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S.Maria C.Vetere. Sabato al ‘Garibaldi’ Paolo Brosio presenta il libro in cui parla anche di Teresa Musco

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Solidarietà all’insegna della fede, Paolo Brosio al Teatro Garibaldi.

Fede e Solidarietà: una formula magica che si tradurrà in realtà.

Sabato 14 febbraio 2015 alle ore 16.30 nel Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere, manifestazione di fede, solidarietà e beneficenza organizzata dall’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Delegazione di Capua.

L’evento, fortemente voluto e coordinato dal responsabile dell’Ordine Avvocati, Raffaele Gaetano Crisileo, prevede la partecipazione, come testimonial d’eccezione, del noto giornalista, conduttore televisivo e scrittore Paolo Brosio che, in un lungo intervento, ripercorrerà le tappe della sua conversione religiosa e parlerà delle guarigioni e della sua inchiesta su guarigioni, miracoli ed apparizioni mariane, contenute nel suo ultimo libro dal titolo “ Raggi di luce”.

In questa importante ed unica occasione Paolo Brosio parlerà anche del primo ospedale in costruzione a Medugorje su iniziativa dell’associazione da lui fondata.

E’ prevista anche la partecipazione di Padre Franco Amico che ricorderà i momenti di vita vissuti accanto alla mistica Teresa Musco, il cui processo di beatificazione è in corso.

Poi interverrà il biologo dottor Franco Guarino che, all’epoca, ha analizzato il sangue comparso sulle immagini sacre nella casa di Teresa.

Interverrà quindi il Sindaco, architetto Biagio Di Muro, con i saluti istituzionali, e il Preside dell’Ordine, il dottor Vincenzo Manna, che porterà il saluto del Luogotenente dell’ Italia Meridionale Tirrenica e leggerà il messaggio del Gran Maestro.

Il sensazionale evento si incasella nel quadro delle iniziative forti che la delegazione di Capua del Santo Sepolcro di Gerusalemme sta portando avanti per rendere concreta la partecipazione di carità sia nei confronti dei cristiani della Terra Santa che a favore degli ultimi della società.

L’ingresso in teatro è gratuito.

L’avv. Raffaele Gaetano Crisileo, responsabile della Delegazione di Capua del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha dichiarato: “La venuta di Paolo Brosio nella Città di Santa Maria Capua Vetere il 14 febbraio prossimo è un evento straordinario religioso e culturale insieme. E’ una testimonianza viva del cammino di fede del mio amico Paolo, nel ricordo della sua conversione, ed un messaggio di solidarietà verso gli ultimi. Sarà lui, personalmente, il 14 febbraio prossimo, al Teatro Garibaldi, alle ore 16.30, quando sarà con noi, a dirci della costruzione del primo ospedale a Medugorye, a trasmetterci le sue emozioni dal vivo. Ci dirà della sua inquietante inchiesta sulle guarigioni e sulle apparizioni mariane e si soffermerà , in modo particolare, sulla figura della mistica Teresa Musco, cui ha dedicato un intero capitolo nel suo libro “Raggi di luce” Per questa ragione ambedue abbiamo voluto la presenza, all’evento, di Padre Franco Amico, fratello spirituale della mistica Teresa Musco e del dott. Franco Guarino che, all’epoca, ha eseguito le analisi sulle tracce di sangue comparse sulle immagini sacre a casa di TERESA. Il sensazionale evento s’inserisce tra le iniziative forti che il nostro Ordine sta portando avanti per rendere concreta la partecipazione di carità sia nei confronti dei cristiani della Terra Santa che a favore degli ultimi”.
Paolo Brosio ci ha dichiarato : “Ho raccolto con piacere e con entusiasmo l’invito a recarmi nella città di Santa Maria Capua Vetere per testimoniare la mia conversione religiosa e dare un testimonianza di fede. L’occasione mi è propizia per presentare anche il mio libro “Raggi di Luce” e per soffermarmi sulla figura della mistica Teresa Musco, di cui ho parlato ampiamente nel mio libro. E mio desidero anche incontrare i partecipanti all’evento, risponderò alle loro domande e ringrazio, sin da ora, il mio amico avv. Crisileo che tanto si è prodigare per organizzare l’evento di solidarietà”.
Teresa Musco nacque il 7 giugno 1943 in una povera casa di Caiazzo, in provincia di Caserta. I Musco erano una famiglia onesta e religiosa, sebbene povera e piuttosto numerosa (dieci figli videro la luce in casa Musco, anche se quattro di questi morirono in tenera età).Il papà si chiamava Salvatore ed era un contadino, temuto dalla famiglia per i suoi violenti eccessi di collera. La mamma, Rosa Zullo, era una donna dolce e dimessa. Se è vero che il papà lasciava a desiderare in quanto a fede, la mamma, invece, era di esempio per i figli con la sua vita di pietà sincera. Fu lei l’educatrice religiosa della famiglia pur in mezzo a tante tribolazioni. L’infanzia di Teresa fu segnata da tante sofferenze e paure che formarono il suo senso di responsabilità e la sua generosità nell’aiutare in casa con ogni sorta di servizi anche al di sopra della sua età. A quel tempo Teresa soffriva già di cefalee, di alte febbri, di coliche lancinanti, ma nello stesso tempo godeva di visioni ineffabili di Gesù, della Madonna, di Angeli e di Santi. Così Teresa descriveva i suoi “incontri” con la Madonna: “… Posso dire che, dall’età di sei anni, sono stata circondata da particolare predilezione della Mamma Celeste. Difatti era con me quando rassettavo, quando pregavo e anche quando giocavo mi sentivo chiamare per trattenermi con Lei. Quando ero malata me la sentivo sempre vicino, e per me era un conforto e una protezione. L’unica cosa che mi ripeteva sempre era: «Offri la tua sofferenza per i peccatori»…”.Un giorno le apparve Gesù dolorante e sanguinante. Ecco la descrizione di questo episodio fatta da lei stessa: “… Mi trovavo sola in casa, Gesù con una grande croce sulla spalla e lamentandosi mi mostra le sue spalle tutte flagellate e tutte le ferite aperte. Io con un fazzolettino asciugai il sangue che scendeva dal viso e dalle ferite…”. Teresa, desiderando ardentemente di unire le sue sofferenze a quelle di Gesù, voleva per sé le cose più umilianti e spregevoli. Prima ancora dei sei anni si infliggeva delle penitenze corporali: “… per mortificare la carne ho fatto una corda con tutti nodi, e me la sono stretta intorno; e ogni dolore, ogni trafittura la offro per i peccatori, per le anime del Purgatorio … per le anime che rischiano l’inferno …. quelle che peccano contro la purezza…”, scriveva Teresa. Si può dire che la famiglia Musco fosse in dissesto pressoché continuo, le condizioni si facevano a volte così critiche che era molto difficile salvarsi dalla disperazione. Fortunatamente in casa c’era la Signora Rosa che pregava, e c’era soprattutto la piccola Teresa che si offriva vittima di espiazione per i peccatori e, anzitutto, per il suo papà bestemmiatore! Il papà spesso faceva scenate contro la piccola coprendola di percosse. Per castigo arrivò a ordinare a Teresa di andare ogni mattina con la mamma a vendere la verdura. Era un lavoro faticosissimo, alla fine della giornata, madre e figlia tornavano a casa esauste, ma anziché pace e comprensione, trovavano l’ira del papà che molte volte costringeva le due poverette ad andare a letto anche senza cena. Il 1 maggio 1950 la Madonna disse a Teresa: “… Figlia mia, tu avrai molto da soffrire: girerai ospedali, medici, e nessuno capirà la malattia che il Padre ha posto nel tuo cuore…”. Queste sofferenze erano necessarie per riparare ai peccati che si commettono nel mondo. Il 1 novembre 1950, mentre la piccola Teresa era in chiesa, un sacerdote le disse: “… Figlia, ti raccomando !… Prega per la salvezza delle anime che si trovano in Purgatorio: non c’è chi prega per loro”. Teresa chiese al sacerdote con confidenza: “… Chi sei?…”, e il sacerdote rispose ” … Io sono Padre Pio, cioè Francesco, Gesù mi ha detto di dirti di non dire mai a nessuno quanto ti viene riferito. Tu un giorno sarai come me. Guarda…”, e le fece vedere le stimmate nelle sue mani. Poi la benedisse e scomparve. Un’altra volta la Madonna le disse: “… Figlia, offri tutto quello che ti capita di offrire per i Sacerdoti, perché… non capiscono più quale sia la volontà di Dio…”. Intanto la sua salute andava progressivamente peggiorando. Aveva lancinanti dolori alla testa, che sembravano farla impazzire. All’inizio del 1954, arrivarono dei pesanti disturbi al fegato. Ebbe anche febbri altissime, le vennero anche forti dolori addominali, insopportabili. Qualche tempo dopo Teresa avvertì dolori acuti alle ginocchia e alla schiena, tanto da non poter camminare. Il medico, non sapendo più che cosa dire, dispose che la bambina fosse ricoverata nell’Ospedale Civile di Caserta. E lì ancora sofferenze, con aghi infilati nelle ginocchia per ricerche e analisi dolorosissime, con la diagnosi finale di “tubercolosi ossea” che costrinse all’ingessatura e a cure dai risultati pressoché nulli. Due anni dopo, nel 1957, Teresa venne di nuovo ricoverata a Caserta; la situazione apparve talmente critica che il medico curante comunicò alla madre di Teresa che a sua figlia rimanevano solo pochi mesi di vita. Ma a dispetto delle previsioni Teresa riuscì a sopravvivere anche a questa prova. Un giorno Teresa si sentì dire da Gesù: ” …. se nelle famiglie non ci sarà sempre la recita del Rosario e la frequenza dei Sacramenti, né la pace, né l’amore ci sarà mai in esse. Quindi, tu, quando sarai grande e ti troverai di fronte a tanti Sacerdoti, figli a me cari, mi raccomando di dir loro che insistano sempre sulla frequenza dei Sacramenti e sulla recita del Rosario…”. Dopo l’ennesimo ricovero in ospedale, Teresa fu costretta a tornare a casa. Ma lì trovò le porte di casa sprangate! L’atteggiamento del padre e di tutta la famiglia era sempre più ostile alla giovane. L’8 gennaio 1968, dopo il rifiuto del padre di accettarla in casa, partì per Caserta. La preoccupazione massima di Teresa era come fare a tirare avanti a Caserta, da sola e senza mezzi di sostentamento. Una pia signora di Caserta prese con sé Teresa, venendole incontro in tutti i suoi bisogni con premura materna. Le piaghe della passione di Cristo Durante la settimana santa del 1969 Teresa ricevette le stigmate. Il 31 luglio dello stesso anno ricevette anche le piaghe della Corona di spine. In seguito, ogni tanto, la fronte di Teresa apparirà circondata di sangue. Nel gennaio 1960 Gesù le apparve dicendole: “… Figlia mia, Teresa, voglio offrirti la ferita del mio costato. Tu che ne dici? Te la offro per la salvezza delle anime”. Teresa rispose con trasporto: “Sì, sì, la voglio!”. A tutte queste sofferenze mistiche si aggiungevano sempre nuovi scompensi e disfunzioni. Di grande sostegno, inoltre, furono il suo Padre spirituale, Don Giuseppe Borra (Rettore dei Salesiani di Caserta) e il Fratello spirituale, Padre Franco Amico, le due guide che l’assistettero negli ultimi anni della vita. Teresa voleva essere particolarmente generosa nell’immolarsi per i Sacerdoti. E tantissimi Sacerdoti fecero a lei ricorso durante la sua permanenza a Caserta. Diverse centinaia, venuti da molte parti, andavano da lei per chiederle consigli e preghiere. Un fenomeno nuovo e sconcertante si verificò nell’ultimo anno e mezzo di vita di Teresa: molte immagini di Gesù e della Madonna iniziarono a lacrimare e a versare sangue. Il 19 agosto 1976, quando aveva già compiuto 33 anni, Teresa lasciò questo mondo, “all’improvviso – riferisce Padre Franco – ecco che le sue braccia si sollevarono più in alto della testa e tutto il suo corpo, le gambe, i piedi assunsero una rigidità come se fosse diventata tutta di marmo. Teresa assunse l’atteggiamento di Gesù agonizzante con le braccia spalancate sulla croce”. La salma rimase esposta per due giorni e due notti e il via vai di gente accorsa da ogni parte fu interminabile. Il traffico cittadino fu bloccato per l’imponente afflusso di persone. Le esequie furono solenni, la Messa venne celebrata da venti Sacerdoti nella Cattedrale di Caserta.
Scriveva Renzo Allegri in un suo articolo del 09.10.2000 su “Il Giorno”: ” Quando morì, il 19 agosto 1976, ufficialmente Teresa Musco era soltanto una povera contadina di 33 anni, semianalfabeta, che aveva trascorso l’esistenza quasi sempre chiusa in casa, spesso a letto, tormentata da malattie strane e sofferenze atroci. Ma alcune persone, che le erano state particolarmente vicine, avevano potuto constatare come in quella povera ragazza si verificavano ogni giorno i fatti più incredibili: colloqui con entità invisibili, manifestazioni sul suo corpo, come stimmate, sudorazione di sangue, bilocazioni, estasi. Inoltre, precognizione del futuro, lettura del pensiero; diagnosi di malattie segrete, sfuggite non solo al controllo dei medici ma anche a quello delle più sofisticate macchine diagnostiche. In quel mio viaggio, potei avvicinare e interrogare medici che avevano assistito Teresa nelle sue inspiegabili malattie, amici con i quali lei si confidava, sua madre che era ancora viva, il suo padre spirituale. E potei soprattutto consultare una poderosa documentazione, costituita da dieci volumi di testimonianze giurate, con il diario di Teresa, fatto di quasi tremila pagine. Potei vedere centinaia di fotografie dei vari fenomeni di cui la Musco era stata protagonista. Le persone che le erano vicine avevano voluto documentare tutto. Le foto, scattate in serie, a breve distanza una dall’altra, erano una specie di cronaca visiva di ciò che accadeva. C’era anche tutta una serie di bobine registrate durante le estasi, e in esse si potevano udire perfino le voci delle entità invisibili con cui Teresa parlava, e riprese filmate che mostravano i vari fenomeni durante il loro svolgimento. Ciò che vidi, mi colpì moltissimo. E la mia impressione venne fortificata dalla lettura di un grosso volume biografico su Teresa, uscito in quel periodo a firma di Padre Gabriele Roschini. Fu proprio quel volume a convincermi definitivamente che quanto avevo conosciuto meritava ampio credito perché Padre Roschini era una personalità indiscussa della materia. Filosofo e teologo di fama internazionale, autore di innumerevoli pubblicazioni scientifiche, professore della Pontificia Facoltà Teologica di Roma, esperto al Concilio Vaticano II, per 27 anni consultore della Sacra Congregazione dei Santi, mai si sarebbe messo a sostenere quella vicenda se non avesse avuto la certezza assoluta di trovarsi di fronte a una vicenda di grandissima importanza. «Nella lunga carriera», scrisse in quel suo libro «ho avuto occasione di leggere e vagliare innumerevoli biografie di anime sante. Nessuna però può paragonarsi alla vita e ai fenomeni straordinari di Teresa Musco. Essi rappresentano il più grande complesso di fenomeni mistici di ogni tempo e luogo». Giudizio straordinario. Da allora sono passati tanti anni. Di Teresa si è parlato e scritto poco. Ma so che in questi anni il fenomeno Musco è stato soppesato e valutato meticolosamente, e dovrebbe, ora, riemergere in tutto il suo stupefacente splendore”.

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