Caserta. Maneggio ippico abusivo scoperto nei pressi del cimitero e sequestrato dalla Forestale; denunciata la titolare 42enne

Nell’ambito delle attività poste a tutela del benessere degli animali ed al rispetto della normativa edilizia,

personale del Corpo Forestale dello Stato di Caserta ha posto sotto sequestro il maneggio “La Fenice” completamente abusivo, mentre V.S., una donna di anni 42, legale rappresentante dell’associazione sportiva, è stata denunciata alla Procura della Repubblica di S. Maria C.V.

Facendo seguito ad un preciso esposto, il personale del Comando Stazione Forestale di Caserta, guidato dal Comandante Vice Ispettore Raffaele Scarciglia, si è portato alla civico 4 della via Vincenzo Memma, nella città capoluogo, dove ha riscontrata la realizzazione di un maneggio, con annesse strutture adibite a segreteria e ricovero dei cavalli, nonché campi per l’addestramento e allenamento degli equini, totalmente illegale a causa della carenza dei necessari titoli abilitativi.

Nel corso del controllo, al quale hanno partecipato anche i medici veterinari dell’ASL Distretto 12 U.O.V. Area “C” di Caserta, è emerso che le strutture-paddok erano completamente inidonee dal punto di vista igienico-sanitario in quanto prive di pavimentazione e sistemi di raccolta e drenaggio dei reflui prodotti dagli animali.

All’interno dei box, ove erano ricoverati i nove cavalli, erano presenti pareti in legno che risultavano in gran parte “rosicchiate” dagli animali, oltre tubature e lamiere taglienti altamente pericolose per gli equini, per la potenzialità lesiva ad arrecare facili ferite.

La struttura, inoltre, non era munita di fossa biologica né di concimaia, rispettivamente sistema di stoccaggio delle deiezioni liquide, delle acque di lavaggio, e solide, come previsto per legge.

La realizzazione delle predette strutture necessitava, infatti, del preliminare permesso a costruire: i locali abusivamente realizzati, l’intero maneggio ed i relativi uffici, comportano, di fatto, un significativo aumento della capacità ricettiva dell’impianto, destinata inevitabilmente ad incidere sulla domanda di servizi cc.dd. secondari, con aggravio dello strumento urbanistico, soprattutto in considerazione della circostanza che il terreno in argomento, ove insiste l’opera, risulta vincolato per essere classificato quale “area cimiteriale”.

Pertanto, il sequestro dell’area, operato d’iniziativa dagli uomini della Stazione Forestale di Caserta, è stato puntualmente convalidato dal Tribunale di S. Maria C. V. rilevato che le opere non sono state ancora ultimate e la libera disponibilità di esse andrebbe sicuramente ad aggravare le conseguenze del reato in atto.

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