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Politica Italiana. Calenda ‘molla’ Letta, reo di aver stretto accordi ‘inopportuni’, ma viene rampognato anche da Serracchiani

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Calenda non accetta l’alleanza con il PD. Aveva creduto nella possibilità un grande partito socialdemocratico, ma Letta ha scelto di allearsi con chi ha sfiduciato 54 volte il governo Draghi.

A questo punto- commenta Calenda-“tanto valeva includere il M5S che ha almeno il 10 per cento delle preferenze secondo i sondaggi”.

L’idea offerta ai cittadini è quella di proporre alle elezioni un PD circondato da tanti micropartiti, tra cui sinistra italiana, che ha sempre utilizzato toni duri contro l’accordo siglato dal segretario di Azione.

Dopo la delusione del campo largo, Calenda credeva che Letta non avesse mai incluso personaggi come Di Maio, di Stefano e Fratoianni, invece domenica, ospite del programma pomeridiano ‘Mezz’ora”, condotto da Lucia Annunziata, ha dichiarato “Il problema è che la sinistra italiana non sa se essere riformista o massimalista”.

Abbiamo iniziato con un’agenda precisa e abbiamo finito con una coalizione contraddittoria e non credibile. Sostituire i 5S con ex 5S e gente che ha votato la sfiducia a Draghi ed è contro la NATO è insensato. E doppi patti sono incomprensibili”.

Dal canto suo Letta, attraverso Twitter, ha fatto sapere che nei fatti l’unico interlocutore di Calenda può essere solo Calenda stesso, il quale con questo strappo ha solo fatto un piacere alla destra.

Calenda: chi non rispetta la parola data che credibilità può avere con gli elettori?

Adesso avanti con il PD, con le nostre proposte su #lavoro, #pensioni, #giovani, #ambiente. Queste sono le cose che interessano agli italiani”.

Al professore politologo D’Alimonte, secondo cui l’esperimento di Letta volto a stabilire  accordi programmatici distinti con partiti e protagonisti diversi è risultata fallimentare, ha risposto lunedì mattina ad “Agorà” Serracchiani del PD. Quest’ultima ha fatto notare che l’attuale legge elettorale non permette di costruire coalizioni, ma solo accordi programmatici. Lo scopo del PD era ed è quello di evitare che le forze di destra ottengano i 2/3 del Parlamento per cambiare la Costituzione.

“Noi consideriamo il suo ripensamento incomprensibile e sconsiderato. Eviti però di motivarlo assegnando patenti di serietà, coerenza, rispetto dei patti, chiarezza verso gli elettori e di dare giudizi sulla storia della sinistra e lezioni al suo popolo e ricordi di avere firmato un documento dove era scritto chiaro che ci sarebbero state alleanze con altre liste.

Noi volevamo un accordo nel nome dell’Italia e dell’Europa. Per un obiettivo tanto importante abbiamo messo in secondo piano con generosità anche la convenienza di partito. Noi da lì non ci siamo mossi.

Calenda ha preso un’altra strada che darà una gran mano a quella destra di cui a parole si dice avversario. Noi andiamo avanti per la nostra strada, che è sempre la stessa, puntare ad un’Italia più giusta, più verde, più europea, più inclusiva, più decisa nella lotta alle disuguaglianze” 

La Serracchiani ha sottolineato anche che la destra ha semplicemente scelto di apparire unita, accantonando gli aspetti divisi che si paleseranno una volta giunti al governo.

La lega e Fratelli d’Italia hanno commentato lo strappo di Calenda come inevitabile, considerando il tentativo di Letta di accostare due linee programmatiche (una nettamente di sinistra e l’altra di centro con Calenda) diverse e per questo inconciliabili.

C’è da aggiungere che Calenda avrebbe potuto porre da subito al PD il veto ad allearsi con altre forze e attori politici- di cui, secondo la Serracchiani, Calenda sapeva- per evitare uno strappo che in ogni caso è percepito come marcia indietro rispetto a una promessa da onorare.

Noi consideriamo il suo ripensamento incomprensibile e sconsiderato. Eviti però di motivarlo assegnando patenti di serietà, coerenza, rispetto dei patti, chiarezza verso gli elettori e di dare giudizi sulla storia della sinistra e lezioni al suo popolo e ricordi di avere firmato un documento dove era scritto chiaro che ci sarebbero state alleanze con altre liste.

Noi volevamo un accordo nel nome dell’Italia e dell’Europa. Per un obiettivo tanto importante abbiamo messo in secondo piano con generosità anche la convenienza di partito. Noi da lì non ci siamo mossi. Calenda ha preso un’altra strada che darà una gran mano a quella destra di cui a parole si dice avversario.

Noi andiamo avanti per la nostra strada, che è sempre la stessa, puntare ad un’Italia più giusta, più verde, più europea, più inclusiva, più decisa nella lotta alle disuguaglianze”.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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