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Caiazzo. Guide turistiche: dopo il convegno, sagaci riflessioni dello storico Michele Russo

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Lunedì 26 giugno, presso la biblioteca civica di Caiazzo, in palazzo Mazziotti, si è tenuto il convegno “Le guide Turistiche di Caiazzo e altri centri del casertano” organizzato dall’Associazione Storica del Caiatino, guidata da Ilaria Cervo, con il patrocinio del Comune di Caiazzo.

Sono intervenuti Augusto Russo, che ha fatto un excursus sulle guide turistiche pubblicate nel tempo a Caiazzo, e poi sono state presentate guide turistiche di Letino, Piedimonte Matese, Pietravairano e Santa Maria Capua Vetere.

Unico appunto è la mancata citazione, da parte degli ospiti provenienti da Piedimonte Matese, dell’unica guida fatta bene ed esaustiva prodotta dall’Associazione Storica del Medio Volturno a cura del compianto Dante Marrocco: La Guida del Medio Volturno che forse i relatori non conoscono.

Non ho partecipato di persona poiché vivo fuori regione, ma ho ascoltato l’ampia sintesi pubblicata su youtube, che mi ha indotto ad alcune riflessioni che intendo condividere con chi ama il territorio.

Premetto che avrei fatto i salti mortali per essere presente, così come ho comunicato ad Ilaria Cervo giorni fa, non fosse altro che per abbracciare e salutare Augusto Russo, che non vedo da una vita, a cui molti di noi devono la passione per la storia e il territorio, perché è riuscito ad infondere tra gli amici di un tempo e tra i suoi alunni quel suo interesse, quella sua dotta curiosità verso il bello e l’antico.

Ma avrei partecipato volentieri anche per trasmettere quel mio pensiero “eretico” sull’utilità delle guide turistiche locali che se hanno un senso per Roma, o per restare in ambito campano, per Pompei, Napoli o la Reggia di Caserta, luoghi riconosciuti universalmente tra i più belli, ricchi di storia e di monumenti e degni di una guida specifica, non lo hanno per piccole realtà locali anche in presenza, secondo il metro nostrano, di tanti punti meritevoli di interesse.

Mi spiego meglio: qui non si tratta di soddisfare il nostro ego campanilistico o riempire le vetrine dei tabaccai, come si faceva un tempo; si tratta di realizzare strumenti utili per chi intende visitare un territorio consapevolmente.

Come giustamente ha affermato Augusto Russo, una guida serve per “promuovere, valorizzare un territorio, per incoraggiare, stimolare il turismo”.

Quindi il soggetto principale di riferimento, il cliente, diremo in altri tavoli, è il turista.

Una guida deve soddisfare, appagare, la curiosità di un turista. Ed è qui che bisogna focalizzarsi.

Chi è il turista che sceglie per le proprie vacanze, lunghe o corte che siano, quelle culturali?

E’ un turista colto, già conoscitore della materia fisica che intende osservare, in linea generale, e ansioso di allargare le proprie conoscenze.

Questi non si limiterà mai, come i numeri di presenze in ciascuno dei nostri paesi dicono chiaramente, a fermarsi in un solo posto, a conoscere un solo luogo in cui, magari, è posto un unico monumento di suo interesse.

Ha voglia di viaggiare e toccare tutti i luoghi di un determinato territorio che presentano omogeneità di monumenti, sia per sinergia di vacanza che per avere un’informazione il più ampia possibile.

Quindi, detto in modo “eretico”, le guide comunali non servono a nulla.

Servono invece guide tematiche di territori più ampi che contemplino tutti i luoghi, monumenti, da visitare su quel tema, così da ampliare l’offerta turistica e appagare l’interesse dei visitatori.

C’è necessità di strutturare itinerari tematici e su questi le relative guide. E faccio un esempio.

Per gli amanti della storia antica, per niente approfondita nei nostri luoghi tranne sporadiche e semplicistiche riproposizioni sempre delle stesse poche cose, a partire dal ‘600 ad oggi, in un territorio abbastanza circoscritto ci troviamo con la bellezza di cinque città divenute colonie o rifondate dai romani che presentano interessanti persistenze: Caiatia, Trebula, Cubulteria, Allifae, Telesia oltre al tempio teatro di monte San Nicola a Vairano.

Un itinerario, e quindi una guida seria, completa, corredata di luoghi in cui poter pernottare, riferimenti per le visite guidate e schede analitiche per ciascun monumento con carte geografiche dei percorsi, sul tema dell’età romana, solo fermandosi ai luoghi proposti, ma ce ne sono tantissimi altri minori, riempirebbe vari giorni di permanenza in zona.

Altro itinerario è quello delle chiese medievali: la basilica benedettina di Sant’Angelo in Formis, La chiesa di Santa Maria a Marciano, quella di monte Santa Croce sul monte Verna (i resti), la cattedrale di Caiazzo, la chiesa di Santa Maria a Compulteria, la chiesa templare di San Giovanni e la cattedrale di Alife, il monastero benedettino di San Salvatore di Telese, la cattedrale della Telesis Nova longobarda, la chiesa rupestre di San Michele a Castel Campagnano e a breve gli affreschi della cripta di san Nicola nel castello di Ruviano.

Visti in sequenza questi monumenti con i loro stupendi affreschi e i resti di architettura longobarda, normanna e sveva affascinerebbero il turista interessato a quella tematica tanto da indurlo a tornare più volte per approfondire.

Di itinerari corredati da guide turistiche dedicate se ne possono immaginare tantissimi: le cinte murarie pre romane per chi ama collegare al trekking la cultura, l’iconografia di età moderna e contemporanea per gli amanti della storia dell’arte, i borghi murati e le masserie coi vecchi mulini, frantoi, cantine, per chi ama la cultura rurale.

E mi fermo qui per non dilungarmi oltre.

Se ci pensiamo bene già dall’antichità Plinio, Strabone, il redattore della Tabula Peuntingeriana avevano proposto itinerari che coprivano intere regioni per non parlare poi dei viaggiatori stranieri, ma non solo, di età moderna.

Tutti hanno lasciato resoconti di viaggi non in un singolo luogo ma in un ampio territorio con descrizioni minuziose e intriganti che hanno indotto altri dopo di loro a rifare quei viaggi.

E’ questo il compito di una guida turistica: indurre il curioso a venire a vedere con i propri occhi ciò che conosce attraverso la lettura, non quello di poter dire che c’è un libro in più che nessuno leggerà mai.

La riflessione, quindi, è aperta, spero.

(Michele Russo, storico – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

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