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Matese. Comunità Montana, 209 ‘baif’ senza lavoro: il presidente ‘diffida’ la Regione’, ma ne paventa il licenziamento

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Il presidente della Comunità Montana del Matese mette in mora la Regione

Campania sulla mancata assegnazione e conseguente liquidazione delle somme arretrate relative agli ultimi anni di realizzazione dei progetti di forestazione di cui alla legge 11/96.

Con una lettera ufficiale indirizzata al dirigente del settore Forestazione Flora Della Valle, e per conoscenza anche al Prefetto di Caserta De Felice, al Governatore della Campania Vincenzo De Luca, ai segretari provinciali della Fai/Cisl Bruno Ferraro, della Flai/Cgil Pasquale Campanile e della Uila/Uil Gaetano Laurenza, e al presidente regionale di Uncem Campania Enzo Luciano, Fabrizio Pepe ha intimato alla giunta regionale il reperimento di risorse aggiuntive con le quali finanziare il piano di forestazione e bonifica montana dell’anno in corso, utile a raggiungere gli obiettivi di tutela del territorio da un lato, e di mantenimento dei livelli occupazionali dall’altro.

Si evidenzia ancora una volta – scrive Pepe nella sua nota – lo stato di gravissima difficoltà del settore forestale e della salvaguardia del territorio con dirette e drammatiche conseguenze sul futuro occupazionale dei lavoratori a tempo indeterminato di questa Comunità Montana che ad oggi sono ben 209 unità coinvolgendo, pertanto, le normali condizioni di vita e di sussistenza di altrettanti nuclei familiari.

Si ricorda, infatti, che per effetto dei tagli operati dalla Regione Campania, confermati in ultimo con la programmazione per l’anno 2015 si attribuiva a questo Ente la somma dell’anno precedente di per sé già insufficiente a coprire l’intero anno, così come più volte rappresentato ma, purtroppo senza riscontro alcuno con grave danno per l’Ente e le famiglie coinvolte“.

Nonostante la regolare trasmissione, avvenuta nel settembre 2014, al settore Forestazione del piano triennale 2015/2017 e del Piano di Forestazione e Bonifica Montana approvati dalla giunta esecutiva nell’aprile 2014, la Regione successivamente invitava l’Ente Montano a redigere un Piano Stralcio a valere sui fondi FSC 2015 per un importo complessivo di soli 2 milioni e mezzo e passa euro, piano stralcio che, costituito da sei “schede di sintesi”, è stato regolarmente consegnato lo scorso 15 aprile e comunque nell’attesa delle ulteriori risorse necessarie per garantire il livello occupazionale per i baif in forza nel Matese.

È appena il caso di evidenziare e rimarcare che l’elusivo comportamento degli organi regionali, quale primo effetto – continua il presidente della Comunità Montana – produce immancabilmente la funesta privazione, per l’intero comprensorio comunitario, degli indispensabili strumenti per la salvaguardia dei territori montani, peraltro già individuati e programmati nel Piano Forestale presentato per il 2015, in ambito non solo strettamente forestale ma anche ambientale, di salvaguardia idrogeologica e di prevenzione per contrastare il deprecabile fenomeno degli incendi boschivi”.

Il responsabile del settore regionale, sulla scorta delle argomentazioni poste dal Segretario Generale dell’Ente, ha comunicato per le vie brevi che “in assenza delle dovute integrazioni e/o disposizioni da parte della Regione Campania, nella specifica qualità di Ente delegante, non potrà di fatto garantirsi il mantenimento del tempo indeterminato ai 209 lavoratori idraulico forestali attualmente in servizio presso questa Comunità Montana che, sulla base delle risorse assegnate, matureranno mediamente circa 110 giornate lavorative a fronte delle 182 giornate lavrative assicurate dalla legge regionale n. 96/2011 recentemente modificata in tal senso”.

In pratica con l’approvazione del Piano Forestale, per effetto dei tagli applicati con la stessa nota, si è determinata una carenza strutturale del Piano stesso con una notevole riduzione delle giornate lavorative degli OTI, disattendendo palesemente anche la finanziaria regionale e l’art. 2 della L.R. 96/2011, che prevede l’utilizzo dei fondi “previo accantonamento delle risorse necessarie al pagamento delle retribuzioni spettanti ai lavoratori a tempo indeterminato”.

Tale riduzione, in mancanza di ulteriori risorse economiche, ha prodotto “di fatto la soppressione – denuncia Pepe – dell’istituto contrattuale del tempo indeterminato dei lavoratori forestali e l’obbligo della sospensione dei cantieri conl’avvio delle procedure di licenziamento, a norma dell’art. 27 del vigente CCNL di categoria per mancanza di copertura finanziaria.

Al fine di scongiurare tale drammatica evenienza, che produrrebbe evidenti effetti devastanti sul territorio e sui livelli occupazionali dei braccianti agricoli e idraulico-forestali, occorre reperire con urgenza le risorse economiche certe per garantire le giornate lavorative, non previste nel piano stralcio 2015 approvato, autorizzando questo Ente a mantenere in forza gli OTI“.

Tra l’altro, gli operai forestali, già da molti mesi senza salario, sono fortemente preoccupati per il loro futuro occupazionale, tanto da determinare uno stato di agitazione continuo con “gravi ripercussioni sul regolare svolgimento del servizio che potrebbe portare a condizioni di maggiore tensione sociale, come emerso nelle varie riunioni e assemblee in presenza delle rappresentanze sindacali provinciali“.

Dal vertice della comunità montana, poi, si fa anche notare che non sono state ancora retribuite le giornate di cassa integrazione (CISOA), le cui istanze sono state puntualmente e regolarmente presentate e non ancora definite dall’Ente previdenziale INPS, producendo ulteriore ed ancor più grave disagio ed inquietudine fra i lavoratori.

Nell’unire la nostra voce a quella corale delle altre Comunità Montane campane – conclude Pepe – per le motivazioni sommariamente esposte, si chiede, con specifico intento di messa in mora, preliminarmente un congruo acconto sulle spettanze dovute, nonché un urgente ed esaustivo riscontro alla presente, tenendo conto che questo Ente, in assenza di specifiche indicazioni di merito, suo malgrado, sarà costretto ad assumere le conseguenti determinazioni e, non da ultimo, atteso il crescente ricorso all’istituto del ‘decreto ingiuntivo’ da parte degli operai, ad avviare la chiusura dei cantieri e le procedure di licenziamento per accertata mancanza di copertura finanziaria“.

(Enzo Perretta – Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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