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Caiazzo. ‘Tutti i costi del suolo perduto’: l’ex sindaco Sorbo lancia la campagna e presenta subito ‘il conto’ a Giaquinto

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Lodevole iniziativa dell’ex sindaco Nicola Sorbo che lancia anche a Caiazzo la campagna nazionale “Tutti i costi del suolo perduto” e scrive subito all’attuale primo cittttadino.

È iniziata una nuova campagna nazionale del Forum “Salviamo il Paesaggio” che, basandosi sui dati ufficiali sul consumo di suolo registrati dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) tra il 2006 e il 2022, ha riassunto le trasformazioni urbanistiche avvenute nei Comuni italiani.

La perdita di suolo genera un “danno” non soltanto sotto il facilmente intuibile profilo ambientale, ma anche sotto quello economico-finanziario: un aspetto, purtroppo, poco valutato dalle nostre amministrazioni.

Proviamo a spiegarlo: il suolo (“strumento” essenziale per contrastare il cambiamento climatico) fornisce molteplici preziosi servizi ecosistemici, in particolare: stoccaggio e sequestro di carbonio, qualità degli habitat, produzione agricola, produzione di legname, impollinazione, regolazione del microclima, rimozione di particolato e ozono, protezione dall’erosione, regolazione del regime idrologico, disponibilità di acqua, purificazione dell’acqua.

Per essere più espliciti:
ogni ettaro di suolo libero assorbe circa 90 tonnellate di carbonio;
ogni ettaro di suolo libero è in grado di drenare 3.750.000 litri d’acqua;
Il consumo di suolo del Comune di Caiazzo nel 2022 è stato di 0,48 ettari.

La quantità di suolo libero consumata dal Comune di Caiazzo dal 2006 al 2022 è stata di 16,87 ettari.

Secondo un calcolo su scala nazionale del valore della perdita di servizi eco sistemici accumulata nel periodo 2006-2022, la perdita addebitabile al Comune di Caiazzo ammonta a 19.889.960 Euro.

Il bilancio ambientale del Comune di Caiazzo dovrebbe quindi registrare, dal 2024 e per ogni anno a seguire, una perdita di servizi eco sistemici pari a 1.484.560 Euro.

Per ogni successivo accertamento di consumo di suolo la perdita aumenterà di 88.000,00 Euro/Ettaro/anno (valore medio tra 79.000 e 97.000 Euro/ettaro); ogni ettaro di suolo libero, se coltivato, può sfamare 6 persone per un anno.

Qualcuno potrà pensare che l’attribuzione di un costo e un debito complessivo al consumo di suolo sia da considerarsi come un puro “esercizio di stile“, certamente utile dal punto di vista analitico ma poco concreto poiché, in realtà, le amministrazioni pubbliche non devono effettuare un vero esborso di cassa (che altrimenti avrebbe già messo in default tutti i Comuni!).

È vero: non c’è uscita di cassa, non c’è pagamento nè saldo “fisico”.

Ma il costo e il debito ci sono, eccome. Basti pensare a quanti miliardi di euro sono stati necessari soltanto per tamponare i danni causati dai più recenti eventi estremi che hanno colpito l’Italia: negli ultimi 14 anni (fonte IlSole24Ore) si sono registrati 684 allagamenti, 86 frane, 166 esondazioni fluviali che sono costati nel periodo 2013/2023 oltre 13,8 miliardi di euro in fondi per la gestione delle sole emergenze meteo-climatiche (dati Protezione civile).

Aggiungiamo i dati sui danni causati dalla siccità e su tutto ciò che il riscaldamento globale causerà nei prossimi anni e decenni ed ecco ritrovati i nostri costi ecosistemici derivanti dalla perdita di suolo libero!

Ricordandoci anche che il rischio idrogeologico oggi pende come una spada affilata su 1,3 milioni di persone che vivono in aree definite a elevato rischio di frane e smottamenti e che più di 6,8 milioni di persone sono a rischio medio o alto di alluvione (dati Ispra).

2. Il 29,7% delle abitazioni oggi esistenti in Italia (oltre 10 milioni su un totale di circa 36 milioni, secondo le fonti ISTAT 2019) risultano non occupate. L’articolo 42 della nostra Costituzione ci ricorda che lo Stato riconosce e tutela la proprietà privata ma soltanto entro ben determinati limiti, allo scopo di assicurarne la funzione sociale. Qual è la funzione sociale di un’abitazione non abitata?…

3. I dati demografici indicano la decrescita della popolazione italiana, per la prima volta scesa sotto i 59 milioni di residenti (Censimento ISTAT 2022).

4. Il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ci ricorda che il nostro Paese è in grado, oggi, di produrre appena l’80-85% del proprio fabbisogno primario alimentare, contro il 92% del 1991.

Significa che se, improvvisamente, non avessimo più la possibilità di importare cibo dall’estero, ben 20 italiani su 100 rimarrebbero a digiuno e che quindi, a causa della perdita di suoli fertili (dalla Pianura Padana all’agro romano o campano), il nostro Paese oggi non è in grado di garantire ai propri cittadini la sovranità alimentare.

Il deficit riguarda in particolare frumento tenero (meno 64%) e frumento duro (meno 40%) destinato alla produzione di pasta, mais (meno 47%), latte (meno 25%), carne (meno 45%), secondo i dati Ismea.

Sulla base di tali elementi l’attento ex sindaco ambientalista ha subito inoltrato al proprio successore geometra(e per conoscenza a tutti gli altri amministratori) la seguente missiva:

Segnalazione dei costi a carico del Suo Comune causati dalla perdita di servizi ecosistemici per effetto del consumo di suolo libero.

Costi non rilevati nel bilancio comunale, elaborati su dati I.S.P.R.A. – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Gentile Sindaco, l’emergenza ambientale si sta ormai evidenziando in tutta la sua gravità anche nel nostro Paese e nei nostri territori e impegna ognuno di noi – cittadini e amministratori – ad intraprendere rapidi e urgenti cambi di rotta sia nei comportamenti individuali quotidiani sia nelle scelte che, come Comunità, abbiamo il compito e la responsabilità di compiere.

Intervenire in questa emergenza climatica significa e significherà disporre e destinare ingenti investimenti per mitigarne i sempre più frequenti e gravi danni inferti al territorio, a volte persino con perdite umane, mentre appare evidente la necessità di gestire con oculatezza il patrimonio naturale disponibile e proteggere le primarie risorse essenziali per la vita: aria, acqua, suolo, ma anche strutture pubbliche e private e attività sociali ed economiche.

Il suolo è uno “strumento” essenziale per contrastare il cambiamento climatico grazie ai molteplici servizi ecosistemici che è in grado di offrirci e garantire: stoccaggio e sequestro di carbonio, qualità degli habitat, produzione agricola, produzione di legname, impollinazione, regolazione del microclima, rimozione di particolato e ozono, protezione dall’erosione, regolazione del regime idrologico, disponibilità di acqua, purificazione dell’acqua.

In definitiva il suolo è garanzia del mantenimento di un ambiente sano e salutare per la nostra stessa vita.

E già questi tre soli indicatori giustificano la necessità di un’attenzione più rigorosa: ogni ettaro di suolo libero assorbe circa 90 tonnellate di carbonio; ogni ettaro di suolo libero è in grado di drenare 3.750.000 litri d’acqua;
ogni ettaro di suolo libero, se coltivato, può sfamare 6 persone per un anno.

Sappiamo quanto le Amministrazioni Comunali si applichino nella difficile ricerca delle sempre più scarse risorse economiche in fase di approntamento dei propri bilanci; sappiamo anche quanto questa situazione complessa rappresenti spesso una concausa del consumo di suolo.

Ma il consumo di suolo non costituisce soltanto un danno sotto il profilo ecosistemico, lo è anche sotto quello economico-finanziario.

Si tratta di un aspetto, purtroppo, poco valutato dalle nostre Amministrazioni locali e per tale motivo ci permettiamo di portare alla Sua attenzione qualche dato elaborato dal nostro Forum nazionale Salviamo il Paesaggio, scrupolosamente desunto dai report ISPRA e relativo al Comune che Lei guida e amministra.

Il consumo di suolo del suo Comune nel 2022 è stato di 0,48 ettari

La quantità di suolo libero consumata dal suo Comune dal 2006 al 2022 è stata di 16,87 ettari.

Secondo un calcolo su scala nazionale del valore della perdita di servizi eco sistemici accumulata nel periodo 2006-2022, la perdita addebitabile al suo Comune ammonta a 19.889.960 Euro

Il bilancio ambientale del suo Comune dovrebbe quindi registrare, dal 2024 e per ogni anno a seguire, una perdita di servizi eco sistemici pari a 1.484.560 Euro.

Per ogni successivo accertamento di consumo di suolo la perdita aumenterà di 88.000,00 Euro/Ettaro/anno (valore medio tra 79.000 e 97.000 Euro/ettaro).

Dati molto chiari che mostrano un bilancio passivo e che, ci auguriamo, potranno contribuire ad aiutarLa nell’adottare strategie specifiche per l’immediato futuro a tutela dell’habitat e per la redazione di un corretto e completo bilancio ambientale del Suo Comune.

Nell’invitarLa a prendere visione del Rapporto annuale ISPRA edizione 2023 e del file elaborato dal Forum Salviamo il Paesaggio, scaricabile al seguente link, anticipiamo qui alcuni dati significativi di riferimento.

In base alle valutazioni economico-finanziarie di ISPRA, negli ultimi decenni il consumo di suolo nel nostro Paese ha generato un costo rilevante a carico del bilancio ecosistemico della comunità nazionale.

ISPRA stima un costo annuale/ettaro per la perdita dei servizi ecosistemici composto da: valore flusso di servizio che il suolo non sarà più in grado di assicurare; valore stock di risorsa perduta.

Complessivamente si tratta di una somma variabile tra 79.000 e 97.000 € l’anno per ciascun ettaro di terreno libero che viene impermeabilizzato o comunque perduto. Per facilitare i calcoli, il Forum Salviamo il Paesaggio ha adottato il valore medio di 88.000,00 euro per ciascun ettaro di suolo consumato/impermeabilizzato che andrebbe inserito come costo fisso annuale nei bilanci sociali/bilanci di sostenibilità/bilanci ambientali comunali a partire dall’annualità in cui il consumo di suolo sia stato accertato.

Parliamo di 212 miliardi di Euro! È il valore in Euro del “debito” nazionale contratto per la perdita di servizi ecosistemici negli ultimi diciassette anni, poiché il primo dato sul suolo consumato riguarda il periodo 2006/2012, valore che risulterebbe ben maggiore se si considerassero anni precedenti.

ISPRA stima infatti una perdita annuale tra 9 e 11 miliardi di Euro, che si ripercuoterà negli anni a venire e a cui si dovranno sommare le perdite derivanti da consumo di suolo del 2023 ancora da accertare e da ogni metro quadrato che dovesse essere oggetto di nuova impermeabilizzazione.

Da ultimo (ma non per importanza) occorre registrare anche la progressiva perdita di sovranità alimentare del nostro Paese.

Nel ricordare quanto siano drammaticamente attuali e concreti i costi conseguenti, per esempio, ad un’alluvione, una tra le tante emergenze che da sola rivela quanto la perdita di servizi ecosistemici (per esempio: mancato drenaggio dell’acqua e distruzione di strutture) provochi spese enormi – o comunque le amplifichi – a carico della Pubblica amministrazione e della collettività tutta, affinché questi calcoli non restino un “esercizio velleitario” fine a sé stesso, riteniamo opportuno suggerire che anche il Comune da Lei amministrato si doti quanto prima di un bilancio sociale/bilancio di sostenibilità/bilancio ambientale.

Un bilancio nel quale, a fronte del passivo rappresentato dal costo del consumo di suolo come sopra quantificato, si possano registrare all’attivo tutte le iniziative realizzate a favore dell’ambiente e dello sviluppo sociale.

Si tratterebbe, così, di un Bilancio rivolto al futuro, che ci auguriamo possa presto presentare un saldo attivo, come eredità per le generazioni che faranno parte di questa nostra Comunità.

Confidiamo quindi che Lei e la Sua Amministrazione vogliate assumere l’impegno di fare la Vostra parte per contribuire ad avviare un concreto cambio di rotta, che includa anche l’adozione di varianti in riduzione ai piani urbanistici comunali nei quali sussistano previsioni di nuovo consumo di suolo libero.

(Associazione Città Paesaggio – Nicola Sorbo – Coordinatore locale Forum “Salviamo il Paesaggio”)

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