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Alvignano. (Non) depurazione: due volte inquisito il sindaco Di Costanzo per lo stesso argomento!?

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martello_15x10-giudice-1di+costanzo-15x10-angelo-12Udienza rinviata per il processo riguardante il depuratore a Marcianofreddo,

che vede indagate otto persone, tra cui anche il sindaco di Alvignano (e presidente della Provincia) Angelo Di Costanzo, sebbene la sua posizione sia stata archiviata dal Gip Marcello De Chiara per un’inchiesta parallela e quasi identica a quella portata avanti dal Pm Silvio Marco Guarriello, che ha indagato Di Costanzo sebbene la stessa indagine, portata avanti da un altro Pm, Federica D’Amodio, per la quale la stessa giudice ha chiesto l’archiviazione della posizione del sindaco di Alvignano, sia stata accolta dal Gip.
Per il depuratore di località Fontanelle, invece,  la procura ha puntato di nuovo l’indice contro le stesse persone.
A suo temp il Pubblico Ministero Guarriello chiese o il rinvio a giudizio anche del sindaco Angelo Di Costanzo.
Gravissime le accuse contro il presidente dell’Idrico Pasquale Di Biasio e il ragioniere dello stesso Consorzio Idrico, Farbo Giuseppe: si sarebbero appropriati (peculato) di oltre 60.000 euro del municipio di Alvignano.
La posizione di Angelo Di Costanzo, invece, pare alquanto anomala, atteso che la vicenda è stata oggetto di analoga indagine esperita dal Pubblico Ministero dottoressa Federica D’Amodio, già archiviata dal Gip Marcello De Chiara.
LE DICHIARAZIONI DELL’AVVOCATO CARACCIOLO, LEGALE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ANGELO DI COSTANZO
Il sottoscritto avvocato, difensore del Presidente della Provincia di Caserta, Ing. Angelo Di Costanzo, nella qualità di Sindaco del Comune di Alvignano, intende precisare quanto segue:
il procedimento penale di cui all’intestazione, RGNR 20908/2010 mod. 21 presso la Procura di Santa Maria C.V., nasce da un’indagine dell’ottobre del 2010, svolta dall’Arpac su tutto il territorio casertano, al fine di verificare il corretto funzionamento dei depuratori comunali e di eventuali illiceità nello scarico di acque reflue industriali.
Da tale indagine nascevano, erroneamente, due procedimenti penali, aventi lo stesso soggetto indagato, Ing. Angelo Di Costanzo, lo stesso oggetto e la stessa contestazione, illecito sversamento di acque reflue industriali in località Marcianofreddo, lo stesso arco temporale, dall’ottobre 2010 in poi, ma due diversi Pubblici Ministeri procedenti.
Nasceva, infatti, il proc. pen. n. 20906/2010 RGNR mod. 21, di titolarità del PM Dottoressa D’Amodio, definitosi con decreto di archiviazione per infondatezza della notizia di reato nel febbraio del 2013, e il gemello proc. pen. n. 20908/2010 RGNR mod. 21, di titolarità del PM Dottor Guarriello, ancora oggi pendente innanzi il GUP dottoressa Campanaro.
In casi analoghi, la giurisprudenza è chiara: ssiamo in presenza, sostanzialmente, di un doppio giudicato.
Non poteva essere proseguita l’azione penale nel secondo proc. pen. n. 20908/2010, poiché archiviate le indagini e mai più riaperte nel primo procediemento gemello n. 20906/2010.
La Corte Costituzionale, infatti, precisa che “un effetto preclusivo deve essere riconosciuto anche al decreto di archiviazione quando inizia un nuovo procedimento senza la preventiva autorizzazione ex art. 414 c.p.p. In questi casi, il giudice deve prenderne atto dichiarando che l’azione penale non doveva essere iniziata”. (Avv. Gennaro Caracciolo)
LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ANGELO DI COSTANZO
Il Presidente della Provincia Angelo Di Costanzo, che peraltro all’epoca non era nemmeno sindaco di Alvignano, nel merito ha dichiarato: “Per quanta riguarda la mia posizione – relativamente alla vicenda di Marcianofreddo –voglio precisare che contemporaneamente all’indagine svolta da Guarriello, c’è stata anche un’altra inchiesta condotta dal Pm D’ Amodio che ha avuto come oggetto esclusivamente la situazione di Marcianofreddo.
Il gip De Chiara, dopo aver letto gli atti, ha disposto, sulla stessa richiesta del Pubblico Ministero, l’archiviazione delle accuse nei miei confronti scagionandomi totalmente da ogni responsabilità addebitata, per cui ritengo che anche quest’ultima vicenda non potrà che avere la stessa conclusione della precedente.
Mi sento sereno perché sicuro di poter dimostrate, atti alla mano, la mia estraneità alle accuse”.
LE CONTESTAZIONE DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
Secondo l’accusa, Offreda, Barbiero e Marra avrebbero violato gli artt . 635¬/639 bis c.p. e art 674 c.p., perché agendo in concorso fra loro, in relazione alla realizzazione di lavori per un impianto di depurazione in località Fontanelle, per colpa consistita in grave negligenza, grave imprudenza e grave imperizia, davano inizio alle opere di edificazione di detto depuratore senza aver correttamente posto in essere la procedura espropriativa relativa al terreno sul quale l’opera doveva insistere e, in tal modo, determinavano il blocco dell’opera per ricorso della parte interessata e la realizzazione solo di parte delle fognature con creazione di uno scarico abusivo.
In particolare Marra Raffaele assegnava l’appalto e consegnava i lavori alla ditta Offreda in data 26 ottobre 05, pur nell’impossibilità di realizzarli, per non aver espropriato il terreno:
Pio Barbiero quale direttore dei lavori e l’Offreda, consapevoli dell’impossibilità di portare a termine i lavori per le ragioni suddette, davano inizio alle opere fognarie inutili, stante l’impossibilità di attivare il depuratore nel quale convogliare i reflui.
Inoltre Offreda a Barbiero consentivano che alle opere fognarie si allacciassero abusivamente gli scarichi di varie abitazione private, in tal modo, tutti, creando uno scarico non autorizzato di reflui della rete fognaria in località Fontanelle – via Cacciapugli, scarichi non convogliati nell’impianto di depurazione non realizzato, reflui scaricati direttamente nel vallone Fontanelle, senza subire alcun trattamento depurativo (137 d. leg.vo), cosi determinando lo sversamento di reflui inquinanti per violazione dei parametri consentiti di COD, BOD5, AZOTO AMMONIACALE, AZOTO NITROSO, ESCHERIA COLI e, quindi, idonei ad imbrattare le persone e con emissione di gas vapori e fumi idonei cagionare tali effetti, danneggiando altresì i suddetti corsi di acqua i inquinati.
Situazione oltretutto non agevolmente rimediabile dagli organi comunali stante sia il contenzioso con la parte espropriata sia il contenzioso insorto fra ditta Offreda ed il Comune, circostanze che impedivano il rapido ripristino dei luoghi ed eliminazione delle conseguenze dannose.
Nell’ambito della stessa vicenda Facchini e Di Costanzo non avrebbero controllato – o comunque consentivano che restasse in esercizio ¬ uno scarico fognario senza autorizzazione, agendo il Di Costanzo quale Sindaco ed il Facchini Massimo quale responsabile del procedimento, in particolare in relazione allo scarico dei reflui della rete fognaria località Marcianofreddo, il cui scarico si immette direttamente in un canale del tipo “fosso” affluente del “Rio Tella” senza subire alcun trattamento depurativo, nonostante fosse stata prevista la realizzazione di un depuratore, lo stesso non veniva realizzato nonostante il Comune di Alvignano avesse sottoscritto il relativo contratto di appalto per la costruzione con la ditta Aquaclara, invero, pur essendo stato approvato il progetto esecutivo in data 30 giugno 2009. A
pprovati gli atti di gara con determina del 22 luglio 2010 e stipulato il contratto del 28 settembre 2010, il Facchini non si attivava per la realizzazione delle opere ed Di Costanzo non sorvegliava, nella qualità di autorità sanitaria locale, che la procedura si svolgesse tempestivamente; così consentivano lo sversamento di reflui fognari inquinanti, idonei ad imbrattare le persone e con emissione di gas vapori e fumi idonei cagionare tali effetti, danneggiando altresì i suddetti corsi di acqua.
Di Biasio, Farbo e Ferrara sono accusati di aver violato gli art 110 c.p. e art 314 c.p. perché operando De Biasio quale Presidente del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro (CITL), Ferrara quale Direttore Generale del CITL e Farbo quale responsabile della Ragioneria del CITL, esistendo la convenzione del 25 ottobre 2009 fra il Comune di Alvignano ed il Consorzio Idrico di Terra di Lavoro in virtù della quale il CITL gestisce il servizio idrico del Comune di Alvignano con l’obbligo di riversarle entro il giorno 10 dei mese successivo a quello di riscossione, e anche la riscossione delle tariffe di pubblica fognatura e di depurazione dovute dagli utenti, avendo riscosso il CITL le somme suddette, si appropriavano della somma di euro 60.542 del Comune di Alvignano – somme relative ai canoni riscossi per gli anni 2003\2005\2006 di cui alla delibera n 14\09 del CITL della quale avevano la disponibilità per lavoro d’ufficio.
L’ARCHIVIAZIONE DEL GIP
Il Gip Marcello De Chiara, relativamente alle posizioni del sindaco Angelo Di Costanzo e di Giannetti Simone Luigi, con propria ordinanza, dispose l’archiviazione nei confronti dei due politici e lo stralcio della loro posizione dall’indagine.
 (Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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