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‘Al microscopio’ una parola al Giorno, oggi analizziamo insieme il vocabolo: Auriga (au-rì-ga)

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Auriga (au-rì-ga).

Ci sono tantissime cose a cui viene dato il nome ‘auriga’. Imprese, marchi, linee, prodotti, associazioni, strutture — casi di onomastica economica che finiscono per tenere viva e corrente e affascinante una parola, anche se sostanzialmente il suo significato  in un boh generale. Quando questo accade, per comprendere che cosa succede ci serve generosità: non è perché la gente sia cretina (o non solo), ma piuttosto perché la parola è drammaticamente . Infatti l’auriga ci porta, secondo direzioni differenti e con un piglio statuario, in  letteralmente , in altezze avventurose, in adrenaline eterne.

Auriga (au-rì-ga):

SIGNIFICATO: Cocchiere, specie del mondo antico

ETIMOLOGIA: voce dotta recuperata dal latino auriga, di origine dibattuta.

  • «Il carro da corsa veniva guidato a grandi velocità da aurighi sprezzanti del pericolo».

Le parole conducono spesso vite curiose. Possono essere usatissime, ad esempio, ma al contempo essere desuete. ? Dipende da come sono usate.

Si dice ‘auriga’ chi guida il carro, il cocchio. È una parola latina, e la sua origine è dibattuta, ma l’ipotesi di una forma precedente come oreae (sostenuta in maniera non isolata) ci rimanda a un nesso con la bocca (os oris in latino), e quindi a morsi e redini di cavallo, domesticato e guidato con una certa arte. , non siamo davanti al postiglione che con spirito di servizio non troppo entusiasta guida carri postali, o diligenze, o cocchi signorili: siamo davanti a gente più dinamica, giovanissimi nonni rompicollo di epoche remote.

L’auriga guida in particolare i carri da guerra o quelli da corsa — e già questo vale a proiettarcelo in un passato remoto, quello dell’antichità classica e , fino all’età del bronzo, cioè il quando popolato da carri del genere.
A questo punto serve qualche , qualche manico, ma magari non abbiamo grande  con questo genere di figura, anche se i suoi sprazzi pop ce li ha avuti: pensiamo alla corsa dei carri di Ben Hur (non il riferimento più fresco, eh). Però c’è una narrazione cardinale a cui possiamo riferirci, in cui gli aurighi hanno uno spazio rilevante, ed è l’Iliade. C’è un sacco di gente notabile che gira in carro, nell’Iliade, e ogni carro è guidato da un auriga. Peraltro, in maniera piuttosto .

In realtà tutta la guerra di Troia si combatte in una maniera bizzarra, che non è solo arcaica, è insieme fantasiosa, poetica, ricca di anacronismi: spesso ci pare che sia un susseguirsi di singolari tenzoni fra un greco e un troiano, e poi tutti si muovono di qua e poi tutti si muovono di là e discutono. Il carro, e con esso l’auriga, è funzionale a questo battagliare: l’auriga non guida un carro falcato, con terribili lame sui mozzi delle ruote per fare strage, né trasporta arcieri. Non è pedina in una strategia bellica. È un autista e assistente personale del relativo nobiluomo — il quale, quando giunge nel punto del campo che desidera, scende e mena le mani, e quando viene ferito risale e va a farsi medicare. Fortunatamente per l’auriga, l’ al comparto trasporti del suo ruolo omerico è rimasta un po’ sfocata, e spicca per essere sempre nel mezzo dell’azione, a correre rischi eroici.

La storia del carro da guerra e dell’auriga militare è stata desultoria — è una figura che emerge nel cuore delle steppe, si diffonde, scompare, ricompare, scompare ancora. È stato più longevo l’auriga-atleta, pilota nelle corse dei carri. , longevo come professione, perché questi giochi pubblici sono andati avanti per secoli anche in civiltà che dei carri da guerra non se ne facevano nulla (esempio facile, la civiltà romana); e però le corse dei carri erano spesso mortali.

Ma un peso senz’altro non trascurabile, nel successo sempreverde dell’auriga, è il riferimento alla costellazione omonima. È una costellazione importante del cielo del nostro emisfero, in cui spicca la luminosissima Capella: la sua figura dovrebbe essere quella di Erittonio, mitico re di Atene che, fra il molto altro, domò i cavalli e inventò la quadriga — pare, come strumento compensativo per la sua zoppia. Inventò anche le corse, con questi carri.

‘Auriga’ non è un nome che si usi più in concreto, ma nemmeno in estensioni figurate. Il suo uso largo è un uso di richiamo, che cerca di accedere al fascino di una storia — celeste, epica, adrenalinica, forte di un pieno senso di libertà, di agilità e di bellezza — col solo fascino del suo nome, simbolo e . Le parole sanno fare anche questo.

L’auriga di Delfi, statua in bronzo vecchia circa 2.500 anni.

Auriga au-rì-ga SIGNIFICATO Cocchiere, specie del mondo antico(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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