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Caiazzo ignora Teresa Musco, Caserta ne ricorda il trapasso e la fondazione… ‘bussa a denaro’?!

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 “Il valore della testimonianza deve contrapporsi all’indifferenza e alle troppe voci che oggi restano in silenzio”.

È un monito forte quello lanciato ai fedeli ieri mattina dal vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D’Alise, in occasione delle celebrazioni in suffragio di Teresa Musco.
A 39 anni dalla scomparsa, la mistica casertana, originaria di Caiazzo – per la quale si attende l’avvio del processo diocesano di beatificazione – richiama ogni volta tantissime persone. In seicento ieri hanno assistito alla funzione religiosa al Duomo. In prima fila la famiglia di Teresa ma anche padre Francesco Tasciotti, consulente esterno della Congregazione perle cause dei santi, giunto per l’occasione da Roma, e tanta gente comune.
“Dobbiamo essere megafoni di verità e giustizia, testimoniare la nostra fede e riconoscere il primato di Dio nella nostra vita –raccomanda durante l’omelia Monsignor D’Alise – proprio come hanno fatto San Giovanni Battista e Teresa Musco.
Non tocca a me stabilire la natura dei fenomeni che hanno segnato la vita di questa donna, ma vi invito ad interrogarvi su cosa il Signore ci ha voluto dire attraverso quei segni”.
A prendere la parola, al termine della funzione, anche don Franco Amico, rettore del Santuario di Santa Maria della Ruota dei Monti di Leporano e padre spirituale di Teresa Musco.
“La testimonianza di amore incondizionato che ci ha lasciato Teresa – ha detto il sacerdote – è il più grande fenomeno di tutti i tempi.
In vista dell’apertura dell’anno della misericordia speriamo pertanto che inizi il processo di beatificazione perché attraverso la sua storia il messaggio di Dio possa giungere a tutti gli uomini”.
La piccola abitazione di via Battistessa, nella quale Teresa visse fino alla morte – avvenuta il 19 agosto del 1976 – è meta ogni sabato di pellegrini.
A settembre riprenderanno i lavori al palazzo Daniele dove la mistica sognava di realizzare un ospizio per gli anziani, i sacerdoti e gli indigenti.
“In una delle ultime apparizioni – spiega Franco Guarino, uno dei fondatori della onlus – la Madonna aveva mostrato questo posto a Teresa dicendole che qui sarebbe nata la sua opera.
Quando nel ’75 la portai qui, lei riconobbe il posto che aveva visto nella visione.
Solo dopo la sua morte siamo riusciti ad acquistare il palazzo e a fare qualche lavoro”. Poi però, terminati i fondi, i lavori sono stati interrotti.
“A settembre – spiega Guarino – partiremo con la bonifica del giardino che vorremmo mettere a disposizione della parrocchia e dei cittadini di San Clemente per una serie di eventi e iniziative”.
Per completare l’intervento di restyling e recuperare il Palazzo nel suo complesso sarebbero necessari però due milioni di euro”.

(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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