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Piedimonte Matese. Palazzo ducale, recupero: cinque miliardi di lire perso per inadempienze della Provincia!?

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E’ il fiore all’occhiello per il capoluogo matesino

e rappresenta per Piedimonte Matese, quello che la Reggia di Carditello rappresenta per quella zona o ancor più la stessa Reggia vanvitelliana è per Caserta.

Si tratta dell’antico maniero medievale, diventato poi la dimora gentilizia dei signori dell’epoca: la famiglia Gaetani d’Aragona.
All’interno fu realizzato anche un bellissimo teatro di corte voluto da Aurora Sanseverino, poetessa arcadica, nonna del più celebre principe Raimondo Di Sangro.
Oggi quel teatro non c’è più e persino il palazzo rischia di crollare: scruta la valle del medio Volturno, dalla altura del borgo medievale di Piedimonte Matese, in balia di un destino assai incerto e molte volte le abitazioni sottostanti sono colpite da calcinacci e intonaco che, in special modo quando è maltempo, cadono in maniera preoccupante.
Tuttavia dopo il sisma del 2013 e, a seguito degli stanziamenti straordinari in favore dei centri del Matese colpiti da una scossa di magnitudo 4.9, veniva palesata quella che era più che una mera ipotesi, che si potesse riaprire uno spiraglio di speranza per il recupero del palazzo ducale di Piedimonte Matese.
E, in effetti, il protocollo d’intesa siglato il 19 settembre 2014 nel santuario di Santa Maria Occorrevole fra gli ex presidenti di Regione e Provincia, Caldoro e Zinzi, i sindaci del Matese e il vescovo della diocesi Di Cerbo, conteneva (e contiene, in realtà) una previsione di spesa di ben 2.500.000 di euro proprio in favore del Palazzo Ducale, fondi che la Provincia di Caserta, ente proprietario del piano nobile della storica dimora, avrebbe dovuto spendere, però, entro il 31 dicembre scorso.
Ma dopo l’approvazione del progetto preliminare (delibera di giunta provinciale del 29 aprile 2015), l’iter procedurale per il via libera ai lavori sembra essere finito su un binario morto e gli stessi funzionari degli uffici preposti, in Provincia, sembrano non saperne nulla.
Oggi tanti di loro, addirittura non ci sono più a Corso Trieste e, di quel progetto, non è dato saperne più nulla.
La stessa progettazione fu affidata agli architetti Maria Cristina Volpe e Carmine Nocera e il documento definitivo fu consegnato in Provincia, proprio per l’approvazione, nel dicembre del 2014.
Il presidente, Angelo Di Costanzo, che nei giorni scorsi ha incontrato l’architetto Volpe, si è impegnato a chiarire questa vicenda:
“A breve – spiega Di Costanzo –all’ufficio patrimonio terremo una riunione allargata, invitando anche funzionari oramai in pensione che seguirono la pratica quando ancora c’era l’amministrazione Zinzi.
Contiamo, in questo modo, di capire come siano andate le cose, senza escludere la possibilità di riportare all’attenzione della Regione l’ipotesi di una proroga degli stanziamenti promessi e, purtroppo, non più spesi”.
C’è da dire che le coscienze in città si sono smosse e la notizia della scomparsa del finanziamento per Palazzo Ducale è stata mal digerita dalla cittadinanza di Piedimonte Matese.
Così, alcuni studenti, esortati di recente anche dalla giornalista de “Il Mattino” Nadia Verdile ad intraprendere, sull’esempio della Reggia di Carditello, una forte iniziativa di sensibilizzazione, hanno lanciato via Facebook una petizione popolare, da presentare nelle prossime settimane in Provincia, per chiedere quali siano stati i motivi di un ritardo così grave, tale da poter compromettere, forse irrimediabilmente, il possibile recupero della dimora storica, unica nel suo genere, scrigno d’arte fra i più preziosi in Campania.
Anche il collega della stessa Verdile, il giornalista Gianfrancesco D’Andrea, è impegnato in prima persona per provare a scuotere gli animi dei cittadini matesini.
Per recuperare il palazzo, su Facebook è stato costituito un apposito gruppo, per accedere al quale basta cliccare una delle foto

(News archiviata in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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