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Piedimonte Matese, Caiazzo, Caserta, Napoli: ferrovia: gestione diversa, problemi soliti?

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Anche per la storica ferrovia “Alifana”, da alcuni anni inglobata nella gestione dell’Ente Autonomo Volturno, sembra valere l’adagio a mente del quale, come suol dirsi, nulla migliora se cambia la musica ma non il maestro.

Ovvero cambia magari la denominazone, ma non l’efficienza di quelli che dovrebbero essere servizi ma spesso, in pratica, si rivelano meri disservizi, che possono indurre a imprecazioni, discussioni, lavoro saltato e salute messa a dura prova.

Come nel caso occorso martedì ai pendolari levatisi di buon mattino per raggiungere il posto di lavoro con i treni che partono da Piedimonte per raggiungere le varie località della “tratta” fino al capolinea di Napoli Centrale.

Anzi no. Già: da alcuni giorni (e non è dato sapere fino a quando), a causa di qualche smottamento, da Piedimonte a Caiazzo i treni sono sostituiti da autobus di una ditta privata, che raccolgono i viaggiatori nelle varie stazione per poi trasportarli fino a tale capolinea provvisorio, ove, appunto, è previsto il trasbordo sul treno pronto a ripartire verso le varie stazioni, fino a Napoli.

Almeno questo dovrebbe essere negli intenti di chi ha programmato il servizio sostitutivo, evidentemente pero senza tener conto del numero di viaggatori, a quanto riferito da un rappresentante dei consumatori tirato in ballo da altri viaggiatori ed a sua volta impossibilitato a raggiungere il posto di lavoro perché in sostituzione di un treno a quattro carrozze, martedì (come dicono tutti i santi giorni) la ditta privata di autotrasporti avrebbe mandato solo un mini bus idoneo per contenere al massimo 25 viaggiatori.

Ovvio che in tali condizioni prima di raggiungere la stazione di Dragoni il mini bus sia strapieno e per conseguenza il pesonale sia costretto a non far salire, cioè lasciare a piedi, i viaggatori, peraltro in attesa all’addiaccio, invitandoli, a quanto riferito, a prendere il prossimo autobus (privato), che sarebbe passato entro un’ora o magari anche prima.

Che poi i viaggiatori fossero sprovvisti del relativo biglietto e quello di EAV (peggio se abbonamento) non sia fruibile su altri mezzi è un problema solo loro e non certo del personale “viaggiante” o dei cervelloni (dicono superpagati) che hanno programmato l’intero “ambaradan”.

Ma non è tutto, se è vero che, ai reclami dei vaggiatori cui l’accessso a bordo sarebbe stato impedito per “tutto pieno”, il personale avrebbe ribattuto che sono un mini bus può raggiungere tutte le stazioni, spesso attraverso strade strette ed impervie, mentre altri viaggiatori facevano rilevare che proprio per tale motivo spesso gli autobus sostitutivi dei treni non raggiungono le stazioni, ma si limitano a fermarsi al bivio, lascciando quindi a piedi gli ignari viaggiatori.

Inevitabile lo sgomento dei malcapitati, che avrebbero sollecitato l’interessamento del loro paladino, Pasquale D.M., il quale al riguardo avebbe già prennunciato di adire il prefetto di Caserta, invocandone l’intervento per porre fine a tale deprecato andazzo.

Chi vivrà… vedrà.

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