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Alife-Caiazzo. Spostamenti e ‘spedizioni punitive’ sacerdotali: sempre più nella bufera il vescovo, che però va rispettato

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di+cerbo-11x115-valentino-vescovo-11Potrebbe rappresentare la classica goccia che fa traboccare il “vaso delle polemiche”

l’ennesimo rimpasto disposto dal vescovo Di Cerbo alla guida della principale parrocchia della diocesi alifana, cioè della chiesa concattedrale, sottratta a un decano, cui i fedeli sono molto legati, per affidarla a un giovane sacerdote che, con tutto il rispetto e amore, per tantissimi fedeli non può avere analoga esperienza, anche se non mancano ovviamente quelli favorevoli allo “scambio”.
Sembra proprio che dal suo insediamento, nel 2010, l’attuale vescovo della Diocesi Alife-Caiazzo si sia ritrovato spesso al centro delle polemiche, soprattutto (ma non solo) per i cambiamenti imposti dall’alto.
Questo perché ogni volta che il prelato ha disposto un cambiamento nelle parrocchie, i parrocchiani (in alcuni casi tanti) casi si ribellavano.
L’elenco è lungo, partendo dai parroci di Ruviano e Alvignanello, don Osvaldo de Rio, pare costretto a ornare addirittura in sud America, e don Massimiliano Iadarola. prima “spedito” ad Alvignano, poi trasferito a Piedimonte Matese nel “degradato” ruolo di a vice parroco.
Del pari contestato il trasferimento di don Lucio D’Abbraccio a Ruviano e quello di don Arnaldo Ricciuto a Prata Sannita: comunità che, a quanto si evinse dal malcontento a suo tempo esternato dai fedeli, non gradirono affatto il ricambio imposto dall’alto, anche se, alla fine, accettato per cristiana rassegnazione dei fedeli e straordinaria bontà degli incolpevoli neo designati.
Non meno traumatiche -e chiacchierate- le sostituzioni di due decani nelle rispettive, storiche sedi diocesane di Caiazzo e Alife, sempre disposte dal vescovo, con due giovani sacerdoti, indubbiamente buoni e volenterosi ma certo carenti della necessaria esperienza: don Antonio Di Lorenzo per la concattedrale caiatina e, ora, don Arnaldo Ricciuto “reimpacchettato” e spedito da Prata Sannita ad Alife, sempre alla guida della concattedrale.
Prevedibile dunque, anche stavolta,  il malcontento, che spopola anche sul web, fermo restando il rispetto istituzionale sempre dovuto per qualunque autorità costituita e segnatamente per il vescovo che, a prescindere dalla simpatia o da altri umani, immancabili difetti, rappresenta la massima autorità ecclesiastica diocesana, i disegni della quale sono imperscrutabili e magari dettati da motivazioni ignote e inimmaginabili per i comuni fedeli.
(Comunicato Stampa – Archiviato in @TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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