Dragoni-Caiazzo. Addio al ragioniere Antonio Mastroianni, fondatore del caseificio ‘La Stella’
Cordoglio non solo per le comunità di Caiazzo, città della quale era originario, e Dragoni, ove viveva con la famiglia, in seguito alla pressochè repentina scomparsa del ragionier Antonio Mastroianni, fondatore e titolare del caseificio “La Stella” pregiato ed accorsato anche oltre Oceano per la genuinità della sua produzione.
A nulla sono valsi, infatti, i tentativi dei sanitari del nosocomio casertano, ove il compianto era giunto in condizioni disperate, dopo essere stato colpito da un’ischemia cerebrale che non gli ha lasciato scampo.
Il ragioniere Mastroianni era particolarmente stimato in Caiazzo, città originaria alla quale era rimasto sempre affezionato anche dopo il trasferimento a Dragoni, città natale della consorte, Alessandra Zullo, quasi ai confini con Alvignano; affezionato sebbene nel territorio della sua Caiazzo anni addietro, in seguito a un maledetto incidente stradale, avesse perduto la vita il suo adorato figlio Onofrio, restando per sempre segnato da sì dolorosa perdita.
Ma il ragioniere votato alla produzione casearia era noto nel caiatino soprattuto perchè nella sua amata città di origine avrebbe voluto coronare il sogno della sua vita: di attivare un’attività impenditoriale nel settore caseario, sogno purtroppo osteggiato dalla politica e dalle norme all’epoca vigenti, come quelli di altri costretti a “migrare”, in particolare il dottor Nicola Sibillo, del pari compianto, che pure nel caiatino avrebbe voluto elevare il fulcro di quel regno sanitario poi suddiviso fra Capua (Villa Fiorita), Casagiove (centro Hermes) ed altri ambulatori zonali, ma questa è altra storia.
Tornando alla cronaca attuale, come si evince dal più dettagliato necrologio, il rito funebre sarà officiato martedì nella chiesa di S. Sebastiano, ad Alvignano, ove dopo la salma sarà tumulata nel locale cimitero.
Nel triste frangente, la redazione si associa al cordoglio dei familiari tutti, dipendenti, tanti estimatori e conoscenti del compianto, dal quale dipendeva la sussistenza economica di circa 50 famiglie e ancor più lavoratori dell’indotto, in particolare fornitori di latte ai quali, in cambio di una produzione incorrotta, aveva sempre assicurato il prezzo massimo di mercato, come dagli stessi fornitori sempre riconosciuto.
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