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Mondragone. L’avvocato Miraglia, che assiste l’ex boss Augusto La Torre, chiarisce i termini della protesta

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L’ex boss Augusto La Torre sospende lo sciopero della fame su indicazione dei medici – Ma si riserva di ricorrere alla Corte di Giustizia Europea per sapere se lui è pentito, dissociato o camorrista dopo 32 anni di galera ed il taglio netto con la criminalità organizzata.

L’ex boss della camorra mondragonese in provincia di Caserta Augusto La Torre, oggi collaboratore di giustizia (Pentito? Dissociato? Camorrista)  e in sciopero della fame dal 6 novembre scorso, ha sospeso la protesta per ragione di salute. L’ultimo bollettino medico ha evidenziato un calo dei valori e un aggravamento della sua patologia che è l’anemia mediterranea.

Il La Torre – caso unico in Italia – è ritenuto “anomalo” e non ha un preciso status giuridico. Di qui la protesta e la richiesta alla Autorità competenti di voler sapere il suo vero status giuridico, dopo aver collaborato per anni con la giustizia.

Autore di un libro – “Il Camorfista”, in ristampa per i tipi di Eracle di Napoli il  La Torre ha conseguito tre lauree ed è attualmente detenuto nel polo universitario del carcere di Padova.

Il suo legale è il penalista Antonio Miraglia, il quale, nel corso di una apposita conferenza stampa ha spiegato i dettagli della vicenda e l’iniziativa intrapresa dal La Torre:

”Sono davvero molto, ma molto preoccupato per le condizioni fisiche del mio assistito, anche perché sono circa 15 giorni che è in sciopero della fame. Oltretutto è notorio che è affetto da una forma di anemia mediterranea. Mi ha comunicato che i medici stanno monitorando tutta la situazione, ma in ben 15 giorni ha perso all’incirca 15 kg. La perdita di peso sta influendo moltissimo sull’intero quadro fisico del mio assistito e dico la verità che questa situazione davvero mi preoccupa tanto. Io l’ho sentito e lui ha deciso che questa volta non vuole fermarsi nella maniera più assoluta, perché effettivamente la sua posizione allo stato non è proprio qualificata, cioè noi non sappiamo se abbiamo un collaboratore di giustizia oppure abbiamo un mafioso, questa è la posizione che noi non riusciamo davvero a risolvere da anni, ormai più passano gli anni e più non troviamo una posizione giuridica dell’ Augusto La Torre”.

“Il discorso qual è, posso? Posso proseguire senza alcun problema, sappiamo tutti che il La Torre  è stato un collaboratore di giustizia. Grazie alle dichiarazioni auto ed etero accusatore dell’autore, si è arrivato a dei risultati processionali, eccezionali. Ci sono processi che sono stati chiusi con condanna all’ergastolo grazie alle sue dichiarazioni   e ripeto, la storia insegna, la storia processuale insegna.  I vari processi che si sono susseguiti nel corso degli anni ci dicono che le sue dichiarazioni sono fondatissime. Con le dichiarazioni da collaboratore di giustizia, il La Torre ha beneficiato dell’articolo 8. Questo che cosa implica Implica che nel corso di tutti i processi le sue dichiarazioni sono state ritenute attendibilissime, tant’è vero che lui a lui è stato riconosciuto l’articolo 8 in ben 38 sentenze”.

 “Ad oggi ci troviamo in una posizione dove Augusto La Torre  non è più un collaboratore di giustizia. Ma arriviamo al paradosso allorquando l’ex boss,  da collaboratore di giustizia, viene inserito nel 41 bis. Cioè, il La Torre, all’epoca colui che praticamente fa condannare altri soggetti, viene inserito all’interno di un carcere dove praticamente vi sono i soggetti che sono stati condannati con le sue dichiarazioni. Ciò naturalmente per me è inverosimile, cioè noi prendiamo un soggetto, lo buttiamo praticamente insieme agli altri soggetti. Al 41 bis. Lo scopo quale sarebbe? Quello di essere ammazzato? Questa vicenda processuale purtroppo è precedente ad oggi e non l’ho vissuta direttamente, ma andando a vedere le carte, cioè io dico, come è possibile che un collaboratore di giustizia viene inserito in un carcere nel 41 bis insieme agli altri capi camorra e  capi mafia”.  

“La vicenda poi sarebbe riguardata all’epoca un attentato che Augusto La Torre avrebbe organizzato nei confronti di procuratori, giornalisti. Ma la verità è ben diversa. Se noi andiamo a prendere le carte, possiamo vedere che il Gip ha archiviato quella situazione che partiva come una minaccia aggravata nei confronti di procuratori e di un giornalista, ma è stata archiviata. Noi abbiamo un’archiviazione per quella denuncia, dopo di quella denuncia noi non abbiamo più altre questioni, non abbiamo assolutamente nulla, quindi il fatto paradossale è che La Torre Augusto, da collaboratore di ingiustizia, viene inserito al 41 bis. Paradossale, ci sono 38 sentenze dove praticamente Augusto ha ottenuto l’articolo 8”.

“Ribadisco che cosa significa Significa che la sua collaborazione è stata vagliata all’epoca dai pubblici ministeri, ma anche dai giudicanti, una collaborazione attentissima, altrimenti non gli sarebbe stato riconosciuto questo beneficio. Io ad oggi, purtroppo da legale, da penalista ho una difficoltà che non riesco a superare. Ci sono delle relazioni della procura della DdA che lo considerano collaboratore di giustizia. Ci sono pareri di eccellentissimi pubblici ministeri della DdA, dove lo riconoscono collaboratore di giustizia e quindi beneficiario dell’articolo 16 nonies, ma purtroppo ogni volta, ogni volta che ci troviamo a discutere di un premiale per Augusto La Torre cala il buio. Ultimamente gli è stato concesso dall’Ufficio di sorveglianza, lo posso tranquillamente dire… dall’ufficio di sorveglianza di Padova, un permesso premio a cui la Procura ha fatto reclamo, il reclamo della Procura è stato accolto, ahimè, dal Tribunale di Sorveglianza di Padova e siamo stati costretti a ricorrere in Cassazione per capire sotto quale punto di vista e sotto quale normativa il La Torre può avere un premiale?”.

“Deve essere considerato un collaboratore di giustizia, come i vari processi nel corso degli anni hanno confermato o deve essere considerato un mafioso, cioè qualcuno ci dovrebbe dire, guardate i premiali vanno richiesti in qualità di collaboratori giusto!  Oppure come mafioso, in modo tale che noi possiamo, in un certo qual senso, cioè noi stiamo parlando di un soggetto stiamo parlando di un soggetto che è carcerato da ben 32 anni, considerando i giorni di liberazione anticipata stiamo andando quindi ben oltre, ben oltre da quello che l’Italia consente. Perché? Perché l’ultimo? Perché questo mi preme sottolineare l’ergastolo che lui aveva avuto in primo grado è stato tolto dalla Corte d’appello d’assise del Tribunale di Napoli, ma come è stato tolto? con il riconoscimento dell’articolo 8, quindi con il riconoscimento del beneficio in qualità di collaboratore di giustizia”.

“E stiamo parlando dell’ultima sentenza dell’anno 2019. Quindi non è che stiamo parlando di sentenze vecchissime. Stiamo parlando del 2019, quindi nel 2019 anche avevamo ancora una volta il riconoscimento del La Torre Augusto uguale collaboratore. E allora la domanda che noi ci stiamo ponendo, anche perché io personalmente interloquisco con i pubblici ministeri, cerco di avere stesso da loro, non voglio fare più richieste, voglio da loro, voglio sapere. Da loro, come dobbiamo considerare Augusto La Torre? Come dobbiamo avanzare istanza… istanze se le dobbiamo avanzare in qualità di collaboratore oppure di mafioso, se noi abbiamo una risposta a questo, giustamente potremmo andare avanti, ma se non abbiamo una risposta oppure abbiamo fino a poco tempo fa delle risposte positive. La Torre Augusto non ha più contatti con la criminalità organizzata da una vita è detenuto da trent’anni circa; il clan La Torre è estinto,  perché il clan La Torre,  e la storia ce lo insegna,  non esiste più”.

“Abbiamo un percorso carcerario che è eccellente, ci sono le relazioni delle case di reclusione dove dicono che il suo percorso carcerario è eccellente. Ha conseguito tre lauree, ha conseguito un master, partecipa fattivamente a tutte le attività, aiuta anche gli altri detenuti e lo dico senza alcun problema, scrive istanze anche per gli altri detenuti, istanze che hanno esiti positivissimi e per lui? Per concludere molto sinteticamente, cosa allora io ripeto, mi ricollego alla premessa fatta all’inizio della nostra intervista, perché questa volta sono davvero preoccupato per le condizioni fisiche del La Torre Augusto. Non mi sono mai preoccupato perché sono sempre riuscito, in un certo qual senso, a convincerlo a dire guarda Augusto, depositiamo istanze, facciamo richieste, andiamo a parlare con i magistrati. Capiamo il problema però questa volta sono preoccupato perché ha perso 15 kg, è affetto da un’anemia mediterranea, quindi la situazione può davvero collassare?”.  

 “Il discorso qual è? Ecco, ora attendiamo una Cassazione, va bene, OK, attenderemo anche l’esito della Cassazione, ma io il mio appello è, come vogliamo considerare La Torre Augusto un collaboratore o un mafioso? Qualcuno, qualche magistrato, la Dda ci rispondesse ad un’istanza del genere e noi cercheremo poi di avanzare le istanze, o da collaboratore o da mafioso, ma una risposta ci deve arrivare anche perché ribadisco, questa volta sono seriamente preoccupato per le condizioni del mio assistito”.

( Servizio a cura di Ferdinando Terlizzi  – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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