Addio al professore Guido Diana, autentico faro per la cultura caiatina: sabato le esequie nel Duomo
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Con Guido Diana, scomparso giovedì ad Avezzano, in provincia de L?Aquila, ove da qualche anno viveva con i familiari, è scomparso per sempre un autentico luminare della cultura caiatina, come meglio può evincersi dal seguente, toccante ricordo di uno dei suoi piu ricettivi allievi: lo scrittore caiatino Massimo Bencivenga
a pezzi. Un’Aquila.
Con il prof. Guido Diana, la città di Caiazzo perde un’aquila intellettuale capace di vedere più lontano e nitidamente di tanti altri.
“Massimo, ricordati quest’anno, che sarà ricordato nella Storia!” mi disse, nell’autunno del 1989, quando ero in Terza Media, mentre il mondo, tanta parte del suo mondo, andava in frantumi.
Adesso osanniamo storici e sociologi come Eric Hobsbawm e Zygmunt Bauman per aver messo nero su bianco le conseguenze politiche e sociali della Caduta del Muro, ma il prof. Diana seppe preconizzarle seduta stante.
Come se noi adesso fossimo così veggenti da prevedere l’impatto degli attuali conflitti da qui a trent’anni. Con precisione, intendo, che a cianciare al bar siam buoni tutti.
Insegnava Italiano, Storia e Geografia, ma da aquila qual’era ci esortava a imparare la matematica.
“Il mondo del futuro sarà di quelli che sapranno far di conto“, tuonava.
Il nostro mondo, dominato dai data scientist, dagli algoritmi e dall’A.I. Dal rank.
Aveva previsto le ondate migratorie dal Terzo al Primo mondo, non già sulla base di qualche complotto, bensì sulla pulsione alla soddisfazione dei bisogni primari.
I prof. delle medie son più importanti di quanto si possa credere nella formazione dei futuri cittadini.
Mi ha trasmesso l’amore per la Storia, il gusto per la Parola, l’attenzione alla Geografia come primo elemento tanto dei conflitti quanto degli sviluppi umani.
Lo ascoltavo rapito come un sacerdote davanti a una teofania.
Mi resteranno anche tante altre cose.
La gita a Verona, le schedine di classe del primo quarto d’ora del sabato, le gare a squadre di italiano (la prima la vinsi con Sonia Ciaramella, Angela Cinicola e Gianni Mira; la seconda la vinse Vito De Filio), l’elezione del reggente settimanale, perché voleva che ci impegnassimo come futuri cittadini a prendere delle decisioni e ad avere responsabilità.
E altro ancora, come quando accettò di sentirmi prima dell’orale della Maturità.
Aveva il fuoco sacro della politica, un furore che paradossalmente incanalava in parole alate e ricercate, intesa come servizio al cittadino e non quale strumento per il proprio particulare.
E poi ci fu quella volta… “Ma che state bisbigliando?“, domandò a me, Vito, Gianluigi Iacuessa e Raffaele Villano.
“C’è la Romania a Telese, vorremmo andare a vederla, ma non sappiamo come!“
“Vi ci porto io“. E ci accompagnò in terra telesina qualche giorno prima che iniziassero le Notti Magiche di Italia 90.
Gianluigi strappò un autografo a Hagi.
“Mi dicono che scrivi“, mi disse sei-sette anni fa. “Vorresti far leggere qualcosa al tuo prof.?”
Non ho avuto il coraggio di propignargli la mia robaccia, ma il semplice interessamento mi mandò in sollucchero.
L’Aquila ha chiuso le ali.
Non se ne fa un altro, titolò Repubblica dopo la scomparsa di Giovanni Paolo II. E non si fa un altro Guido Diana.
Il mio cuore è triste perché con il prof. se ne va un altro che mi vedeva meglio di come sono e di come potrò mai essere, ma cercherò di fare del mio meglio sulla scorta di quei tre anni fantastici.
Tra le altre cose, non avrebbe gradito una cosa del genere, ma questo volta ho voluto disobbedire.
Buon viaggio Prof.!
Nel triste frangente la redazione si associa al cordoglio dei familiari e dei tantissimi estimatori.
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