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Caserta. Ospedale, appalti pilotati dai clan: 24 arresti, anche nomi ‘eccellenti’

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Tutti intorno allo stesso tavolo, nella stessa stanza, mentre sbracciano e si agitano, prendono appunti e annuiscono.

Sono i “signori” degli appalti, secondo quanto emerge dalle misure cautelari firmati dal gip Taglialatela, al termine delle indagini condotte dalla Dda di Napoli.

Filmati e intercettazioni, ma anche il racconto dei pentiti e di esponenti del settore amministrativo.

Sembra un capitolo di mafia capitale, ma è l’ospedale di Sant’Anna e San Sebastiano.

Il nosocomio casertano, ove per anni, politica, camorra e impresa sono andate a braccetto, secondo quanto emerge dalle indagini dell’aggiunto Giuseppe Borrelli e dei pm Ardituro (oggi al Csm) e Lucchetta, al termine degli accertamenti condotti dalla Dia del capocentro Giuseppe Linares.

Associazione a delinquere di tipo mafioso, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio, reati spesso aggravati dal fine mafioso.

Dieci arresti in cella e arresti domiciliari per 14 soggetti, fra cui un dirigente della sanità regionale, impiegati del suo ufficio tecnico; si indaga su appalti per tre milioni di euro.

Filmate le fasi della spartizione degli appalti, che andavano sempre a tre ditte, immagini che fanno emergere un dato: accanto a tecnici e dirigenti, anche un uomo legato al clan Zagaria, sempre presente nel momento clou, solo per riportare notizie ai vertici del clan.

Diversi i riferimenti alla politica, da intercettazioni telefoniche e ambientali: un boss – oggi deceduto – fa i nomi del centrosinistra e del centrodestra, di candidati la cui campagna elettorale sarebbe stata sostenuta dalla camorra.

Lo abbiamo fatto votare, si legge.

Ma anche: metti una “X” su questo nome. Non mancano sorprese tra nomi del Pd e del Pdl.

Finanche una messa a Pasqua – nel 2012 – è stata usata per organizzare gli equilibri nella spartizione del racket.

Un parroco – secondo un pentito – si prestò – a leggere un pizzino per regolare la spartizione delle imprese di riferimento.

Sotto i riflettori Francesco Zagaria (oggi deceduto), cognato dell’ex primula rossa Michele Zagaria, ma anche Elvira Zagaria, sorella del boss oggi detenuto al carcere duro.

Secondo il gip Taglialatela, nell’ospedale ci sarebbe stato un duplice avvicendamento politico mafioso all’interno dell’ospedale di Caserta, sulla scorta del cambio della guardia in seno all’Udeur: da Nicola Ferraro (indicato come esponente del clan Schiavone), si passa alla guida di Antonio Fantini (deceduto), che viene indicato dalla Procura di Napoli come legato a Francesco Zagaria.

Crollato l’Udeur, sotto i colpi delle indagini che coinvolgono l’ex guardasigilli Clemente Mastella, la camorra si riorganizza.

Gli Zagaria ottengono la copertura politica nel Pdl campano in Nicola Cosentino, che viene sostenuto da un punto di vista elettorale anche nel congresso del Pdl che si svolge a Caserta il sei ottobre 2012.

Stando alle intercettazioni, il sostegno elettorale degli Zagaria assicura a Cosentino la leadership contro Coronella e Landolfi.

Centro della spartizione del potere, l’ufficio del dirigente dell’unità operativa complessa di ingegneria ospedaliera, il cui dirigente sarebbe stato nominato per volontà di Francesco Zagaria.

E’ qui che si controllavano gli appalti, si truccavano i bandi di gara e altri atti amministrativi, per favorire gli imprenditori del clan.

E al tavolo della spartizione – secondo i filmati – oltre a tecnici e dirigenti, c’era sempre un uomo del clan Zagaria, che controllava l’effettiva assegnazione degli appalti alle aziende amiche.

Ecco le gare sotto inchiesta: appalti per tre milioni di euro appalto per la tinteggiatura (450.000 euro): manutenzione immobili (150.000 euro): impianti elevatori (1.189.500 euro).

E non finisce qui: appuntamento al prossimo “step”, con nomi che si prospettano davvero eclatanti!

(Comunicato Stampa Elaborato – Archiviato in @TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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