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Piedimonte Matese. ‘Scandalo Autovelox’: prescrizione imminente, già chiesto il ‘non luogo a procedere’

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Ennesima udienza nell’ambito del processo relativo al cosiddetto scandalo Autovelox.

scoppiato a Piedimonte Matese nel 2010 a seguito di una indagine della locale Tenenza della Guardia di Finanza.

Martedì 20 gennaio si è discussa la posizione di oltre 200 indagati, ovvero gli automobilisti che, secondo le accuse, avrebbero chiesto una riduzione delle sanzioni comminate per infrazioni accertate con autovelox.

Il Gup Enea ha ascoltato il collegio difensivo degli indagati composto tra gli altri dagli avvocati Dario Mancino, Carlo De Lellis, Pietro Ronga, Raffaele Pannone, Antonio Izzo e Ferritto i quali hanno chiesto per i loro assistiti il non luogo a procedere, anche perchè per i reati ascritti agli indagati, seppure si potrebbe andare a giudizio, è in arrivo la prescrizione.

Il Giudice Enea ha ascoltato la difesa degli indagati ed a giorni potrebbe pronunciarsi.

Resta in piedi invece il procedimento a carico dei diciotto indagati nell’altro filone sempre nell’ambito dello stesso procedimento penale, ovvero i Vigili e addetti alla manutenzione degli autovelox.

Per loro l’udienza è prevista il 12 febbraio.

Ecco, intanto, come si sono svolti i fatti secondo uno stralcio del comunicato stampa emanato a suo tempo dal Procuratore della Repubblica Luigi Gay:

L’articolata e complessa attività di indagine, in particolare, si è estrinsecata nell’effettuazione di sequestri, perquisizioni, acquisizione di oltre 5.000 verbali di contravvenzioni per violazioni al codice della strada, – relativamente al periodo 2005/2007 – accertamenti informatici e nell’espletamento di oltre 300 interrogatori di cittadini privati coinvolti nella vicenda, ed ha consentito di evidenziare un complesso ed esteso fenomeno criminale, che da anni veniva gestito da appartenenti alla Polizia Municipale di Piedimonte Matese.

In particolare i pubblici ufficiali coinvolti, costituendo una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero elevatissimo di reati contro la fede pubblica, la pubblica amministrazione ed il patrimonio, hanno, di fatto, per anni, strumentalizzato per interessi privati il servizio pubblico concernente la rilevazione delle violazioni del codice della strada per superamento dei limiti di velocità, attraverso la soppressione o la falsificazione degli originari verbali di contravvenzione con l’ausilio tecnico della ditta preposta alla gestione degli autovelox . Inoltre, l’attività di indagine ha consentito di evidenziare che oltre 600 verbali di contravvenzione elevati per eccesso di velocità, sono stati arbitrariamente alterati o soppressi, e di porre in luce uno scenario criminale di “malaffare” ed abuso della funzione pubblica davvero inquietante, anche perché recepito nella comunità di Piedimonte Matese quale prassi ordinaria e consolidata negli anni, con il coinvolgimento di 215 indagati e l’accertamento di un danno alle casse comunali quantificato, allo stato, in oltre 20.000 euro, come si è già detto. Nell’accertamento di tante violazioni si deve segnalare l’esemplare professionalità dei finanzieri della Tenenza di Piedimonte Matese, per la mole di documentazione esaminata e per il numero di persone coinvolte negli illeciti.

Il comune di Piedimonte Matese all’epoca dei fatti aveva stipulato un contratto di appalto con la citata società “ALL SERVICE S.r.l.”, la quale forniva il personale tecnico, l’attrezzatura idonea per la rilevazione delle infrazioni su strada e che si occupava dello sviluppo delle foto, della ricerca dei proprietari dei veicoli in contravvenzione, della fornitura degli stampati necessari per l’elevazione delle contestazioni nei termini di legge e della spedizione dei verbali elaborati e dell’eventuale formazione del ruolo. La stessa azienda, per le attività relative alla ricerca dei proprietari ed alla redazione integrale del verbale si avvaleva, a sua volta, di una società romana, risultata estranea ai fatti in contestazione, incaricata di associare i suddetti dati a quelli identificativi del proprietario del veicolo contravventore e di rispedire, in doppia copia, alla medesima società casertana i verbali elaborati, al fine di consentire il definitivo “controllo di qualità” ed eliminare eventuali errori.

La fase successiva competeva nuovamente alla “ALL SERVICE”, che si occupava della notifica del verbale al contravventore e della consegna di una copia dello stesso al Comando di Polizia Municipale di Piedimonte Matese, con accluso il supporto magnetico masterizzato e la scheda contenente i dati del contravventore con allegata la relativa foto.

Nelle indagini è stato accertato che nell’ illecito sistema elaborato, i vari componenti della Polizia Municipale di Piedimonte Matese acquisivano preliminarmente dalla società “ALL SERVICE”, a mezzo di posta elettronica, le “prestampe” relative alle infrazioni rilevate, contenenti i dati identificativi dei trasgressori, allo scopo di procedere ad una individuazione preliminare , ed assolutamente arbitraria, dei nominativi da elidere dalla lista e ai quali o non veniva notificato il relativo verbale di contravvenzione ovvero gli veniva recapitato un nuovo verbale, modificato e quindi falsificato rispetto a quello originario.

L’effetto dell’illecito sistema clientelare descritto, attuato in concorso con numerosissimi cittadini privati, beneficiari degli episodi di truffa e di abuso di ufficio contestati, era quello non solo di consentire ai singoli di evitare il pagamento delle sanzioni o di pagarle con importi ridotti, ma anche di evitare l’applicazione delle sanzioni accessorie consistenti nella decurtazione dei punti dalla patente di guida. Santa Maria Capua Vetere 11 giugno 2010. 

QUESTE LE DICIOTTO PERSONE INDAGATE

Diciotto le persone tuttora coinvolte nello scandalo autovelox scoppiato cinque anni fa:

Gaetano Zullo, di Piedimonte Matese 65 anni, Giuseppe Esposito, 67 anni, di Piedimonte Matese, Luigi D’Aria, 56 anni di Letino, responsabile della società “All Service S.r.l.”, con sede in Caianello, Giancarlo Borrozzino di Piedimonte Matese, 59 anni, Alberto Raccio di Piedimonte Matese 49 anni, Marco Bove, di Piedimonte Matese 54 anni; Giuseppe Viscione, di Piedimonte Matese 64 anni, Salvatore Pangalli, di Montelapiano (CH) 58 anni, Vincenzo Raffaele Boleto, di Piedimonte Matese 53 anni, Vincenzo Piccolo, Massimo Santini, Giovanni Labriola, Ferdinando Fantini, Donatella Bianchi, Corrado Pomato, Cristian Leggiero, Francesco Fierro e Antonio D’Aria.

Le ipotesi di reato formulate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti degli imputati, sono a vario titolo quelle di associazione a delinquere finalizzata al falso, abuso d’ufficio e concorso in truffa.

L’udienza è stata fissata, come sopra riportato, al dodici febbraio presso la seconda sezione del Collegio ‘A’ che si occupa dei reati contro la Pubblica Amministrazione.

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