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Caserta. Asl, appalti truccati: blitz anticamorra, 24 arresti ‘eccellenti’

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Ventiquattro persone sono state arrestate in un’operazione della Dia di Napoli

nell’ambito di un’inchiesta su appalti truccati delle Asl di Caserta aggiudicati a imprese del clan dei Casalesi, con l’appoggio di politici e amministratori pubblici.
In corso anche numerosi sequestri di società e di beni.
I nomi degli arrestati in carcere
– Remo D’Amico
– Elvira Zagaria;
– Antonio Magliulo (consigliere provinciale di Forza Italia);
– Raffaele Donciglio;
– Bartolomeo Festa (dirigente unità operativa complessa di ingegneria ospedaliera);
– Vincenzo Cangiano;
– Orlando Cesarini;
– Domenico Ferraiuolo;
– Gabriele D’Antonio;
– Luigi Iannone.
I nomi degli indagati agli arresti domiciliari 
– Francesco Alfonso Bottino (ex direttore generale azienda ospedaliera S’Anna e San Sebastiano);
– Salvatore Cioffi;
– Antonio Della Mura;
– Roberto Franchini;
– Nicola Frese (dipendente unità operativa complessa di ingegneria);
– Giuseppe Gasparin (ex sindaco ed ex direttore amministrativo dell’Asl Caserta);
– Antonio Maddaloni (figlio dell’ex prefettoPaolino, dipendente unità operativa complessa di ingegneria);
– Paolo Martino (dipendente unità operativa complessa di ingegneria);
– Mario Palombi;
– Angelo Polverino ex consigliere regionale Pdl;
– Giuseppe Porpora;
– Rocco Ranfone – Giuseppe Raucci (dipendente unità operativa complessa di ingegneria);
– Umberto Signoriello (dipendente unità operativa complessa di ingegneria, ex assessore all’urbanistica della giunta di Maddaloni guidata da Antonio Cerreto).
A undici dei 24 indagati è stato notificato un decreto di sequestro che ha riguardato, a vario titolo, 18 immobili, 11 terreni, un box auto, tre autovetture e diverse quote societarie.
Sigilli alle srl Odeia e R.D. Costruzioni e a due ditte individuali: Luigi Iannone e Salvatore Cioffi.
Tra gli appalti nel mirino dei magistrati, quello della tinteggiatura per 450mila euro; quello per la manutenzione da 150mila euro; quella per la gestione degli ascensori per oltre 1 milione di euro; e la gestione del bar e macchinette distributrici di bevande e alimenti.
Le perquisizioni hanno interessato 11 indagati e hanno portato sequestro beni per oltre 12 milioni di euro, tra cui 12 immobili, 11 terreni, un box auto, tre vetture e diverse quote societarie.Il sodalizio mafioso, negli ultimi anni, si era “gradualmente infiltrato nel tessuto politico-amministrativo della struttura sanitaria casertana, trasformandosi in un complesso apparato in grado di gestire gli affidamenti dei lavori pubblici in assoluta autonomia, potendo contare sul potere derivante dalla matrice mafiosa“.Le ipotesi accusatorie sono state ulteriormente rafforzate dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia che hanno descritto minuziosamente “il complesso sistema politico-mafioso-imprenditoriale” attivo nell’ospedale di Caserta.

Dopo l’implosione dell’Udeur, nel 2008, i Zagaria cercarono una copertura politica nel Pdl attraverso Nicola Cosentino: secondo la ricostruzione condivisa dal gip, nel 2006 vi fu “un duplice avvicendamento politico-mafioso” all’interno dell’ospedale di Caserta determinato “dall’implosione dell’Udeur e conseguentemente alla caduta del Governo Prodi“: nel 2008 gli Zagaria “cercarono e trovarono la necessaria la necessaria copertura politica nel Pdl campano e, più in particolare, nel suo (allora) capo indiscusso, Nicola Cosentino, rimasto referente politico del sistema criminale operante nel nosocomio casertano fino al momento del suo arresto, avvenuto nel marzo 2013“.Un sistema collaudato e sostenuto anche dalla politica, attraverso la nomina di dirigenti compiacenti e che garantiva, a sua volta, un pieno sostegno elettorale al partito che lo sosteneva.
 Compreso l’appoggio, registrato nel corso delle intercettazioni, alla fazione cosentiniana, contrastata in quel momento dagli ‘scissionisti’ Coronella e Landolfi, al congresso del Pdl svoltosi a Caserta il 6 ottobre 2012 e che sancì la definitiva leadership di Nicola Cosentino all’interno del partito campano.

Direttamente impegnati nella “copertura politica” dell’organizzazione sono risultati essere due uomini di Nicola Cosentino: il consigliere provinciale di Forza Italia, Antonio Magliulo, e l’allora consigliere regionale del medesimo partito, Angelo Polverino, entrambi destinatari di misura cautelare, come Elvira Zagaria.

(Comunicato Stampa Elaborato – Fonti varie – Archiviato in @TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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