‘Sergio’: toccante racconto del giornalista-scrittore partenopeo Giovanni Renella
L’intraprendenza e il desiderio di soddisfare la propria curiosità
spinsero il giovane Sergio ad esagerare… (https://wp.me/p60RNT-aEL).
Tratto da “Don Terzino e altri racconti” di Giovanni Renella, Graus Edizioni, 2017
In seguito alla raccomandazione di uno zio prete, Sergio era riuscito a ottenere il lavoro di aiuto cuoco nel convento del paese.
Una piccola paga mensile che gli consentiva di far fronte alle esigenze dei suoi sedici anni.
Riguardo ai capelli lunghi di Sergio, però, il frate cuoco era stato categorico: se non li avesse tagliati, non avrebbe mai dovuto mettere il naso fuori dalla cucina quando le comitive dei pellegrini si fermavano a pranzo o a cena in convento.
La vivacità e il buon umore del ragazzo avevano fatto sì che rapidamente entrasse nelle grazie di quella piccola comunità.
La curiosità innata da adolescente lo spingeva a scandagliare i caratteri e i comportamenti dei singoli frati, dei quali oramai conosceva ogni pregio e difetto.
Più di tutti, però, lo incuriosiva il priore: un uomo sulla sessantina, dal fisico asciutto, molto riservato e dai modi gentili.
Sergio intuiva, sentendolo parlare, di trovarsi di fronte ad una persona colta, che doveva aver dedicato agli studi gran parte della sua vita.
Ma ciò che più attirava il suo interesse, sollecitandone la curiosità, erano le visite settimanali delle monache di un vicino convento.
Ogni mercoledì pomeriggio, due monache si recavano dal priore, che le riceveva all’ultimo piano dell’antico edificio.
Due ore dopo, Sergio le vedeva andar via, affiancate e con passo rapido, per far ritorno al monastero.
Quelle visite settimanali avevano infiammato la fantasia e l’interesse del ragazzo, ormai deciso a saperne di più.
Fu così che un mercoledì, dopo l’arrivo delle monache, preparò del caffè e con un vassoio in mano si avviò rapido verso l ‘ultimo piano del convento.
Con grande stupore, dinnanzi alla porta chiusa dello studio del priore trovò due frati che, con fare gentile, gli chiesero di lasciare lì il caffè e tornare più tardi per recuperare le tazze.
A nulla valsero le insistenze per servire lui stesso, direttamente, la bevanda calda al superiore.
Fu ringraziato per la sua gentile premura, ma fu nuovamente invitato ad andarsene e a ripassare più tardi.
La sera, incontrandolo, il priore lo ringraziò dell’ottimo caffè che, ci tenne a sottolineare, aveva bevuto ancora caldo e si trattene, un po’ più del solito, a parlare con il giovane, informandosi circa la sua famiglia e in particolare del vecchio zio prete.
Nei mercoledì successivi, Sergio riprovò a portare il caffè e a servirlo direttamente durante la visita delle monache, ma i suoi tentativi si arenarono sulla porta dello studio all’ultimo piano, davanti ai due monaci che la presidiavano.
Per un paio di volte ancora, il frate superiore ringraziò il giovane della sua sollecitudine e si intrattenne a chiacchierare con questi.
In seguito, il priore non passò più a ringraziare Sergio.
E una mattina, senza alcun preavviso, il vecchio zio prete venne a riprenderlo per riaccompagnarlo a casa.
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L’autore
Nato a Napoli nel ‘63, agli inizi degli anni ’90 Giovanni Renella ha lavorato come giornalista per i servizi radiofonici esteri della RAI. Ha pubblicato una prima raccolta di short stories, intitolata “Don Terzino e altri racconti” (Graus ed. 2017), con cui ha vinto il premio internazionale di letteratura “Enrico Bonino” (2017), ha ricevuto una menzione speciale al premio “Scriviamo insieme” (2017) ed è stato fra i finalisti del premio “Giovane Holden” (2017). Nel 2017 ha vinto il premio “A… Bi… Ci… Zeta” per i racconti bonsai. Nel 2018 è stato fra i finalisti della prima edizione del Premio Letterario Cavea. Alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Sette son le note” (Alcheringa ed. 2018) e “Ti racconto una favola” (Kimerik ed. 2018). Nel 2019 ha pubblicato la raccolta di racconti “Punti di vista”, Giovane Holden Edizioni con cui ha vinto il Premio Speciale della Giuria al “Premio Letterario Internazionale Città di Latina”. Nel 2020 alcuni suoi racconti sono stati inseriti nelle antologie “Cento parole” e “Ti racconto una favola” entrambe edite dalla Casa Editrice Kimerik. Con un racconto, pubblicato dalla Giovane Holden nel volume n.7 “Bukowski. Inediti di ordinaria follia”, è risultato finalista al Premio Bukowski 2020. Sempre nel 2020, altre sue storie sono state selezionate e inserite nell’antologia “Io resto a casa e scrivo” edita dalla Kimerik. Nel 2021 due sue favole sono state pubblicate nell’antologia “Ti racconto una favola 2021” ed. Kimerik. A luglio 2021 un suo racconto è stato pubblicato nell’antologia “Desiderio d’estate” ed. Ensemble.
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