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Barolo DOCG: il vino rosso delle Langhe simbolo dell’eccellenza enologica italiana nel mondo

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Il Piemonte è famoso in tutto il mondo per la sua antica ed eccellente tradizione enologica. Caratterizzata da morbide colline, lunghe distese di vigneti coloratissimi e dal celebre territorio Langhe, Roero e Monferrato (patrimonio UNESCO), questa regione italiana rappresenta non solo una zona vinicola di grande importanza, ma anche e soprattutto la patria esclusiva di vini rossi nobili, grandi vini bianchi e spumanti dalla qualità eccellente.

Tra questi, il vino simbolo è senza alcun dubbio il Barolo DOCG: prodotto nell’area vitivinicola delle Langhe e ottenuto da uve Nebbiolo in purezza, è il vino rosso italiano per eccellenza, sinonimo di prestigio ed eleganza.

Barolo DOCG: origini e storia del Re dei vini piemontesi

Il Barolo, nella sua denominazione DOCG, è considerato il re dei vini rossi italiani e ha una lunga storia alle spalle. Venne prodotto per la prima volta intorno al XIX secolo nelle terre intorno al castello di Barolo dai marchesi Tancredi Falletti e Giulia Colbert Falletti di Barolo che, grazie alla costruzione di cantine sotterranee in cui il vino poteva invecchiare, diedero vita al primo Barolo corposo e strutturato.

Questo conquistò immediatamente prima Re Carlo Alberto di Savoia e Camillo Benso Conte di Cavour e poi anche Vittorio Emanuele II di Savoia (che avviarono la propria produzione) e diventò, in successione, fiore all’occhiello dei Savoia in tutta Europa, vino istituzionale per i festeggiamenti per l’Unità d’Italia ed eccellenza vinicola italiana in tutto il mondo.

Per proteggere questo vino dalle possibili contraffazioni, nel 1927 la Gazzetta Ufficiale pubblicò il “Decreto sui vini tipici” (che delimitava le zone di produzione del Barolo), mentre nel 1966 il Barolo ottenne la Denominazione di Origine Controllata (DOC), per poi conseguire la definitiva Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) nel 1980, regolata da un rigido disciplinare. Nel 2010 c’è infine stata l’ufficializzazione nel Disciplinare delle Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA).

Barolo DOCG: coltivazione e caratteristiche

Ad oggi sono solo 11 i comuni delle Langhe dove il Barolo può essere prodotto grazie al vitigno Nebbiolo, una coltivazione massima di uva per ettaro (8 tonnellate) e una vinificazione di estrema qualità. I vini Barolo si distinguono, esclusivamente per l’invecchiamento, tra Barolo DOCG (invecchiato almeno 38 mesi, di cui 18 in botti di rovere di Slavonia e minimo 6 mesi in bottiglia) e Barolo DOCG riserva (invecchiato minimo di 62 mesi, di cui almeno 18 in botti di rovere).

Questo vino ha colore rosso granato intenso, con sfumature aranciate che possono aumentare con l’invecchiamento. Al naso è complesso, con un profumo ampio e intenso e note di frutti di bosco, prugne, ciliegie scure, spezie, cuoio e terra. In bocca è potente, sapido, elegante e di grande struttura, con tannini forti e una buona acidità. Un vino prestigioso e di grande personalità, da servire a una temperatura di 18-20°C in calici molto ampi, perfetto in abbinamento con secondi di carne (arrosti, brasati, stracotti, selvaggina) e formaggi stagionati o da accompagnare al tartufo, a primi importanti e a cibi aromatizzati, ma mai piccanti.

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