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Caserta la città che cresce di più nel dopo-Covid per reddito familiare (+14,2%): lo attesta l’Istituto ‘Tagliacarne’

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Reddito famiglie, l'Istituto Tagliacarne: è Caserta la città che cresce di più nel dopo-Covid (+14,2%)

Reddito famiglie, l’Istituto Tagliacarne: è Caserta la città che cresce di più nel dopo-Covid (+14,2%).

Il Sud resta indietro ma accorcia le distanze rispetto alle altre aree del Paese. Milano resta la città «più ricca», Enna la «più povera».

Il Mezzogiorno allunga il passo e accorcia le distanze con il resto d’Italia per il reddito delle famiglie, anche se resta ancora parecchio indietro.

Secondo i dati dell’Istituto Tagliacarne, Caserta (+14,2%) è la prima provincia per crescita del reddito disponibile delle famiglie tra il 2019 e il 2022 a prezzi correnti, seguita sul podio da La Spezia (+13,8%) e Potenza (+13,1%). Nel complesso, il Mezzogiorno ha allungato il passo più del resto d’Italia nel post Covid, mettendo a segno nel periodo considerato un incremento del reddito familiare in termini monetari – al lordo degli effetti inflattivi – del 9,1%, contro il +8,3% dell’Italia nord-occidentale, il +7,7% del Nord-Est e il +7,3% dell’Italia centrale.

Se si guarda al reddito pro-capite delle famiglie, tuttavia, è ancora Milano con 32.855 euro per abitante in cima alla graduatoria delle province italiane, seguita da Bolzano (27.966 euro) e da Monza e della Brianza (27.520 euro). Mentre sul fronte opposto gli ultimi posti sono tutti occupati da province meridionali con Enna che chiude la classifica con 13.701 euro, preceduta da Agrigento (13.725 euro) e Caserta (13.923 euro). Ma complessivamente il reddito disponibile pro-capite al Sud ha recuperato terreno, anche per effetto delle politiche redistributive: se i 14.432 euro del 2019 rappresentavano il 74,9% del valore medio italiano, i 16.046 euro del 2022 ne costituiscono il 76,0%

«L’analisi del reddito disponibile a prezzi correnti restituisce l’immagine di un Paese meno diseguale rispetto alla geografia del Pil. Più in generale, sembra che la nostra economia si stia articolando secondo direttrici che in tanti casi saltano la tradizionale dicotomia Nord-Sud», ha detto Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, che ha sottolineato come «occorra, però, considerare che il processo inflattivo in questi anni ha colpito più il Mezzogiorno del resto d’Italia e questo sicuramente contribuisce ad ampliare i divari del potere di acquisto reale. Per questo, il tema vero resta quello della crescita della base produttiva per assicurare una occupazione di maggiore qualità e una più elevata consistenza del reddito delle famiglie fuoriuscendo dalle situazioni di precarietà oggi più diffuse nel Meridione».

In dettaglio secondo i dati dell’Istituto Tagliacarne, sono tutte del Sud le regioni che presentano gli incrementi del reddito delle famiglie più consistenti tra il 2019 e il 2022 a prezzi correnti. A guidare la classifica è la Basilicata con una crescita del 12,3%, seguita da Puglia e Sardegna (entrambe +10,4%). Mentre le meno performanti si trovano, invece, al Centro-Nord, con la Valle d’Aosta che si rivela la regione che si muove a passo più lento (+3,5%), seguita dalla Toscana (+5,6%) e dalle Marche (+6,8%). Anche la graduatoria provinciale vede la presenza di ben sei province meridionali tra le prime dieci per variazioni di reddito registrate nel 2022 rispetto al pre-Covid. Dopo Caserta (+14,2%), La Spezia (+13,8%) e Potenza (+13,1%) che conquistano il «medagliere», troviamo Lecce e Trieste (+12,5%), Sud Sardegna (+11,9%), Latina (+11,8%), Enna (+11,4%), Grosseto (+11,3%) e Oristano (+11,2%). Nelle ultime posizioni per tassi di crescita evidenziati, particolarmente critico è il dato di Prato che mostra un incremento di appena 0,3% nei quattro anni analizzati, ma andamenti contenuti si registrano anche a Firenze (+1,4%), Fermo (+2,8%), Novara (+3,1%), Sondrio e Aosta (entrambe +3,5%).

(di Marco Santoro – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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