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Prescrizione: la nuova porcata di Nordio

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GIUSTIZIA

Prescrizione: la nuova porcata di Nordio

LA SCHIFORMA DELLA MAGGIORANZA – Camera, audizioni in commissione: i magistrati contro l’abolizione della riforma Bonafede, che interrompe i termini dopo il primo grado

DI ILARIA PROIETTI

1 LUGLIO 2023

“Un suicidio” o nella migliore delle ipotesi, un non auspicabile “ritorno al passato”. E ancora. Uno scenario da “sistema disfunzionale”, di più: “un pregiudizio all’efficienza del processo con annesso rischio paralisi”. Mazzata finale: “Un messaggio purtroppo chiaro e netto di ingiustizia e impunità”. A sentire le audizioni in Commissione Giustizia della Camera saranno fischiate le orecchie al Guardasigilli Carlo Nordio intenzionato a mettere comunque la firma sulla riforma della prescrizione che però sembra avere ben pochi sostenitori. O meglio solo uno: l’Unione delle camere penali, ovverosia gli avvocati e neppure tutti. Perché a Montecitorio è stato ascoltato anche Mattia Alfano dell’Osservatorio nazionale per il sostegno alle vittime di reato e la sua “sentenza”, rispetto ai propositi del centrodestra, è stata chiara: “La prescrizione non ha nulla a che vedere con la ragionevole durata dei processi: non è una garanzia di difesa, ma è una garanzia di impunità”. Per poi snocciolare il rosario dei casi giudiziari in cui alcuni imputati in un non remoto passato, hanno beneficiato dell’aiutino e lo Stato, al massimo, un momentaneo e ipocrita mea culpa, quando l’ha fatto: “Pure un delitto orrendo come lo stupro ha beneficiato più volte della prescrizione”, ha ricordato il rappresentante dell’Osservatorio vittime. Per non parlare del Forteto, della strage di Viareggio, del disastro Eternit, Porto Marghera.

Dopo la riforma Bonafede, la prescrizione si interrompe dopo il primo grado. Epperò Nordio ha promesso che bisogna rimetterci mano in tempi rapidi e alla Camera la maggioranza gli ha già apparecchiato l’ultima mandrakata: cancellare la norma del 2019 e perché no, mantenere pure la tagliola dell’improcedibilità per superamento dei termini di durata massima dei giudizi di impugnazione introdotta nel 2021 dalla riforma Cartabia. Insomma un ritorno al passato, magari addirittura al sistema imposto da Berlusconi con la legge ex Cirielli, che era riuscita in pochissimo tempo a triplicare magicamente il numero dei processi andati in fumo in appello, causa prescrizione. E così si lavora ventre a terra: martedì prossimo sono in calendario le ultime audizioni a Montecitorio (tra gli altri del procuratore generale della Cassazione Luigi SalvatoDanilo Ceccarelli della Procura europea, il procuratore generale di Milano Francesca Nanni e il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia), poi la settimana successiva si lavorerà al testo unificato delle tre proposte di legge che portano la firma di Ciro Maschio (Fratelli d’Italia), Piero Pittalis (Forza Italia) ed Enrico Costa (Azione) in attesa degli emendamenti del governo. Anche se le voci sin qui raccolte suggeriscono altro, ché riaprire il cantiere della prescrizione potrebbe creare disastri. E a dirlo non è certo solo Piercamillo Davigo, che l’altro giorno non l’ha certo toccata piano. Premessa per i malintenzionati: “In quasi tutti i Paesi occidentali, a eccezione della Grecia, la prescrizione non decorre più dopo l’inizio del processo”. Svolgimento con annesso ripassone di storia patria: “Quando fu approvato il Codice di procedura penale del 1988, il dato che emergeva immediatamente era che la durata dei procedimenti sarebbe più o meno triplicata. La scommessa per cui questo codice poteva funzionare era quella dei riti alternativi: si ipotizzava che ve ne fossero intorno al 70%, percentuale che non si è mai verificata com’era prevedibile”. Come mai? “Perché nei cinquant’anni precedenti c’erano stati 35 provvedimenti di amnistia e indulto, quindi uno ogni anno e mezzo. E allora poiché nessuna pena è sempre meglio che una pena ridotta, era ovvio che sarebbe stato dissennato da parte di un soggetto di chiedere il patteggiamento o chiedere il giudizio abbreviato quando aspettando il normale decorso del processo sarebbe arrivata l’amnistia o l’indulto (…). La prescrizione venne a sostituire quelle che erano l’amnistia e l’indulto”. Questo a sentir Davigo. Poi l’Associazione nazionale magistrati ci ha messo il carico declinando le perplessità sulle ipotesi di riforma a cui lavora la maggioranza e che vanno tutte nella direzione di cancellare la riforma Bonafede.

“Dopo la condanna non c’è più spazio per l’oblio” ha esordito il presidente Giuseppe Santalucia, sottolineando poi come l’idea di cumulare la mannaia della prescrizione all’improcedibilità “crea una incoerenza sistematica”, a essere buoni. Anche perché il contesto è già quel che è: riportare indietro le lancette dell’orologio non potrà che peggiorare le cose. A partire dall’uso già ampio che si fa dei ricorsi. “Se vediamo i dati statistici c’è una percentuale altissima di ricorsi in Cassazione anche contro sentenze di patteggiamento” ha chiosato il segretario dell’Anm Salvatore Casciaro secondo cui i disegni di legge della maggioranza “rischiano, per come sono strutturati, di pregiudicare l’efficienza del processo”.

Ma per altro verso è arrivata la stroncatura anche da Gian Luigi Gatta, ordinario di Diritto penale nell’Università degli Studi di Milano, nonché già collaboratore del ministro Marta Cartabia secondo cui i propositi di cancellare l’improcedibilità equivalgono a “un suicidio”.

Mentre cancellare la prescrizione e mantenere l’improcedibilità, pure: “il procedimento penale potrebbe andare in fumo, dopo il primo grado, o perché il reato si prescrive o perché l’azione penale diventa improcedibile, a seconda del termine che matura per primo. Una soluzione certo molto favorevole per le difese degli imputati ma per nulla per le vittime e per le parti civili e, ancor prima e soprattutto, per la funzione naturale del processo, che è deputato all’accertamento dei fatti e delle eventuali responsabilità”. Resta il plauso dell’Unione Camere penali per cui l’imperativo è uno solo, il resto è contorno: cancellare lo stop alla prescrizione. Della serie: oste com’è il vino?

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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