuna arma.
Ad ogni modo gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
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Nella giornata dell’1 luglio scorso, i poliziotti del Commissariato di P.S. di Milazzo hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Barcellona Pozzo di Gotto, con la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti di un uomo incensurato di trentasei anni residente a Barcellona Pozzo di Gotto. Il predetto è ritenuto presunto responsabile del delitto di maltrattamenti nei confronti della moglie, con l’aggravante di aver commesso il fatto alla presenza della figlia minore della coppia, nel territorio di Barcellona e di Milazzo, con condotte iniziate nel mese di agosto del 2021 e reiteratesi fino ai giorni nostri.
La misura scaturisce da serrate indagini espletate dal personale del Commissariato, sotto le direttive della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, che permettevano di acclarare, con puntuali riscontri, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dell’odierno arrestato, in ordine a numerose e reiterate condotte vessatorie consistenti in minacce di morte e ingiurie, poste in essere sia in presenza che attraverso numerose telefonate con le quali chiedeva informazioni sui suoi spostamenti. L’uomo, inoltre, poneva in essere nei confronti della moglie anche aggressioni fisiche, consistite in pugni, schiaffi e calci alle costole, interrotte solo grazie all’intervento di terze persone.
Le condotte maltrattanti avvenivano sia durante la convivenza che dopo la fine della relazione, con il preciso fine, in questa ultima circostanza, di impedire alla donna il normale svolgimento delle sue relazioni personali. L’ultima condotta offensiva e violenta si verificava in pubblico, pochi giorni prima dell’emissione della misura de qua.
In particolare, secondo quanto emerso dalle prime ricostruzioni, la donna sarebbe stata aggredita fisicamente, per futili motivi, anche alla presenza della figlia piccola e di amici della coppia. Nel corso dell’attività espletata, sono state sentite persone informate sui fatti che hanno permesso di riscontrare la narrazione dei gravi fatti resa dalla vittima.
Dopo le formalità di rito, gli agenti del Commissariato di Milazzo hanno pertanto condotto il trentaseienne presso l’abitazione della madre a Barcellona Pozzo di Gotto, ove è stato posto ai domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria procedente.
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Nella prima mattina di giovedì 22 giugno, la Polizia di Stato ha eseguito 27 ordinanze di custodia cautelare in carcere, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna – Direzione Distrettuale Antimafia – a carico di soggetti residenti in Italia e all’estero. Nel medesimo contesto operativo sono state effettuate perquisizioni ed eseguiti sequestri patrimoniali di appartamenti e denaro. Contemporaneamente, in Belgio, Germania e Olanda, sono stati eseguite ulteriori perquisizione e arresti. L’operazione, svolta congiuntamente tra Forze di Polizia e Magistrature di sei Paesi membri dell’Unione Europea, sotto il coordinamento di Europol e di Eurojust, ha smantellato più reti criminali composte prevalentemente da soggetti di origine albanesi, responsabili di aver importato sul continente e distribuito decine di quintali di cocaina per anni, avvalendosi di aziende del settore dell’autotrasporto operanti anche in Romagna.Le indagini sono state condotte dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e delle Squadre Mobili delle Questure di Forlì e Modena che, a seguito del monitoraggio di un italiano dedito al commercio di stupefacenti, dimorante a Forlì, hanno ricostruito un’estesa e ramificata rete di trafficanti di cocaina e hashish, in grado di importare dal Belgio e dalla Spagna, avvalendosi di veicoli appositamente modificati, quintali di droga, poi distribuita a fornitori di livello intermedio dimoranti nel nord e nel centro Italia.Dalle indagini, coordinate inizialmente dalla Procura di Forlì, è emerso, infatti, che il cittadino italiano era in affari con due soci albanesi nel trasporto in Europa di ingenti quantità di cocaina, mediante l’utilizzo di una società forlivese di logistica.Il Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato Prefetto Francesco Messina ha dichiarato: “Un’indagine complessa, durata quasi tre anni, condotta in diverse parti del territorio nazionale e anche all’estero, che ha portato al sequestro di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti trafficati da organizzazioni transnazionali che sono state perseguite grazie alla cooperazione delle diverse Polizie e Magistrature coinvolte. Determinante è stata l’attività di valutazione e analisi delle comunicazioni criptate che gli indagati utilizzavano massivamente per realizzare il traffico internazionale di droga. Quanto all’azione di contrasto italiana, coordinata dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, è significativo ricordare i quantitativi di droga sequestrata (circa 120 kg di cocaina e 20 di cannabis) e l’ammontare dei sequestri di beni e denaro, eseguiti per un valore complessivo superiore al milione di Euro”.A riscontro di quanto ipotizzato, in data 19.08.2020, ad Aosta, la Squadra Mobile di Forlì ha sequestrato un carico di 28 chili di cocaina con il conseguente arresto di due corrieri.Le successive indagini hanno consentito di documentare la stabile presenza in Emilia-Romagna di almeno due associazioni per delinquere finalizzate al traffico internazionale di stupefacenti: una nella provincia di Modena e l’altra tra le provincie di Forlì-Cesena e Rimini, collegate tra loro e strutturate gerarchicamente disponendo di una moltitudine di uomini, armi, denaro, mezzi di trasporto e, soprattutto, di basi logistiche.Nella provincia di Forlì e Rimini è riscontrata la stabile presenza di aziende del settore della logistica che hanno trasportato per anni stupefacenti dal nord Europa. Nella provincia di Modena si è potuta riscontrare la presenza di 10 persone dei 27 indagati, che ha consentito di documentare il traffico di circa 320 kg di cocaina e dello scambio in un’occasione di 1 milione e 300 mila euro per l’importazione dal Belgio di un quantitativo pari a 43 kg di cocaina poi sequestrata come di seguito descritto. Fatti commessi ed accertati da dicembre a maggio 2020.Le persone catturate dalla Squadra Mobile di Modena, sono state individuate e tratte in arresto con il supporto delle Squadre Mobili del posto, nelle province di Genova, Bologna, Alessandria, Salerno e Lodi, grazie anche all’ausilio di personale del reparto prevenzione crimine e delle unità cinofile antidroga. Di particolare interesse la cattura di uno dei destinatari della misura cautelare, dimorante in Genova, individuato su un treno nei pressi della stazione ferroviaria di Salerno di ritorno dalla Calabria. Durante le contestuali perquisizioni nelle sopra indicate province, sono stati sequestrati 30 mila euro in contanti, telefoni cellulari e materiale per il confezionamento dello stupefacente. Delle 10 persone restano tuttora in corso le ricerche per la cattura di 3 cittadini albanesi non presenti sul territorio nazionale.Sul versante investigativo ed esecutivo, la Squadra Mobile di Forli-Cesena, ha operato, con l’ausilio delle locali squadre mobili, nelle province di Rimini, Frosinone, Teramo e Ravenna e Bari, catturando 10 persone, cui si aggiungono 1 arresto in Olanda ed 1 in Germania., ad esclusione di 5 persone che sono tuttora da ricercare in quanto non presenti sul territorio nazionale. Uno degli arrestati è stato fermato dalla Squadra Mobile di Bari su una nave di ritorno dall’Albania. Durante le attività esecutive sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi beni di lusso (auto e preziosi) nonché 17 mila euro in contanti e 150 gr. di cocaina.La chiave di svolta che certifica l’esistenza di un’interconnessione delle due associazioni in argomento, è data appunto dal sequestro effettuato a Ravenna dalla Squadra Mobile di Forlì nel dicembre 2020, di oltre 40 kg di cocaina e dal conseguente arresto dei due corrieri coinvolti nella relativa importazione; quest’ultima è stata pianificata e portata a termine dalle due citate associazioni: quella modenese figurava quale acquirente e destinataria della partita, mentre quella romagnola era chiamata ad occuparsi materialmente del prelievo, del trasporto e della consegna della stessa.Successivamente, nel corso dell’attività di indagine, sono emersi ulteriori e preziosi riscontri che permettevano, nel complesso, di sequestrare kg 114 di cocaina, kg 37 di hashish, oltre un milione di euro in contanti ed arrestare 13 persone, due delle quali latitanti da anni ed in esecuzione di mandati di arresto europeo.Le operazioni svolte sul territorio nazionale dalle Squadre Mobili di Forli-Cesena e Modena per la cattura dei 27 indagati hanno visto l’impiego complessivo di 130 agenti della Polizia di Stato tra operatori delle varie Squadre Mobili in ausilio nelle province di dimora degli indagati, Reparti prevenzione crimine ed unità cinofile antidroga.Nella provincia di Modena in particolare nel corso dell’attività investigativa, è stato altresi individuato un ulteriore gruppo sempre di origine albanese, non direttamente collegato con gli indagati colpiti da misura cautelare, che ha permesso di arrestare in flagranza 5 persone nel marzo 2021 in possesso complessivamente di 11, 5 kg di cocaina, 37 kg di hashish e la somma in contanti di 160 mila euro.Complessivamente l’attività d’indagine ha permesso di documentare e raccogliere elementi probatori su 36 episodi di importazione transnazionale di sostanza stupefacente del tipo cocaina e di hashish, effettuati nel periodo compreso tra marzo 2020 e giugno 2021, per un peso totale pari a oltre una tonnellata di cocaina e una tonnellata di hashish per un giro di affari di oltre un miliardo di euro.L’intera attività d’indagine svolta simultaneamente alle ore 06.00 del 22 giugno 2023 in Italia, Germania, Olanda e Belgio alla presenza di personale di Europol ed Eurojust, ha visto l’impiego di 640 agenti di Polizia, 35 arrestati, 51 perquisizioni domiciliari.
(Fonte: Polizia – Questura – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
Nella prima mattina di giovedì 22 giugno, la Polizia di Stato ha eseguito 27 ordinanze di custodia cautelare in carcere, nell’ambito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna – Direzione Distrettuale Antimafia – a carico di soggetti residenti in Italia e all’estero. Nel medesimo contesto operativo sono state effettuate perquisizioni ed eseguiti sequestri patrimoniali di appartamenti e denaro. Contemporaneamente, in Belgio, Germania e Olanda, sono stati eseguite ulteriori perquisizione e arresti. L’operazione, svolta congiuntamente tra Forze di Polizia e Magistrature di sei Paesi membri dell’Unione Europea, sotto il coordinamento di Europol e di Eurojust, ha smantellato più reti criminali composte prevalentemente da soggetti di origine albanesi, responsabili di aver importato sul continente e distribuito decine di quintali di cocaina per anni, avvalendosi di aziende del settore dell’autotrasporto operanti anche in Romagna.Le indagini sono state condotte dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e delle Squadre Mobili delle Questure di Forlì e Modena che, a seguito del monitoraggio di un italiano dedito al commercio di stupefacenti, dimorante a Forlì, hanno ricostruito un’estesa e ramificata rete di trafficanti di cocaina e hashish, in grado di importare dal Belgio e dalla Spagna, avvalendosi di veicoli appositamente modificati, quintali di droga, poi distribuita a fornitori di livello intermedio dimoranti nel nord e nel centro Italia.Dalle indagini, coordinate inizialmente dalla Procura di Forlì, è emerso, infatti, che il cittadino italiano era in affari con due soci albanesi nel trasporto in Europa di ingenti quantità di cocaina, mediante l’utilizzo di una società forlivese di logistica.Il Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato Prefetto Francesco Messina ha dichiarato: “Un’indagine complessa, durata quasi tre anni, condotta in diverse parti del territorio nazionale e anche all’estero, che ha portato al sequestro di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti trafficati da organizzazioni transnazionali che sono state perseguite grazie alla cooperazione delle diverse Polizie e Magistrature coinvolte. Determinante è stata l’attività di valutazione e analisi delle comunicazioni criptate che gli indagati utilizzavano massivamente per realizzare il traffico internazionale di droga. Quanto all’azione di contrasto italiana, coordinata dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, è significativo ricordare i quantitativi di droga sequestrata (circa 120 kg di cocaina e 20 di cannabis) e l’ammontare dei sequestri di beni e denaro, eseguiti per un valore complessivo superiore al milione di Euro”.A riscontro di quanto ipotizzato, in data 19.08.2020, ad Aosta, la Squadra Mobile di Forlì ha sequestrato un carico di 28 chili di cocaina con il conseguente arresto di due corrieri.Le successive indagini hanno consentito di documentare la stabile presenza in Emilia-Romagna di almeno due associazioni per delinquere finalizzate al traffico internazionale di stupefacenti: una nella provincia di Modena e l’altra tra le provincie di Forlì-Cesena e Rimini, collegate tra loro e strutturate gerarchicamente disponendo di una moltitudine di uomini, armi, denaro, mezzi di trasporto e, soprattutto, di basi logistiche.Nella provincia di Forlì e Rimini è riscontrata la stabile presenza di aziende del settore della logistica che hanno trasportato per anni stupefacenti dal nord Europa. Nella provincia di Modena si è potuta riscontrare la presenza di 10 persone dei 27 indagati, che ha consentito di documentare il traffico di circa 320 kg di cocaina e dello scambio in un’occasione di 1 milione e 300 mila euro per l’importazione dal Belgio di un quantitativo pari a 43 kg di cocaina poi sequestrata come di seguito descritto. Fatti commessi ed accertati da dicembre a maggio 2020.Le persone catturate dalla Squadra Mobile di Modena, sono state individuate e tratte in arresto con il supporto delle Squadre Mobili del posto, nelle province di Genova, Bologna, Alessandria, Salerno e Lodi, grazie anche all’ausilio di personale del reparto prevenzione crimine e delle unità cinofile antidroga. Di particolare interesse la cattura di uno dei destinatari della misura cautelare, dimorante in Genova, individuato su un treno nei pressi della stazione ferroviaria di Salerno di ritorno dalla Calabria. Durante le contestuali perquisizioni nelle sopra indicate province, sono stati sequestrati 30 mila euro in contanti, telefoni cellulari e materiale per il confezionamento dello stupefacente. Delle 10 persone restano tuttora in corso le ricerche per la cattura di 3 cittadini albanesi non presenti sul territorio nazionale.Sul versante investigativo ed esecutivo, la Squadra Mobile di Forli-Cesena, ha operato, con l’ausilio delle locali squadre mobili, nelle province di Rimini, Frosinone, Teramo e Ravenna e Bari, catturando 10 persone, cui si aggiungono 1 arresto in Olanda ed 1 in Germania., ad esclusione di 5 persone che sono tuttora da ricercare in quanto non presenti sul territorio nazionale. Uno degli arrestati è stato fermato dalla Squadra Mobile di Bari su una nave di ritorno dall’Albania. Durante le attività esecutive sono stati rinvenuti e sequestrati numerosi beni di lusso (auto e preziosi) nonché 17 mila euro in contanti e 150 gr. di cocaina.La chiave di svolta che certifica l’esistenza di un’interconnessione delle due associazioni in argomento, è data appunto dal sequestro effettuato a Ravenna dalla Squadra Mobile di Forlì nel dicembre 2020, di oltre 40 kg di cocaina e dal conseguente arresto dei due corrieri coinvolti nella relativa importazione; quest’ultima è stata pianificata e portata a termine dalle due citate associazioni: quella modenese figurava quale acquirente e destinataria della partita, mentre quella romagnola era chiamata ad occuparsi materialmente del prelievo, del trasporto e della consegna della stessa.Successivamente, nel corso dell’attività di indagine, sono emersi ulteriori e preziosi riscontri che permettevano, nel complesso, di sequestrare kg 114 di cocaina, kg 37 di hashish, oltre un milione di euro in contanti ed arrestare 13 persone, due delle quali latitanti da anni ed in esecuzione di mandati di arresto europeo.Le operazioni svolte sul territorio nazionale dalle Squadre Mobili di Forli-Cesena e Modena per la cattura dei 27 indagati hanno visto l’impiego complessivo di 130 agenti della Polizia di Stato tra operatori delle varie Squadre Mobili in ausilio nelle province di dimora degli indagati, Reparti prevenzione crimine ed unità cinofile antidroga.Nella provincia di Modena in particolare nel corso dell’attività investigativa, è stato altresi individuato un ulteriore gruppo sempre di origine albanese, non direttamente collegato con gli indagati colpiti da misura cautelare, che ha permesso di arrestare in flagranza 5 persone nel marzo 2021 in possesso complessivamente di 11, 5 kg di cocaina, 37 kg di hashish e la somma in contanti di 160 mila euro.Complessivamente l’attività d’indagine ha permesso di documentare e raccogliere elementi probatori su 36 episodi di importazione transnazionale di sostanza stupefacente del tipo cocaina e di hashish, effettuati nel periodo compreso tra marzo 2020 e giugno 2021, per un peso totale pari a oltre una tonnellata di cocaina e una tonnellata di hashish per un giro di affari di oltre un miliardo di euro.L’intera attività d’indagine svolta simultaneamente alle ore 06.00 del 22 giugno 2023 in Italia, Germania, Olanda e Belgio alla presenza di personale di Europol ed Eurojust, ha visto l’impiego di 640 agenti di Polizia, 35 arrestati, 51 perquisizioni domiciliari.
Inchiesta mascherine: arrestati l’ex capo dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna e l’ex parlamentare della Lega Gianluca Pini.
Secondo l’accusa Minenna facilitava lo sdoganamento delle merci in cambio di un posto nella Lega e della conferma del suo ruolo.
• Esselunga, la catena di supermercati, è sott’indagini per false fatture e falsi contratti d’appalto per la manodopera per un totale di 221 milioni di euro. Di ieri il sequestro preventivo di 48 milioni.
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(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)
“Corruzione, truffa e falso negli appalti pubblici di Caserta”: cinque arresti, anche l’assessore comunale Marzo
Il blitz è scattato all’alba. Terremoto politico-giudiziario al Comune di Caserta. C’è anche l’assessore ai Lavori Pubblici, Protezione Civile e Polizia Municipale Massimiliano Marzo tra gli arrestati di un’inchiesta sull’affidamento di appalti nella pubblica amministrazione casertana. L’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere ipotizza reati di truffa, falso e corruzione.
Poche ore fa i carabinieri del nucleo investigativo al Comune di Caserta hanno notificato cinque provvedimenti restrittivi. Tra gli arrestati, oltre all’assessore, ci sono tre dipendenti comunali e un dirigente del Comune di Caserta.
Per Marzo il Gip ha disposto la misura degli arresti domiciliari. Secondo le tesi accusatorie della procura guidata da Pierpaolo Bruni, intorno agli appalti dei lavori pubblici di Caserta si sarebbe formato un metodo corruttivo per favorire ditte e imprenditori amici. I dettagli verranno illustrati in una conferenza stampa convocata in Procura per le 9.30.
Marzo era in carica dal novembre 2021 ed è considerato uno degli uomini più vicini al sindaco Pd Carlo Marino. Alle ultime amministrative Marzo era stato eletto nella lista Moderati-Insieme per Caserta, la più votata in città sino a portare in aula ben sette consiglieri. Tre in più di quelli eletti nel Pd. Poi la promozione in giunta e le deleghe.