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Castel di Sasso. 81enne ricoverata con riserva per un morso di ‘malmignatta’ velenosa

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morso-15x12,5_ragno+4Sembrava un episodio banale quello verificatosi in località “Cerreta” di Castel di Sasso, ove una 81enne, Teresina Mastroianni, è stata morsicata da un ragno, ma poco dopo l’anziana ha avvertito malori seri, tipici, come poi accertato, del morso di”Malmignatta”, ragno appartenente alla famiglia dei “Theridiidae”, famigerata quale “Vedova Nera (del Mediterraneo)”.

malmignatta-15x10-descrizione-11Essendo palesi i sintomi da shock anafilattico, infatti, l’anziana è stata accompagnata d’urgenza al pronto soccorso ospedaliero ma, dopo le prime cure, considerata la gravità del caso, i sanitari ne hanno disposto il ricovero con prognosi riservata.

Mentre si prodigavano per recuperare il ragno che aveva morso l’anizana , per accertarne la specie e individuare quindi l’ottimale antidoto, a qualche centinaio di metri gli stessi familiari hanno individuato e soppresso un’altra malmignatta, mentre quella che aveva morsicato l’anziana parente è stata recuperata e custodita in un barattolo ermetico che i congiunti intendevano affidare agli esperti dell’Asl per ogni opportuno esame.

Invano però, a quanto riferito, per tutta la mattinata i nipoti hanno provato a contattare telefonicamente l’ambulatorio ASL di Caiazzo, competente per territorio, ma evidentemente non sempre presenziato.

Come poi riferito da un medico privato, in effetti non esiste antidoto per il veleno di questo insetto, che però non sempre ne inietta una dose mortale, tuttavia, come avviene anche per una semplice puntura di vespa o ape, le persone allergiche a quei tipi di veleni, ovvero debilitate per età avanzata o altre cause, rischiano anche la vita.

Il morso della femmina, pur essendo meno pericoloso di quello della cugina americana (la famigerata Vedova nera – Latrodectus mactans), non è doloroso al momento, ma successivamente provoca sudorazione, nausea, conati di vomito, febbre, cefalea, forti crampi addominali e nei casi più gravi perdita di sensi e talvolta morte, anche se tali ultimi casi sono molto rari.
Rilevante il pericolo per i bambini, perché la quantità di veleno iniettata va proporzionata alla corporatura e, per il corpo di un bambino, tale quantità può essere letale; in pericolo anche gli anziani e gli adulti eventualmente già indeboliti da malattia, in quanto un soggetto adulto non pienamente sano può non riuscire a salvarsi dagli effetti del veleno che in questi casi può essere letale.
Può provocare nei soli soggetti allergici shock anafilattico, come d’altronde molte altre punture di insetti ritenuti praticamente innocui (come ad es. vespidi).
In Italia è, assieme al Loxosceles rufescens, una delle poche specie il cui morso può rivelarsi molto pericoloso per gli umani.
Si trova in tutto il centro e sud Italia tirrenico (Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia); è inoltre stata rinvenuta in Puglia e in Sardegna.
In Italia si segnalano solo quattro possibili episodi di morte causata da siffatti morsi, due dei quali avvenuti nel 1987 in provincia di Genova.
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