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Inaugurata la Casa Arca degli Esposti, dove a vincere sono lo Stato e la società

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Al pensiero di avere in mano le chiavi di un appartamento qualcuno si è commosso, grato per la seconda possibilità ricevuta. Qualcun altro invece non vede l’ora di cominciare a cucinarsi un piatto di pasta o farsi una doccia quando desidera. Per gli ospiti della Casa Arca degli Esposti, inaugurata a Roma nella zona fra Casalotti e Selva Nera, inizia una nuova vita. Dal 26 febbraio, dieci uomini senza fissa dimora o fragili, indicati dalla Sala operativa sociale del Comune, abiteranno nei tre appartamenti della palazzina al civico 20 di via Gabriella Degli Esposti. L’immobile, fra i beni confiscati dallo Stato alla criminalità organizzata, è stato assegnato con un bando a luglio dello scorso anno dal ministero dell’Interno alla Fondazione Progetto Arca. L’obiettivo dell’iniziativa di housing sociale è accogliere persone che attraversano un momento di fragilità ma che possiedono le capacità e le competenze per riprendere in mano la vita e progettare un futuro di rinnovata autonomia sociale e lavorativa.

“Non è facile reintegrare le persone senza fissa dimora nella società, è molto più facile dare solo assistenza”, commenta Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione, in occasione dell’inaugurazione. “Attraverso queste Case – continua – diamo la possibilità di recuperare una condizione di dignità. La media per il reintegro nel tessuto sociale è di diciotto mesi, ma dipende dai casi”. La Fondazione Progetto Arca solo a Milano conta 130 case mentre a Roma ha attivato il social market, un supermercato gratuito situato nella zona di Termini, per aiutare le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese. “La povertà è diventata più diffusa e più italiana”, conferma Sinigallia. Uno dei problemi emergenti in questo periodo è rappresentato dai minori stranieri non accompagnati. “Solo Milano ne conta 1500 – precisa – di cui mille sono ospiti nei centri di accoglienza, gli altri vivono in strada”.



Nella Capitale, la Fondazione, oltre a quella appena inaugurata, gestisce una Casa a Grottarossa e una nel quartiere Tuscolano. “Questo però è il primo bene confiscato alla criminalità organizzata”, spiega Michela Ottavi, responsabile della Fondazione Progetto Arca per Roma e Lazio che dice di aver iniziato, insieme agli operatori, a parlare con il vicinato dell’arrivo degli ospiti trovando da subito un riscontro positivo. “Anche per le altre Case – racconta – registriamo una risposta favorevole. Per ora qui abbiamo trovato curiosità e molti dei vicini si sono riconosciuti nelle difficoltà che potranno avere gli ospiti, comprendendo il valore aggiunto di un ente che aiuta”. La ristrutturazione della palazzina è stata fatta insieme al distretto 2080 del Rotary: “come rotariani – afferma Maria Carla Ciccioriccio, governatore del distretto – siamo da sempre impegnati in progetti di contrasto alla povertà, sostegno all’inclusione e sviluppo delle economie locali, ambiti nei quali la Fondazione Rotary ha investito globalmente oltre 29 milioni di dollari”. Anche la riconquista di un bene fino a ieri in mano alla criminalità è una vittoria e una sfida allo stesso tempo: “bisogna essere preparati a eventuali interferenze – avverte Ottavi -. Siamo consapevoli, lo siamo dal primo momento. Ma questo dà ulteriore credibilità allo Stato e alla società. Anche nei mesi precedenti siamo stati presenti nella zona per capire l’accoglienza”.


Chi parla di vittoria per lo Stato che sottrae beni alla criminalità organizzata è Wanda Ferro, sottosegretario al ministero dell’Interno con delega all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc). La Casa godrà di un comodato gratuito per trent’anni e di un investimento di oltre due milioni euro. “L’iniziativa – spiega -, il cui avvio è sostenuto anche con un contributo finanziario da parte dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, è il frutto della partecipazione della Fondazione ad un avviso pubblico per l’assegnazione diretta a realtà del terzo settore di immobili confiscati, complessivamente 242 sul territorio nazionale, che abbiamo avviato applicando per la prima volta le norme introdotte nel 2017 nel codice antimafia. La destinazione dei beni confiscati per finalità sociali è un’attività cui il governo Meloni e il ministero dell’Interno stanno dedicando grande impegno nell’ambito della strategia di contrasto alla criminalità organizzata. L’Agenzia nazionale ha, ad oggi, assegnato nel Lazio 1337 immobili, di cui 472 a Roma”.  Per facilitare le procedure di assegnazione e riscatto dei beni confiscati, “stiamo lavorando – conclude il sottosegretario – attraverso un confronto continuo con il ministero della Giustizia per la parte di propria competenza affinché i beni vengano assegnati con più facilità e in tempi più celeri, pensando alle white list del sociale”.

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