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Caiazzo. Alloggio popolare libero occupato da ragazza madre che il sindaco vuole espellere con la forza pubblica

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io+vorrei-15x10-tom+ non+vorrei-12sfrattasi-cartello-SCRITTA-11-300x200Era immaginabile che, dopo la “resa” del Comune, soccombente nella vertenza intentata contro un nucleo familiare indigente

che aveva indebitamente occupato un alloggio altrui,  altri disperati avessero emulato le gesta dei vincitori giudiziari.

Dagli atti pubblici del Comune, infatti, si evince che il 26 aprile M. C. R., “ragazza madre”a ventisettenne, di Caiazzo, insieme al pargoletto di sette anni (del quale inopinatamente sono state divulgate anche le generalità), ha occupato indebitamente un’alloggio ubicato in via Caduti sul Lavoro, appartenente al’Istituto Autonomo Case Popolari di Caserta, evidentemente libero.

Dopo due giorni gli zelanti agenti della polizia locale, previo sopralluogo, comunicarono il tutto all’AICP e allo stesso sindaco, specificando che quello occupato era “un alloggio ubicato al terzo piano, scala B, interno 6 dell’immobile di edilizia residenziale pubblica”.

Per conseguenza l’IACP intimò alla donna di rilasciare, entro e non oltre quindici giorni dal ricevimento della notifica, l’alloggio in questione “libero e vuoto di cose e persone, anche interposte”, ma ovviamente  l’indebita occupante, forte soprattutto della presenza del figlio nimore, si è ben guardata dall’ottemperare, come si evince dal successivo rapporto, prot. 5076 dell’8 giugno 2016, con cui la stessa polizia municipale rende noto ai destinarari della precedente relazione che, come era immaginabile, la donna non aveva ottemperato entro i 15 giorni concessi (e dopo non avrebbe potuto, nel rispetto di quanto disposto dallo stesso IACP).

A tal punto il sindaco Tommaso Sgueglia ha ordinato alla donna (e al figlioletto) di sgomberare entro e non oltre (errare umanum est, sed perseverare…) trenta giorni l’immobile abusivamente occupato, disponendo anche che, in caso di ulteriore inottemperanza, sia chiesta all’ASL la disponibilità di un’ambulanza per eventuale trasporto di persone inferme, le forze di polizia per l’esecuzione coatta dello sgombero, nonché la messa a disposizione di un locale comunale ove custodire le masserizie (ma non mamma e figlioletto!) che saranno prelevate con la forza dai locali per renderli nuovamente liberi e fruibili agli aventi diritto.

Giusto burocratese, di tutto l’accadimento è stata notiziata anche la Procura della Repubblica, ma è immaginabile che il provvedimento sindacale sarà impugnato innanzi all’autorità giudiziaria con altri danni e spese per la collettività e soprattutto con nuovo esempio per altri disperati indigenti senza casa, evidentemente ignari di essere nella “Città del Buon Vivere”.

Della serie: “così è… se vi pare”.

(News archiviata in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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