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Piedimonte Matese. ITIS ‘CASO’, scuola da ‘Guinness’: della sghangheratezza, onta nazionale per i politicanti matesini

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Buchi nel soffitto tali che quando piove si devono sistemare anche secchi e stracci sul pavimento di aule e corridoi

per trattenere l’acqua; guaine di asfalto sollevate sulle tettoie; fori fatti con il trapano nelle pareti per consentire alle infiltrazioni d’acqua di trovare una via di fuga, avendo già abbondantemente danneggiato la staticità dei muri: sono emergenze che hanno fatto dell’Istituto tecnico industriale «Caso» di Piedimonte Matese, nell’alto Casertano, la «peggiore scuola d’Italia».
Un «titolo» assegnato dal XIIesimo rapporto di “Cittadinanzattiva” su sicurezza, qualità ed accessibilità negli edifici scolastici della penisola.
Il report
Ad Ostuni, nel Brindisino, il crollo parziale dell’intonaco del solaio di una scuola riaperta solo pochi mesi fa e che ha causato il ferimento di due scolari ha fatto gridare allo scandalo meno di dieci giorni fa. Ma a voler occuparsi dello sfascio dell’edilizia scolastica nel nostro Paese non serve imbattersi necessariamente in disgrazie: basta alzare lo sguardo e non andare nemmeno troppo lontano.
Anzi, quanto contenuto nel Rapporto dell’associazione, almeno in relazione all’Isiss «Coppola» di Piedimonte Matese – di cui fa parte l’Itis «Caso» – è solo la punta dell’iceberg del profondo degrado in cui versano le strutture dell’istituto comprensivo: l’Agrario di via Montemuto, nella stessa località del Matese e che dipende dall’unica direzione didattica, è addirittura chiuso da 16 mesi e i suoi studenti sono ospiti della Ragioneria in vere e proprie «classi pollaio». La ragione?
Dal terremoto del 29 dicembre del 2013 non un solo intervento è stato attuato in quella scuola per cercare di ripristinarne le condizioni ante-sisma. E se la Regione Campania, per parte sua, ha individuato un capitolo di risorse da cui attingere i soldi per il recupero delle chiese danneggiate, la Provincia non ha un sol euro per garantire nemmeno l’ordinaria manutenzione degli istituti superiori.
La crisi
“Dobbiamo essere realisti: ogni governo che arriva mette mano ad una nuova riforma della scuola – commenta il dirigente scolastico dell’Isiss Coppola, Nicolino Lombardi – ma qui serve invece garantire la sicurezza nelle nostre scuole. Non vi è giorno che non dobbiamo, da soli, fronteggiare una qualche emergenza senza poter più contare sull’aiuto di nessuno”.
Nelle passate settimane, raschiando il fondo del barile, l’istituto è riuscito a racimolare 800 euro per l’acquisto di nuove guaine d’asfalto da sistemare sul tetto del convitto che sorge di fianco all’istituto Agrario chiuso: la struttura è ancora funzionante e dà riparo a 40 studenti che arrivano da fuori. Solo che anche qui ci piove dentro.
Facendo anche lavori in economia assicurati da un collaboratore scolastico, le guaine sollevate dall’ondata di maltempo d’inizio marzo sono state sostituite. “Ma i nostri istituti sono in ginocchio – riflette ancora il dirigente scolastico – con laboratori chiusi e aule che non è possibile riaprire”. Lombardi lancia una proposta: “Perché il ministro dell’Istruzione non fa un salto da noi, in provincia di Caserta, per rendersi conto di cos’è la scuola qui?”.
Una richiesta che sarà formalizzata a breve con una lettera.

(News elaborata – archiviata in @TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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