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S.Potito Sannitico. 71enne (importato) a giudizio quale mente di un’agguerrita gang criminale

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E’ stato definito la mente di un’organizzazione criminale

coinvolta nel procedimento penale che il 3 novembre del 2014 portò all’arresto di 34 persone.

Luigi Martino, 71enne trapiantato a San Potito Sannitico, insieme ad altri 41 indagati, è sotto processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dove giovedì, innanzi al giudice Isabella Iasellii, è iniziato il giudizio con rito abbreviato a carico anche di altri 23 imputati, mentre 18 hanno scelto il rito ordinario.
L’accusa ha concluso la propria requisitoria elencando le richieste di condanna.
La prossima udienza è fissata per giovedì 24 settembre, quando toccherà ai legali di parte esprimere la tesi difensiva dopo di che, nella stessa data, si dovrebbe avere la sentenza per i 24 imputati, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, appartenenza al clan Belforte, traffico di stupefacenti, estorsioni e singoli episodi di spaccio.
All’epoca la Polizia di Stato di Caserta eseguì 34 ordinanze di custodi cautelare, di cui 28 in carcere e 6 agli arresti domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti affiliati al clan Belforte di Marcianise, ed in particolare alla fazione attiva in Maddaloni, Cervino, Valle di Maddaloni e Santa Maria a Vico, a vario titolo indagati per: concorso in associazione per delinquere di stampo mafioso, plurime condotte estorsive, reati inerenti le armi, associazione per delinquere finalizzata all’acquisto, alla detenzione ed allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish, delitti tutti aggravati dalla metodologia mafiosa e dal fine di agevolare la suddetta organizzazione camorristica.
La misura cautelare compendia prolungate e meticolose indagini, anche tecniche, condotte dalla Squadra Mobile di Caserta e coordinate dalla Dda partenopea, sull’articolazione maddalonese del clan Belforte, originariamente diretta e organizzata dal suo capo storico Angelo Amoroso, sino al suo assassinio avvenuto il 24 maggio 2006, e poi guidata dai pregiudicati Antonio Farina e Nicola Martino, sino al loro arresto nel 2009.
In particolare, le investigazioni hanno riguardato gli assetti del sodalizio criminale dal 2006 ai giorni nostri, ricostruendone l’organigramma ed individuando coloro che, nel tempo, si sono succeduti alla sua guida, e svelandone le attività criminali poste in essere sul territorio, in particolare le asfissianti e capillari condotte estorsive realizzate in danno di numerosi imprenditori e commercianti.
Il libro mastro delle estorsioni
Al riguardo, un determinante contributo veniva fornito dal sequestro di alcuni fogli di appunti riportanti nominativi e cifre chiaramente riferibili ai ratei estorsivi richiesti dall’organizzazione agli operatori economici della zona, operato dalla Squadra Mobile di Caserta in occasione dell’arresto, il 27 gennaio 2011, per detenzione di armi e stupefacenti, del pregiudicato Pasquale Magliocca, assurto ai vertici dell’organizzazione.
Il rinvenimento di tale documentazione permetteva di ricostruire, nonostante l’ostinata reticenza delle vittime, un numero impressionante (oltre trenta) di condotte estorsive, tentate o consumate, poste in essere dagli affiliati in danno di cantieri edili, fornitori di calcestruzzo ed inerti, distributori di carburante, aziende di trasporto, commercianti ortofrutticoli, bar, negozi di abbigliamento etc..
Il pizzo anche sulla chiesa in costruzione
Secondo quanto appurato dalla Polizia, non era sfuggita alle mire del clan neppure l’impresa edile aggiudicataria dell’appalto, del valore di oltre 2 milioni di euro, finanziato in gran parte dalla Conferenza Episcopale Italiana, per la realizzazione del complesso parrocchiale adiacente la chiesa di Santa Maria Madre a Maddaloni.
I nuovi reggenti del clan
Le indagini sono state suffragate anche dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Antonio Farina e Nicola Martino, che avevano assunto la guida del gruppo criminale dopo la morte di Amoroso.
I due hanno rivelato le nuove figure ai vertici della fazione, alcuni legati da vincoli familiari con gli affiliati già detenuti, quali Vincenzo Micillo, Giuseppe Martino, fratello di Nicola; Giuseppe Ciardiello e Pasquale Magliocca, rispettivamente cognato e cugino di Nicola Loffredo; Andrea D’Albenzio, figlio di Giorgio e nipote di Clemente, storici esponenti del sodalizio, incarnandone l’ala più fedele ai Belforte.
Inoltre, è stato accertato anche che alcuni degli affiliati indagati avevano costituito un’organizzazione attiva nel territorio di Maddaloni e zone limitrofe, finalizzata alla gestione del mercato degli stupefacenti, in particolare di hashish, che operava “parallelamente” all’organizzazione camorristica, consentendo loro di “integrare” le entrate derivanti dalle attività estorsive.
Su richiesta della Procura Antimafia partenopea, pertanto, l’ufficio del gip presso il Tribunale di Napoli dispose la custodia cautelare in carcere nei confronti di:
Salouh Briouk, 43enne di El Khroub (Algeria), domiciliato a Villa Literno; Michele Cerreto, 23ene di Maddaloni; Antonietta Ciardiello, 40enne di Avellino, residente a Maddaloni; Giuseppe Ciardiello, 30enne di Avellino, residente a Pietrastornina (Av); Andrea D’Albenzio, 25enne di Maddaloni, detenuto; Clemente D’Albenzio, 59enne di Maddaloni, detenuto; Giorgio D’Albenzio, 54enne di Maddaloni, detenuto; Andrea De Matteo, 50enne di Sant’Agata de Goti (Bn), detenuto; Angelo De Matteo, 56enne di Cervino, detenuto;Michele Di Caprio, 31enne di Maddaloni, detenuto; Massimo Farina, 44enne di Napoli, residente a Cervino; Michele Ferraro, 31enne di Maddaloni, detenuto; Vittorio Emanuele Franceschetti, 24enne di Maddaloni; Juri La Manna, 35enne di Nettuno (Rm), residente a Maddaloni; Vittorio Lai, 37enne di Maddaloni, detenuto; Nicola Loffredo, 46enne di Maddaloni; Michele Lombardi, 32enne di Maddaloni, detenuto; Michele Madonna, 31enne di Sondrio, residente a Maddaloni, detenuto; Pasquale Magliocca, 38enne residente a Maddaloni, detenuto; Giovanni Maiello, 37enne di Maddaloni, soprannominato o’ russo; Arcangelo Maietta, 27enne di Maddaloni, detenuto; Valerya Petrova Markova, 49enne bulgara, domiciliata a Villa Literno; Giuseppe Martino, 34enne di Caserta, residente a Maddaloni; Luigi Martino, 70enne di Maddaloni, residente San Potito Sannitico; Francesco Merola, 32enne di Maddaloni; Ciro Micillo, 35enne di Maddaloni, detenuto; Pasquale Nuzzo, 51enne di Maddaloni, residente a Santa Maria a Vico; Patrizio Pascale, 35enne di Maddaloni, residente a Cervino, detenuto.
Lo stesso ufficio del gip presso il Tribunale di Napoli dispose innvece la misura degli arresti domiciliari per:
Salvatore Cioffi, 24enne di Maddaloni; Adele Di Santo, 40enne di Maddaloni; Domenico Loffredo, 42enne di Maddaloni; Pasquale Migliore, 33enne di San Felice a Cancello; Francesco Pisanti, 43enne di Maddaloni; Maria Rosaria Vitale, 51enne di Napoli, residente a Cervino.

(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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