Da Alvignano a Piedimonte Matese e poi ad Alife per festeggiare con le autorità i 100 anni di Antonio Morelli

che, nato il 1° gennaio 1916 ad Alvignano, costituisce per l’intera comunità una preziosa testimonianza storica, in quanto partecipante della Seconda Guerra Mondiale e vittima, come molti, delle vicissitudini e degli orrori del conflitto.

La Guerra fu per Antonio un’odissea che lo portò a combattere nelle montagne della Grecia e dell’Albania, imprigionato nei carceri di Gaeta e Peschiera, e giunse persino ai campi di sterminio nazisti.

Proprio quella dei campi di sterminio è un’esperienza che rende il racconto della sua vita tanto incredibile quanto toccante: arrivò a Dachau, il 22 settembre 1943, numero di matricola 53918, schedato come AZR, poi trasferito a Mauthausen il 6 dicembre 1943 ove arrivo dopo tre giorni, numero di matricola 40663.

Qui è classificato come “ Pol” e trasferito immediatamente nel campo satellite di Schwe-Chat-Floridsdorf, infine a Wien-Floridsdorf.

Fu liberato fortunosamente a Steyr, cittadina dell’ Alta Austria, nei primi giorni di maggio 1945.

Il suo martirio è stato descritto in modo pregevole dal professor Carmine Mastroianni nel libro “Il fabbricatore di ali”, edizioni Efesto, dicembre 2014.

Il 27 gennaio 2014, in occasione del “ Giorno della Memoria”, Antonio Morelli è stato insignito della medaglia al Valor Civile conferiti dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Hanno festeggiato i cento anni di nonno Antonio, la figlia Angelina con il marito Alberto Di Lello, le nipoti Antonella e Filomena con i rispettivi consorti, parenti, amici e l’Amministrazione Comunale di Alvignano.

I festeggiamenti sono stati preceduti da una toccante messa di ringraziamento, celebrata nella cattedrale di Alife dal vescovo,  monsignor Valentino Di Cerbo, insieme a Don Pasqualino Rubino, titolare della Parrocchia SS Pietro e Paolo.

Il Vescovo, durante la sua viva e accorata omelia, si è soffermato su alcuni momenti significativi della vita di quest’uomo, che ha conosciuto, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, la deportazione, il sacrificio, il dolore, la fame, l’umiliazione e la sofferenza.

Eloquenti e profondamente sentite le parole di Mons. Di Cerbo: ‘’prezioso agli occhi di Dio, tanto che il Signore, dopo tanto martirio, Gli ha concesso il dono di tornare a casa, crearsi una famiglia, diventare padre e vivere per lunghi 100 anni, preservandoceLo ancora integro, circondato dall’affetto dei suoi familiari’’.

L’Ammistrazione Comunale alvignanese retta dal Sindaco Angelo Di Costanzo ha partecipato all’evento con una sua delegazione composta dal vice sindaco Maria Del Santo, che ha espresso il suo coinvolgimento e quello di tutta la comunità cittadina: “Alvignano è orgogliosa di celebrare e fare gli auguri a un suo figlio, oggi, nonnino di cent’anni, carissimo a tutti noi”, e dall’assessore Franco La Vecchia, che ha parlato del nostro eroe centenario come “un uomo che ha conosciuto il male ed il dolore della vita nella sua più crudele essenza, gettato dalla storia dentro un inferno, il Signor Antonio Morelli è un esempio di vita e di testimonianza per tutti noi”.

La gran festa di compleanno ha trovato una felice continuazione al “Resort Vernelle” di Alife, dove, dopo la cena con accompagnamento musicale, il nonnino ha spento le 100 candeline della torta, facendo le foto ricordo con i partecipanti e scambiando auguri, parole e testimonianze con tutti i partecipanti fino a tarda serata.

Tutta la cittadinanza augura all’arzillo nonnino, che porta egregiamente i suoi anni, buona e lunga vita; auguri ai quali si aggiungono quelli della nostra redazione.