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Castelvolturno. Collusione pubblico-privata coinvolge sanitari, tecnici e funzionari: tutti nei guai

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Il Nucleo Investigativo Carabinieri di Caserta ha dato esecuzione

giovedì 23 gennaio, a un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, a carico di Schiavone Vincenzo (amministratore di fatto della struttura sanitaria “Casa di Cura Pineta Grande”, sita in Castel Volturno e dominus della direzione gestionale riguardante i lavori di ampliamento della stessa); della misura cautelare del divieto di dimora nella Regione Campania a carico di Romano Domenico (tecnico di parte della struttura sanitaria) e della misura interdittiva della sospensione dell’esercizio dei pubblici uffici per anni uno, a carico di Schiavone Giuseppe (Funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Caserta).

Trattasi di un proseguimento dell’indagine per la quale era stata già emessa dal GIP sede, in data 7 gennaio 2019 (e confermata dal Tribunale del Riesame) ordinanza cautelare che compendiava una molteplicità di vicende illecite coinvolgenti il geometra Noviello Carmine nella sua veste di responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di Castel Volturno e che aveva fatto emergere l’esistenza di un sistema di connivenze, collusioni tra la parte pubblica, in persona del Noviello e la parte privata, nelle persone di tecnici privati e di imprenditori, con interessi economici rilevanti sul territorio castellano.

Tra questi, appunto, Vincenzo Schiavone.

Allo stesso modo e nello stesso filone di indagine, in data 16 settembre 2019 era stato emesso un decreto di sequestro preventivo dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (anche qui confermato dal Tribunale del Riesame Reale) riguardante le opere di ampliamento, in corso di realizzazione, presso la struttura sanitaria Pineta Grande di Castel Volturno (che opera nella Provincia di Caserta in regime di accreditamento istituzionale), oggetto di autorizzazione amministrativa con delibere del Consiglio Comunale di Castel Volturno numeri 30/2014 e 12/2015 nonché i permessi di costruire n. 40/2017 e n. 83/2018 rilasciati dall’U.T.C. medesimo.

Le indagini sono state avviate nel febbraio/marzo 2018, a seguito della richiesta di accesso da parte di altra struttura sanitaria, operante nella Provincia di Caserta, agli atti del procedimento amministrativo conclusosi con il rilascio da parte dell’UTC di Castel Volturno del P. di C. 40/2017, accolta dal TAR Campania, in cui si ponevano in evidenza alcune irregolarità in relazione al rilascio dì tale autorizzazione edilizia/urbanistica,

Le complesse risultanze probatorie ed investigative, hanno fatto emergere come l’ampliamento, in corso dì realizzazione della Casa di Cura Pineta Grande, autorizzato con delibere del Consiglio Comunale e successivi permessi di costruire si ponesse in palese violazione della normativa riguardante la realizzazione o l’ampliamento dì strutture sanitarie, di cui al D.lgs 229199 e della regolamentazione regionale di cui alla Delibera di Giunta regionale Campania n. 7301101 nonché della normativa edilizia/urbanistica, il Gip prima ed il Tribunale del Riesame poi, hanno validato le illegittimità contestate da quest’Ufficio, degli atti autorizzativi dell’ampliamento e degli atti presupposti e conseguenziali, messi a fondamento anche dell’ordinanza oggi eseguita, le cui incolpazioni provvisorie riguardano rispettivamente:

  1. a) le contestazioni di abuso dì ufficio e falsità in atti pubblici, commossi da Romano Domenico e Schiavone Giuseppe, in relazione alla gestione della pratica di sanatoria ex ari. 36 del DPR 380/01, relativa ad alcuni locali di proprietà della Clinica “Pineta Grande” di Caste 1 Volturno;
  2. b) le ipotesi di corruzione, falsità in atti pubblici, rivelazioni di segreto di ufficio ed abuso di ufficio a carico di Schiavone Vincenzo, Romano Domenico e Noviello Carmine (soggetto per il quale si è già proceduto), con risultanze investigative che hanno fatto emergere come I’U,T.C. di Castel Volturno, nella persona del suo Responsabile, già tratto in arresto nel gennaio del 2019, si ponesse a completa disposizione delle esigenze imprenditoriali di Pineta Grande, nell’ambito di dinamiche illecite, per consentire alla stessa di superare le problematiche legate alla impossibilità di acquisire la verifica di compatibilità dell’intero progetto di ampliamento, con il fabbisogno sanitario regionale ex art. 8 ter del D. lgs 229/99, consentendo la sostituzione delle tavole progettuali, con modifica e trasformazione dei posti letto ospedalieri, in posti letto accompagnatori/foresteria (nell’anno 2016 e nel mese dì giugno 2018, i progetti modificati presentavano più posti letto accompagnatoril/foresteria che posti degenza/sanitari).

In tal modo da superare le problematiche inerenti la giustificazione dal punto di vista dei fabbisogno, arrivando nel 2018 ad adottare anche atti non rientranti nella competenza del suo uffcio ma dell’ufficio Sanità.

Il Responsabile dell’UTC ha attribuito, inoltre, al P. di C. 83/2018 valere di autorizzazione alla realizzazione dell’ampliamento ai sensi deIl’art. 8 ter del D.Lgs 229/99. T

ale atto è stato ideato nei suoi contenuti dalla proprietà di Pineta Grande e dal suo staff tecnico, anzi, materialmente redatto da Pineta Grande e recepito dal Responsabile dell’UTC.

Sono emerse, inoltre, in epoca successiva all’adozione di tali deliberazioni assunzioni presso Pineta Grande dì parenti del predetto Funzionario comunale.

  1. c) le contestazioni di falsità in atti pubblici ed abuso di ufficio a carico di Schiavone Vincenzo, Romano Domenico e Schiavone Giuseppe, anche con riferimento agli aspetti paesaggistici, laddove sono emerse dinamiche illecite instaurate tra lo staff tecnico di Pineta Grande e il Funzionario della Soprintendenza sopra indicato.

L’istruttoria svolta per i pareri paesaggistici di competenza della Soprintendenza, Ente deputato alla tutela del vincolo imposto sulla area ove ricade l’intervento di ampliamento, è risultata del tutto carente, come emerso dalle consulenze e della dichiarazioni rese da testi qualificati.

Le relazioni paesaggistiche sono risultate incomplete mancando di foto idonee a consentire, mediante simulazione, di valutare e apprezzare l’incidenza della medesima opera sul contesto tutelato.

Il Gip, nelle motivazioni dell’ordinanza cautelare, ha sottolineato come Vincenzo Schiavone sia stato in grado di creare una serie di relazioni che gli hanno consentito di accedere a vari livelli istituzionali per ottenere agevolazioni e per soddisfare i propri interessi imprenditoriali ed è persona capace di assoggettare gli uffici pubblici locali alle proprie esigenze personali.

Sintomatico della sua attitudine ad inquinare le prove è stato, inoltre, il tentativo di avvicinare l’organo inquirente titolare delle indagini, una volta venuto a conoscenza, attraverso i provvedimenti già emessi, del procedimento pendente a suo carico.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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